Rassegna settimanale 2-8 ottobre: Sud Est Asiatico

Rassegna settimanale 2-8 ottobre: Sud Est Asiatico

2 ottobre, Birmania – Birmania e Bangladesh iniziano le discussioni per il rimpatrio dei Rohingya

Il Bangladesh e la Birmania si sono accordati per creare una “commissione di lavoro” per il rimpatrio della minoranza musulmana Rohingya che si sono rifugiati in Bangladesh dopo le violenze nello stato di Rakhine. Il ministro degli affari esteri bengalese ha dichiarato che “Stiamo cercando una soluzione per una risoluzione pacifica della crisi”. I lavori seguiranno le linee direttrici di un precedente accordo tra i due paesi per il rimpatrio di Rohingya nel 1993.

Il ministro bengalese non ha dato nessuna scadenza precisa e non ha chiarito se l’accordo riguarderebbe i 300.000 Rohingya che si erano rifugiati precedentemente. Ha però fatto sapere che i rifugiati verranno identificati da questa commissione e senza l’aiuto delle Nazioni Unite. I rifugiati che vorranno essere rimpatriati dovranno dimostrare di abitare in Birmania, cosa quasi impossibile per i Rohingya. Infatti non vengono riconosciuti in quanto gruppo etnico, non hanno diritto alla cittadinanza birmana e le loro case, dove probabilmente si trovano tutti i loro documenti, sono state bruciate dall’esercito.

Attualmente sarebbero 800.000 i Rohingya rifugiati in Birmania, in fuga per via delle violenze commesse da parte dell’esercito Birmano. La situazione è stata condannata dai capi di stato e di governo numerosi paesi ed il segretario delle Nazioni Unite ha definito la situazione in corso una “pulizia etnica da manuale”.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmar-makes-proposal-to-take-back-rohingya-refugees

3 ottobre, Aung San Suu Kyi – Il ritratto di Aung San Suu Kyi ritirato da Oxford

Un ritratto della leader Birmana è stato ritirato dall’ingresso del St Hugh’s College di Oxford, dove ha studiato, dopo gli ultimi eventi della crisi umanitaria in corso nello Stato di Rakhine.

Il giornale universitario “The Swan” ha riportato la notizia che la scorsa settimana era stato rimosso il ritratto e portato in un “luogo sicuro” prima che gli studenti arrivassero per l’inizio dell’anno accademico.

Il ritratto della leader politica è stato sostituito con un dipinto dell’artista giapponese Yoshihiro Takada.

Suu Kyi ha studiato all’università di Oxford negli anni 1960. A riguardo aveva dichiarato che i suoi anni ad Oxford “mi hanno aiutato a capire che i birmani volevano solo vivere una vita felice senza che questo gli fosse mai stato concesso.”

Un tempo l’eroe dei diritti umani e democratici nel suo paese, Suu Kyi è stata ampiamente criticata dalla comunità internazionale per non essere riuscita ad impedire le violenze contro la minoranza etnica della minoranza musulmana apolide Rohingya.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che più di mezzo milione di Rohingya si sono rifugiati in Bangladesh da quando sono esplose le violenze il 25 agosto. I militari birmani e le milizie buddiste sono state accusate di incendi dolosi, omicidi e stupri.

Il segretario generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che la situazione sia un “esempio da manuale di pulizia etnica”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che un genocidio è in corso.

Intanto, il consiglio comunale di della città di Oxford voterà a breve sull’annullamento del titolo Freedom of the City, il titolo onorifico più alto della città. “Le persone sono sconcertate dalla situazione in Birmania e il modo in cui i musulmani Rohingya sono trattati” ha tweetato un consigliere comunale della città.

Il mese scorso, in un “briefing diplomatico” molto atteso, Suu Kyi non ha mosso nessuna critica nei confronti delle forze di sicurezza birmane ma ha parlato di “accuse e contro-accuse” di violenze a Rakhine.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2017/10/aung-san-suu-kyi-portrait-removed-oxford-amid-rohingya-exodus/#4kTkQLcipOjfewu6.97

4 ottobre, Cambogia – “Non uccidete la Cambogia”

Kem Sokah, presidente del partito di opposizione cambogiano Cambodia National Rescue Party (CNRP) ha rilasciato una lettera aperta per il pubblico cambogiano e la comunità internazionale. Il leader politico è stato imprigionato un mese fa con l’accusa di aver un “piano segreto” lanciare una “rivoluzione” e incorre tra i 15 e i 30 anni di prigioni.

Nella sua lettera ha negato l’illegalità delle sue azioni: “Se un partito di opposizione non ha nessuna intenzione di cambiare la guida del paese non è un partito di opposizione”. Inoltre ha spiegato che “Non sono il vostro nemico, ma sono concorrente che ha il dovere di contribuire a migliorare il nostro paese attraverso critiche costruttive e competere per il supporto popolare”.

Aspettando le elezioni del 2018, il partito di governo, il Partito Popolare Cambogiano (PPC), sta conducendo ritorsioni contro gli oppositori politici, la società civile e i media. Nelle elezioni locali di giugno il CNRP ha raccolto il 46 percento dei voti mentre il PPC 51. Il premier cambogiano Hun Sen dopo trent’anni di potere, non è mai stato così incerto del risultato di un’elezione e ha minacciato di guerra civile in caso di sconfitta.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2017/10/not-kill-cambodia-opposition-leader-kem-sokha-pens-letter-behind-bars/#RoGLDC48K7w6p0zc.97

5 ottobre, Filippine – Le Filippine chiamano gli USA “l’alleato numero 1”

Il comandante dell’esercito filippino Eduardo Ano ha elogiato gli Stati Uniti definendoli gli “alleati numero 1” e ha annunciato la ripresa della cooperazione e delle esercitazioni militari. Il generale è tornato dalle Hawaii dove ha incontrato il comandante della flotta statunitense del Pacifico. Il presidente filippino Rodrigo Duterte aveva infatti indicato che voleva riallacciare i rapporti tra i due paesi.

Il generale ha dichiarato che Duterte voleva “continuare la collaborazione con gli Stati Uniti. Sono pur sempre il nostro alleato principale”. I rapporti con l’amministrazione Obama si erano rivelati molto più complicati. Il presidente americano aveva duramente criticata la guerra alla droga dell’allora neo-eletto Rodrigo Duterte. Il presidente Filippino avevo risposto dando del “figlio di puttana” ad Obama durante un discorso.

Duterte ha dichiarato settimana scorsa che da allora “ne è passata di acqua sotto i ponti” e ha ringraziato gli americani per il loro supporto nella battaglia di Marawi. Gli statunitensi hanno infatti fornito un importante supporto logistico, di intelligence e preparato numerose truppe per riprendere la città.

Il generale ha anche ringraziato pubblicamente il governo cinese il giorno prima per un rifornimento di 3000 fucili d’assalto del valore di 3.3 milioni di dollari. È il secondo gesto del genere da parte dello stato cinese nel giro di un anno per illustrare “un rapporto amichevole e di collaborazione”.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-hails-us-as-top-ally-welcomes-war-games

6 ottobre, Filippine – Guerra, droga ed insicurezza impediscono alle Filippine di risolvere il problema della sicurezza alimentare

Durante la cerimonia di apertura del “AgriLink, FoodLink, and AquaLink Exhibitions 2017” Rodrigo Duterte ha dichiarato che i problemi di sicurezza e droga impediscono all’isola di Mindanao di risolvere il problema di rilevanza nazionale del cibo. “La più grande promessa di sicurezza alimentare sarebbe Mindanao” ha dichiarato il presidente, spiegando che le terre fertili, l’ottimo clima e le grandi risorse di acqua siano la soluzione per sicurezza alimentare filippina.

Duterte ha però ricordato la storia particolarmente tumultuosa dell’isola. Negli anni settanta numerose ribellioni hanno ucciso circa 100.000 persone. Le rivolte sono state principalmente condotte da due movimenti musulmani di autodeterminazione. I due gruppi si sono poi separatamente accordati con il governo per firmare accordi di pace nel 1996 e 2016. Negli ultimi decenni si è anche registrata un’importante attività del Nuovo Esercito Popolare, il braccio armato del partito comunista filippino, in aperto disaccordo col governo centrale.

Più recentemente, uno dei gruppi per l’indipendenza di Mindanao, Abu Sayyaf, si è trasformato in un gruppo terrorista che ha giurato fedeltà allo Stato Islamico. Il gruppo ha iniziato a sequestrare persone per ricattare le famiglie e le comunità, e decapitati coloro che non avrebbero pagato. Abu Sayyaf ha raggiunto il gruppo terroristico Maute per lanciare l’assalto sulla città di Marawi il 23 maggio. La battaglia che ha ucciso 150 militari filippini, 700 terroriste e costretto all’evacuazione di circa 200.000 persone è ancora in corso. Duterte ha promesso di riabilitare e ricostruire una città ormai distrutta.

Il governo ha inoltre dichiarato che l’isola sarebbe diventata un’importante base per la produzione di metamfetamine. Politici locale e perfino i terroristi sarebbero implicati nella vicenda. Ciononostante Duterte ha dichiarato che la battaglia di Marawi si sta concludendo e ha direttamente minacciato i criminali, terroristi e i trafficanti di droga.

Secondo la Food and Agriculture Organisation, l’isola produce il 40 percento del cibo necessario e contribuisce a più del 30 percento al commercio di cibo del paese. “Abbiamo fatto molto per migliorare il settore agricolo finanziando ai produttori, lo sviluppo della produzione e il marketing” ha continuato Duterte.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2017/10/mindanao-duterte/#g7T57hAgs3b1hAHB.97

7 ottobre, Birmania – Sta per finire il cessate il fuoco tra Rohingya ed esercito

I militanti Rohingya hanno dichiarato che il 9 ottobre finirà il cessate il fuoco tra l’esercito birmano e i militanti Rohingya senza che il governo abbia fatto proposte di pace. Il gruppo miltante Arakan Rohingya Salvation Army (Arsa) ha dichiarato che “Se in qualsiasi momento, il governo birmano fosse interessato ad una proposta di pace, allora Arsa risponderà favorevolmente”. La dichiarazione non includeva nessuna minaccia diretta o indiretta.

Il gruppo Arsa aveva lanciato un’offensiva il 25 agosto contro dei posti di polizia birmani. In risposta l’esercito ha lanciato una massiccia operazione di sicurezza nella, secondo molti osservatori, sarebbero stati commessi numerosi crimini internazionali tra i quali pulizia etnica, omicidi, stupri e molto altro. Sarebbero più di mezzo milione i Rohingya che si sono rifugiati in Bangladesh per fuggire alle violenze.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/rohingya-militants-say-ceasefire-to-end-on-oct-9-but-open-to-government-peace-deal-if

8 ottobre, Filippine – Gli Stati Uniti hanno chiesto l’estradizione di un sospettato terrorista

È stata chiesta l’estradizione di un sospetto terrorista filippino che avrebbe pianificato di colpire la metropolitana di New York e Time Square. L’uomo, Russel Salic, un medico chirurgo ortopedico di 37 anni è stato arrestato nel mese di aprile e accusato di avere complottato con altri due individui. Tutti avevano giurato fedeltà allo Stato Islamico. Inoltre il capo dell’esercito filippino Eduardo Ano, ha dichiarato che Russel Salic forniva supporto finanziario a diversi gruppi terroristi nel medio oriente.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-to-extradite-ny-plotter-to-us-minister

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