Il concetto di bullismo in Giappone negli ultimi decenni è cambiato radicalmente passando da quello che una volta era considerato un semplice bullismo da “parco giochi” a una minaccia vera e propria che deve essere rilevata e combattuta.
E’ solo dopo il caso della città di Otsu (Ottobre 2011), però, che il Parlamento giapponese ha emanato la Legge per la promozione di misure per prevenire il bullismo (Ijime Boshi Taisaku Suishin Ho) che richiede alle scuole di adottare misure specifiche per prevenire il bullismo e consentirne la scoperta precoce.
In Giappone, Sapporo ha respinto l’opzione del referendum per valutare la candidatura come città ospitante delle Olimpiadi invernali del 2030. La Corea del Sud donerà 1,2 milioni di dollari all’Ucraina per l’industria nucleare. L’allentamento delle regole riguardo all’uso delle mascherine in Giappone non ne ha ridotto l’utilizzo tra la popolazione, mentre un vecchio reattore della centrale nucleare di Fukui sarà riattivato ad agosto.
In vista delle Olimpiadi di Tokyo, il giornale medico britannico “The Lancet” ha avanzato l’idea di una discussione globale riguardo l’evento, mentre il governo giapponese pone il limite di spettatori per gli eventi a 10.000 dopo lo stato d’emergenza. Nel frattempo, la Spagna ha mostrato al Presidente Moon Jae-in una vecchia mappa che indica le Dokdo come parte del territorio coreano. Il governo giapponese inizia le vaccinazioni anti-Covid per i membri dello staff e dei media che collaboreranno alle Olimpiadi. In Corea del Sud, gli studenti potranno tornare a frequentare le lezioni in presenza dall’autunno.
La Corte Distrettuale Centrale di Seoul ha respinto la richiesta di compensazione nel caso delle “comfort women”. In Giappone, la prefettura di Osaka ha richiesto l’inizio di un nuovo stato d’emergenza a fronte della crescita di contagi da Covid-19. L’azienda Fujifilm ha invece avviato una nuova fase di test sul farmaco Avigan per il trattamento dei pazienti Covid. Corea e Giappone si scontrano sulla condivisione di informazioni riguardo alle acque contaminate di Fukushima.
Il cyberbullismo è ormai un fenomeno sociale ampiamente diffuso a livello internazionale, in grado di influenzare pesantemente la vita di chi ne diventa vittima, come dimostrato dall’aumento esponenziale di casi di suicidio connessi agli atti di violenza perpetrati online. Il caso eclatante del suicidio della giovane wrestler e star televisiva Hana Kimura, vittima di diffamazione e abusi sui social media, ha riacceso in Giappone il dibattito sui pericoli del cyberbullismo e sulla necessità di avviare una discussione costruttiva e strutturata che permetta di arginare questo problema, sia a livello sociale che legislativo.
Il cyberbullismo è un fenomeno che si sta diffondendo sempre più a livello globale. E’ una forma di bullismo realizzato attraverso l’uso di tecnologie digitali che colpisce indistintamente bambini, ragazzi e adulti. Quali sono le sue caratteristiche principali? E perché è molto diffuso in Asia? Questo dossier cerca di rispondere a queste domande e fornisce un focus su Giappone e Corea del Sud.
In Corea del Sud: un disertore nordcoreano fuggendo torna in patria; alcune ONG in difesa dei diritti umani delle donne sollecitano l’intervento della Commissione Nazionale dei Diritti Umani di Seoul; le autorità accusano il fondatore di una setta religiosa di ostacolare il contenimento del COVID-19. Intanto, in Giappone: il governo permette il rientro nel Paese di alcuni residenti stranieri e l’arte sbarca sul web.
In Giappone il Kyushu è devastato delle alluvioni mentre a Tokyo Yuriko Koike viene rieletta governatrice. In Corea del Sud, invece, le news sono dominate dalla questione Park Won-soon. Queste e altre notizie nella nostra rassegna.
Il Giappone dichiara che dal prossimo aprile accetterà più lavoratori stranieri per contrastare la mancanza di manodopera in diversi settori mentre la Corea del Sud pensa alla riforma militare per snellire il suo corpo militare e, allo stesso tempo, potenziarlo.
Tutte le notizie della settimana da Giappone e Corea del Sud nella nostra rassegna.
Commenti che uccidono: il cyberbullismo in Corea del Sud attraverso i casi di Sulli e Goo Hara
La morte per suicidio nel 2019 di due giovani ex stelle del K-pop coreano, Sulli e Goo Hara, ha riacceso il dibattito sul dilagare del fenomeno del cyberbullismo in Corea del Sud. Questo dossier racconta i motivi che hanno portato queste due vittime degli hater e della diffamazione online a togliersi la vita e perché queste possono incarnare il “modello di vittima” di cyberbullismo in un Paese che, pur essendo una delle massime potenze digitali nel mondo, non sembra prestare sufficiente attenzione a ciò che avviene in rete.