L’Uganda alle prese con un referendum per l’abolizione dei limiti al mandato presidenziale. La pace tra Etiopia e Tigray sembra ancora lontana dall’essere realmente raggiunta, mentre la Repubblica Democratica del Congo vive la prima convention per una coalizione all’opposizione.
In Nigeria le elezioni presidenziali vedono Tinubu uscirne vincitore, la Repubblica Democratica del Congo alle prese con proteste della popolazione contro i ribelli, mentre il Kenya guarda al futuro e pensa ad una “crescita verde”.
L’ONU apre un’indagine per massacro in Repubblica Democratica del Congo, la Nigeria incrementa l’estrazione di petrolio per poter essere indipendente dalle importazioni, in Burkina Faso vengono interrotte le trasmissioni dell’RFI francese.
La popolazione del Ghana chiede le dimissioni del presidente, non ritenuto in grado di risollevare il Paese dalla crisi economica; Etiopia e Tigray siglano uno storico accordo di pace che potrebbe davvero essere il primo passo verso la fine del conflitto; il Sudafrica conduce esercitazioni navali congiunte con la Russia.
L’ECOWAS sospende le sanzioni economiche nei confronti del Mali, in Sierra Leone si rilancia la valuta rinominata mentre il Ghana deve gestire violenti proteste nate a causa della sempre crescente crisi economica e del peso dell’inflazione.
In Sud Sudan il World Food Programme è costretto a interrompere la somministrazione di aiuti alimentari a causa dell’esaurimento di fondi, il Mali ha annunciato il suo ritiro dal G5 del Sahel a partire dal 30 giugno e la Repubblica Democratica del Congo chiude le frontiere con il Ruanda, sintomo di escalation delle tensioni tra i due Paesi.
Il Malawi chiede un nuovo prestito quadriennale al Fondo Monetario Internazionale per arginare la crisi della valuta, il presidente nigeriano Buhari è alla ricerca di un successore, mentre le relazioni tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda si fanno sempre più tese.
La Nigeria alle prese con scioperi per l’aumento dei prezzi del carburante, il Ruanda riapre i confini con l’Uganda e il Mali deve gestire relazioni sempre più tese con la Francia. Queste e altre notizie nella nostra rassegna settimanale.
In Nigeria viene revocato il divieto di utilizzo di Twitter, il Mali è alle prese con le sanzioni imposte dall’ECOWAS mentre il primo ministro etiope viene accusato dal comitato per il Nobel di non essersi mosso a sufficienza per porre fine al conflitto in Tigray.
In Senegal e Nigeria si sono tenuti summit a cui hanno preso parte i principali leader africani con l’obiettivo di trovare soluzioni a problematiche relative a sicurezza, terrorismo e transizioni democratiche; il Niger sollecita gli alleati internazionali ad agire per una più efficace repressione delle armi in Libia mentre l’Angola si prepara alle elezioni del prossimo anno.
Allarme in Sudafrica per la variante Omicron.L’ex presidente Kabila accusato di appropriazione indebita. In Kenia si combatte il cambiamento climatico piantando alberi in zone semi-aride.
Il Sudan affronta le conseguenze del colpo di stato e viene nominato un nuovo presidente ad interim; il Malawi approva un piano decennale per il rilancio dell’economia; il Ghana discute l’approvazione di una legge anti-LGBT già ampiamente condannata dalle Nazioni Unite.
Paul Rusesabagina condannato a 25 anni di reclusione in Ruanda, il Mali chiede sostegno militare alla Russia dopo il ritiro delle truppe francesi, il presidente del Madagascar richiede maggiore sforzo per combattere il cambiamento climatico.
L’ONU avverte che il 90% della popolazione in Tigray ha bisogno di aiuti alimentari, la Nigeria blocca Twitter “fino a data da destinarsi”, la Francia sospende le operazioni militari congiunte con le forze del Mali dopo il golpe. Tutta la settimana dell’Africa Subsahariana.
In Sudan il governo e i gruppi ribelli avviano colloqui di pace, il Mali ha una nuova leadership militare e la Repubblica Democratica del Congo affronta le conseguenze dell’eruzione vulcanica che ha distrutto parte della città di Goma.
Mentre la Repubblica Democratica del Congo dichiara la fine dell’ultima epidemia di ebola, la Tanzania adotta misure molto più restrittive per contenere la diffusione delle varianti del Covid-19. Intanto, il Ciad risente ancora degli effetti della morte del Presidente Deby.
La Repubblica Democratica del Congo ha un nuovo governo, mentre in Benin viene confermato presidente il magnate dell’industria del cotone Patrice Talon. Il Chad è alle prese con nuovi scontri intercomunitari e il Sudafrica decide di riprendere la somministrazione del vaccino J&J.
Per la prima volta nella storia, dopo il decesso molto probabilmente per Covid del presidente Magufuli, la Tanzania ha un presidente donna. La Nigeria è alle prese con l’aumento dell’inflazione e l’aggravarsi della crisi economica, mentre Senegal, Repubblica democratica del Congo e Repubblica Centrafricana devono gestire disordini sociali.
La settimana si apre con la tragica notizia della morte dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio, ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista congolese Mustapha Milambo nella regione del Nord Kivu. Buone notizie arrivano dalla Costa d’Avorio, che è il secondo Paese africano a ricevere dosi di vaccino contro il Covid-19 tramite il programma COVAX dell’OMS, mentre la Nigeria piomba di nuovo nell’incubo dei rapimenti ai danni di giovani studentesse nel nord del Paese.
Mentre il continente è alle prese con le problematiche legate al Covid-19, tra cui la gestione della variante sudafricana e la distribuzione dei vaccini, in Repubblica Democratica del Congo e Guinea Equatoriale si registrano nuovi casi di Ebola.
Seguici sui canali Social