Lo scorso 28 agosto, Abe Shinzō si è dimesso dalla carica di Primo Ministro del Giappone per motivi di salute. Con lui si conclude un lungo periodo di stabilità: nessun altro, nel dopoguerra, aveva governato per un periodo tanto esteso. Dopo un primo mandato tra il 2006 e il 2007, Abe era tornato al potere nel 2012, restando alla guida del Paese per 8 anni.
Il suo successore, Suga Yoshihide, intraprenderà probabilmente una politica volta a continuare i punti programmatici del suo predecessore, ma qual è la legacy che Abe si lascerà alle spalle?
In Giappone crolla il sostegno al Primo Ministro Abe, in Corea del Sud il Presidente Moon decide di ristabilire il dialogo con Pyongyang facendo arrabbiare gli USA. Queste e altre notizie nella nostra rassegna settimanale.
Continuano le indagini sulla Presidente Park, riforma costituzionale in Giapppne, Abe incontra Trump a New York, queste e altre notizie nella nostra rassegna
I giapponesi morti nell’attentato terroristico di Dacca, revisione dei SOFA, accordo Corea del Sud e Stati Uniti sul THAAD, Giappone al voto per il rinnovo della Camera Alta e altre notizie nella nostra rassegna.
La fine del pacifismo giapponese, l’approvazione della riforma della legge sulla sicurezza da parte della Camera bassa e le manifestazioni della popolazione; le relazioni sino-giapponesi e tutta la settimana di Giappone e Corea del Sud.
La MERS in Corea del Sud, il ritardo nella riapertura delle centrali nucleari in Giappone e l’autogol di Abe sul tema della sicurezza nella rassegna di questa settimana.
Gli ostacoli alla Trans-Pacific Partnership, la nuova legislazione sulla sicurezza in Giappone e i problemi di affidabilità delle notizie riportate dall’Agenzia di Spionaggio sudcoreana nella nostra rassegna.
E’ risaputo che il Giappone ha difficoltà a venire a patti con il suo passato imperialista: la questione dei libri di storia, le visite dei Primi Ministri al santuario Yasukuni, le dispute territoriali che sono rimaste irrisolte dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’apparente incapacità del Giappone di scusarsi per il suo passato militarista minano la fiducia dei Paesi asiatici nei confronti del Giappone. Recentemente, uno degli ufficiali che contribuirono alla stesura del Kono Statement nel 1993, con cui il Giappone si scusava ufficialmente per i crimini commessi nei confronti delle comfort women (donne reclutate forzatamente per servire come prostitute nei bordelli militari imperiali) ha messo in discussione l’affidabilità delle fonti utilizzate per la Dichiarazione; in seguito a ciò, il Segretario di Governo ha ventilato la possibilità di revisionare la Dichiarazione stessa, in una mossa che ha chiaramente scatenato l’indignazione cinese e coreana.
Seguici sui canali Social