In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso il cibo può essere facilmente condiviso, questo ha portato al successo della cosiddetta “gastrodiplomazia”. È uno strumento sempre più utilizzato dagli Stati per promuovere i processi di “public diplomacy” e di “nation-branding”. I Paesi asiatici sono considerati pionieri nell’utilizzo del cibo come strumento di promozione verso l’esterno.
Dopo aver approfondito i concetti di “gastrodiplomacy”, “public diplomacy” e “nation branding” il dossier si propone di analizzare tre case studies: la Thailandia, il Giappone e la Corea del Sud per capire i diversi modi e scopi di utilizzo della gastrodiplomacy.
In Giappone la popolazione continua a diminuire a causa di un tasso di natalità sempre più basso e del costante deflusso di giapponesi oltreoceano, creando diversi squilibri nella struttura sociale ed economica del Paese. Questo articolo nasce quindi dalla domanda: che cosa spinge queste persone fuori dall’arcipelago nipponico? L’emigrazione non è però rimasta sempre uguale e l’intento è quello di guardare alla storia di questo fenomeno, per far luce sui suoi cambiamenti e sull’efficacia delle decisioni politiche che, di volta in volta, sono state prese a riguardo.
Un dossier per tracciare una breve storia dell’Armata Rossa Giapponese, un movimento atipico nato nel 1969.
Quando si parla di impegno comune per la promozione della sicurezza globale la collaborazione tra Unione Europea e Giappone difficilmente è la prima a venire in mente. Tuttavia, questi due soggetti hanno dietro di sé una storia di cooperazione su cui è utile gettare uno sguardo per capire le potenzialità che una partnership consolidata potrà esprimere in futuro.
Il concetto di bullismo in Giappone negli ultimi decenni è cambiato radicalmente passando da quello che una volta era considerato un semplice bullismo da “parco giochi” a una minaccia vera e propria che deve essere rilevata e combattuta.
E’ solo dopo il caso della città di Otsu (Ottobre 2011), però, che il Parlamento giapponese ha emanato la Legge per la promozione di misure per prevenire il bullismo (Ijime Boshi Taisaku Suishin Ho) che richiede alle scuole di adottare misure specifiche per prevenire il bullismo e consentirne la scoperta precoce.
Il fenomeno del bullismo nelle scuole giapponesi – o Ijime in giapponese – ha ricevuto una sempre maggior attenzione pubblica a partire dagli anni Ottanta. Come si è evoluto questo fenomeno? Che impatto ha avuto la pandemia da Covid-19? Quali sono le azioni messe in atto dal governo per individuare i problemi dei bambini legati al bullismo e gestirli con maggiore efficienza?
In Giappone i casi di abusi sui minori sono in costante aumento dai primi anni 2000. Quali sono le leggi e le misure adottate dal governo per arginare questo fenomeno? Quali gli attori coinvolti? Un dossier per approfondire i dati e il framework giuridico di questa complessa realtà.
In Giappone il dibattito sulla violenza contro i minori è relativamente recente: per questo motivo, anche le strategie per contrastare questa problematica si stanno ancora, faticosamente, sviluppando.
A essere particolarmente preoccupanti, nel Paese, sono i numeri relativi agli abusi fisici e al neglect. Il coronavirus ha avuto un impatto sul numero di casi verificatisi: a causa delle restrizioni alla socialità imposte dalla lotta alla diffusione del virus, molte situazioni non sono venute alla luce. Nonostante ciò, nel 2020 il numero di abusi registrati in Giappone è stato il più alto di sempre.
Il Governo, avendo ratificato la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, si è posto come obiettivo quello di sviluppare un Piano di Azione Nazionale per porre fine alla violenza contro i bambini. Innanzitutto, ci si propone di implementare ulteriormente le misure già esistenti. Uno dei progetti più ambizioni attualmente al tavolo dei legislatori e del Governo è la creazione di una Agenzia specifica, che al momento non esiste, che risponderà del suo operato direttamente al Primo Ministro, e che avrà come ruolo quello di coordinare tutte le attività volte ad agire sulla prevenzione e sulla protezione dei bambini.
Martedì 27 settembre si sono tenuti i funerali di Stato dell’ex premier giapponese Abe Shinzō, assassinato durante un comizio elettorale lo scorso luglio. Il fatto di aver concesso ad Abe dei funerali di Stato ha scatenato numerose polemiche. I motivi della disputa sono molteplici: in genere in Giappone non vengono accordati funerali di Stato a personalità politiche; Abe è una figura controversa all’interno del panorama politico giapponese; i costi del funerale sono stati ritenuti troppo alti; dopo l’assassinio di Abe sarebbero emersi i suoi legami con la Chiesa conosciuta col nome di Unification Church, ritenuta da molti una vera e propria setta. La rivelazione dei rapporti tra il Partito al potere e questa setta, in particolare, ha causato uno scandalo che potrebbe avere conseguenze importanti, sia per il Governo che per il Partito Liberaldemocratico.
Il 29 Settembre in Giappone si è votato per eleggere il nuovo leader del Partito Liberal Democratico. Una cosa che non può passare inosservata di questa elezione è stata la presenza, per la prima volta nella storia del Giappone, di due candidate donna: Seiko Noda e Sanae Takaichi. Chi sono queste due figure politiche? E quale è il ruolo delle donne nella politica giapponese? Una breve analisi in questo dossier.
Il cyberbullismo è ormai un fenomeno sociale ampiamente diffuso a livello internazionale, in grado di influenzare pesantemente la vita di chi ne diventa vittima, come dimostrato dall’aumento esponenziale di casi di suicidio connessi agli atti di violenza perpetrati online. Il caso eclatante del suicidio della giovane wrestler e star televisiva Hana Kimura, vittima di diffamazione e abusi sui social media, ha riacceso in Giappone il dibattito sui pericoli del cyberbullismo e sulla necessità di avviare una discussione costruttiva e strutturata che permetta di arginare questo problema, sia a livello sociale che legislativo.
Lo scorso 28 agosto, Abe Shinzō si è dimesso dalla carica di Primo Ministro del Giappone per motivi di salute. Con lui si conclude un lungo periodo di stabilità: nessun altro, nel dopoguerra, aveva governato per un periodo tanto esteso. Dopo un primo mandato tra il 2006 e il 2007, Abe era tornato al potere nel 2012, restando alla guida del Paese per 8 anni.
Il suo successore, Suga Yoshihide, intraprenderà probabilmente una politica volta a continuare i punti programmatici del suo predecessore, ma qual è la legacy che Abe si lascerà alle spalle?
Il COVID-19 e il conseguente blocco della produzione delle aziende cinesi nel mese di febbraio hanno mostrato la forte dipendenza delle aziende nipponiche dalla Cina. C’è, però, un settore che è stato quasi completamente ignorato nei pacchetti di stimolo all’economia giapponese: quello dell’agricoltura. Un settore importante in cui il Giappone è da anni fortemente dipendente dalla Cina e da altri Paesi stranieri.
Si prevede che la pandemia avrà un forte impatto sull’economia giapponese. I settori più colpiti saranno quello manifatturiero e quello dei servizi, caratterizzati da una grande dipendenza dai lavoratori immigrati. Una delle comunità di lavoratori stranieri più colpite da questi “tagli da Covid” è proprio quella dei dekasegi, cittadini di etnia giapponese emigrati in Giappone da vari Paesi dell’America Latina sfruttando i vantaggi della cittadinanza di origine.
Il Giappone, uno dei Paesi più sviluppati al mondo, è arretrato in termini di uguaglianza sociale e pari opportunità. Abbiamo analizzato la condizione femminile in tre dossier di approfondimento.
Nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli strutturali insiti nella società giapponese, negli ultimi anni le donne stanno iniziando ad essere sempre più consapevoli dell’importanza del loro ruolo.
Hanno, quindi, avviato diverse iniziative con lo scopo di affermare un ruolo determinante all’interno della società, della politica e del lavoro. Un dossier dedicato ai movimenti femminili in Giappone dagli anni 2000 in poi.
Breve storia della donna nella politica giapponese. Un excursus storico che parte dal suffragio universale e arriva alla “Womenomics” di Abe. Un’analisi indispensabile per capire lo scenario attuale in materia di uguaglianza di genere in Giappone.
Nonostante sia considerato uno dei Paesi più sviluppati del mondo, il Giappone è anche uno dei Paesi appartenenti all’OCSE con il più basso livello di uguaglianza di genere a livello sociale, e quindi anche in termini di partecipazione delle donne alla vita lavorativa e politica.
Abbiamo delineato un quadro della condizione femminile in Giappone.
Dal 2017 seguiamo il tema “figli contesi” in Giappone. Ecco i nostri reportage che sono stati pubblicati su stampa nazionale ed estera.
Cyberbullismo: l’importanza di una normativa specifica. Il caso di Corea del Sud e Giappone
Nell’ultimo decennio, i rischi legati all’utilizzo di internet si sono evoluti con una rapidità inimmaginabile: quello del cyberbullismo è tra i problemi di maggiore criticità. Nel decidere come affrontare la questione del cyberbullismo a livello legale, i diversi Paesi si sono trovati a scegliere tra creare leggi ah hoc per affrontare il problema, e adattare le normative già esistenti. In Giappone e Corea del Sud le morti per suicidio di diversi personaggi del mondo dello spettacolo hanno riacceso il dibattito e hanno portato a spingere verso la creazione di una regolamentazione legale del cyberbullismo.