Rassegna mensile aprile 2023: Sudest asiatico
Le 10 principali notizie del mese dal Sud Est Asiatico – Aprile 2023
a cura di Fabiola Frigerio
3 aprile, Malesia – Abolita la pena di morte obbligatoria per alcuni reati
Il parlamento malese ha approvato ampie riforme legali per eliminare la pena di morte obbligatoria, ridurre il numero di reati punibili con la morte e abolire le pene detentive a vita natural durante, con una mossa accolta con cautela dai gruppi per i diritti umani.
La Malesia ha una moratoria sulle esecuzioni dal 2018, quando per la prima volta aveva promesso di abolire completamente la pena capitale. Il governo, tuttavia, ha dovuto affrontare le pressioni politiche di alcuni partiti e ha fatto marcia indietro sulla promessa un anno dopo, affermando che avrebbe mantenuto la pena di morte ma avrebbe permesso ai tribunali di sostituirla con altre pene a loro discrezione.
In base agli emendamenti approvati, le alternative alla pena di morte includono la fustigazione e la reclusione da 30 a 40 anni. La nuova pena detentiva sostituirà tutte le disposizioni precedenti che prevedono la reclusione per la durata della vita naturale del colpevole. La pena dell’ergastolo, definita dalla legge malese come un periodo fisso di 30 anni, sarà invece mantenuta.
La condanna a morte non sarà inoltre più inclusa tra le pene previste per alcuni reati gravi che non causano la morte, come il traffico di armi da fuoco e il rapimento.
Gli emendamenti approvati si applicano a 34 reati attualmente punibili con la morte, tra cui l’omicidio e il traffico di droga, undici dei quali la prevedono come pena obbligatoria.
Più di 1.300 persone che rischiano la pena di morte o l’ergastolo – comprese quelle che hanno esaurito tutti i possibili ulteriori appelli legali – possono chiedere una revisione della sentenza secondo le nuove regole.
Fonte: CNN
Link: https://edition.cnn.com/2023/04/03/asia/malaysia-mandatory-death-penalty-abolish-intl-hnk/index.html
5 Aprile, Vietnam – Vietnam e Israele concludono i negoziati per un accordo di libero scambio
Il Vietnam ha annunciato che quest’anno firmerà un accordo di libero scambio con Israele dopo sette anni di negoziati, un evento che coincide con il 30° anniversario delle relazioni tra i due Paesi.
Una volta firmato l’accordo, Israele diventerà la 16esima nazione o gruppo con cui il Vietnam ha stabilito un patto di libero scambio, tra cui accordi bilaterali con Giappone (2009), Cile (2014), Corea del Sud (2015) e Regno Unito (2021). Dall’inizio degli anni ’90, il Paese ha inoltre sottoscritto una serie di patti commerciali multilaterali, tra cui il Partenariato economico globale regionale, la più grande area di libero scambio al mondo, nonché patti di libero scambio con l’Unione Europea e l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN). L’insieme di questi accordi ha inserito il Vietnam nelle catene di approvvigionamento dell’economia globale e ha contribuito alla nascita di un settore manifatturiero fiorente che ha trainato la rapida crescita economica del Paese.
Da quando hanno stabilito relazioni alla fine della Guerra Fredda, Vietnam e Israele hanno gradualmente instaurato quella che oggi è una proficua relazione economica. In un’intervista del 2018, Nadav Eshcar, allora ambasciatore di Israele in Vietnam, ha dichiarato che, sebbene il livello complessivo degli scambi commerciali tra i due Paesi sia modesto, le loro economie sono altamente complementari: “Il Vietnam è un esportatore su larga scala di prodotti alimentari e agricoli, principalmente pesce, carne, riso, frutta e spezie, e Israele è un partner naturale, in grado di fornire tecnologie che miglioreranno sia la qualità che la quantità dei prodotti vietnamiti.
Fonte: The Diplomat
Link: https://thediplomat.com/2023/04/vietnam-israel-conclude-negotiations-for-free-trade-pact/
6 aprile, Sud Est Asiatico – La crisi del Myanmar elencata tra le sfide agli sforzi regionali per salvaguardare il fiume Mekong
La crisi in corso in Myanmar è stata citata come possibile ostacolo alla cooperazione regionale per salvare il fiume Mekong, mentre altri Paesi lungo l’importante via d’acqua hanno rinnovato il loro impegno a rafforzare la collaborazione negli sforzi per conservare la risorsa idrica.
In occasione del vertice quadriennale della Commissione del Fiume Mekong (MRC), tenutosi a Vientiane, capitale del Laos, i paesi membri, Thailandia, Vietnam, Laos e Cambogia, si sono impegnati ad adottare misure proattive per adattarsi ai cambiamenti climatici, a costruire un sistema di notifica più efficace per situazioni insolite e altre emergenze e ad esplorare finanziamenti innovativi per portare avanti questi sforzi.
Il fiume, lungo 4.900 km, che nasce in Cina, ha risentito nel corso degli anni della rapida costruzione di dighe e dai cambiamenti climatici. La sua fauna ittica è in pericolo, mentre l’estrazione della sabbia e l’intrappolamento dei sedimenti a monte hanno ridotto del 60-90% il trasporto di sedimenti ricchi di sostanze nutritive, minacciando la stabilità degli argini a valle.
Il Myanmar, insieme alla Cina, è uno dei partner di dialogo del MRC. Al vertice, il Myanmar era rappresentato da Hla Maung Thein, segretario permanente del Ministero delle Risorse Naturali e della Conservazione dell’Ambiente, ora controllato dall’esercito del Myanmar. Hla Maung Thein ha iniziato il suo discorso al summit di Vientiane affermando di partecipare all’evento a nome del suo governo e del “capo di Stato, il Primo Ministro Senior General Min Aung Hlaing” e ha sottolineato che l’MRC è un’organizzazione professionale che lavora per la cooperazione sulle risorse idriche e l’ha esortata a non essere coinvolta nell’ “agenda politica di un particolare Paese”. Ha inoltre affermato che il Myanmar interromperà la sua cooperazione tecnica con l’MRC se sarà coinvolta un’agenda politica.
Pedro Zwahlen, ambasciatore svizzero in Cambogia, Laos e Thailandia, intervenuto in rappresentanza dei partner di sviluppo del MRC, ha risposto dicendo che “continuano a essere preoccupati per il peggioramento della crisi politica, economica e umanitaria in Myanmar, che ha avuto un impatto negativo sugli sforzi per far progredire la cooperazione nel Mekong” e che “le continue violenze dell’esercito del Myanmar hanno esacerbato il conflitto all’interno del Paese e alimentato una maggiore instabilità nella regione del Mekong”. Citando la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvata nel dicembre 2022, Zwahlen ha chiesto “l’immediata cessazione della violenza in tutto il Paese” e ha esortato l’esercito birmano a rispettare i diritti umani e lo Stato di diritto.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmar-crisis-cited-as-a-challenge-to-regional-efforts-to-save-mekong-river
12 aprile, Filippine – Stati Uniti e Filippine concordano di completare una road map per l’assistenza in materia di sicurezza
Gli alti funzionari della difesa e della diplomazia degli Stati Uniti e delle Filippine hanno concordato di completare nei prossimi mesi una tabella di marcia per la fornitura di assistenza alla difesa della nazione del sud-est asiatico per i prossimi cinque-dieci anni.
Il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha dichiarato che i due paesi alleati di lunga data, che condividono le preoccupazioni per una Cina sempre più assertiva, hanno discusso la consegna di “equipaggiamentto di difesa prioritario”. La fornitura, comprendente dai radar ai droni, dagli aerei da trasporto militare ai sistemi di difesa costiera e aerea, è stata oggetto del cosiddetto incontro “2+2″ a Washington, che ha coinvolto anche il Segretario di Stato americano Antony Blinken e le controparti filippine.”L’adozione di una tabella di marcia per l’assistenza nel settore della sicurezza nei prossimi mesi guiderà gli investimenti condivisi per l’ammodernamento della difesa e programmerà la consegna di piattaforme prioritarie nei prossimi 5-10 anni”, hanno dichiarato le due parti in un comunicato.
Il ministro degli Esteri filippino Enrique Manalo ha dichiarato alla stessa conferenza stampa che le due parti hanno “raddoppiato” il loro impegno a modernizzare l’alleanza Filippine-Stati Uniti. Questo passo, ha aggiunto, riconosce che “la nostra partnership dovrà svolgere un ruolo più forte nel preservare un ordine internazionale basato sul diritto”.
Secondo gli esperti, gli Stati Uniti vedono nelle Filippine una potenziale base per missili e sistemi di artiglieria per contrastare un’invasione anfibia cinese di Taiwan, che la Cina rivendica come proprio territorio. Austin ha detto che è “troppo presto” per discutere di quali risorse gli Stati Uniti vorrebbero dislocare nelle basi militari filippine nell’ambito di un accordo di cooperazione rafforzata in materia di difesa (EDCA) recentemente ampliato. Manalo ha detto che i siti EDCA sono principalmente finalizzati a migliorare l’interoperabilità militare, ad affrontare disastri umanitari e forse a “rispondere ad altri tipi di sfide per la sicurezza”, senza tuttavia approfondire ulteriormente.
Il Pentagono non ha specificato l’uso a cui saranno destinati i siti aggiuntivi, se non che i lavori includeranno l’espansione degli aeroporti e l’addestramento dei mezzi navali.
L’incontro di Washington è avvenuto dopo che più di 17.000 soldati filippini e statunitensi hanno iniziato le più grandi esercitazioni militari congiunte di sempre, evidenziando la comune preoccupazione per la Cina, che ha rivendicazioni territoriali rivali alle Filippine nel conteso Mar Cinese Meridionale.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/us-philippines-agree-complete-security-assistance-road-map-5-10-years-2023-04-11/
13 aprile, Indonesia – La Corte indonesiana annulla la controversa sentenza che mira a posticipare le elezioni del 2024
Una corte d’appello indonesiana ha annullato una controversa sentenza di un tribunale di grado inferiore che aveva ordinato il rinvio delle elezioni del prossimo anno, ripristinando la stabilità e la prevedibilità della politica del Paese in vista del voto cruciale.
Il 2 marzo, il tribunale distrettuale di Giacarta centrale ha stabilito che la Commissione elettorale generale (KPU) deve interrompere tutti i processi elettorali in corso per il periodo curiosamente specifico di due anni, quattro mesi e sette giorni. La sentenza, immediatamente impugnata dalla KPU, ha gettato nella confusione la politica indonesiana. Era stata emessa in risposta a una causa intentata dal neonato Partito del Popolo Giusto e Prospero, o Prima Party, dopo che la sua domanda di partecipazione alle elezioni era stata respinta lo scorso anno e la sentenza avrebbe interrotto tutti i preparativi per le elezioni e rinviato il voto del 14 febbraio 2024 all’anno successivo.
Nel respingere la sentenza, l’Alta Corte di Jakarta ha accettato l’argomentazione del KPU secondo cui il tribunale distrettuale non ha l’autorità di giudicare le controversie elettorali. “Accogliamo l’appello del convenuto e dichiariamo che la Corte distrettuale di Giacarta centrale non è competente a giudicare il caso e che la causa del ricorrente non può essere accettata”, ha dichiarato Sugeng Riyono, capo della commissione d’appello composta da tre giudici, nell’annunciare la decisione.
Il Prima Party, che aveva sostenuto l’esistenza di difetti nel processo di registrazione e nel software del KPU, non ha ancora deciso se ricorrere alla Corte Suprema, come ha dichiarato il suo presidente Agus Jabo Priyono.
Dopo la sentenza, Mohammad Mahfud MD, ministro coordinatore per gli Affari politici, legali e di sicurezza, ha definito la causa “frivola” e ha esortato la commissione elettorale a garantire che i preparativi per le elezioni del 2024 si svolgano in tempo. “Tutti devono concentrarsi sul mantenimento delle elezioni del 14 febbraio 2024 nel rispetto della legge”, ha dichiarato. “Né i tribunali distrettuali né quelli superiori hanno giurisdizione sulle questioni elettorali”.
Fonte: The Diplomat
Link: https://thediplomat.com/2023/04/indonesian-court-overturns-controversial-ruling-delaying-2024-election/
14 aprile, Vietnam – Giornalista dissidente condannato a sei anni di carcere
Un tribunale della capitale vietnamita Hanoi ha condannato il giornalista Nguyen Lan Thang a sei anni di carcere e a due anni di arresti domiciliari per “propaganda contro lo Stato”, secondo un articolo dei media locali vietnamiti.
Nguyen Lan Thang è un importante giornalista e attivista politico in Vietnam. La polizia vietnamita lo ha arrestato nel luglio dello scorso anno, accusandolo di propaganda contro lo Stato ai sensi dell’articolo 117 del Codice penale. In passato, Thang ha postato sui suoi account di social media molte questioni delicate: il sostegno ad altri attivisti incarcerati, la partecipazione alle proteste contro la Cina, la critica alle questioni socio-politiche del Vietnam. Di conseguenza, è stato oggetto di molestie da parte della polizia, di teppisti e di agenti in borghese.
Il caso di Thang ha suscitato critiche da parte di gruppi internazionali per i diritti umani. Prima del processo, Ming Yu Hah, vicedirettore regionale di Amnesty International per le campagne, ha dichiarato che “per oltre un decennio, Thang ha svolto un lavoro cruciale documentando le proteste e le violazioni dei diritti umani in Vietnam, nonostante il peggioramento del clima di punizione nei confronti di chi critica lo Stato. Il suo attivismo pacifico e i suoi reportage dovrebbero essere accolti come parte del legittimo dibattito pubblico, ma invece rischia anni di carcere”.
Phil Robertson, vicedirettore per l’Asia di Human Rights Watch, ha dichiarato in un comunicato che le autorità vietnamite “calpestano sistematicamente i diritti umani punendo blogger coraggiosi come Nguyen Lan Thang per aver espresso le loro opinioni sul governo”.
Per arrestare e incriminare gli attivisti, le autorità vietnamite si sono avvalse di leggi che specificano vari reati vaghi, come lo svolgimento di attività contro lo Stato, la propaganda contro lo Stato, il disturbo della sicurezza pubblica, l’abuso delle libertà democratiche per violare gli interessi dello Stato e i diritti legittimi di organizzazioni e cittadini, e il causare disordine pubblico e disordini sociali. Questi articoli sono spesso usati arbitrariamente per punire critici, attivisti e blogger, nonostante le critiche in patria e all’estero. Se riconosciuti colpevoli, la maggior parte degli attivisti riceve pene detentive molto lunghe e alcuni possono addirittura ricevere la pena di morte.
Nel caso di Thang, le autorità vietnamite lo hanno accusato ai sensi dell’articolo 117 del Codice penale del 2015 per aver prodotto, conservato, distribuito o diffuso informazioni, documenti e oggetti contro lo Stato. Secondo Amnesty International, questo articolo è stato utilizzato per arrestare almeno 32 persone, tra cui difensori dei diritti umani e giornalisti, dal 2019.
Fonte: The Diplomat
Link: https://thediplomat.com/2023/04/vietnam-sentences-dissident-journalist-to-6-years-in-prison/
16 aprile, Sud-Est Asiatico – Thailandia e Indonesia si preparano ad affrontare un picco di casi di Covid-19 dovuto alle vacanze
Le autorità thailandesi e indonesiane si stanno preparando a un’impennata dei casi di Covid-19 dovuta alle festività e all’emergere di una nuova mutazione della variante Omicron, più infettiva e potenzialmente virulenta. Il Dipartimento thailandese per il controllo delle malattie (DDC) ha dichiarato di aspettarsi un aumento delle infezioni da Covid-19 in seguito ai festeggiamenti per il Capodanno. È stata infatti la prima volta che i festeggiamenti sono entrati nel vivo dopo tre anni di restrizioni dovute alla pandemia, con il primo ministro thailandese Prayut Chan-o-cha in persona che si è presentato senza preavviso nella famosa Khaosan Road di Bangkok per parteciapre a una delle più grandi battaglie d’acqua del mondo.
Il direttore generale del DDC, Thares Krasanairawiwong, ha dichiarato al Bangkok Post che il numero di casi dopo il Songkran potrebbe essere maggiore rispetto a quello successivo al Capodanno, quando le misure imposte contro il Covid-19 erano state allentate. Chi ha partecipato ai tre giorni di Songkran non ha dovuto sottoporsi ai test per il coronavirus e la maggior parte non indossava più le maschere. Thares ha riferito che tra il 9 e il 15 aprile ci sono stati 435 nuovi casi di Covid-19 ricoverati negli ospedali per essere curati, secondo il Bangkok Post. Si tratta di un numero quasi triplo rispetto alla settimana precedente.
Il presidente indonesiano Joko Widodo, nel frattempo, ha esortato tutti coloro che si uniranno all’ “esodo” di Id al-fitr, la seconda festività religiosa più importante nella cultura islamica, a completare la vaccinazione Covid-19 prima di partire, dopo la scoperta di due casi importati di XBB.1.16 – noto anche come “Arcturus” – una sottovariante di Omicron. Con la revoca della maggior parte delle restrizioni ai viaggi, si prevede che circa 120 milioni di indonesiani si metteranno in viaggio per celebrare l’Id al-fitr. Si tratta probabilmente della più grande ondata dall’inizio della pandemia nel 2020.
Secondo il Jakarta Post, giovedì 174 milioni di indonesiani hanno completato le vaccinazioni primarie e 68 milioni hanno già ricevuto la prima dose di richiamo. Sempre secondo il quotidiano, l’Indonesia ha registrato un leggero aumento dei casi di Covid-19, arrivando a riportare oltre 900 casi al giorno nel corso dell’ultima settimana.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/thailand-indonesia-readying-for-holidays-fuelled-spike-in-covid-19-cases
17 aprile, Myanmar – La giunta concede la grazia ad oltre 3.000 prigionieri in occasione dei festeggiamenti per il Capodanno
La giunta del Myanmar ha rilasciato 3.113 prigionieri, tra cui 98 stranieri, per celebrare il tradizionale Capodanno, secondo una dichiarazione pubblicata sui canali Telegram pro-militari. Il governo ha imprigionato migliaia di oppositori e attivisti pro-democrazia da quando ha preso il potere nel 2021 e ha represso brutalmente le proteste, provocando proteste a livello internazionale. Il tenente generale Aung Lin Dwe, segretario di Stato della giunta, ha dichiarato in un comunicato che l’amnistia è in “celebrazione del nuovo anno del Myanmar, per portare gioia al popolo e affrontare le questioni umanitarie”. Non è stato specificato se i manifestanti anti-giunta o i giornalisti incarcerati per il colpo di stato saranno tra le persone liberate. Secondo l’Associazione di assistenza per i prigionieri politici almeno 17.460 persone sono ancora in carcere e 3.240 sono invece state uccise dalla giunta.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmars-junta-pardons-over-3000-prisoners-for-new-year
26 aprile, Singapore – Riprendono le esecuzioni: giustiziato un uomo per traffico di droga
Singapore ha giustiziato un uomo accusato di aver coordinato una consegna di cannabis, nonostante le suppliche di clemenza della sua famiglia e le proteste degli attivisti che sostengono che sia stato condannato sulla base di prove deboli.
Tangaraju Suppiah, 46 anni, era stato condannato a morte nel 2018 per aver favorito il traffico di 1 chilogrammo di cannabis. Secondo le leggi di Singapore, il traffico di più di 500 grammi di cannabis può comportare la pena di morte.
Sebbene Tangaraju non sia stato catturato mentre in possesso di droga, i pubblici ministeri hanno detto che i numeri di telefono lo indicavano come persona responsabile del coordinamento della consegna della droga. Tangaraju aveva sostenuto di non essere lui a comunicare con le altre persone collegate al caso.
In occasione di un briefing delle Nazioni Unite sui diritti umani, la portavoce Ravina Shamdasani ha invitato il governo di Singapore ad adottare una “moratoria formale” sulle esecuzioni per reati legati alla droga. “Imporre la pena di morte per reati di droga è incompatibile con le norme e gli standard internazionali”, ha dichiarato Shamdasani, aggiungendo che sempre più prove dimostrano che la pena di morte è inefficace come deterrente. Le autorità di Singapore sostengono invece che l’effetto deterrente esiste, citando studi che dimostrano che i trafficanti trasportano quantità inferiori alla soglia che comporterebbe la pena di morte.
L’imposizione della pena di morte per droga da parte dell’isola-stato è in contrasto con i suoi vicini. In Thailandia, la cannabis è stata essenzialmente legalizzata e la Malesia ha posto fine alla pena di morte obbligatoria per i reati gravi.
L’Anti-Death Penalty Asia Network ha condannato l’esecuzione di Tangaraju come “riprovevole”.
”Il continuo ricorso alla pena di morte da parte del governo di Singapore è un atto di flagrante disprezzo per le norme internazionali sui diritti umani e getta ombre sulla legittimità del sistema giudiziario penale di Singapore”, si legge nella dichiarazione.
Singapore sostiene di garantire ai condannati a morte un “giusto processo”, ma in realtà le violazioni del giusto processo nei casi di pena capitale sono la norma: Gli imputati vengono lasciati senza rappresentanza legale quando si trovano di fronte a un’imminente esecuzione, poiché gli avvocati che si occupano di questi casi vengono intimiditi e molestati”, ha dichiarato Maya Foa, direttrice dell’organizzazione no-profit per i diritti umani Reprieve.
Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/singapore-death-penalty-drugs-execution-b6751a70ba999a963e5719069f3538d5
27 aprile, Cambogia – Gli Emirati Arabi Uniti e la Cambogia concordano i termini per un accordo commerciale bilaterale
Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) e la Cambogia hanno concordato i termini di un accordo commerciale bilaterale, mentre lo Stato del Golfo cerca di rafforzare i legami commerciali, in particolare in Asia, in settori economici strategici.
Secondo un comunicato pubblicato dall’agenzia di stampa statale degli Emirati Arabi Uniti WAM, i due Paesi hanno concluso i negoziati per un accordo di partenariato economico globale (CEPA), come viene chiamato l’accordo commerciale, entro sei mesi dal lancio.
Una volta attuato, il CEPA eliminerà molte tariffe sui prodotti agricoli, sulla pelletteria, sull’abbigliamento e sulle calzature cambogiane, aprendo un nuovo mercato per i settori manifatturieri e industriali degli EAU. “La produzione alimentare e i settori agricoli cambogiani, che sono una parte fondamentale della loro economia, ci aiuteranno a raggiungere i nostri obiettivi di sicurezza alimentare”, ha dichiarato Thani Al Zeyoudi, ministro del Commercio estero degli EAU.
Il programma CEPA, lanciato nel 2021 mentre l’economia globale si riprendeva dall’impatto della pandemia COVID-19, è un elemento chiave della strategia di sviluppo economico degli EAU, che mira a raddoppiare le dimensioni dell’economia fino a 762 miliardi di dollari entro il 2030.
Il commercio non petrolifero degli Emirati Arabi Uniti con la Cambogia ha superato i 401 milioni di dollari nel 2022, con un aumento del 31% rispetto all’anno precedente, mentre gli investimenti diretti esteri bilaterali hanno raggiunto quasi 4 milioni di dollari alla fine del 2020.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/markets/uae-cambodia-agree-terms-bilateral-trade-deal-2023-04-27/
30 aprile, Thailandia – La corsa elettorale entra nel vivo con il partito di opposizione Pheu Thai che domina i sondaggi
Il principale partito di opposizione thailandese, il Pheu Thai, si trova in una posizione privilegiata in vista delle contestatissime elezioni generali del 14 maggio, e l’ultimo sondaggio mostra che ha un vantaggio significativo sui suoi rivali politici.
Il Pheu Thai, da sempre legato all’ex premier Thaksin Shinawatra, ha ottenuto il sostegno del 41,37% dei circa 162.000 elettori aventi diritto, secondo il sondaggio Suan Dusit, condotto a livello nazionale tra il 10 e il 20 aprile.
Il Move Forward Party, che propone alcune delle politiche progressiste più riformiste, si posiziona al secondo posto, con il 19,32% dei consensi. Il partito United Thai Nation Party del Primo Ministro in carica Prayut Chan-o-cha ha invece ricevuto l’8,48%, mentre il partito Palang Pracharath, guidato dal Vice Primo Ministro Prawit Wongsuwan, ha ottenuto il 7,49% dei consensi.
Le elezioni si preannunciano come una battaglia tra i gruppi pro-establishment della coalizione di governo sostenuta dai militari e il campagna pro-democrazia dei partiti di opposizione. Tutti i principali partiti promettono agli elettori elargizioni in denaro, salari minimi più alti e la sospensione dei rimborsi del debito per corteggiare i circa 52 milioni di elettori.
In un altro sondaggio – pubblicato sabato dai quotidiani in lingua thailandese Matichon e Daily News – il leader del Move Forward Party, Pita Limjaroenrat, è risultato il primo candidato alla carica di premier, con il 49,17% dei consensi. Lo seguono due candidati del Pheu Thai: la figlia minore di Thaksin, Paetongtarn Shinawatra, con il 19,59% dei consensi, e Srettha Thavisin con il 15,54%. Il sondaggio è stato condotto virtualmente e i risultati si basano su circa 78.000 intervistati tra il 22 e il 28 aprile.
La popolarità di Prayut e Prawit, entrambi generali in pensione, continua a rimanere indietro rispetto ai candidati premier dell’opposizione. Il premier in carica ha ricevuto il 6,52% dei consensi, mentre il leader del Palang Pracharath Party è stato scelto solo dal 2,35% degli intervistati.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/thailand-s-election-race-heats-up-with-pheu-thai-party-dominating-poll
(Featured image source: Flickr Hendrik Terbeck)