L’ONU ha accusato ufficiali governativi di alto livello e ufficiali militari di essersi macchiati di abusi molto seri, tra i quali attacchi diffusi contro i civili, assassinii e stupri. Un nuovo report descrive il ripetuto fallimento dello Stato nel proteggere i civili.
Tra le persone ritenute responsabili di questi crimini figurano il Governatore dello Stato di Unity, Joseph Monytuil, e il Luogotenente Generale Thoi Chany Reat dell’esercito: i due sono accusati di esecuzioni extragiudiziali, ma respingono le accuse.
Il report ribadisce anche che la violenza sessuale rimane sistematica nel Paese, e che l’impunità che segue questi gravi crimini è largamente responsabile della violenza e della miseria che i civili si trovano ad affrontare.
Fonte: BBC News
3 aprile 2023, RUANDA – Il Partito al potere elegge una donna come vice di Kagame
Il Rwandan Patriotic Front (RPF – Inkotanyi) ha eletto Consolee Uwimana con il 93% dei voti. Uwimana ha grande esperienza nel settore bancario ed è una donna d’affari che ha ricoperto il ruolo di senatrice fino al 2019. Secondo gli osservatori, la sua elezione è un modo per dare maggior potere alle donne e per mantenere una quota etnica bilanciata all’interno della leadership.
Il Ruanda ha una delle maggiori percentuali al mondo di donne in posizioni parlamentari e governative.
Fonte: BBC News
5 aprile 2023, LIBERIA – I partiti firmano un accordo di pace in vista delle elezioni di ottobre
I partiti politici della Liberia hanno firmato un accordo di pace, nel tentativo di prevenire eventuali violenze in vista delle elezioni presidenziali e legislative del prossimo ottobre. Il Presidente George Weah ha dichiarato che questo accordo, firmato da 26 partiti, dimostra l’impegno della nazione per la difesa della stabilità: secondo l’accordo, i partiti si impegnano a tenere elezioni pacifiche e a fare ricorso a mezzi costituzionali qualora non fossero soddisfatti dei risultati delle elezioni. A fare da testimoni della firma dell’accordo, membri di missioni di osservazione dell’Unione Africana, dell’Unione Europea e altri diplomatici.
Fonte: BBC News
6 aprile 2023, ETIOPIA – L’Etiopia smantellerà le forze regionali speciali in favore di un “esercito centralizzato”
Il Governo ha dichiarato l’intenzione di far confluire tutte le forze regionali speciali nell’esercito nazionale oppure nella polizia federale o regionale: è probabile che questa decisione venga interpretata come un tentativo di diminuire l’autonomia delle singole regioni che compongono il Paese.
L’Etiopia, infatti, è organizzata in dieci regioni, che godono di un grado di autonomia che permette loro, tra le altre cose, di avere un proprio esercito regionale e di mantenere il diritto di utilizzare il proprio linguaggio.
I critici ritengono che il Primo Ministro, Abiy Ahmed Ali, che nel 2018 aveva vinto il Nobel per la Pace grazie al suo riformismo, stia cercando di reprimere il dissenso nella nazione multi-etnica. Lui sostiene invece di fungere da garante della stabilità, dell’ordine e del rispetto della legge.
Fonte: Reuters
7 aprile 2023, SUDAN – Proteste contro la giunta vengono disperse causando feriti
Molte persone sono rimaste ferite durante le proteste di massa organizzate in Sudan contro la giunta militare: i protestanti dimostravano contro i ritardi nel finalizzare un accordo con cui ricostituire il potere civile.
Le proteste hanno segnato anche il quarto anniversario della rivolta popolare che aveva portato al rovesciamento di Omar al-Bashir, che aveva governato il Paese per più di vent’anni.
Fonte: BBC News
Link: https://www.bbc.com/news/world/africa?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=642fef2ef7bb4665438f96de%26Injuries%20as%20mass%20anti-junta%20protests%20dispersed%20in%20Sudan%262023-04-07T10%3A27%3A00.492Z&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:ed406da9-532f-4752-b28d-222f43336c2f&pinned_post_asset_id=642fef2ef7bb4665438f96de&pinned_post_type=share
11 aprile 2023, CIAD -La Germania espelle l’ambasciatore del Ciad, in risposta all’espulsione del proprio diplomatico
Berlino ha ordinato all’ambasciatore del Ciad, Mariam Ali Moussa, di lasciare il Paese, in risposta alla mossa analoga compiuta dal Paese africano la scorsa settimana.
Gordon Kricke, ambasciatore tedesco in Ciad, era stato espulso per “mancato rispetto delle usanze diplomatiche” secondo quanto riferito dal Ministero delle Comunicazioni del Ciad. Secondo fonti interne al Governo del Ciad, Kricke sarebbe stato espulso a causa di commenti critici nei confronti delle elezioni ritardate e della decisione di un tribunale di permettere al leader militare ad interim, Mahamt Idriss Deby, di candidarsi.
Fonte: Reuters
18 aprile, CONGO – Il cessate il fuoco è in vigore da un mese
Le forze regionali della East African Community (EAC) celebrano l’importanza della durata del cessate il fuoco tra l’esercito del Congo e il ribelli M23. Il cessate il fuoco, infatti, ha significativamente incrementato il ritiro dei ribelli dalle aree che occupavano. Il portavoce dei ribelli ha riferito alla BBC che il gruppo si sta ritirando in accordo con il progetto per la pace nella regione; tuttavia, restano molti dubbi sulla possibilità che la pace possa durare in Congo.
Il gruppo M23 ribadisce che non si disarmerà finché il Governo non avrà dato il suo consenso a un dialogo diretto, opzione però respinta dal Presidente Félix Tshisekedi.
Fonte: BBC News
19 aprile, UGANDA – Donna omosessuale ottiene status di rifugiato in Giappone
La donna, proveniente dall’Uganda, ha dichiarato di essere stata perseguitata nel suo Paese d’origine a causa della sua omosessualità. Arrivata in Giappone nel 2020, la sua richiesta di asilo era stata inizialmente rifiutata, per essere accolta ora, dopo che un tribunale ha ribaltato l’ordine di deportazione ricevuto dal suo Governo.
Il Giappone è spesso criticato perché accoglie un numero di rifugiati largamente inferiore a quello degli altri Paesi industrializzati: lo scorso anno, aveva approvato solo 200 delle domande di asilo ricevute. La morte di una donna dello Sri Lanka in un centro per l’immigrazione nel 2021 aveva portato a critiche ancora più aspre. Recentemente, Tokyo ha iniziato a cercare di rendere il processo di asilo e rifugio maggiormente trasparente.
Fonte: BBC News
21 aprile 2023, SUDAN – Il conflitto in Sudan e gli aspetti che preoccupano i Paesi vicini, gli USA e la comunità internazionale
Il conflitto recentemente scoppiato in Sudan spaventa gli Stati vicini, gli Stati Uniti e la comunità internazionale nel suo complesso. Le ragioni sono molteplici, e spaziano dalle preoccupazioni per le acque condivise del Nilo agli oleodotti, alla forma che assumerà un ipotetico nuovo Governo, fino alla crisi umanitaria che, inevitabilmente, sta emergendo.
Il Sudan dipende largamente dagli aiuti internazionali, e non è nuovo a situazioni interne di conflitto. Questa volta, però, i combattimenti stanno dilaniando la capitale, non più angoli remoti della nazione posizionata in un’area instabile al confine con il Mar Rosso, il Sahel e il Corno d’Africa.
Cinque dei sette Paesi confinanti con il Sudan (Etiopia, Ciad, Repubblica Centrafricana, Libia e Sudan del Sud) hanno a loro volta affrontato sollevazioni o conflitto negli anni recenti.
I combattimenti in Sudan sono scoppiati il 15 aprile tra l’esercito e le forze paramilitari denominate Rapid Support Forces (RSF): la situazione ha fatto naufragare il piano internazionale per una transizione verso il potere civile, dopo che la deposizione di Omar al Bashir nel 2019 aveva portato al potere l’esercito.
Il conflitto vede opposti il Generale Abdel Fattah al-Burhan, capo del Consiglio al potere in Sudan, che comanda l’esercito, e le forze RSF, capitanate dal ricco Generale Mohamed Hamdan Dagalo, meglio conosciuto con il nome di Hemedti, che era un tempo a capo della milizia e che è attualmente il vice di Burhan nel Consiglio.
Cosa c’è in gioco per gli Stati della regione?
EGITTO: la storia delle relazioni tra Egitto e Sudan vede intrecciarsi politica, commercio, cultura e la condivisione delle acque del Nilo. Il Cairo è preoccupato dalla possibilità di un conflitto in Sudan sin dal rovesciamento di Bashir nel 2019. Il Presidente al-Sisi, che a sua volta ha ottenuto il potere grazie all’appoggio militare, è inoltre vicino a Burhan. Quella sudanese è di gran lunga la comunità più numerosa in Egitto: si parla di circa 4 milioni di persone, di cui circa 60 000 sono rifugiati e richiedenti asilo. I due Paesi, inoltre, sono coinvolti in un progetto sul Nilo Blu insieme all’Etiopia e stanno spingendo per regolamentare le operazioni etiopi sulla nuova diga costruita, la Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD). Tensioni tra il Cairo e Khartoum potrebbero incrinare le possibilità di raggiungere un accordo con l’Etiopia.
LIBIA: mercenari e membri della milizia del Sudan sono stati attivi su entrambi i fronti della guerra civile che ha dilaniato la Libia dopo il 2011. In anni recenti, molti combattenti originari del Sudan sono tornati nel loro Paese, contribuendo alle tensioni nella regione occidentale del Darfur, dove un altro conflitto è proseguito per anni. Il Sudan è anche un punto di partenza e di transito per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa attraverso la Libia, dove i trafficanti sfruttano a proprio vantaggio conflitti e tumulti politici.
CIAD: il Ciad è il vicino occidentale del Sudan; è una nazione povera, che ospita circa 400 000 sudanesi dislocati a causa dei conflitti precedenti e, dallo scoppio dell’ultimo, ha già visto arrivare più di altri 20 000 rifugiati. Il Ciad teme che la crisi attraversi il confine, per raggiungere le aree di accoglienza dei rifugiati, la maggior parte dei quali proviene dal Darfur. Il Governo del Ciad ha dichiarato di aver disarmato un contingente di 320 paramilitari che sono entrati nel suo territorio il 17 aprile. Il Ciad è anche preoccupato che il gruppo militare Wagner, attualmente presente nella Repubblica Centrafricana e che si dice abbia legami stretti con l’RSF, possa dare appoggio ai ribelli del Ciad, che minacciano il Governo.
STATI DEL GOLFO ARABO: i Paesi produttori di petrolio hanno a lungo cercato di plasmare gli eventi in Sudan, e avevano visto la transizione dal potere di Bashir come un’occasione di ridurre l’influenza islamista e stabilizzare la regione. Gli investitori hanno preso accordi per investire in progetti agricoli, aeronautici e strategici in Sudan.
SUDAN DEL SUD: il Paese è nato dalla secessione dal Sudan nel 2011, dopo una guerra civile che è durata decenni, ed esporta il suo petrolio attraverso un oleodotto che passa attraverso il Sudan. Gli analisti sostengono che nessuna delle due parti in guerra abbia interesse a interrompere il flusso di greggio, ma i combattimenti potrebbero diventare un ostacolo per la logistica e i collegamenti. Il Sudan accoglie inoltre 800 000 rifugiati del Sudan del Sud. Il loro ritorno in massa dal Sudan in guerra verso il Sudan del Sud sarebbe un problema per il loro Paese d’origine, che già fatica a fornire aiuti primari ai 2 milioni di persone dislocate internamente.
ETIOPIA: l’Etiopia osserverà con attenzione lo sviluppo della situazione in Sudan, dato che esistono tensioni riguardo il progetto multimiliardario per la diga GERD: la costruzione della diga, obietta il Sudan, rappresenterebbe una minaccia per il Paese, che possiede delle proprie dighe sul Nilo.
ERITREA: il Sudan ospita più di 134 000 rifugiati eritrei, molti dei quali sono arrivati nel Paese dopo essere fuggiti dal Paese che li ospitava precedentemente, ovvero l’Etiopia, a sua volta dilaniata dalla guerra civile. L’inasprirsi della situazione in Sudan metterebbe a rischio i rifugiati.
RUSSIA: Mosca ha a lungo cercato porti sul Mar Rosso, e si era assicurata un accordo con Bashir affinché il Sudan ospitasse una base navale russa. I leader militari del Sudan avevano dichiarato che l’accordo sarebbe rimasto valido anche sotto il loro Governo. Nel 2022, i diplomatici occidentali a Khartoum avevano denunciato il coinvolgimento del Gruppo Wagner in operazioni illecite di estrazione d’oro in Sudan. La Russia nega qualsiasi coinvolgimento in Sudan.
GLI STATI UNITI E L’OCCIDENTE: gli USA e l’occidente erano stati ben felici di liberarsi di Bashir, accusato di genocidio e crimini di guerra dalla Corte Penale Internazionale relativamente al conflitto in Darfur. I critici, tuttavia, denunciano la lentezza con cui gli USA si sarebbero mossi per assicurare una transizione verso elezioni democratiche.