RASSEGNA MENSILE MARZO 2023: SUDEST ASIATICO
Le 10 principali notizie del mese dal Sudest Asiatico – Marzo 2023
a cura di Marta Barbieri
3 marzo 2023, CAMBOGIA – Gruppi per i diritti umani condannano la sentenza a 27 anni a cui è stato condannto il leader dell’opposizione
Kem Sokha, ex leader del Cambodian National Rescue Party (CNRP, ora sciolto), è stato condannato a 27 anni di arresti domiciliari in seguito a un processo che i critici ritengono politicamente motivato. A Kem Sokha è anche stato revocato il diritto di elettorato attivo e passivo in relazione alle elezioni del prossimo luglio.
Kem Sokha ha negato le accuse secondo le quali avrebbe cospirato con potenze straniere per rovesciare il Governo del Primo Ministro Hun Sen, e i suoi avvocati hanno annunciato ricorso.
La sentenza è stata criticata non solo dai gruppi per la difesa dei diritti umani, ma anche dai Governi occidentali.
Kem Sokha era già stato arrestato nel 2017, a causa di un video risalente al 2013 in cui sosteneva di aver ricevuto supporto da gruppi pro-democrazia americani. Già all’epoca, l’Ambasciata statunitense aveva sostenuto che il caso fosse stato costruito “basandosi su una cospirazione”.
Il leader cambogiano, Hun Sen, è uno degli autocrati al potere da più tempo nel mondo: è infatti al potere dal 1985, e ci si aspetta che si candiderà anche alle elezioni generali del prossimo luglio. Alcuni però ritengono che stia pianificando di lasciare il potere al suo figlio primogenito, Hun Manet.
Negli ultimi anni, la situazione della democrazia in Cambogia ha vissuto un netto peggioramento. L’arresto di Kem Sokha non significa soltanto mettere da parte il principale leader d’opposizione, ma anche distruggere ogni speranza che le elezioni di luglio possano essere genuine. Il Partito di Kem Sokha era diventato talmente popolare, prima delle scorse elezioni, da far pensare che avrebbe potuto battere Hun Sen e il suo Partito: il CNRP fu fatto sciogliere prima delle elezioni del 2018 e, per la maggior parte, i suoi leader sono stati condannati o forzati all’esilio. Anche i media che avevano posizioni critiche nei confronti di Hun Sen sono stati chiusi.
Fonte: BBC News
9 marzo 2023, MALESIA – Ex boss di Goldman Sachs condannato a 10 anni per lo scandalo 1MDB
Roger Ng è stato condannato a dieci anni, da scontare in un carcere statunitense. Lo scorso anno era stato giudicato colpevole al termine di un processo riguardante la frode multimiliardaria legata al fondo di investimento malese 1MDB. Lo scandalo ha portato a multe massicce nei confronti di Goldman Sachs, e ha scosso la politica malese.
Roger Ng ha respinto le accuse, tra le quali figurano riciclaggio di denaro e corruzione.
Nel 2020, l’ex primo ministro malese Najib Razak era stato condannato a 12 anni per il suo coinvolgimento in questo stesso caso.
Fonte: BBC News
10 marzo 2023, MALESIA – Muhyiddin Yassin: ex PM condannato per corruzione riguardo la spesa per il Covid
Durante i momenti più critici della pandemia, Muhyiddin Yassin era Primo Ministro della Malesia. Ora, l’ex PM è accusato di aver riciclato denaro attraverso i fondi stanziati dal Governo per la lotta al coronavirus. Lui respinge tutte le accuse, che i suoi sostenitori ritengono essere politicamente motivate.
L’arresto per corruzione di Muhyiddin, avvenuto pochi mesi dopo la perdita delle elezioni dello scorso novembre, che hanno visto trionfare Anwar Ibrahim, aumenta le tensioni all’interno del mondo politico malese. L’alleanza guidata da Muhyiddin (un’alleanza musulmana, guidata dalla etnia conservatrice Malay) si era rivelata la più popolare tra la maggioranza Malay della popolazione alle elezioni dello scorso novembre. Tuttavia, alla fine Anwar Ibrahim aveva conquistato il potere con una coalizione multietnica, progressista, in unione con lo United Malays National Organisation Party (UMNO), il cui leader è, a sua volta, attualmente a processo per corruzione.
Le elezioni del prossimo luglio sono viste come un test per verificare il supporto di cui gode l’attuale Primo Ministro. Per questo motivo, l’arresto per corruzione del principale contendente è visto da alcuni come una mossa politicamente motivata.
Fonte: BBC News
13 marzo 2023, BANGLADESH/MYANMAR – L’incendio al campo profughi rohingya “un sabotaggio pianificato”
Il 5 marzo 2023 è scoppiato un incendio all’interno del più grande campo profughi del mondo, quello di Cox Bazar, in Bangladesh. Il rogo ha distrutto le dimore di 15000 rifugiati rohingya e 2800 ricoveri.
Secondo gli ufficiali governativi, che stanno conducendo le indagini sull’accaduto, alcuni gruppi di militanti avrebbero appiccato l’incendio per assumere il controllo del campo: diversi incendi si sono scatenati nello stesso momento in diverse parti del campo profughi, e questo proverebbe la premeditazione.
Fortunatamente non ci sono state vittime, ma l’incendio ha distrutto alcune infrastrutture di vitale importanza: scuole, cliniche mediche, punti di servizio in diversi distretti dal campo di Cox Bazar.
Fonte: BBC News
18 marzo 2023, MALESIA – L’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile decide di ascoltare il caso contro la Russia nell’abbattimento del volo MH17
Lo scorso anno, Australia e Olanda avevano portato il caso all’attenzione dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO): il volo MH17 della Malaysia Airlines era stato abbattuto nel 2014 mentre sorvolava l’Ucraina, e gli investigatori internazionali ritengono che a colpire l’aereo sia stato un missile terra-aria russo. Nell’incidente sono morte tutte le 298 persone a bordo.
L’Australia ritiene la Russia responsabile secondo la legge internazionale, e sostiene che portare il caso all’ICAO potrebbe costituire un passo in avanti nella lotta per i diritti delle vittime (tra le quali figurano 38 cittadini australiani). Gli esperti ritengono incerto l’esito del caso presso l’ICAO, ma lo scopo della mossa di Australia e Olanda è spingere la Russia, che nega ogni coinvolgimento nell’incidente, a prendere parte alle negoziazioni sulla questione.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/ un-aviation-council-votes- hear-mh17-case-against-russia- 2023-03-17/
21 marzo 2023, SRI LANKA – Crisi economica: dalle proteste al salvataggio da parte del FMI
Il Fondo Monetario Internazionale ha approvato quasi 3 miliardi di bailout a favore dello Sri Lanka. L’aiuto del FMI potrebbe portare, come conseguenza, a sbloccare altri 7 miliardi di dollari da altri prestatori, come la Banca Mondiale e la Asian Development Bank.
Di seguito i punti chiave di quella che è la peggior crisi economica in cui lo Sri Lanka si sia trovato negli ultimi 75 anni.
31 marzo 2022: dimostranti marciano in direzione della residenza privata del Presidente Gotabaya Rajapaksa per protestare contro il peggioramento della situazione economica del Paese.
9 maggio 2022: il Primo Ministro, Mahinda Rajapaksa, fratello del Presidente, si dimette dopo i ripetuti scontri tra i protestanti che sostengono il Governo e quelli che lo osteggiano. Gli scontri hanno causato nove morti e circa 300 feriti.
18 maggio 2022: lo Sri Lanka entra in default in seguito alla scadenza del periodo di grazia di trenta giorni sul pagamento di 78 milioni di dollari di interessi sul debito pubblico.
13 luglio 2022: dopo che i protestanti irrompono nel suo ufficio e nella sua residenza, il Presidente lascia il Paese, rifugiandosi prima alle Maldive e poi a Singapore.
15 luglio 2022: il Parlamento accetta la dimissioni del Presidente, che viene sostituito da Ranil Wickremesinghe.
9 agosto 2022: viene approvato un aumento del 75% delle tariffe sull’energia.
1 settembre 2022: lo Sri Lanka raggiunge un accordo preliminare con il FMI per un prestito di circa 2.9 miliardi di dollari.
17 gennaio 2023: l’India dice al FMI che darà il suo supporto al piano di ristrutturazione del debito dello Sri Lanka
24 gennaio 2023: Reuters riporta che la Export-Import Bank of China ha offerto allo Sri Lanka una moratoria di due anni sui debiti, e che ha dichiarato che sosterrà gli sforzi del Paese nell’assicurarsi un prestito dal FMI.
7 febbraio 2023: anche il Paris Club of creditors fornisce le assicurazioni finanziarie necessarie a supportare l’approvazione, da parte del FMI, del prestito allo Sri Lanka
8 febbraio 2023: si ritiene che l’economia dello Sri Lanka ricomincerà a crescere entro la fine dell’anno. Il Governo spera quindi di uscire dalla crisi economica entro il 2026. In centinaia protestano contro aumenti fino a 36% delle tasse e alta inflazione.
16 febbraio 2023: il Paese alza del 66% il prezzo dell’elettricità.
20 marzo 2023: il FMI annuncia che l’executive board ha approvato un bailout di quasi 3 miliardi di dollari a favore dello Sri Lanka.
Fonte: Reuters
22 marzo 2023, FILIPPINE – Marcos Jr annuncia nuove basi militari statunitensi, che saranno “disseminate” per il Paese
Il Presidente Ferdinand Marcos Jr ha annunciato che, in seguito all’accordo di difesa con gli USA, saranno costruite quattro nuove basi militari: lo scorso mese, Marcos Jr aveva accordato agli USA l’accesso a quattro siti, che andranno ad aggiungersi ai cinque già esistenti grazie all’Enhanced Defense Cooperation Agreement (EDCA) del 2014. Il nuovo accordo tra i due Paesi è stato raggiunto in un periodo di crescente presenza cinese nell’area del Mar Cinese Meridionale. Le nuove basi si troveranno in diverse parti del Paese, e una, in particolare, si troverà in una Provincia che si affaccia sul Mar Cinese Meridionale.
Il Ministro degli Esteri cinese ha ribadito la propria posizione, sostenendo come gli Stati Uniti siano responsabili dell’aumento delle tensioni nell’area a causa del rafforzamento della propria presenza militare nella regione. Ha anche aggiunto che le nazioni dell’area dovrebbero essere “vigilanti” ed evitare di farsi sfruttate dagli USA.
Fonte: Reuters
23 marzo 2023, VIETNAM – Le tensioni tra USA e Cina potrebbero spingere il Vietnam a rifiutare l’upgrade nelle sue relazioni con gli USA
Gli USA sono uno dei principali investitori del Vietnam, e il mercato più importante per le esportazioni vietnamite. Tuttavia, al momento sono classificati solo come partner di terzo livello nelle relazioni diplomatiche del Vietnam. Al primo livello figurano Cina, Russia, India e Corea del Sud. Al secondo livello (quello in cui gli USA vorrebbero essere formalmente inseriti) i Paesi europei e il Giappone.
La pressione statunitense per un upgrade dei legami con il Vietnam sarebbe una mossa sostanzialmente simbolica. Ciononostante, sta incontrando resistenza a Hanoi: gli esperti ritengono che, dato che in questo momento la tensione tra Pechino e Washington è particolarmente alta, il Vietnam sia preoccupato dalla reazione cinese e dalla possibilità di ritorsioni da parte di quello che, per Hanoi, è il maggior partner commerciale e fonte vitale per l’approvigionamento delle materie prime che sostengono il settore manifatturiero vietnamita. Questo anche perché le relazioni tra Cina e Vietnam non sono particolarmente semplici: i due Paesi hanno una lunga storia di conflitto e sfiducia reciproca, e si stanno scontrando anche sulla questione territoriale nel Mar Cinese Meridionale.
Fonte: Reuters
28 marzo, FILIPPINE – Marcos Jr rescinde i rapporti con la ICC dopo aver perso l’appello nel caso della “guerra alla droga”
Dopo il rifiuto della Corte Penale Internazionale (ICC, International Criminal Court) di interrompere le indagini sulla cosiddetta “guerra alla droga” condotta dall’ex Presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, l’attuale Presidente Ferdinand Marcos Jr ha dichiarato che rescinderà i rapporti col Tribunale Internazionale.
Migliaia di cittadini delle Filippine, in maggioranza piccoli spacciatori e consumatori, sono stati uccisi dalla polizia negli anni di violenta repressione portata avanti non ufficialmente da Duterte. Molti di più sono coloro che sono stati giustiziati in circostanze misteriose.
La ICC sta indagando sulle dichiarazioni dei gruppi per i diritti umani, sulle vittime di esecuzioni sommarie, e sui presunti insabbiamenti della polizia, che sostiene di aver ucciso solo per autodifesa.
La ICC è un tribunale che funge da “ultima spiaggia” e può esercitare la propria giurisdizione nei casi in cui uno Stato non sia in grado, o non abbia la volontà, di indagare su determinati crimini. Le Filippine invece sostengono che le proprie istituzioni siano nella posizione di perseguire i crimini, e rifiutano quella che vedono come un’ingerenza esterna nei propri affari interni.
Nel 2018 Duterte aveva ritirato, con decisione unilaterale, il proprio Paese dal trattato fondatore della ICC: il trattato però stabilisce che la ICC può indagare su crimini avvenuti quando un Paese era ancora membro.
La figlia di Duterte, Sara, è attualmente vice Presidente del Paese.
Fonte: Reuters
29 marzo 2022, MYANMAR – Perché l’esercito sta programmando delle elezioni?
La giunta militare, al potere in Myanmar dopo il colpo di Stato del febbraio 2021, starebbe programmando delle elezioni, nonostante i principali Partiti non siano in grado, o non vogliano, parteciparvi e nonostante il conflitto che infiamma il Paese da due anni.
Perché, quindi, questa decisione da parte della giunta?
L’esercito ha governato il Myanmar per cinque delle ultime sei decadi; nei dieci anni precedenti il golpe, il Paese aveva vissuto una transizione, trasformandosi in un sistema politico semi-civile, in cui l’esercito condivideva il potere con un Governo eletto. Tale sistema era stato creato dall’esercito stesso, così da potersi ritirare dal governo diretto, mantenendo in realtà da “dietro le quinte” un importante ruolo politico che gli consentisse di proteggere i propri interessi. Questo sistema si è dimostrato un successo, soprattutto se paragonato ai decenni di governo autoritario, sanzioni internazionali e crisi economica che l’avevano preceduto: il breve incontro del Myanmar con la democrazia e il governo civile ha permesso riforme, la ricezione di investimenti stranieri e la liberalizzazione economica. La maggior parte di questi benefici, tuttavia, è stata spazzata via dal golpe del 2021.
Molte figure dell’opposizione ritengono che le elezioni programmate dall’esercito (per le quali non è ancora stata indicata una data) siano una farsa.
In seguito alla scadenza del termine entro il quale presentare la propria candidatura, la giunta ha sciolto l’NLD (il Partito di Aung San Suu Kyi, condannata a 33 anni dopo essere stata giudicata colpevole di diversi reati) e altri 39 Partiti per non essersi registrati.
La maggior parte dei 63 Partiti che, invece, si sono registrati concorrerà esclusivamente per aggiudicarsi seggi in legislature regionali, e non costituirà una vera opposizione per il Partito che rappresenta l’esercito, l’USDP (Union Solidarity and Development Party), che quasi certamente vincerà a livello nazionale.
Molti Paesi occidentali e organizzazioni internazionali hanno già definito illegittime le future elezioni, ed espresso la loro preoccupazione, temendo un’ulteriore intensificarsi della guerra civile.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/ asia-pacific/why-is-myanmars- military-holding-an-election- 2023-03-29/
(Featured Image Source: Wikipedia Commons)