La politica culturale della Cina contemporanea ha sperimentato vigorosi cambiamenti a partire dal 1978, quando il paese ha iniziato il processo di riforme e di apertura. Sulla base del ruolo e del posizionamento che le politiche culturali hanno assunto nel corso degli anni, possiamo periodizzare il loro sviluppo in quattro fasi. Il report, partendo proprio dall’analisi di queste fasi mira a ricostruire tappe di sviluppo fondamentali che hanno portato il Paese ad essere profondamente consapevole del ruolo che la cultura svolge sia sul piano della coesione interna e dell’immagine internazionale; in conseguenza di ciò è ormai anche l’unico al mondo con una enorme mole di investimenti nel settore. A partire dal 2012, considerare la cultura quale motore di sviluppo economico è diventato un imperativo categorico e via via sono stati costruiti organi e meccanismi istituzionali idonei allo scopo. Naturalmente questo salto e il conseguente sviluppo del mercato culturale hanno posto nuove sfide, in particolare per la tutela dell’ambiente e per la conservazione del patrimonio e di questo si racconterà nel paragrafo quinto. Infine il report si focalizza sul significato dell’arte come strumento di diplomazia culturale e sul ruolo istituzionale e politico dei musei: se la cultura riflette il significato dei valori di una società allora i cinesi considerano i musei i custodi concreti di questa cultura e, pertanto, anche strumento di dialogo tra i popoli così come di mediazione nelle relazioni internazionali.
Seguici sui canali Social