Rassegna settimanale 9-15 maggio 2022: Sud-est asiatico
8 maggio, Indonesia – Il presidente indonesiano ha intenzione di incontrare Elon Musk per discutere della produzione di nichel
Il presidente indonesiano Joko Widodo avrebbe in programma di incontrare Elon Musk durante la sua prossima visita negli Stati Uniti, stando a quanto affermato lunedì da un ministro, mentre il paese del sud-est asiatico cerca di accelerare lo sviluppo della sua industria del nichel per rispondere alla domanda di batterie per veicoli elettrici.
Il ministro coordinatore degli investimenti e degli affari marittimi Luhut Binsar Pandjaitan ha dichiarato che rappresentanti della Tesla, l’azienda produttrice di veicoli elettrici di Musk, si trovano attualmente in Indonesia e hanno in programma di visitare il centro di produzione di nichel di Morawali sull’isola di Sulawesi.
In un post pubblicato su Instagram dopo aver incontrato Musk in Texas lo scorso aprile, Luhut aveva affermato di sperare in “discussioni sui progressi dello sviluppo dell’industria del nichel in Indonesia, che è high-tech, e può portare il nostro paese ad inserirsi nella catena di approvvigionamento globale dell’industria dei veicoli elettrici .”
Il presidente indonesiano, soprannominato Jokowi, si recherà negli Stati Uniti questa settimana per un vertice dei leader del sud-est asiatico a Washington. Alla domanda su un possibile incontro tra Jokowi e Musk, Luhut ha detto “stiamo cercando di organizzarlo”.
L’Indonesia punta a sviluppare una catena di approvvigionamento nazionale completa per il nichel, in particolare per l’estrazione di sostanze chimiche dalle batterie, la produzione di nuove batterie e, infine, la costruzione di veicoli elettrici.
La più grande economia del sud-est asiatico ha stretto accordi multimiliardari con società sudcoreane e cinesi per sfruttare le sue risorse di nichel ed era già da un po’ di tempo che sperava di entrare in affari anche con Tesla.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/business/indonesian-president-plans-meet-elon-musk-over-nickel-minister-2022-05-09/
10 maggio, Filippine – Marcos trionfa alle presidenziali
Ferdinand Marcos Jr ha ottenuto una straordinaria vittoria alle elezioni presidenziali nelle Filippine, la prima vittoria a maggioranza dalla rivoluzione del 1986 che ha rovesciato la dittatura bidecennale del suo defunto padre. Un conteggio non ufficiale ha mostrato che Marcos, popolarmente noto come “Bongbong”, aveva superato i 27,5 milioni di voti necessari per ottenere la maggioranza, ponendo le basi per un ritorno al governo della famiglia Marcos, una volta impensabile, 36 anni dopo la sua ritirata in esilio durante la ” rivolta del potere popolare”. Secondo il conteggio non ufficiale della Commissione elettorale (COMELEC), Marcos Jr ha ottenuto 29,9 milioni di voti, il doppio di Leni Robredo, il vicepresidente, con il 93,8% dei voti idonei. L’affluenza è stata di circa l’80%. Il risultato ufficiale è atteso intorno alla fine del mese. Marcos, 64 anni, non ha presentato un vero programma politico, ma ha basato la sua campagna su un semplice ma ambiguo messaggio di unità. La sua presidenza di sei anni dovrebbe fornire continuità dal leader uscente Rodrigo Duterte, il cui approccio spietato e forte si è rivelato popolare e lo ha aiutato a consolidare rapidamente il potere. Gli analisti si aspettano che Marcos si concentri sul completamento dell’ammodernamento dell’infrastruttura multimiliardaria di Duterte e cerchi di instaurare stretti legami con la Cina, ma alcuni affermano che i problemi esistenti di corruzione e nepotismo nelle Filippine potrebbero peggiorare. Un grande vantaggio per Marcos è stato l’essersi assicurato la figlia del presidente uscente, Sara Duterte-Carpio, come sua compagna nella corsa elettorale, sfruttando il vasto sostegno di suo padre e aiutando Marcos a farsi strada nel nuovo territorio degli elettori. Il conteggio non ufficiale ha mostrato che Duterte-Carpio aveva vinto la vicepresidenza con più del triplo dei voti del suo avversario più vicino. Marcos è stato criticato per aver saltato i dibattiti presidenziali e ha fatto poche apparizioni sui media durante la campagna, andando così a limitare controllare il messaggio trasmessovi tramite una rete di influencer e blogger, che ha concesso un ampio accesso ai suoi eventi. Il risultato dimostra l’enorme impatto di una sofisticata operazione sui social media rivolta ai giovani filippini nati dopo la rivoluzione e una proliferazione di disinformazione che sfida i resoconti storici dell’era della legge marziale. Circa 65 milioni di filippini potevano votare per presidente, vicepresidente, seggi legislativi e migliaia di incarichi locali da governatori a sindaci e consiglieri cittadini. COMELEC ha affermato che le elezioni sono state relativamente pacifiche, con 15 incidenti di sicurezza, tra cui tre uccisioni di personale di sicurezza in una regione soggetta a violenza politica. L’elevata affluenza alle urne ha causato lunghe code ai seggi, aggravate in alcune zone da malfunzionamenti in 533 delle 106.000 macchine per il conteggio.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/prospect-marcos-revival-looms-philippines-votes-new-president-2022-05-08/
11 maggio, ASEAN – Gli Stati Uniti vogliono che i leader dell’ASEAN svolgano un ruolo più importante nella diplomazia con il Myanmar
Gli Stati Uniti vogliono che i leader del sud-est asiatico svolgano un “ruolo più profondamente coinvolto” negli sforzi per riportare il Myanmar su una pista democratica dopo il colpo di stato dell’anno scorso, ha affermato il massimo funzionario statunitense per l’Asia prima dell’incontro del presidente Joe Biden con i leader della la regione previsto questa settimana.
L’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) ha impedito alla giunta birmana di partecipare ai suoi vertici fino a quando non vedrà progressi nell’ “accordo” in cinque punti concordato lo scorso anno nella speranza di porre fine alla violenza scoppiata da quando i generali hanno preso il potere e arrestato i leader democraticamente eletti del paese, tra cui il premio Nobel Aung San Suu Kyi.
Il coordinatore per l’Indo-Pacifico Kurt Campbell, parlando dall’Istituto per la pace degli Stati Uniti, ha affermato che l’amministrazione Biden “incoraggerà una maggiore diplomazia” con il Myanmar negli incontri con i leader dell’ASEAN a Washington organizzati per giovedì e venerdì. “Speriamo e ci aspettiamo che l’ASEAN prenda iniziative reali in termini di come coinvolgere sia l’attuale governo che l’opposizione sulla via da seguire”, ha affermato Campbell.
Il colpo di stato del febbraio 2021 in Myanmar ha scatenato proteste a livello nazionale, che sono state brutalmente represse dai militari e hanno portato alcuni a prendere le armi contro la giunta. Lo spargimento di sangue e le violenze hanno innescato una reazione senza precedenti da parte dell’ASEAN, che normalmente adotta una politica di non interferenza negli affari interni dei suoi membri, portandola ad escludere il capo della giunta, il generale Min Aung Hlaing, e altri funzionari militari dalla partecipazione agli incontri.
Washington ha affermato che seguirà l’esempio dell’ASEAN invitando solo un rappresentante apolitico del paese
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/us-wants-asean-leaders-play-bigger-role-myanmar-diplomacy-official-2022-05-11/
12 maggio, Cambogia – La Cambogia chiede la restituzione delle sue opere artistiche al Regno Unito
La Cambogia ha chiesto al governo del Regno Unito di aiutarlo a recuperare antichità che afferma siano state rubate dai suoi templi.
Il ministro della cultura del paese afferma che il Victoria & Albert e il British Museum avrebbero infatti entrambi acquistato opere oggetto di contrababndo. I musei si sono detti trasparenti sull’origine degli oggetti. Il V&A ha accolto favorevolmente il “dialogo costruttivo” con il governo birmano, mentre il British Museum ha detto che avrebbe preso in considerazione le richieste “con attenzione e rispetto”.
In una lettera alla sua controparte britannica Nadine Dorries, il ministro della cultura cambogiano, Phoeurng Sackona, afferma che molti importanti tesori culturali sono stati rubati dai templi sacri e “ingiustamente finiti” in magazzini e istituzioni, compresi i due musei londinesi.
I cambogiani, che credono che le statue antiche contengano l’anima dei loro antenati, hanno scoperto che molte delle opere rubate sono passate nelle mani di un mercante d’arte britannico senza scrupoli, Douglas Latchford, morto nel 2020.
L’attenzione al Regno Unito segna l’ultima fase della campagna portata avanti dal paese per recuperare le sculture e le statue più preziose che sono state rubate e poi vendute a musei occidentali e collezionisti privati.
Il capo consulente legale del Ministero della Cultura cambogiano e il capo della sua squadra investigativa, Brad Gordon, hanno detto alla BBC che il commercio di questi oggetti potrebbe essere considerato un crimine di guerra. La lettera del ministro cambogiano ha ricordato al Regno Unito che entrambi i paesi hanno aderito alla Convenzione dell’Aia, che mira a proteggere i beni culturali durante i conflitti armati.
Il regime degli Khmer Rossi è stato al potere dal 1975 al 1979, quando si ritiene che abbia ucciso più di due milioni di persone della sua stessa gente, e il gruppo ha controllato vaste porzioni del paese fino alla fine degli anni ’90. Si ritiene infatti che gran parte dei saccheggi abbiano avuto luogo nel periodo lungo tre decenni di guerra civile e conflitti durante il quale erano al potere gli Khmer rossi. “Quello è stato un periodo di conflitto. Il mondo intero lo sapeva”, dice Brad Gordon. “Grandi musei come il British Museum o il V&A, non avrebbero dovuto accettare questi pezzi.”, aggiungendo che “si potrebbe dire che per la maggior parte dei pezzi non c’è licenza di esportazione, non c’è permesso. Quindi questi musei e queste persone sono oggetto di furto e i beni sottratti devono essere restituiti”.
I due musei londinesi hanno ora ricevuto ciascuno un elenco degli oggetti che le autorità cambogiane ritengono facciano parte delle loro collezioni. Si ritiene che il British Museum possegga circa 100 pezzi cambogiani, anche se sembrano essere tutti in deposito. La restituzione di alcuni di questi pezzi si colloca in cima alla lista delle priorità del governo cambogiano. Si ritiene invece che il V&A abbia più di 50 articoli, una parte dei quali esposti al pubblico.
In una dichiarazione, il British Museum ha dichiarato: “Siamo aperti e trasparenti sulla provenienza del patrimonio della nostra collezione permanente. Stabilire la provenienza di un oggetto è stata per decenni parte integrante del processo di acquisizione del Museo. Attraverso questa ricerca, anche noi ci sforziamo di trovare eventuali problemi etici o legali. Ogni oggetto passa attraverso un processo attento e completo prima che gli Amministratori prendano la decisione di acquistarlo.”
Il V&A ha detto di aver adottato misure volte a garantire che il maggior numero possibile di informazioni sugli oggetti del V&A fosse disponibile per i ricercatori e ha aggiunto che “le informazioni sugli oggetti cambogiani, inclusa la loro provenienza, “sono accessibili grazie al database online sin dal suo lancio nel 2009. La ricerca sulle nostre collezioni è continua e le nuove informazioni vengono aggiunte al database”.
Fonte: BBC News
Link: https://www.bbc.com/news/world-asia-61354625
13 Maggio, Indonesia – Il governo sequestra un carico di olio da cucina diretto a Timor Est
L’Indonesia ha sequestrato almeno 81.000 litri di olio da cucina diretto a Timor Est, ha affermato il ministero del Commercio, mentre il paese del sud-est asiatico cerca di imporre un divieto alle esportazioni di olio di palma grezzo e ai suoi derivati, compreso l’olio da cucina.
Almeno otto container contenenti olio da cucina e altri articoli sono stati confiscati al porto di Tanjung Perak il 28 aprile a Surabaya sull’isola di Giava dopo che “la nave ha ingannato (le autorità) non elencando l’olio da cucina nel documento di dichiarazione di esportazione”, ha affermato il ministero del Commercio in una dichiarazione postuma.
Coloro che sono stati giudicati colpevoli di aver violato il divieto di esportazione di olio da cucina potrebbero rischiare un massimo di cinque anni di carcere e una multa fino a 5 miliardi di rupie ($ 341.997), ha affermato Sihard Hadjopan Pohan, direttore del ministero del Commercio.
L’Indonesia, il più grande produttore mondiale di olio di palma, dalla fine del mese scorso ha interrotto le esportazioni di olio di palma grezzo e prodotti raffinati nel tentativo di controllare l’impennata dei prezzi dell’olio da cucina nel mercato domestico.
Il divieto di esportazione ha scosso i mercati globali dell’olio vegetale che erano già in difficoltà dopo che la guerra in Ucraina ha rimosso una grossa fetta della fornitura di olio di girasole. L’olio di palma rappresenta più di un terzo del mercato mondiale dell’olio vegetale, mentre l’Indonesia fornisce circa il 60% della fornitura di olio di palma.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/indonesia-seizes-cooking-oil-shipment-bound-east-timor-2022-05-13/
14 maggio, ASEAN – Biden ospita i leader dell’ASEAN alla Casa Bianca e annuncia programmi da più di 150 milioni di dollari
Gli Stati Uniti hanno intensificato l’impegno con l’ASEAN nel Sud-Est Asiatico, con il presidente Joe Biden che ha accolto alla Casa Bianca i leader dell’associazione e ha annunciato l’investimento di più di 150 milioni di dollari in programmi nella regione.
La somma andrà in particolare a programmi per l’energia pulita, la sicurezza marittima, l’istruzione e la salute pubblica, stando a quanto affermato dalla Casa Bianca in una scheda informativa pubblicata all’inizio del vertice di due giorni organizzato per celebrare i 45 anni di relazioni tra Stati Uniti e ASEAN.
Giovedì sera, Biden ha accolto per la prima volta i leader del blocco alla Casa Bianca. Si sono riuniti per una rapida foto di gruppo a South Lawn, prima di trasferirsi al chiuso nella State Dining Room per una cena chiusa alla stampa.
I leader parteciperanno alle sessioni plenarie con Biden e i segretari di gabinetto degli Stati Uniti presso il Dipartimento di Stato venerdì, dopo un pranzo ospitato dalla vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris.
Washington ha cercato di rassicurare l’ASEAN della volontà di portare avanti il suo forte impegno nei confronti della regione, che considera avere un ruolo chiave nella sua competizione strategica con la Cina, e di sottolineare che non sta costringendo il blocco regionale a scegliere tra le due superpotenze.
Dei milioni di dollari di programmi annunciati, circa 40 milioni di dollari serviranno a mobilitare 2 miliardi di dollari in finanziamenti per infrastrutture per l’energia pulita, volti ad accelerare l’uso di tecnologie energetiche pulite nella regione. Altri 60 milioni saranno destinati a nuove iniziative marittime regionali guidate principalmente dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti. Queste iniziative includeranno programmi per aiutare i paesi dell’ASEAN a contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e ad aiutare a prevenire il lavoro forzato nel settore ittico.
La Guardia Costiera degli Stati Uniti aumenterà anche il suo sostegno alle forze dell’ordine marittime nel sud-est asiatico stanziando per la prima volta un team di formazione nella regione, con l’obiettivo di rafforzare le competenze delle forze marittime locali.
Greg Poling del Center for Strategic and International Studies (CSIS), con sede a Washington, ha affermato che la regione accoglierà con favore i finanziamenti per la sicurezza marittima proprio come ha fatto con la Maritime Security Initiative, un programma quinquennale di rafforzamento delle capacità da 425 milioni di dollari dal 2016 al 2021. “I programmi in corso attraverso questa iniziativa rimangono estremamente popolari tra i partner statunitensi in tutta la regione”, ha detto allo Straits Times il signor Poling, direttore dell’Asia Maritime Transparency Initiative del CSIS.
Altri programmi faranno avanzare lo sviluppo digitale in tutto il sud-est asiatico, rafforzeranno i programmi di scambio educativo e i sistemi sanitari nella regione.
Gli osservatori del sud-est asiatico hanno notato che la somma complessiva è stata modesta rispetto ai miliardi che la Cina stava versando nella regione, anche se la Casa Bianca ha affermato che la somma dovrebbe “mobilitare ulteriori miliardi in finanziamenti privati” e ha fatto notare che si è aggiunta agli altri 102 milioni di dollari in programmi annunciati nell’ottobre dello scorso anno.
Il primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong ha accolto con favore l’interesse degli Stati Uniti nell’estendere la cooperazione con l’ASEAN ad una serie di altri settori, come l’istruzione, l’economia e l’ambiente, ha affermato il suo addetto stampa Chang Li Lin, aggiungendo che “il primo ministro Lee ha ringraziato il presidente Biden per aver ospitato il vertice speciale ASEAN-USA a Washington, che è stato una testimonianza della volontà degli Stati Uniti di mantenere un impegno di alto livello con il Sud-Est Asiatico, anche in mezzo alla difficile situazione geopolitica”.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/biden-hosts-asean-leaders-at-white-house-announces-209-million-of-programmes
15 maggio, Malesia – Il Ministro degli Esteri malese incontra a Washington il suo omologo del governo-ombra del Myanmar
Il ministro degli Esteri della Malesia Saifuddin Abdullah ha incontrato il suo omologo del Governo di Unità Nazionale del Myanmar (GUN), la deposta amministrazione messa fuori legge dalla giunta militare al potere, nel primo incontro del gruppo con un paese del sud-est asiatico.
L’incontro, divulgato da Datuk Seri Saifuddin in un post su Twitter nella tarda serata di sabato 14 maggio, si è svolto a margine del vertice di due giorni tra Stati Uniti e ASEAN, che ha visto l’assenza del leader del Myanmar.
Il Myanmar ha ripetutamente invitato gli altri paesi a non impegnarsi con il GUN e con gli altri oppositori militari che la giunta ha etichettato come “terroristi”.
Nel suo post su Twitter, Saifuddin ha affermato che durante l’incontro informale con il ministro degli Esteri del GUN, Zin Mar Aung, la Malesia si è detta “pronta a lavorare per ripristinare la pace e la democrazia in Myanmar”, aggiungendo poi che i due ministri hanno “colto l’occasione per scambiare opinioni sugli ultimi sviluppi nel paese, con il ministro Zin che ha condiviso le proprie informazioni e le sfide che il GUN deve affrontare, tra cui assistenza umanitaria, formazione tecnica e istruzione per i rifugiati del Myanmar”.
Il ministero degli Esteri del Myanmar in una dichiarazione, tuttavia, ha denunciato le notizie di impegni presi a Washington tra il Dipartimento di Stato americano e funzionari del GUN e ha affermato di aver inviato note di protesta a tutti i paesi dell’ASEAN e agli Stati Uniti chiedendo loro di astenersi dal parlare con il governo di opposizione. Il ministero ha anche affermato di aver respinto un paragrafo contenuto in una dichiarazione congiunta di 28 pagine rilasciata da Stati Uniti e ASEAN, con il quale si chiedeva la tempestiva attuazione dell’accordo di pace in cinque punti concordato in precedenza, in quanto il linguaggio utilizzato nel paragrafo suggerisce un’interferenza negli affari interni del Myanmar e include riferimenti a questioni che ricadono all’interno della sua giurisdizione, “comprese proposte inaccettabili che vanno oltre il Five Point Consensus”.
Venerdì, il vicesegretario di Stato americano Wendy R. Sherman ha dichiarato di aver incontrato il ministro degli Esteri del GUN Zin “per mostrare sostegno a tutti coloro che lavorano per ripristinare il percorso della Birmania verso una democrazia inclusiva”.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/malaysia-minister-meets-counterpart-from-myanmar-shadow-govt-in-washington
(Featured image source: Flickr Pongbong Marcos)