Rassegna settimanale 7-13 febbraio 2022: Sud-est asiatico
7 febbraio, Myanmar – Il capo della giunta birmana ha acconsentito a che l’inviato dell’ASEAN possa incontrare esponenti del partito di Aung San Suu Kyi
Stando a quanto affermato da un funzionario cambogiano, il leader militare del Myanmar Min Aung Hlaing ha accettato di organizzare un incontro tra l’inviato speciale dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) e alcuni membri della la Lega Nazionale per la Democrazia (LND) il partito che era al governo prima che i militari prendessero il potere il 1 febbraio 2021.
L’impegno preso dal Generale, nel corso di una videochiamata del 26 gennaio con il primo ministro cambogiano Hun Sen, rappresenta una piccola concessione in un processo di pace che si trova in situazione di stallo da un anno. Tuttavia, Min Aung Hlaing non ha ancora indicato quali membri della LND potranno prendere parte all’incontro, secondo quanto riferito da un funzionario dell’ufficio di Hun Sen che ha partecipato alla riunione video, Kao Kim Hourn. Quest’ultimo ha anche affermato di ritenere improbabile che l’inviato, il ministro degli Esteri cambogiano Prak Sokhonn, riesca ad incontrare Suu Kyi, che sta affrontando varie accuse penali che potrebbero valerle fino a 150 anni di carcere. “L’idea, l’obiettivo è incontrare tutte le più importanti parti coinvolte. Ma potrebbe non trattarsi di un’unica visita, potrebbero essere di più”, ha detto,”Quindi, ovviamente, sarebbe fantastico che Madame Suu Kyi fosse inclusa tra i partecipanti”
Nay Phone Latt, un portavoce della leadership rimasta in esilio della LND, ha affermato che qualsiasi incontro con l’inviato dell’ASEAN dovrebbe essere concordato dal partito.
L’impegno di Min Aung Hlaing non è bastato alla Cambogia per invitare il Myanmar al vertice dei ministri degli esteri dell’ASEAN della prossima settimana. La Cambogia, presidente dell’ASEAN di quest’anno, la scorsa settimana ha infatti chiesto al Myanmar di nominare un rappresentante apolitico, portando avanti la politica di esclusione dei funzionari della giunta iniziata in occasione del vertice annuale dei leader dell’Associazione dello scorso anno.
Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/myanmar-junta-chief-said-asean-envoy-can-meet-suu-kyi-party-members-cambodian-2022-02-07/
8 febbraio, Malesia – La malese Supermax, coinvolta in uno scandalo, pagherà 6 milioni di dollari di risarcimento ai lavoratori migranti
Supermax Corp Bhd (SUPM.KL), un produttore di guanti medicali malese accusato di sfruttamento del lavoro forzato nelle sue fabbriche, ha dichiarato martedì di aver pagato circa 6 milioni di dollari ai lavoratori migranti per coprire le tasse di assunzione e altri costi.
Gli Stati Uniti hanno vietato le importazioni dei suoi prodotti da ottobre e il mese scorso il Canada ha risolto un contratto di fornitura di guanti con l’azienda a causa delle accuse.
Oltre ai fondi per coprire le tasse di assunzione pagate dai suoi lavoratori migranti, Supermax ha affermato di aver effettuato risarcimenti una tantum di 5.000 ringgit ($ 1.200) a ciascuno dei suoi attuali lavoratori e che lo stesso importo sarà ricevuto anche dagli ex dipendenti. L’Azienda ha anche affermato che istituirà un fondo supervisionato da un comitato consultivo per coprire i costi di indennità per i lavoratori.
L’attivista per i diritti del lavoro Andy Hall, che ha presentato la petizione alla US Customs and Border Protection per indagare su Supermax, ha detto che le sue interviste ai lavoratori dell’azienda hanno mostrato che i lavoratori pagavano tasse di assunzione elevate, che andavano a tradursi in una schiavitù per debiti, affrontavano detrazioni salariali illegali ed erano costretti a vivere in spazi angusti.
In risposta alla controversia, Supermax ha affermato che accelererà un processo iniziato nel 2019 volto a soddisfare gli standard dell’Organizzazione internazionale del lavoro per le condizioni di vita e di lavoro dei suoi dipendenti. Ha anche dichiarato di aver incaricato una società di consulenza internazionale di continuare a valutarla e consigliarla in merito al pagamento di tutti i loro lavoratori, attuali e precedenti, nonché a rintracciare e localizzare quelli che sono tornati nei loro paesi d’origine.
Le fabbriche malesi che producono di tutto, dai guanti medici all’olio di palma, sono sempre più sottoposte a controlli per accuse di abusi sui lavoratori stranieri, che costituiscono una parte significativa della forza lavoro manifatturiera. Anche altri produttori malesi di guanti in lattice e produttori di olio di palma sono stati messi al bando dagli Stati Uniti negli ultimi mesi.
Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/business/malaysias-supermax-adopts-new-management-policy-migrant-workers-2022-02-08/
9 febbraio, Vietnam – Arrestata pluripremiata ambientalista mentre i gruppi per i diritti umani temono una stretta/un giro di vite
Nguy Thi Khanh, prima vincitrice vietnamita del prestigioso premio ambientale Goldman, è stata arrestata con l’accusa di evasione fiscale.
La fondatrice del Green Innovation and Development Center è stata arrestata il mese scorso, ma la sua detenzione è stata confermata solo mercoledì dai media statali. Khanh, che ha vinto il premio Goldman nel 2018, ha fatto una campagna affinché il Vietnam adotti strategie energetiche più ecologiche, mettendola in contrasto con le ambizioni del paese di aumentare la sua produzione di carbone.
Khanh è l’ultimo attivista arrestato dalle autorità per accuse fiscali. Il mese scorso, Dang Dinh Bach, che dirige il Centro di ricerca su leggi e politiche per lo sviluppo sostenibile, è stato condannato a cinque anni di carcere per evasione fiscale, mentre al giornalista Mai Phan Loi, leader del Center for Media in Educating Community, sono stati dati quattro anni di reclusione per frode fiscale.
Entrambi sono membri del consiglio di amministrazione della rete VNGO-EVFTA, un gruppo di sette organizzazioni comunitarie coinvolte nel monitoraggio di come l’attuazione dell’accordo di libero scambio UE-Vietnam, entrato in vigore nell’agosto 2020, influisca sui diritti dei lavoratori, sui diritti fondiari e sulle strategie ambientali .
Le organizzazioni hanno affermato che le autorità vietnamite hanno iniziato a reprimere le loro attività l’anno scorso dopo il lancio di una campagna per promuovere l’energia pulita.
Phil Robertson, vicedirettore per l’Asia di Human Rights Watch, ha dichiarato: “Ora che Hanoi ha finito di imprigionare tutti i dissidenti politici mentre il mondo era distratto dal Covid-19, l’apparato repressivo dello stato si rivolge alle ONG ambientali e sociali. Speriamo che il mondo combatta più duramente per i leader della società civile di quanto non abbia fatto per i dissidenti, molti dei quali ora stanno scontando lunghe pene detentive per aver semplicemente parlato contro le violazioni dei diritti e la corruzione”.
Fonte: The Guardian
Link:https://www.theguardian.com/global-development/2022/feb/09/award-winning-vietnamese-environmentalist-arrested-as-rights-groups-fear-clamp-down
10 febbraio, Indonesia – La Francia afferma di aver firmato un accordo per la vendita di 42 jet Rafale con l’Indonesia
L’Indonesia ordinerà 42 jet da combattimento Rafale, ha annunciato giovedì il ministro della Difesa francese Florence Parly durante la sua visita nel paese del Sud-Est Asiatico, dopo che i due paesi hanno firmato una serie di accordi che includono anche lo sviluppo di sottomarini e la produzione di munizioni.
L’ordine renderebbe l’Indonesia il secondo stato della regione indo-pacifica dopo l’India a fare affidamento sul jet prodotto dalla francese Dassault Aviation. Eric Trappier, suo amministratore delegato, ha affermato che l’accordo segnerebbe l’inizio di una partnership a lungo termine e che consentirebbe alla Dassault di rafforzare rapidamente la sua presenza in Indonesia. Dimostrerebbe inoltre il forte legame tra Indonesia e Francia e andrebbe a rafforzare la posizione dell’arcipelago come potenza chiave sulla scena internazionale.
Nel frattempo, anche il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato di aver approvato la potenziale vendita di F-15 insieme ad altre attrezzature militari assortite per una cifra stimata di 14 miliardi di dollari. La proposta di vendita migliorerà “la sicurezza di un importante partner regionale che è una forza per la stabilità politica, e il progresso economico nella regione Asia-Pacifico”, si legge in una nota, aggiungendo che “non altererà l’equilibrio militare di base nella regione”.
L’accordo arriva quando Parigi, che si considera una potenza marittima globale, sta cercando di espandere i legami geopolitici nell’Indo-Pacifico dopo che Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia hanno creato l’anno scorso una nuova alleanza strategica chiamata AUKUS, che prevede di equipaggiare l’Australia con sottomarini nucleari. La questione si è fatta delicata per la Francia in seguito alla cancellazione da parte dell’Australia di un accordo multimiliardario legato all’acquisto di sottomarini con Parigi, che ha accusato i suoi alleati di averla pugnalata alle spalle. Giovedì Parly ha affermato che l’Indonesia si è impegnata “a collaborare con la nostra industria nel settore dei sottomarini. La nostra partnership strategica trarrà vantaggio dall’approfondimento delle nostre relazioni di difesa”. Anche l’Indonesia ha espresso preoccupazione per l’AUKUS, diffidente che l’uso di sottomarini a propulsione nucleare potrebbe aumentare le tensioni geopolitiche nel Sud-Est Asiatico, una regione in cui la Cina ha un notevole peso. Il ministro della Difesa indonesiano, tuttavia, ha affermato di aver capito perché si è formata questa alleanza.
Il presidente Joko “Jokowi” Widodo, che ha incontrato Parly, ha accolto con favore la firma di accordi sullo sviluppo di sottomarini, sull’approvvigionamento di satelliti e sulla produzione di munizioni. “Spero che le partnership di difesa non si concentrino solo sull’acquisto di munizioni, ma tengano anche in considerazione lo sviluppo e la produzione congiunta, il trasferimento tecnologico e gli investimenti nelle industrie della difesa”, ha affermato Jokowi in una dichiarazione.
Fonte: The Jakarta Post
Link: https://www.thejakartapost.com/indonesia/2022/02/10/france-says-deal-agreed-with-indonesia-to-sell-42-rafale-jets.html
11 febbraio, Thailandia – Un aiutante del Primo Ministro cerca di espellere il gruppo per i diritti umani Amnesty International dal paese
Un aiutante del primo ministro thailandese ha affermato che avrebbe chiesto l’espulsione dal paese del gruppo per i diritti umani Amnesty International, accusato dagli ultra-realisti di aver minato la sicurezza nazionale.
Seksakol Atthawong, viceministro nell’ufficio del Primo Ministro Prayuth Chan-ocha, ha dichiarato venerdì che una petizione contro la presenza di Amnesty in Thailandia ha raccolto 1,2 milioni di firme e sarà presentata al Consiglio di sicurezza nazionale e al ministero dell’Interno la prossima settimana. Gli ultra-realisti hanno accusato il gruppo londinese di alimentare disordini tramite le loro richieste di fermare la presentazione di accuse penali contro coloro che sollecitano la riforma della monarchia, un’istituzione venerata da molti thailandesi. “Questa organizzazione distrugge la sicurezza del Paese, sostiene i gruppi che vogliono rovesciare la monarchia, manca di imparzialità e si schiera con un movimento antigovernativo che si oppone alla monarchia costituzionale”, ha dichiarato Seksakol.
Prayuth a novembre aveva ordinato un’indagine su Amnesty, ma non ha rilasciato commenti pubblici in merito alla petizione. Venerdì Amnesty ha esortato il governo a onorare i suoi obblighi in materia di diritti umani. “Sebbene riconosciamo che il governo monarchico thailandese ha il dovere di proteggere l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale, continuiamo a sottolineare che le autorità devono farlo in modo conforme al diritto internazionale umanitario”, ha affermato infatti il gruppo in una dichiarazione.
La mossa contro Amnesty arriva anche mentre il governo sta cercando di approvare una legge che regoli le organizzazioni senza scopo di lucro. Più di 1.000 gruppi locali e internazionali si sono opposti, affermando che costituirebbe una minaccia per la società civile.
Fonte: South China Morning Post
Link:https://www.scmp.com/news/asia/southeast-asia/article/3166767/thai-pms-aide-seeks-expel-rights-group-amnesty
12 febbraio, Myanmar – Il Myanmar concede l’amnistia a 814 prigionieri
La giunta militare birmana ha dichiarato che rilascerà più di 800 prigionieri con un’amnistia in occasione della Giornata dell’Unità nazionale, in cui si festeggia l’indipendenza dal regime coloniale inglese nel 1947.
Secondo un “ordine di grazia in commemorazione del Diamond Jubilee Union Day”, che cade ogni 12 febbraio, 814 prigionieri saranno rilasciati, stando alla dichiarazione del Generale Min Aung Hlaing.
Coloro che ricevono l’amnistia proverranno principalmente dalle carceri nel polo commerciale di Yangon, ha detto il portavoce della giunta Zaw Min Tun, non specificando se tra loro ci sarà anche l’accademico australiano Sean Turnell, attualmente detenuto. Il dottor Turnell, un professore di economia australiano, stava infatti lavorando come consigliere per la deposta leader civile Aung San Suu Kyi quando era stato arrestato lo scorso febbraio, pochi giorni dopo il colpo di stato militare. Era stato accusato di aver violato la legge sui segreti ufficiali del Myanmar e, se ritenuto colpevole, rischia una pena massima di 14 anni di carcere.
Sabato, la giunta ha celebrato la Giornata dell’Unità con una dimostrazione di forza nella capitale Naypyidaw, nota per le sue strade larghe e spesso vuote. Centinaia di soldati hanno sfilato insieme a funzionari che sventolavano all’unisono bandiere nazionali e le truppe hanno eseguito danze coreografate. Sopra le loro teste volavano elicotteri che trasportavano la bandiera gialla, verde e rossa del paese, seguiti da jet che rilasciavano fumo degli stessi colori.
L’analista indipendente del Myanmar David Mathieson ha definito la parata una “performance art”.
“Il messaggio per l’Union Day è in completo contrasto con quella che è la realtà del Myanmar”, ha detto, aggiungendo che la giunta non è stata sincera riguardo alla pace.”È piuttosto assurdo che nel 75° anniversario dell’Union Day il Paese sia più diviso che in qualsiasi altro momento della sua storia”.
In un discorso alle truppe, il generale Min Aung Hlaing ha ribadito l’accusa di frode nelle elezioni del 2020 vinte dal partito di Suu Kyi. Ha anche invitato la miriade di milizie etniche armate che da decenni combattono l’esercito della giunta, oltre che tra di loro, a partecipare a colloqui di pace.
In un annuncio diffuso dai media statali, ha affermato che la giunta interromperà anche i procedimenti penali in corso contro i membri dell’esercito Arakan dello stato di Rakhine, che da anni combatte una guerra per l’autonomia della popolazione etnica Rakhine.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmar-to-pardon-814-prisoners-in-amnesty
13 febbraio, Indonesia – L’Indonesia solleciterà il G20 ad istituire un fondo sanitario globale
Il ministro della Salute Budi Gunadi Sadikin ha dichiarato che l’Indonesia solleciterà il G20, di cui fanno parte le principali economie mondiali, a creare un organismo globale in grado di erogare fondi di emergenza in occasione di situazioni di crisi sanitaria, andando a funzionare in modo simile alle istituzioni finanziarie internazionali. Con l’attuale sistema, i paesi sono “fondamentalmente da soli” se hanno bisogno di fondi di emergenza, vaccini, terapie o diagnostica, e come presidente del G20 quest’anno, l’Indonesia cercherà di cambiarlo, ha detto Budi in una conferenza stampa.
L’idea si aggiunge alla proposta dello scorso anno di Indonesia e Stati Uniti di creare un sistema internazionale in risposta alla pandemia. Budi ha paragonato la proposta del fondo sanitario alla creazione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale (FMI) a seguito della conferenza di Bretton Woods del 1944. Le sue osservazioni arrivano il giorno dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altri gruppi di aiuto umanitario hanno affermato che l’iniziativa sanitaria globale volta a rendere disponibili i vaccini e i test COVID-19 ai paesi più poveri aveva ricevuto solo il 5% delle donazioni fissate tra gli obiettivi di quest’anno. Giovedì il presidente Joko Widodo ha sollecitato il sostegno a tale iniziativa da parte dei paesi sviluppati, affermando che tutte le nazioni avevano bisogno di pari opportunità per prepararsi alle future pandemie.
L’Indonesia spingerebbe anche per la creazione di una piattaforma mondiale di condivisione dei dati genomici, di protocolli sanitari mondiali armonizzati e di un centro di produzione e ricerca globale, in particolare per i paesi in via di sviluppo.
Fonte: The Jakarta Post
Link:https://www.thejakartapost.com/indonesia/2022/02/13/indonesia-to-urge-g20-to-establish-global-health-fund.html
(Featured image source: Flickr NATO)