Rassegna settimanale 17-23 gennaio 2022: Sud-est asiatico
17 gennaio, Thailandia – L’inviata delle Nazioni Unite cerca l’aiuto della Thailandia per arrestare il peggioramento della crisi del Myanmar
Un inviato delle Nazioni Unite lunedì ha chiesto il sostegno della Thailandia per prevenire un peggioramento della crisi nel vicino Myanmar e ha accolto con favore le rassicurazioni che i rifugiati in fuga dalle operazioni militari sarebbero stati protetti dal governo thailandese.
Noeleen Heyzer, l’inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Myanmar, ha incontrato il primo ministro thailandese Prayuth Chan-ocha per chiedere sostegno agli sforzi internazionali per aiutare i profughi e fare pressioni sulla giunta birmana affinché si impegni nel piano di pace in cinque punti concordato con l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN). “Il primo ministro ha un ruolo importante nel prevenire un ulteriore peggioramento della crisi in Myanmar, dove un’implosione porterebbe ulteriore instabilità in un’area di confine già instabile”, ha affermato Heyzer in una nota.
L’esercito del Myanmar ha legami di lunga data con la Thailandia, che secondo gli esperti è stata misurata con le sue critiche alla giunta, preoccupata di potersi ritrovare inondata di rifugiati se l’esercito intensificasse le operazioni contro gli oppositori. Migliaia di civili birmani sono infatti fuggiti in Thailandia da quando sono scoppiati gli scontri vicino al confine dopo il golpe. Secondo dati ufficiali, più di 1.300 persone si trovano ancora nei rifugi thailandesi.
Prayuth, un generale in pensione che ha guidato un colpo di stato nel 2014, ha affermato che i problemi del Myanmar sono complessi e che la sua situazione dovrebbe essere affrontata “gradualmente con comprensione e creando fiducia con il leader del Myanmar”. Prayuth ha detto a Heyzer che la Thailandia ha istituito una “zona umanitaria” e che i rifugiati sono stati rimpatriati solo su base volontaria. Diverse organizzazioni internazionali hanno tuttavia detto a Reuters di non avere accesso a quell’area. Ratchada Thanadirek, portavoce del governo, ha rifiutato di commentare la questione dell’accesso, ma ha affermato che la Thailandia fornisce assistenza basata sui principi umanitari internazionali.
Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/un-envoy-seeks-thai-help-halt-deterioration-myanmar-crisis-2022-01-17/
18 gennaio, Indonesia – Approvato il progetto di legge per trasferire la capitale nel remoto Borneo
Il parlamento indonesiano ha approvato un disegno di legge per trasferire la capitale della nazione da Jakarta a un’area nella giungla del Kalimantan, sull’isola del Borneo, secondo quanto ha dichiarato Suharso Monoarfa, il Ministro della Pianificazione.
La nuova legge sulla capitale, che fornisce un quadro giuridico per l’ambizioso progetto da 32 miliardi di dollari del presidente Joko Widodo, stabilisce come sarà finanziato e gestito lo sviluppo della nuova città. In un intervento al Parlamento dopo l’approvazione, Monoarfa ha dichiarato che la nuova capitale avrà una funzione centrale e sarà un simbolo dell’identità della Nazione, nonché “un nuovo centro di gravità economico”. L’inizio del trasferimento è previsto tra il 2022 e il 2024.
Piani per spostare il governo da Giacarta, una megalopoli di 10 milioni di persone che soffre di congestione cronica, inondazioni e inquinamento atmosferico, erano stati presentati da più presidenti nel corso degli anni, ma nessuno era mai riuscito ad arrivare così lontano come Widodo, che ha annunciato per la prima volta il suo progetto nel 2019, ma i progressi sono stati poi ritardati dalla pandemia.
Il nuovo centro si chiamerà “Nusantara”, nome giavanese che indica l’arcipelago indonesiano, scelto dallo stesso Presidente, e coprirà un’area principale di 56.180 ettari nella provincia del Kalimantan orientale. La più grande economia del Sud-Est Asiatico ha immaginato la sua nuova capitale come un “super hub” a basse emissioni di carbonio che sosterrà i settori farmaceutico, sanitario e tecnologico e promuoverà la crescita sostenibile, anche oltre l’isola di Giava. Ma i critici del progetto affermano che la legge è stata affrettata con una consultazione pubblica limitata e con una scarsa valutazione ambientale.
Il vicepresidente della commissione speciale del disegno di legge, Saan Mustofa, ha affermato che Nusantara sarà guidata da un’autorità principale la cui posizione sarà equivalente a quella di un ministro. Tra coloro presi in considerazione per la posizione, secondo i media locali, ci sarebbero l’ex ministro della ricerca e della tecnologia, il dottor Bambang Brodjonegoro, e l’ex governatore di Jakarta, Basuki Tjahaja Purnama..
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesia-passes-law-to-relocate-capital-to-remote-borneo
19 gennaio, Indonesia – Un militante indonesiano viene condannato a 15 anni di carcere per gli attentati di Bali
Un militante islamico che è sfuggito alla cattura per 18 anni è stato condannato a 15 anni di carcere mercoledì dopo che un tribunale indonesiano lo ha ritenuto colpevole di aver nascosto alle autorità informazioni sugli attentati di Bali del 2002 e di aver dato asilo ad altri sospettati.
Il pubblico ministero in precedenza aveva chiesto l’ergastolo per Aris Sumarsono, 58 anni, il cui vero nome è Arif Sunarso ma è meglio conosciuto come Zulkarnaen, per il suo ruolo negli attentati di Bali dell’ottobre 2002 che hanno ucciso 202 persone, per lo più turisti stranieri tra cui 88 australiani e sette americani. Tuttavia, la giuria di tre giudici del tribunale distrettuale di East Jakarta ha affermato di aver ignorato la prima accusa in quanto, essendo passati i 18 anni previsti dal Codice Penale indonesiano, il reato era ormai caduto in prescrizione e quindi hanno condannato l’imputato a 15 anni di carcere per aver ospitato altri sospetti, tra cui il fabbricante di bombe Upik Lawanga, e per non aver informato le autorità degli attacchi terroristici, nonostante ne fosse a conoscenza.”
La polizia e il pubblico ministero affermano che Zulkarnaen è l’ex comandante militare di Jemaah Islamiyah, un gruppo militante del sud-est asiatico con legami con al-Qaeda. Il gruppo è ampiamente accusato degli attentati in discoteca dell’ottobre 2002 sull’isola turistica indonesiana di Bali e degli attacchi nelle Filippine.
Zulkarnaen era sfuggito alla cattura per 18 anni dopo essere stato individuato come sospettato degli attentati del 2002 al Paddy’s Pub e al Sari Club di Bali. È stato arrestato nel 2020 nella stessa città meridionale dell’isola di Sumatra dove Lawanga, fabbricante di bombe per la rete Jemaah Islamiyah che è sfuggito alla cattura per 16 anni, era stato arrestato dagli agenti dell’antiterrorismo una settimana prima, venendo poi condannato all’ergastolo lo scorso mese. La polizia era venuta a conoscenza del loro nascondiglio dopo aver interrogato diversi sospetti militanti arrestati in precedenti incursioni.
Secondo la polizia indonesiana, Zulkarnaen era stato la mente dietro gli attacchi alle chiese che si erano verificati simultaneamente in molte regioni indonesiane a Natale e alla vigilia di Capodanno del 2000 e che hanno provocato più di 20 vittime. È stato anche l’ideatore di un attentato dinamitardo alla residenza ufficiale dell’ambasciatore filippino a Giacarta nel 2000 che ha provocato la morte di due persone, e l’architetto del conflitto settario ad Ambon e Poso dal 1998 al 2000. I conflitti tra cristiani e musulmani ad Ambon, capoluogo di provincia delle isole Molucche, hanno provocato oltre 5mila morti e mezzo milione di sfollati. Il conflitto islamo-cristiano a Poso, noto come focolaio della militanza islamica nell’isola indonesiana di Sulawesi, ha ucciso almeno 1.000 persone dal 1998 al 2002.
Dal maggio 2005, Zulkarnaen è stato inserito nella lista di soggetti sottoposti a sanzioni dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per essere stato associato a Osama bin Laden o ai talebani. Il Consiglio di Sicurezza ha affermato che Zulkarnaen, divenuto esperto di sabotaggio nel corso del suo addestramento in Afghanistan negli anni’80, era uno dei rappresentanti di al-Qaeda nel Sud-Est Asiatico e una delle poche persone in Indonesia ad aver avuto contatti diretti con la rete di bin Laden. Zulkarnaen guidava inoltre una squadra di combattenti nota come Laskar Khos, o Forza speciale, i cui membri erano stati reclutati tra circa 300 indonesiani addestrati in Afghanistan e nelle Filippine, ed era stato nominato capo di Camp Saddah, un’accademia militare nelle Filippine meridionali istituita per i combattenti del Sud-Est Asiatico, dove avrebbe trascorso un decennio addestrando altri membri della Jemaah Islamiyah. È diventato capo delle operazioni per Jemaah Islamiyah dopo l’arresto del suo predecessore, Encep Nurjaman, in Thailandia nel 2003.
Il programma “Rewards for Justice” degli Stati Uniti aveva offerto una taglia fino a $ 5 milioni per la sua cattura. Era l’unico indonesiano nella lista.
Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/united-nations-bali-indonesia-jakarta-bombings-6c61a119674aaf886c9d480878767c18
20 gennaio, Myanmar – La giunta militare arresta altri giornalisti
Tre giornalisti di Dawei Watch, un sito web di notizie indipendente in Myanmar, sono stati arrestati questa settimana. Un editore della pubblicazione, che ha chiesto di rimanere anonimo per la propria incolumità, ha affermato che gli arresti sono avvenuti martedì e mercoledì nella città meridionale di Dawei, dove ha sede il sito web, e ha aggiunto che il motivo degli arresti non era stato reso noto.
La prima ad essere arrestata è stata Moe Myint, giornalista trentacinquenne madre di tre figli. Due suoi colleghi, il giornalista Ko Zaw e il web designer Thar Gyi, sono stati invece arrestati il giorno seguente.
La giunta militare birmana ha affermato di rispettare il ruolo dei media ma che non consentirà segnalazioni false o incitanti a disordini. “Non c’è motivo di arrestare, incriminare o incarcerare il personale dei media se svolge il suo lavoro”, ha detto di recente a VoA il portavoce militare, il Maggior Generale Zaw Min Tun, aggiungendo che giornalisti stranieri e locali stanno lavorando a Yangon, Naypyidaw e Mandalay e che i giornalisti sono invitati alle conferenze stampa. “Possono muoversi liberamente”, ha detto Zaw Min Tun, “tuttavia, se gli operatori dei media incoraggiano, istigano o prendono parte ad attività terroristiche, verranno considerati come criminali”.
L’editore di Dawei Watch ha chiesto il rilascio dei suoi colleghi. “La situazione sta peggiorando per i giornalisti se possono venire arrestati in questo modo”, ha detto. “La cosa più importante è che tutti i nostri reporter abbiano il diritto di riferire ciò che sta realmente accadendo”.
Da quando ha preso il potere con un colpo di stato nel febbraio 2021, la giunta ha revocato le licenze di trasmissione e arrestato dozzine di giornalisti. Almeno un giornalista è morto in custodia militare a dicembre e altri due sono stati uccisi. Uno di questi, il fondatore del Khonumthung Media Group, Pu Tuidim, era fuggito nella vicina India dallo stato Chin ma è stato arrestato quando è tornato in Myanmar. Il suo corpo è stato ritrovato il 9 gennaio, due giorni dopo essere stato preso dai militari, insieme a quelli di altre nove persone.
Reporter senza frontiere (RSF) ha descritto le recenti morti di giornalisti come “un segno delle pratiche assolutamente inaccettabili sempre più utilizzate dalla giunta”.”Ci appelliamo alla comunità internazionale affinché inasprisca le sanzioni imposte ai membri della giunta al fine di porre fine a questa escalation di terrore”, ha dichiarato Daniel Bastard, direttore per l’Asia- Pacifico di RSF.
Fonte: VoA News
Link: https://www.voanews.com/a/myanmar-s-junta-arrests-more-journalists-/6405790.html#:~:text=Media%20crackdown,two%20others%20have%20been%20killed
21 gennaio, Myanmar – Chevron e Total lasciano il paese a causa delle violazioni dei diritti umani
Total Energies e Chevron, due delle più grandi compagnie energetiche del mondo, hanno reso nota la decisione di abbandonare il Myanmar, citando le dilaganti violazioni dei diritti umani e il deterioramento dello stato di diritto come motivazioni. L’annuncio è arrivato appena un giorno dopo che la compagnia francese aveva chiesto sanzioni internazionali contro il settore petrolifero e del gas birmano, che rimane una delle principali fonti di finanziamento del governo militare, dato che le sanzioni statunitensi ed europee finora imposte contro il Myanmar non includevano infatti petrolio e gas.
Total e Chevron hanno subito crescenti pressioni per il loro ruolo nella gestione del giacimento di gas offshore di Yadana, insieme alla Myanma Oil and Gas Enterprise (MOGE) di proprietà statale e alla Thailandia PTT Exploration & Production. Total ha una quota di maggioranza nell’impresa e gestisce le sue operazioni quotidiane, mentre MOGE raccoglie le entrate per conto del governo. Circa il 50% della valuta estera del Myanmar proviene dalle entrate del gas naturale, con MOGE che dovrebbe guadagnare $ 1,5 miliardi da progetti offshore e gasdotti nel 2021-2022, secondo una previsione del governo del Myanmar.
“La situazione dello stato di diritto e dei diritti umani in Myanmar si è chiaramente deteriorata nel corso dei mesi e, nonostante i movimenti di disobbedienza civile, la giunta ha mantenuto il potere e la nostra analisi è che purtroppo ciò sarà a lungo termine”, ha affermato Total, dichiarando che si ritirerà sia come operatore, sia come azionista, senza compensazione finanziaria e cederà i suoi interessi ad altre parti interessate. Il gruppo ha affermato di aver informato i propri partner in Myanmar del suo ritiro, che entrerà in vigore al più tardi alla scadenza di un periodo di 6 mesi.
In una dichiarazione rilasciata poco dopo l’annuncio di Total, Chevron ha affermato che anche lei stava pianificando di andarsene “alla luce delle circostanze”, senza però fornire un calendario per quella che ha descritto come una “transizione pianificata e ordinata che porterà a un’uscita dal paese”.La società ha condannato le violazioni dei diritti umani e ha affermato che si atterrà a qualsiasi sanzione internazionale.
Human Rights Watch ha accolto favorevolmente le decisioni.”Il prossimo passo è garantire che le entrate legate al gas non continuino a finanziare quelle atrocità”, ha affermato Ken Roth, direttore esecutivo dell’organizzazione.
Fonte : AP News
Link: https://apnews.com/article/business-france-europe-thailand-myanmar-30f66b6506496b1e571eeb8cfe1afed5
22 gennaio, Cambogia – Avvistate draghe al largo della base militare cambogiana dove la Cina sta finanziando dei lavori
Un think tank statunitense ha segnalato l’avvistamento di draghe al largo della base navale cambogiana di Ream, dove la Cina sta finanziando dei lavori di costruzione e la realizzazione di impianti portuali più profondi, che possano permettere l’attracco di navi militari più grandi.
Gli Stati Uniti, che hanno cercato di respingere le estese rivendicazioni territoriali e l’espansione militare di Pechino nel Mar Cinese Meridionale, hanno ribadito le loro “serie preoccupazioni” per l’attività e la presenza militare della Cina a Ream. “Questi sviluppi minacciano gli interessi degli Stati Uniti e dei partner, la sicurezza regionale e la sovranità della Cambogia”, ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato. Il rapporto del gruppo di esperti del Center for Strategic and International Studies (CSIS) afferma che le draghe sono state viste nelle foto pubblicate questo mese dal governo cambogiano e nelle immagini satellitari commerciali.
“Il dragaggio di strutture portuali più profonde sarebbe necessario per l’attracco di navi militari più grandi a Ream e faceva parte di un accordo segreto tra Cina e Cambogia che i funzionari statunitensi hanno detto di aver visto nel 2019”, ha riferito l’Asia Maritime Transparency Initiative (AMTI) al CSIS, citando un rapporto del Wall Street Journal del 2019 in cui si affermava che l’accordo garantiva l’accesso militare cinese alla base in cambio del finanziamento di miglioramenti delle strutture.
Lo scorso giugno, i media cambogiani hanno riferito, riportando quanto dichiarato dal Ministro della Difesa Tea Bahn, che la Cina avrebbe contribuito a modernizzare ed espandere Ream, ma non sarebbe stato l’unico paese ad avere accesso alla struttura.
AMTI ha affermato che un’immagine satellitare commerciale del 16 gennaio mostrava due draghe e chiatte per raccogliere la sabbia dragata. Altre immagini mostravano entrambe le draghe in arrivo tra il 13 gennaio e il 15 gennaio. Erano anche visibili in una foto pubblicata sulla pagina Facebook di Tea Banh dopo la sua visita a Ream il 18 gennaio, aggiungendo che il lavoro “potrebbe segnare un significativo miglioramento delle capacità della base. Le acque poco profonde intorno a Ream fanno sì che attualmente sia in grado di ospitare solo piccole navi pattuglia. Un porto in acque profonde lo renderebbe invece molto più utile sia per la marina cambogiana che per quella cinese”. Lavori di costruzione erano già iniziati a terra, con il disboscamento di diverse aree nel sud-ovest della base, già dall’autunno 2021 e secondo AMTI queste operazioni unite al dragaggio “indicano che la base si sta preparando per significativi miglioramenti infrastrutturali”.
Il portavoce del Dipartimento di Stato ha affermato che gli Stati Uniti hanno esortato la Cambogia “a essere completamente trasparente sull’intento, la natura e la portata del progetto a Ream e sul ruolo che l’esercito della Repubblica Popolare Cinese sta svolgendo nella sua realizzazione, il quale solleva preoccupazioni in merito all’uso previsto per questa struttura navale.”
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/dredgers-spotted-off-cambodian-base-where-china-is-funding-work-us-think-tank
23 gennaio, Myanmar – Il tribunale del Myanmar condanna a morte due attivisti di spicco
Due importanti attivisti politici nel Myanmar governato dai militari sono stati condannati a morte per presunto coinvolgimento in attività terroristiche, stando a quanto riferito venerdì da una stazione televisiva dell’esercito. Myawaddy TV ha detto nel suo telegiornale serale che Kyaw Min Yu e Phyo Zeyar Thaw sono stati condannati ai sensi della legge antiterrorismo del paese perché giudicati colpevoli di reati che coinvolgono esplosivi, attentati e finanziamento del terrorismo. I dettagli sui loro processi non sono trapelati perché il procedimento si è svolto a porte chiuse in un tribunale militare. Non è chiaro se i loro due casi fossero collegati o meno.
I due sono tra gli attivisti più importanti che siano mai stati condannati a morte da quando i militari hanno preso il potere deponendo il governo eletto di Aung San Suu Kyi. Kyaw Min Yu è uno dei leader dell’88 Generation Students Group, veterani di una rivolta popolare che non era riuscita a spodestare un precedente governo militare. Da allora è stato attivo politicamente e ha trascorso più di una dozzina di anni dietro le sbarre. Il suo arresto il 23 ottobre a Yangon è stato originariamente denunciato da sua moglie, un’attivista anche lei finita in carcere in passato. Due settimane dopo, una dichiarazione del governo militare accusava Kyaw Min Yu di “aver condotto atti terroristici, inclusi attacchi con esplosivi per minare la stabilità dello stato” e ha affermato che era a capo di un gruppo chiamato “Operazione Moon Light” responsabile degli attacchi di guerriglia urbana. Il suo nome era già finito nella lista dei ricercati per dei post sui social media con i quali avrebbero incitato a disordini.
Phyo Zeyar Thaw è un ex deputato del partito di Suu Kyi, la Lega Nazionale per la Democrazia (LND). È stato arrestato il 18 novembre per possesso di armi e munizioni, oltre che sulla base di informazioni date da alcune persone che erano state arrestate il giorno precedente per aver sparato contro le forze di sicurezza. Altre dichiarazioni dei militari lo accusavano inoltre di essere una figura chiave in una rete di dozzine di persone che avrebbe compiuto quelli che i militari hanno descritto come attacchi “terroristici” a Yangon.
Fonte: Voa News
Link: https://www.voanews.com/a/myanmar-court-sentences-2-prominent-activists-to-death/6408705.html
(Featured image source: Flickr bastamanography)