Rassegna settimanale 13-19 dicembre 2021: Sud-est asiatico
13 dicembre, Filippine – Le Filippine ottengono un prestito di 250 milioni di dollari da ADB per i vaccini COVID-19
L’Asian Development Bank (ADB) ha approvato un prestito di 250 milioni di dollari per le Filippine per l’acquisto di vaccini COVID-19. Il prestito consentirà al governo di acquistare 40 milioni di dosi aggiuntive di vaccino per i bambini idonei e per le dosi di richiamo per gli adulti.
Le Filippine mirano a vaccinare completamente almeno 54 milioni di persone, o quasi la metà dei suoi 110 milioni di abitanti, prima della fine dell’anno. Per raggiungere tale obiettivo, prevedono di organizzare una seconda campagna di vaccinazione di massa della durata di tre giorni a partire dal 15 dicembre. Dal 7 dicembre ad oggi, sono state immunizzate completamente 39,2 milioni di persone.
I nuovi casi giornalieri nelle Filippine sono rimasti al di sotto dei 1.000 dal 24 novembre, un netto calo rispetto al picco di oltre 20.000 alla fine di settembre che ha messo a dura prova il fragile sistema sanitario dell’arcipelago del sud-est asiatico.
Fonte: Reuters
Link : https://www.reuters.com/markets/rates-bonds/philippines-secures-250-mln-loan-adb-covid-19-vaccines-2021-12-13/
14 dicembre, Indonesia – USA e Indonesia firmano un memorandum su esercitazioni navali congiunte e lotta alla pesca illegale
Gli Stati Uniti e l’Indonesia hanno firmato un Memorandum of Understanding (MOU) sulla cooperazione marittima, che prevede esercitazioni navali congiunte e la lotta alla pesca illegale, un problema che Jakarta si ritrova ad affrontare a causa delle segnalazioni di occasionali intrusioni nelle sue acque da parte di pescherecci cinesi e vietnamiti, tra gli altri.
Entrambi i paesi hanno anche firmato altri due MOU per continuare il programma Peace Corps, che vede gli Stati Uniti impegnati nella fornitura di assistenza allo sviluppo sociale ed economico, e per espandere la cooperazione in materia di educazione, che ha già visto migliaia di giovani partecipare a programmi di scambio.
I protocolli d’intesa sono stati firmati dal ministro degli Esteri indonesiano Retno Marsudi, dal ministro dell’Istruzione Nadiem Makarim e dal segretario di Stato americano Antony Blinken, che si trovava a Giacarta per la prima tappa di un viaggio di quattro giorni nel sud-est asiatico.
Gli Stati Uniti si sono anche offerti di lavorare con l’Indonesia per affrontare la pandemia di Covid-19 e garantire una forte ripresa economica post-pandemia. Oltre ad aver donato più di 25 milioni di dosi di vaccini all’Indonesia, con l’ultima spedizione in arrivo martedì, gli Stati Uniti stanno fornendo anche 77 milioni di dollari in aiuti destinati all’assistenza per la pandemia.
In Indonesia, Blinken ha incontrato il presidente Joko Widodo al palazzo presidenziale di Jakarta e ha espresso l’impegno degli Stati Uniti a rafforzare la propria partnership con l’Indonesia, anche per quanto riguarda lo sviluppo economico e quello delle infrastrutture. Durante l’incontro,Widodo ha espresso il suo apprezzamento per il sostegno dato all’Indonesia dagli Stati Uniti durante la pandemia di Covid-19.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/us-indonesia-sign-mou-on-joint-naval-exercises-and-combating-illegal-fishing
15 dicembre, Vietnam – Il Vietnam incarcera per nove anni una giornalista dissidente per atti antigovernativi
Un tribunale del Vietnam ha incarcerato una giornalista e dissidente di spicco per nove anni per attività antigovernative, in un caso che ha attirato l’attenzione dei gruppi internazionali per i diritti umani. Pham Doan Trang, che ha ampiamente diffuso materiale sui diritti umani e sulla presunta brutalità della polizia in Vietnam, è stata condannata da un tribunale di Hanoi per “conduzione di propaganda contro lo stato”, secondo quanto dichiarato dal suo team legale e dai media statali.
Trang, 43 anni, è stata arrestata poche ore dopo il dialogo annuale sui diritti umani tra Stati Uniti e Vietnam nell’ottobre dello scorso anno, un arresto che secondo l’ambasciata degli Stati Uniti potrebbe avere un impatto sulla libertà di espressione. Gli Stati Uniti hanno criticato anche la condanna alla reclusione e hanno invitato il governo a rilasciare Trang, aggiungendo che a tutti dovrebbe essere consentito esprimere opinioni liberamente e senza timore di ritorsioni. Hanno inoltre esortato il governo vietnamita a “garantire che le sue leggi e azioni siano coerenti con le disposizioni sui diritti umani della Costituzione del Vietnam e con gli obblighi e gli impegni internazionali del Vietnam”.
Phil Robertson, vicedirettore per l’Asia di Human Rights Watch, ha definito il verdetto una condanna inaccettabile per una donna coraggiosa che ha solo espresso la sua opinione, affermando che “l’imprigionamento di un riformatore così impegnato e dedito alla promozione dei diritti umani, del buon governo e della giustizia è una bruciante accusa di tutto ciò che è sbagliato nell’autoritario Vietnam” perché “in una società democratica, le idee e gli scritti prolifici di Trang sarebbero ammirati ed esaltati piuttosto che criminalizzati”.
Nel maggio 2016, la polizia ha arrestato e impedito a Trang di partecipare a un incontro con l’allora presidente statunitense Barack Obama, che l’aveva invitata a unirsi a lui in occasione di un forum di attivisti. Due anni dopo, è stata arrestata dopo aver incontrato una delegazione europea che si stava preparando per il dialogo annuale sui diritti umani UE-Vietnam.
Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/dissident-journalist-jailed-vietnam-9-years-anti-state-acts-2021-12-14/
16 dicembre, Malesia – Intel investirà 7 miliardi di dollari in un nuovo stabilimento in Malesia, creando 9.000 posti di lavoro
Stando a quanto dichiarato dall’amministratore delegato Pat Gelsinger, Intel Corporation investirà più di 7 miliardi di dollari per costruire una nuova fabbrica di packaging e test dei chip in Malesia, espandendo la produzione nel paese a seguito di una carenza globale di semiconduttori.
Il nuovo impianto dovrebbe iniziare la produzione nel 2024 e il governo malese prevede che l’investimento di 30 miliardi di ringgit (7,10 miliardi di dollari) creerà oltre 4.000 posti di lavoro presso Intel e più di 5.000 in ambito edilizio nel paese.”Questa impresa è davvero tempestiva, data la domanda globale in rialzo guidata dalla carenza di chip e le potenziali sfide derivanti dalla ripresa post-pandemia a livello globale”, ha dichiarato in una nota il ministro malese del commercio internazionale e dell’industria Mohamed Azmin Ali.
Una carenza globale di chip semiconduttori, causata in parte da una domanda di elettronica alimentata dalla pandemia e da interruzioni nelle catene di approvvigionamento, ha visto i produttori di automobili tagliare la produzione e ritardi nelle consegne di smartphone ad aziende tra cui anche Apple Inc. L’industria dell’assemblaggio di chip della Malesia, che rappresenta oltre un decimo di un commercio globale del valore di oltre 20 miliardi di dollari, ha avvertito che la carenza durerà almeno due anni, fino al 2023.
Intel ha aperto il suo primo impianto di produzione fuori degli Stati Uniti in un sito nello stato malese di Penang nel 1972. Nel 1975, impiegava circa 1.000 persone ed era diventata una parte cruciale della catena di produzione dell’azienda.
Il mese scorso, gli Stati Uniti e la Malesia hanno dichiarato di voler firmare un accordo entro l’inizio del prossimo anno per migliorare la trasparenza, la resilienza e la sicurezza nelle catene di approvvigionamento del settore manifatturiero e dei semiconduttori.
Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/technology/intel-invest-7-bln-new-plant-malaysia-creating-9000-jobs-2021-12-16/
17 dicembre, Thailandia – 2.500 abitanti di un villaggio del Myanmar fuggono dalle truppe dell’esercito birmano in Thailandia
I combattimenti tra le forze governative del Myanmar e la milizia etnica hanno portato circa 2.500 abitanti di un villaggio situato vicino al confine ad abbandonare le loro case e fuggire in Thailandia. Un ufficiale dell’esercito thailandese nella provincia al confine occidentale di Tak ha riferito all’Associated Press che circa 2.500 sfollati, per lo più donne e bambini, hanno attraversato il fiume Moei, che segna il confine, per cercare rifugio nel distretto thailandese di Mae Sot e che le autorità thailandesi avevano fornito loro assistenza umanitaria, compresi riparo e cibo, e li avevano sottoposti a test per il Coronavirus.
L’esodo è stato il più grande da aprile, quando diverse migliaia di abitanti di un villaggio dello stato orientale di Karen, nel Myanmar, sono fuggiti in Thailandia in seguito ad attacchi aerei delle forze militari birmane nel territorio della minoranza etnica Karen. In quell’occasione gli sfollati erano stati autorizzati a rimanere per alcuni giorni, per poi fare ritorno in Myanmar.
I Karen sono una delle numerose minoranze etniche che combattono da decenni per una maggiore autonomia dal governo centrale del Myanmar. I combattimenti tra le due parti si sono svolti ad intermittenza, per poi riaccendersi dopo che i militari hanno preso il potere lo scorso febbraio. Le ostilità si erano poi interrotte con l’inizio della stagione delle piogge ma si prevede che riprenderanno non solo nel territorio Karen ma anche nelle altre aree controllate dagli altri gruppi etnici ribelli.
Gli scontri di questa settimana sono stati innescati da un raid effettuato martedì dai soldati governativi nella città di Lay Kay Kaw, che si trova in territorio sotto il controllo de facto della Karen National Union (KNU), l’autorità civile dell’area. I media indipendenti del Myanmar hanno riferito che le truppe governative hanno sequestrato 30-60 persone associate a gruppi di opposizione organizzata, incluso almeno un legislatore eletto del partito della Lega Nazionale per la Democrazia, ai quali la KNU aveva permesso di rifugiarsi nel suo territorio. I Karen infatti, insieme ad altri gruppi di minoranze etniche, hanno un’alleanza con i nemici dell’esercito, che hanno stabilito un’amministrazione alternativa, il Governo di Unità Nazionale, e il suo braccio armato, la Forza di difesa del popolo, un conglomerato di gruppi armati di autodifesa locale.
Secondo una dichiarazione della KNU, i suoi guerriglieri armati non hanno attaccato i soldati del governo durante il raid perché avrebbero messo in pericolo i residenti della città, ma mercoledì sono scoppiati gli scontri quando i soldati sono tornati e hanno bombardato i guerriglieri Karen. I combattimenti si sono intensificati il giorno dopo, quando il governo ha inviato rinforzi nell’area, comprese unità delle forze della guardia di frontiera. I Karen hanno affermato di aver ucciso o catturato più di una dozzina di soldati e hanno fatto circolare le foto dei loro prigionieri.
Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/race-and-ethnicity-myanmar-thailand-aung-san-suu-kyi-myanmar-government-1fd0817cfcf281f8eb0f8ba224d0d2aa
18 dicembre, Filippine – La commissione elettorale filippina respinge la richiesta di squalificare il candidato alle presidenziali Marcos Jr
Le autorità elettorali filippine hanno respinto la prima di una serie di denunce che mirano ad ottenere la squalifica dalla corsa alla presidenza di Ferdinand Marcos Jr, il favorito in vista delle elezioni del prossimo anno.
Il signor Marcos Jr, figlio del defunto dittatore filippino Ferdinand Marcos, deve ancora affrontare altre sei denunce, tutte legate alle accuse di non aver pagato le tasse sul reddito o di non aver presentato dichiarazioni dei redditi, che comporterebbero un divieto a vita di candidarsi alle elezioni. Marcos Jr ha negato le accuse fiscali e ha affermato che l’esito delle elezioni dovrebbe essere deciso alle urne.
In una decisione datata 16 dicembre e che è stata resa pubblica sabato 18, la commissione elettorale del paese ha respinto una petizione presentata da un altro aspirante alla presidenza volta a dichiarare Marcos Jr, 64 anni, “un candidato fastidioso”. È stato stabilito tuttavia che la candidatura di Marcos Jr non mette in ridicolo il processo elettorale, che non causerà confusione tra gli elettori e che il signor Marcos Jr. ha effettivamente intenzione di correre alle elezioni in buona fede.
Il team di Marcos Jr ha accolto con favore la decisione, affermando che non vi era alcuna base legale per annullare il suo certificato di candidatura o squalificarlo dal voto del 2022.
La famiglia Marcos è tra le dinastie più famose del paese. L’elezione di Marcos Jr a presidente segnerebbe una svolta sorprendente per la famiglia, caduta in disgrazia in seguito alla rivolta popolare del 1986.
I gruppi per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per la sua candidatura, temendo il ripetersi della dura legge marziale degli anni ’70 imposta durante il governo di suo padre, quando furono trafugati miliardi di dollari da fondi statali.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-election-agency-rejects-bid-to-disqualify-presidential-contender-marcos-jr
19 dicembre, Filippine – Nelle Filippine il numero delle vittime del super tifone Rai continua ad aumentare
Secondo le forze dell’ordine sarebbero almeno 169 le vittime della potente tempesta che ha colpito le Filippine, stando a quanto riportato dai media locali. Il super tifone Rai, con venti di circa 195 km/h, ha costretto circa 300.000 persone ad evacuare quando ha colpito le isole sud-orientali del paese.
“Molte aree non hanno elettricità, nessuna comunicazione, pochissima acqua”, ha detto alla BBC il presidente della Croce Rossa delle Filippine, Richard Gordon.”Ci sono alcune aree che sembrano essere state bombardate peggio della seconda guerra mondiale”. La Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello d’emergenza chiedendo 20 milioni di franchi svizzeri (22 milioni di dollari) per finanziare interventi di soccorso a lungo termine. “Le squadre di emergenza della Croce Rossa stanno segnalando una completa strage nelle aree costiere”, ha detto Gordon. “Case, ospedali, edifici scolastici e comunitari sono stati fatti a pezzi” e i volontari sono sul posto per dare un aiuto urgente “a persone che hanno perso tutto”.
Migliaia di militari, uomini della guardia costiera e vigili del fuoco sono stati dispiegati nelle aree più colpite del paese per assistere nelle operazioni di ricerca e soccorso. Nel frattempo, il presidente filippino Rodrigo Duterte ha condotto un’ispezione aerea delle aree devastate dalla tempesta e i video pubblicati sui social media dai suoi assistenti mostrano ingenti danni alle isole Siargao, Dinagat e Mindanao. Il governatore delle isole Dinagat, Arlene Bag-ao, ha dichiarato su Facebook che la regione è stata “rasa al suolo” e che il danno “ricorda, se non peggio, quando Yolanda ha colpito la nostra provincia”. Più di 6.000 persone erano morte quando quella tempesta, nota anche come tifone Haiyan, aveva colpito il paese nel 2013, diventando poi la tempesta più mortale mai registrata.
In media circa 20 tempeste e tifoni colpiscono le Filippine ogni anno. Il super tifone Rai è stato il più potente a colpire le Filippine nel 2021 ed è arrivato in ritardo se si considera che, durante la stagione dei tifoni nella regione, la maggior parte di essi si sviluppa tra luglio e ottobre.
Fonte: BBC News
Link: https://www.bbc.com/news/world-asia-59714658
(Featured image source: Flickr Asian Development Bank)