Rassegna settimanale 1-7 novembre 2021: Africa Subsahariana

1 novembre, Etiopia – I ribelli Tigray si uniscono ai ribelli Oromo

Il portavoce del Fronte Popolare per la Liberazione del Tigray (TPLF), Getachew Reda, ha riferito alla BBC che i combattenti del suo gruppo si sono uniti a quelli della Oromo Liberation Army (OLA). Non è chiaro se i due gruppi abbiano iniziato a combattere insieme, anche se nei giorni scorsi il leader OLA, Kumsa Diriba (conosciuto anche come Jaal Maro), aveva annunciato che i due gruppi lo avrebbero fatto.

Lo scopo dei ribelli è prendere la capitale Addis Abeba e deporre il Governo del Primo Ministro Abiy Ahmed.

Fonte: BBC News

Link: https://www.bbc.com/news/world/africa?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=61801a521b17f0262dc3d869%26Tigray%20rebels%20meet%20Oromo%20rebels%20-%20TPLF%20spokesman%262021-11-01T17%3A08%3A22.955Z&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:44fde98f-1faa-46b0-b733-5b43c02e29a9&pinned_post_asset_id=61801a521b17f0262dc3d869&pinned_post_type=share

 

2 novembre, Sudan – Inviato USA: l’esercito del Sudan ha usato moderazione nella risposta alle proteste

Secondo Jeffrey Feltman, inviato speciale degli Stati Uniti nel Corno d’Africa, l’atteggiamento dell’esercito potrebbe significare l’intenzione di tornare a condividere il potere con il Governo civile.

Nelle ore immediatamente successive al golpe militare del 25 ottobre, tre persone sono state uccise e 38 ferite dalle forze di sicurezza sudanesi. Nonostante il costo umano sia comunque alto, ha spiegato Feltman, i servizi di sicurezza sembrano aver usato moderazione nei confronti dei dimostranti, i quali, a loro volta, non si sono avvicinati a luoghi considerati “strategicamente sensibili.”

Ciò dimostrerebbe che sia l’esercito sia la popolazione riconoscono la necessità di agire con cautela, per trovare un modo di tornare presto a una alleanza tra il potere civile e quello militare e continuare la transizione verso la democrazia.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/world/africa/us-envoy-arrives-sudan-al-arabiya-tv-says-2021-11-02/

 

3 novembre, Africa – L’ONU istituisce un fondo per favorire prestiti più vantaggiosi, da usare per lo sviluppo green dell’Africa

Il nuovo meccanismo finanziario lanciato dalle Nazioni Unite permetterebbe ai Governi africani di risparmiare 11 miliardi di dollari nel corso dei prossimi cinque anni, incoraggiando al tempo stesso gli investimenti per lo sviluppo ecologico.

Il Liquidity and Sustainability Facility (LSF) è stato lanciato dall’UNECA al COP26 che si sta tenendo a Glasgow.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/article/climate-un-africa-debt/u-n-launches-fund-to-foster-cheaper-loans-green-development-for-africa-idUSKBN2HO26H

4 novembre, Etiopia – Il conflitto si fa più aspro: la comunità internazionale chiede a gran voce il cessate il fuoco

Le nazioni occidentali e quelle africane esortano a un cessate il fuoco immediato in Etiopia. Le forze del Tigray, originarie del Nord del Paese, stanno avanzando verso la capitale Addis Abeba. Jeffrey Altman, inviato speciale USA per il Corno d’Africa, è arrivato ad Addis Abeba per lavorare a un’interruzione immediata delle operazioni militari e per dare inizio a consultazioni per un cessate il fuoco.

Il Capo della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, ha incontrato Feltman per discutere con lui degli sforzi necessari per raggiungere soluzioni politiche al conflitto tra il Governo centrale etiope e le forze ribelli composte dal TPLF e dai suoi alleati.

L’Unione Europea e l’IGAD (Intergovernmental Authority on Development del blocco dell’Africa orientale) si sono uniti alle voci che chiedono il cessate il fuoco. Il Presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, ha annunciato un meeting dell’IGAD per il 16 novembre: in quell’occasione si discuterà della guerra in atto.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato di aver parlato con il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed, offrendogli aiuto per creare le condizioni per un dialogo con i ribelli.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/world/africa/us-embassy-ethiopia-allows-voluntary-departure-some-staff-family-2021-11-04/

5 novembre, Etiopia – Il Governo etiope: “L’alleanza ribelle è impotente”

Le autorità etiopi hanno descritto come “impotente” l’alleanza di nove gruppi anti-governativi che si è formata per combattere contro le forze federali.

Secondo il portavoce governativo Kebede Desissa “questi gruppi non hanno base sociale, esistono da 40 anni ma non hanno mai avuto la capacità di cambiare nulla.” Secondo Kebede, quello che sta accadendo nel Paese è “normale politica etiope: ogniqualvolta c’è bisogno di stabilità politica all’interno del Paese, i gruppi della diaspora formano alleanze nella convinzione che il Governo non possa restare al potere, che il Governo si sia indebolito.”

Le forze ribelli stanno avanzando verso la capitale, e l’esercito ha chiesto agli ex soldati di tornare tra i militari.

Nel frattempo, Tibor Nagy, ex ambasciatore statunitense in Etiopia e ex vice Segretario di Stato USA per l’Africa, esorta le potenze internazionali a aiutare a porre fine alla guerra civile. Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito, Cina, Turchia e i Paesi del Golfo hanno un ruolo importante nel commercio di armi all’interno del Paese, e avrebbero quindi i mezzi di agire per fermare “una delle guerre più insensate della storia intera.”

Intanto, il Governo etiope ha accusato Facebook di “alimentare la violenza” dopo che la piattaforma social ha cancellato un post in cui il Primo Ministro Abiy Ahmed incitava i cittadini ad abbracciare le armi e “seppellire” i ribelli TPLF. In un nuovo post su Facebook, il Governo ha dichiarato che il social “ha mostrato i suoi veri colori, cancellando il messaggio del nostro Primo Ministro.” Il Governo ha anche accusato l’agenzia Reuters di “diffondere disinformazione, riportando falsamente che alcune città sono cadute in mano al nemico, quando ciò non è vero.”

Twitter, invece, ha deciso di non cancellare il post di Abiy: “il fatto che il post continui a essere accessibile potrebbe essere nell’interesse del pubblico.”

L’Etiopia ha spesso criticato la copertura internazionale del conflitto nel Nord del Paese.

Fonte: BBC News

Link: https://www.bbc.com/news/world/africa?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=61855156f425de0f29682acb%26Ethiopian%20rebel%20alliance%20is%20%27impotent%27%20-%20government%262021-11-05T16%3A04%3A04.681Z&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:7f91e64c-0b5e-47eb-9b3b-3a16e847d207&pinned_post_asset_id=61855156f425de0f29682acb&pinned_post_type=share

6 novembre, Etiopia – USA ordinano allo staff governativo “non di emergenza” di lasciare l’Etiopia

L’ordine è stato dato a causa dei crescenti rischi legati al conflitto armato e all’instabilità del Paese. Anche la Danimarca e l’Italia hanno chiesto ai loro cittadini di lasciare l’Etiopia finché sono ancora attivi i voli commerciali.

Le forze dei ribelli continuano ad avanzare verso la capitale Addis Abeba.

Il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza, e ha promesso che continuerà a combattere, nonostante le nazioni africane, le potenze occidentali e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite esortino al cessate il fuoco.

“Incidenti e violenza etnica stanno avvenendo senza preavviso. La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente e causare problemi ai rifornimenti, blackout nelle comunicazioni, e interruzioni nelle possibilità di spostamento” ha comunicato l’Ambasciata americana sul proprio sito web.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/world/africa/us-orders-non-emergency-government-employees-ethiopia-leave-2021-11-06/

7 novembre, Sudan – Manifestanti: “Non possono ucciderci tutti”

Una istituzione che i militari hanno chiuso immediatamente dopo il golpe è il Dismantling Committee, che il Governo di transizione aveva istituito per recuperare i beni economici che, si sospetta, erano stati rubati da figure prominenti del vecchio regime. Pochi mesi prima del golpe, Wajdi Saleh, uno degli ufficiali del Comitato, aveva permesso alla BBC un tour delle unità di stoccaggio. “Queste persone avevano organizzato una delle operazioni di riciclaggio più ingenti del pianeta. Stiamo cercando di rintracciare miliardi di dollari di cui si sono perse le tracce” aveva dichiarato Wajdi Saleh, che ora è stato arrestato insieme a molte delle figure più rilevanti del Governo di transizione. Si ritiene che le recenti indagini condotte dal Dismantling Committee stessero creando agitazione ai vertici dell’esercito. Stavano infatti venendo a galla alti livelli di corruzione tra gli ufficiali di grado più alto.

Dopo il golpe, è stato rimosso un blocco a uno dei porti chiave del Paese: si sospetta che fosse stato proprio l’esercito a organizzare il blocco, così da accrescere la pressione economica sul Governo di transizione. Ora che il blocco è stato rimosso, a Khartoum sono arrivate maggiori scorte alimentari a prezzi più bassi. Ma, nonostante azioni come queste, che mostrano come l’esercito avesse pianificato le proprie mosse con una certa cura, nella speranza di attirare la popolazione dalla propria parte, la popolazione sembra risoluta nel difendere la rivoluzione. Il supporto popolare al Primo Ministro deposto, Abdallah Hamdok, sembra essere ampiamente diffuso.

Due settimane dopo il colpo di Stato militare, le strade della capitale Khartoum sono ancora bloccate dalle barricate costruite dai manifestanti, anche se nella maggior parte dei posti sono state spostate per permettere al traffico di scorrere.

C’è però, tra la popolazione, il timore diffuso che le proteste e una reazione violenta da parte delle autorità possano esplodere in qualsiasi momento.

Fonte: BBC News

Link: https://www.bbc.com/news/world-africa-59174642

(Featured Image Source: Wikimedia Commons)