Rassegna settimanale 19-25 luglio 2021: Africa Subsahariana
19 luglio, Sudafrica – Processo online per l’ex presidente Jacob Zuma
Nel tentativo di prevenire una nuova ondata di proteste e violenze, il processo a carico dell’ex presidente sudafricano Jacob Zuma è ripreso online. Sebbene il procedimento si stesse svolgendo virtualmente, la sicurezza era stretta intorno all’Alta Corte nella città sud-orientale di Pietermaritzburg, la capitale della regione natale di Zuma del KwaZulu-Natal, dove i lealisti di Zuma si sono riuniti in manifestazioni di sostegno.
Zuma deve rispondere di 16 accuse di frode, corruzione e racket legati all’acquisto nel 1999 di aerei da combattimento, motovedette ed equipaggiamento militare da cinque aziende europee di armi quando era vicepresidente.
Fonte: Africanews
Link: https://www.africanews.com/2021/07/19/zuma-graft-trial-resumes-online-after-deadly-south-africa-violence/
20 luglio, Mali – Attacco al presidente ad interim
Il presidente ad interim del Mali Assimi Goita è stato preso di mira in un tentativo di accoltellamento dopo le preghiere di Eid al-Adha nella Grande Moschea della capitale Bamako.
L’attacco ha avuto luogo, secondo i testimoni, mentre l’imam stava accompagnando i fedeli fuori dalla moschea per compiere un sacrificio animale e l’aggressore è stato immediatamente arrestato dalle forze di sicurezza presenti in loco.
Nell’agosto 2020, il colonnello Goita aveva guidato un colpo di stato militare che aveva rimosso il presidente assediato Ibrahim Boubacar Keita dopo mesi di proteste antigovernative per la corruzione percepita e l’incapacità di affrontare una crisi di sicurezza. Alla fine di maggio, Goita, che serviva come vicepresidente del Mali in un governo di transizione incaricato di riportare il paese al governo civile nel febbraio 2022, ha ripreso il potere dopo aver accusato il presidente ad interim Bah Ndaw e il primo ministro Moctar Ouane di non averlo consultato in merito un rimpasto di governo.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2021/7/20/knife-attack-mali-interim-president-assimi-goita
21 luglio, Tanzania – Arrestato il leader dell’opposizione
Il partito Chadema, principale partito all’opposizione in Tanzania, ha reso nota la notizia dell’arresto del suo leader Freeman Mbowe e di altri dieci membri del gruppo politico durante una conferenza programmata per chiedere riforme costituzionali.
Gli arresti giungono 4 mesi dopo la morte del presidente Magufuli e la presa di potere da parte della prima presidente donna del Paese, Samia Suluhu Hassan. Inizialmente vi erano grandi speranze nei confronti del nuovo governo che si pensava avrebbe attuato un cambiamento radicale rispetto al governo autocratico che l’aveva preceduto. Tuttavia, secondo i sostenitori dell’opposizione, l’arresto di Mbowe e degli altri membri di Chadema ha infranto ogni speranza. Essi hanno, inoltre, chiesto a gran voce alla popolazione di protestare a livello nazionale.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2021/7/21/leader-of-tanzanias-main-opposition-party-arrested
22 luglio, Madagascar – Sventato un complotto per uccidere il presidente
Le autorità del Madagascar hanno affermato di aver sventato un complotto che mirava all’uccisione del presidente Andry Rajoelina. Tra gli arrestati vi sono cittadini stranieri, accusati voler neutralizzare e uccidere figure politiche di alto livello. La portata del complotto non è stata immediatamente chiara.
Rajoelina aveva prestato giuramento come presidente del paese dell’Oceano Indiano nel 2019 dopo un’elezione molto combattuta, assediata da accuse di frode e una sfida alla Corte costituzionale del suo principale rivale e predecessore Marc Ravalomanana. L’ex colonia francese ha avuto una lunga storia di colpi di stato e disordini da quando ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia nel 1960.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2021/7/22/madagascar-says-foiled-plot-kill-president-andry-rajoelina
23 luglio, Sudafrica – L’incendio di un magazzino causa massicci danni ambientali
Circa 1.600 sostanze chimiche sono presenti all’interno del magazzino della UPL Ltd indiana quando è stato raso al suolo durante un violento saccheggio. L’incendio che ne è seguito ha causato emissioni nell’aria potenzialmente dannose e un liquido verdastro si è infiltrato in una laguna protetta.
Il magazzino è uno delle centinaia di aziende attaccate e saccheggiate nelle province di KwaZulu-Natal (KZN) e Gauteng in alcune delle peggiori violenze dell’era post-apartheid, innescate dall’incarcerazione dell’ex presidente Jacob Zuma il 7 luglio per oltraggio alla corte.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/us-safrica-zuma-environment-upl/chemicals-in-burnt-south-africa-warehouse-caused-considerable-environmental-damage-authorities-idUSKBN2ET1TW
24 luglio, Sierra Leone – Verso l’abolizione della pena di morte
A più di 20 anni dall’ultima esecuzione che ha avuto luogo nel Paese, i legislatori della Sierra Leone hanno votato per l’abolizione della pena di morte. Il presidente Julius Maada Bio dovrebbe presto firmare il disegno di legge che renderà la Sierra Leone il 23esimo paese del continente africano ad abrogare la pena capitale.
“La strada da percorrere è ancora lunga e difficile. Tuttavia, come nazione ora possiamo essere orgogliosi di sapere che la pena di morte non è più parte del nostro sistema giudiziario”, ha affermato Basita Michael, fondatrice dell’Institute for Legal Research and Advocacy for Justice (ILRAJ).
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2021/7/24/campaigners-hail-sierre-leone-mps-move-to-abolish-death-penalty
25 luglio, Etiopia – Rifugiati eritrei sotto attacco in Tigray
Migliaia di rifugiati eritrei sono sempre più coinvolti nel conflitto nella regione etiope del Tigray, dove testimoni e funzionari delle Nazioni Unite affermano che le forze armate hanno attaccato i loro campi, rapito o ucciso alcuni dei residenti e rubato cibo e beni primari.
I rifugiati sono tra i gruppi più vulnerabili nel conflitto tigrino, scoppiato a novembre tra le forze della regione e le truppe federali etiopi. Essi sono stati presi di mira da entrambe le parti coinvolte nella guerra: le truppe eritree hanno inviato forze oltre confine per supportare i soldati etiopi e sono loro complici nella distruzione dei campi profughi, mentre i tigrini (vittime di abusi da parte dei soldati eritrei) attaccano i profughi in quanto capri espiatori.
Fonte: AfricaNews
Link: https://www.africanews.com/2021/07/23/eritrean-refugees-under-attack-in-ethiopia-s-tigray-war/
(Featured image source: Flickr United Nations Photo)