Rassegna settimanale 3-9 Maggio 2021: Africa Subsahariana
3 Maggio, Repubblica Democratica del Congo – La RDC dichiara la fine della dodicesima epidemia di ebola
La RDC ha dichiarato la fine dell’epidemia di ebola che ha infettato 12 persone nella provincia del Nord Kivu, uccidendone 6. Secondo una dichiarazione dell’ONG internazionale Medici Senza Frontiere, il dilagare del virus è stato fermato grazie all’utilizzo del vaccino Merck, somministrato a circa 1600 persone entrate in contatto con i pazienti infetti. I casi registrati erano perlopiù ricollegabili all’epidemia scoppiata tra il 2018 e il 2020, che avendo causato la morte di oltre 2000 persone è stata riconosciuta come l’ondata più violenta nella storia del virus. In comunicato, il Ministro della Salute congolese Jean-Jacques Mbungani ha espresso grande gioia per la fine della dodicesima epidemia di ebola nella provincia del Nord Kivu, resa possibile dalla “rapidità con cui il governo di Kinshasa ha messo in moto il meccanismo di risposta, nonostante l’aggravarsi delle condizioni esterne determinato dalla pandemia di Covid-19”.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2021/5/3/dr-congo-declares-end-of-ebola-outbreak
4 Maggio, Tanzania – Decise misure più severe contro le varianti del Covid-19
La Tanzania ha annunciato l’adozione di nuove misure per arginare gli effetti delle varianti del Covid-19, molto più severe di quelle messe in atto dall’ex Presidente Magufuli, profondamente scettico nei confronti della pericolosità del virus. Secondo le nuove regole, i viaggiatori in ingresso nel paese dovranno dimostrare di essere negativi al virus mostrando il certificato di un tampone effettuato nelle 72 ore precedenti al viaggio, mentre le persone provenienti da paesi che registrano un alto numero di casi saranno sottoposti, a proprie spese, ad un ulteriore test rapido. In aggiunta, per i viaggiatori provenienti da aree in cui sono diffuse le nuove varianti del virus dovranno rispettare un periodo di quarantena cautelare pari a 14 giorni. Le nuove restrizioni sono state decise dal neo Presidente Samia Suluhu Hassan, il quale, affermando che “non è appropriato” ignorare i pericoli della malattia, si è nettamente discostato dalla linea seguita dal proprio predecessore in fatto di Covid-19. Sin da aprile 2020, la Tanzania ha cessato di rendere pubblici i dati sulla diffusione del virus, con il numero di persone infette che ufficialmente si è bloccato a poco più di 500.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2021/5/4/tanzania-unveils-new-coronavirus-measures-to-combat-new-variants
5 Maggio, Tanzania – Interrotti tutti i collegamenti aerei con l’India
La Tanzania ha deciso di sospendere tutti i voli da e per l’India nella speranza di prevenire il diffondersi della variante indiana del Covid-19. In questo modo la Tanzania si unisce alla sempre più lunga lista di paesi dell’area che hanno interrotto i collegamenti aerei con il paese asiatico, tra cui Kenya e Uganda Proprio in Uganda è stato rilevato uno dei primi casi della variante indiana del virus, che ha riacceso il timore che la pandemia possa tornare a colpire tutta la regione orientale del continente. La sospensione dei voli tra Tanzania e Uganda entrerà in vigore immediatamente, con eccezioni previste solo per missioni diplomatiche, umanitarie e necessità di carattere medico.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/tanzania-stops-flights-india-amid-coronavirus-surge-2021-05-05/
6 Maggio, Malawi – I rifugiati che vivono nel paese saranno costretti a tornare nel campo di Dzaleka
Il governo del Malawi ha decretato che migliaia di rifugiati, da anni perfettamente integrati con i locali, dovranno tornare a vivere a Dzaleka, l’unico, già sovraffollato, campo profughi del paese. La decisione, molto controversa e osteggiata da numerose parti politiche, sarebbe giustificata dal deterioramento della sicurezza pubblica determinato dalla presenza dei rifugiati che, secondo il Ministro dell’Interno Richard Chimwendo, dovrebbero “tornare a vivere dove gli spetta”. Secondo i dati dell’ufficio UNHCR di Lilongwe, il campo di Dzaleka ospita al momento più di 40’000 persone, con diverse centinaia di persone che continuano ad arrivare ogni mese. In Malawi, circa il 62% dei rifugiati proviene dalla Repubblica Democratica del Congo, il 23% dal Burundi e il 14% dal Rwanda, mentre il resto è di nazionalità somala e etiope.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2021/5/6/malawi-thousands-refugees-ordered-to-return-to-overcrowded-camp
7 Maggio, Niger – Si fanno sempre più accese le proteste degli studenti dell’Università di Niamey
A Niamey, capitale del Niger, centinaia di studenti universitari si sono riuniti per protestare contro le precarie condizioni in cui versano i campus del principale ateneo del paese. La manifestazione degli studenti ha lo scopo di fare luce sulle carenze infrastrutturale dell’Università, dove non vi è nemmeno una biblioteca per effettuare ricerche accademiche, e sulla scarsa qualità dell’insegnamento. “Non è accettabile che per oltre 6000 studenti che frequentano attivamente i corsi offerti dalle varie facoltà vi siano solo 19 professori di ruolo”, ha affermato durante una delle proteste Illiassou Idrissa, il vice segretario generale dell’unioni di studenti nigeriani. Oltre a ciò, a preoccupare sono anche le scarse condizioni di sicurezza in cui vivono gli studenti, a partire dai trasporti: gli autobus messi a disposizione per i trasporti da e per l’Università, concepiti per ospitare al massimo 50 passeggeri, sono costantemente sovraffollati, con quasi 200 persone a bordo nelle ore di punta.
Fonte: AfricaNews
Link: https://www.africanews.com/2021/05/07/students-in-niger-protest-poor-living-and-learning-conditions/
8 Maggio, Ciad – Ancora proteste contro il governo militare a N’Djamena
Nella capitale N’Djamena, le forze di sicurezza nazionali del Ciad hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere la folla di persone riunitesi per protestare contro il governo militare al potere. Nonostante l’attuale presidente abbia dichiarato la volontà di accompagnare il paese verso un ripristino della democrazia, a seguito della prematura morte dell’ex presidente Idriss Deby, numerosi partii dell’opposizioni hanno rifiutato sin da subito l’idea di un governo di transizione militare, accusando l’attuale leadership di voler mettere in atto un verso e proprio colpo di stato. Infrangendo i divieti, numerosi protestanti si sono quindi riuniti nelle strade della capitale, dando vita ad una serie di proteste che sono state represse in maniera violenta dalla polizia. Nonostante non vi siano state vittime, le modalità di repressione ricordano quelle utilizzate per disperdere la folla durante una protesta dello scorso 26 aprile, in cui 5 persone sono rimaste uccise.
Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/africa/chadian-police-fire-tear-gas-disperse-protest-against-military-government-2021-05-08/
9 Maggio, Sud Sudan – Kiir scioglie il parlamento per permettere la nomina di deputati dell’opposizione
Il Presidente del Sud Sudan Salva Kiir ha deciso di sciogliere il parlamento nazionale, dando così la possibilità a deputati dell’opposizione di essere nominati e di entrare a far parte del processo legislativo. Ciò è parte di un accordo stipulato nel 2018 tra il Presidente Kiir e il Vice Presidente Riek Machar, rivali durante la guerra civile che in 5 anni ha portato alla morte di circa 380’000 persone. Secondo l’accordo, il nuovo parlamento sarà composto da 550 deputati, per la maggior parte (332 membri) provenienti dal partito SPLM di Kiir. I parlamentari non saranno eletti dalla popolazione, ma nominati dai singoli partiti. Nonostante la diffusa approvazione, gli esponenti della società civile del Sud Sudan hanno accolto in modo piuttosto freddamente la notizia, esprimendo poca fiducia nei confronti di una decisione reputata tardiva.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2021/5/9/south-sudan-president-dissolves-parliament-as-part-of-peace-deal
(Featured image source: Flickr Dani Villanueva)