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Rassegna settimanale 5-11 aprile 2021: Sud est asiatico

5 Aprile, Indonesia e Timor Est – Cresce il numero delle vittime delle alluvioni in Indonesia e a Timor Est

Domenica inondazioni improvvise e frane hanno colpito l’Indonesia e il Timor Est causando più di 100 vittime. Il portavoce dell’agenzia indonesiana per la mitigazione dei disastri, Raditya Djati, ha confessato che le piogge torrenziali e il fango hanno spaventato fin da subito i meteorologi e i soccorsi.
In Indonesia sono morte 86 persone e dozzine sono ancora disperse, le autorità temono che molte famiglie possano essere sepolte sotto le macerie e cresce anche la preoccupazione per gli sfollati che necessitano cibo, medicine e coperte.
Il presidente indonesiano Joko Widodo ha espresso la sua vicinanza a tutti i cittadini, ha esortato le persone a seguire i consigli dei funzionari durante i periodi meteorologici estremi e si è raccomandato che tutti i soccorsi siano tempestivi e pronti ad una nuova emergenza.
Anche a Dili, la capitale del Timor Est, le inondazioni hanno causato 30 morti.
L’area colpita si estende dall’isola di Flores nell’Indonesia orientale a Timor orientale e ha distrutto migliaia di case e di edifici tra domenica e lunedì.
Le frane e le inondazioni non sono rare in tutto l’arcipelago indonesiano durante la stagione delle piogge, per esempio a gennaio 40 persone sono morte quando le inondazioni improvvise hanno colpito la città di Sumedang a Java.
Nonostante queste calamità naturali siano frequenti le vittime sono tante e sono altrettante le persone che vivono in zone ad “alto rischio frane”.

Fonte:BBC
Link: https://www.bbc.com/news/world-asia-56635297

6 Aprile, Malesia – Continua il traffico di rifiuti illeciti verso la Malesia

Il ministro dell’Ambiente Tuan Ibrahim Tuan Man ha dichiarato che molte imbarcazioni con a bordo rifiuti illeciti sono state intercettate e che le compagnie di navigazione responsabili della violazione delle leggi sull’ambiente e sulle importazioni saranno oggetto di “un’azione forte e rigorosa”.
Infatti la Malesia ha dichiarato di aver rispedito 267 contenitori di rifiuti di plastica illegali nei loro paesi di origine dal 2019, e che altri 81 erano in fase di ispezione, per verificarne l’idoneità.
Purtroppo questo fenomeno è diventato ricorrente negli ultimi anni poiché la Malesia è la prima destinazione scelta per lo smaltimento dei rifiuti di plastica dopo che la Cina ne ha vietato l’importazioni nel 2018.
Dal canto suo il governo Malese sta provando in tutti i modi a fermare i container che non hanno la licenza e che quindi non sono a norma.
I criteri per lo smaltimento e l’esportazione della plastica, stabiliti nella Convenzione di Basilea firmata nel 1989, sono vincolanti, a meno che il paese importatore non abbia concesso un’esenzione.
Gli Stati Uniti producono più rifiuti di plastica pro capite di qualsiasi altro paese e sono l’unica grande nazione a non aver ratificato la Convenzione di Basilea. Tuttavia, in base al trattato, la Malesia non può accettare rifiuti di plastica vietati dagli Stati Uniti.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/us-malaysia-environment-plastic/malaysia-sends-back-over-300-containers-of-illicit-plastic-waste-idUSKBN2BT1YT

7 Aprile, Myanmar – Le truppe aprono il fuoco contro i manifestanti

Mercoledì le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti nella città nordoccidentale di Kale durante una manifestazione che aveva come obbiettivo il ripristino del governo civile di Aung San Suu Kyi.
Molti notiziari, tra cui Mizzima e Irrawaddy, hanno avuto modo di intervistare diversi testimoni, i quali hanno dichiarato di aver sentito ripetuti colpi d’arma da fuoco e aver visto almeno cinque persone morte e diverse ferite.
Molti giovani anti-milizie hanno detto che le comunicazioni sono state fortemente limitate e così hanno trovato soluzioni alternative per trasmettere il loro messaggio, producendo dei veri e propri opuscoli quotidiani che vengono condivisi digitalmente e stampati per la distribuzione tra il pubblico.
Ma l’azione di questi giovani non si ferma qui: i vertici della ribellione hanno avvertito che presenteranno prove alle Nazioni Unite delle atrocità commesse dalla giunta militare, come l’uccisione di 581 persone, tra cui dozzine di bambini, con colpi d’arma da fuoco e l’arresto di quasi 3.500 persone, con 2.750 ancora detenute.
Questa settimana gli arresti si sono concentrati su decine di influencer, intrattenitori, artisti e musicisti, tra cui il comico più famoso del paese, Zarganar, che è stato arrestato martedì.
I paesi occidentali, inclusi gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Australia, hanno imposto o inasprito le sanzioni commerciali in risposta al colpo di stato, alle detenzioni e all’uso della forza letale contro i manifestanti.
La Russia invece, che ha mostrato sostegno al consiglio militare al governo del Myanmar, martedì ha detto che l’Occidente ha rischiato di scatenare la guerra civile nel paese. L’opinione di molti reporter e politici è che il Myanmar si sta dirigendo verso l’essere uno stato fallito: “l’escalation di violenza sui civili e le milizie etniche mostra che i militari stanno perdendo sempre più il controllo del paese”, ha detto Fitch Solutions in un articolo.
Resta il fatto che più di 580 persone sono state uccise nei disordini in Myanmar dopo il colpo di stato dell’1 febbraio e le proteste e gli scioperi a livello nazionale, nonostante l’uso della forza da parte dei militari al potere per reprimere l’opposizione, continuano ancora oggi a scuotere il Paese.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/us-myanmar-politics/five-killed-in-myanmar-as-troops-open-fire-on-protesters-idUSKBN2BU0F3

8 Aprile, Filippine – USA e Filippine invocano il Trattato di Mutua Difesa

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il Segretario degli Affari Esteri filippino Teodoro Locsin, in una telefonata giovedì, hanno espresso le loro preoccupazioni condivise per le navi della milizia cinese nel Mar Cinese Meridionale, ha detto il Dipartimento di Stato USA in una dichiarazione.
La tensione, nata qualche settimana fa, non si attenua, soprattutto da quando le navi cinesi sono entrate all’interno della esclusiva zona economica, non rispettando il limite delle 200 miglia da Whitsun Reef nel Mar Cinese Meridionale.
I diplomatici cinesi hanno detto che le barche si stavano riparando dal mare mosso e nessuna milizia era a bordo, ma questa dichiarazione non ha tranquillizzato il presidente filippino.
Blinken ha anche sottolineato che un Trattato di mutua difesa lega i due paesi e si applica al Mar Cinese Meridionale, rendendo possibile un’azione congiunta per un’eventuale invasione del territorio filippino.
Brunei, Malesia, Filippine, Taiwan, Cina e Vietnam hanno rivendicazioni territoriali concorrenti nel Mar Cinese Meridionale, attraverso il quale passano almeno 3,4 trilioni di dollari di scambi annuali.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/us-philippines-china-southchinasea-usa/u-s-philippine-top-diplomats-express-concerns-over-chinese-militia-boats-idUSKBN2BW06C

9 Aprile, Thailandia e Filippine – Tornano a crescere i casi giornalieri di Covid in Asia

La Thailandia ha segnalato venerdì 559 nuovi casi di Corona virus, facendo aumentare il tasso di positività giornaliero e portando il numero totale di infezioni a 30.869, con 96 morti. 
Mentre il ministero della salute delle Filippine ha riferito di 401 nuovi decessi per Corona virus, il più alto picco di decessi in un solo giorno dall’inizio della pandemia.
In un bollettino, il ministero ha detto che il totale dei casi confermati era salito a 840.554, mentre i decessi confermati erano arrivati a 14.520.
Sebbene questi dati potrebbero sembrare non allarmanti si deve tenere a mente che spesso in questi paesi non ci sono le strutture adatte ad ospitare un numero cosi elevato di malati né i mezzi necessari a curarli.

Fonti: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/us-health-coronavirus-thailand-cases/thailand-reports-559-new-coronavirus-cases-1-new-death-idUSKBN2BW0DI
https://www.reuters.com/article/us-health-coronavirus-philippines/philippines-records-401-coronavirus-deaths-highest-daily-increase-idUSKBN2BW0XY

10 Aprile, Myanmar – L’ambasciatore del Myanmar viene sollevato dal suo incarico

L’ex ambasciatore del Myanmar a Londra, Kyaw Zwar Minn, ha trascorso mercoledì sera nella sua auto dopo aver detto di essere stato bloccato fuori dalla sua ambasciata.
Giovedì mattina, attraverso un portavoce davanti all’ambasciata, Kyaw Zwar Minn ha esortato il governo britannico a non riconoscere il nuovo ambasciatore della giunta militare e a rimandarlo in Myanmar: “c’è stato un colpo di stato in Myanmar a febbraio. Ora c’è la stessa situazione nel centro di Londra”, ha detto, aggiungendo che il personale dell’ambasciata è stato minacciato di “severe punizioni se non continuano a lavorare per il generale militare”.
In risposta il Ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, ha condannato le “azioni di bullismo”, seppur accettando, infine, il cambiamento.
Infatti, secondo la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, il lavoro di un ambasciatore termina ufficialmente una volta che il paese ospitante è stato informato, così il Foreign Office è stato obbligato ad accettare la decisione presa dal regime del Myanmar.
A marzo, l’ambasciatore a Londra, Kyaw Zwar Minn aveva chiesto il rilascio della signora Suu Kyi e aveva predetto il possibile scoppio di una guerra civile.
In risposta, il governo del Myanmar rilasciò una dichiarazione chiedendo il suo immediato ritorno in Myanmar, ordine che l’ambasciatore disattese rimanendo a Londra.
Ai sensi dell’articolo 43 della Convenzione, se il regime militare in Myanmar vuole licenziare il suo ambasciatore a Londra, può farlo, basta che notifichi formalmente l’atto all’Ufficio per gli Affari Esteri e “la funzione dell’agente diplomatico è terminata”.
Il governo del Regno Unito non ha altra scelta se non accettarlo, ma ci si chiede se riconoscerà anche l’ormai ex ambasciatore come una sorta di rappresentante dell’amministrazione deposta.

Fonte: BBC
Link: https://www.bbc.com/news/world-asia-56670524

11 Aprile, Filippine – Una “finestra” per accordi migliori

I capi della difesa filippini e statunitensi domenica hanno espresso la speranza di riprendere l’esercitazione militare congiunta “Balikatan” che è stata annullata lo scorso anno, mentre discutevano della situazione nel Mar Cinese Meridionale.
Il Segretario alla Difesa filippino Delfin Lorenzana e il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin III hanno anche discusso, in una conferenza telefonica, dei recenti sviluppi nella sicurezza regionale.
“Entrambi attendono con impazienza lo svolgimento dell’esercizio Balikatan”, afferma il comunicato.
Austin, durante la conferenza telefonica, ha ribadito l’importanza del Visiting Forces Agreement (VFA) tra i due Paesi, mentre Lorenzana si è impegnata a discutere la questione con il presidente Rodrigo Duterte.
A febbraio, Duterte ha dichiarato di non aver ancora preso una decisione sul futuro dell’accordo di dispiegamento di truppe vecchio di due decenni con gli Stati Uniti.
Il VFA fornisce il quadro giuridico in base al quale le truppe statunitensi possono operare a rotazione nelle Filippine.
Le relazioni tra gli Stati Uniti e la loro ex colonia asiatica sono state complicate dal 2016, quando Duterte ha ripetutamente rilasciato dichiarazioni in cui condannava la politica estera degli Stati Uniti, avvicinandosi alla Cina.
Il periodo di sospensione della VFA è stato prorogato due volte, creando ciò che i funzionari filippini dicono sia una “finestra per accordi migliori”.
Lorenzana ha anche cercato l’assistenza di Austin per accelerare la consegna delle dosi del vaccino COVID-19, sviluppato dalla società farmaceutica e biotecnologica americana Moderna che le Filippine hanno ordinato.
Austin “esaminerà la questione e la porterà all’attenzione dell’ufficio interessato”, afferma la dichiarazione.
Per ora non ci sono ancora le basi per un’alleanza solida tra i due Paesi, anche se il dialogo sembrerebbe aver portato i suoi frutti.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/us-philippines-usa-southchinasea/philippines-u-s-defence-chiefs-hope-to-resume-joint-military-drill-idUSKBN2BY07A

 

(Featured image source: Flickr Armada española)