Rassegna settimanale 11-17 Gennaio 2021: Africa Subsahariana
11 Gennaio, Uganda – Bloccati gli account Facebook di alcuni membri del governo di Museveni
Gli account Facebook di numerosi funzionari governativi e di alcuni membri del partito al potere sono stati bloccati a seguito delle accuse mosse dal gigante dei social network, che aveva denunciato la leadership ugandese di manipolazione dell’opinione pubblica in vista delle elezioni presidenziali previste per il 14 gennaio. Tra le motivazioni che hanno spinto Facebook ad oscurare gli account spicca quella legata all’utilizzo improprio della piattaforma da parte del Ministero per l’informazione e le comunicazioni, che avrebbe creato profili fasulli per gestire le pagine social e commentare i post degli utenti con l’obiettivo di aumentare la popolarità di alcuni post legati alle incombenti elezioni. Don Wanyama, il capo dell’ufficio stampa del Presidente Museveni, che ha visto oscurati i propri profili Facebook e Instagram, ha accusato la compagnia statunitense di voler esercitare influenza sull’esito delle votazioni. Sebbene gli account di Museveni non siano stati ancora bloccati, lo shutdown ha contribuito a rendere ancora più teso il clima in vista delle elezioni, considerate tra le più delicate della storia del Paese.
Fonte: Al Jazeera
12 Gennaio, Nigeria – Le autorità stanno lavorando per definire il budget da destinare al vaccino contro il Covid-19
La Ministra delle Finanze Zainab Ahmed ha dichiarato che la Nigeria è attualmente al lavoro per scegliere quale vaccino contro il Covid-19 utilizzare e decidere le quantità di dosi necessarie, affermando inoltre che il Ministero provvederà ad inserire misure finanziarie specifiche per il vaccino nel bilancio del 2021. Le autorità nigeriane avevano già reso nota la collaborazione del Paese con il programma COVAX, finanziato dall’OMS e finalizzato a velocizzare la ricerca e lo sviluppo di vaccini per tutti i Paesi del mondo. Secondo il Ministero delle Finanze, la Nigeria dovrebbe ricevere in dono dosi di vaccino in grado di coprire il fabbisogno del 20% della popolazione, mentre le dosi per il restante 50% di nigeriani che dovrebbero essere vaccinati per raggiungere l’immunità di gregge, saranno acquistate grazie ad un budget supplementare in via di definizione.
Fonte: Reuters
13 Gennaio, Etiopia – Sono più di ottanta le vittime di un sanguinoso attacco nell’ovest del Paese
Secondo l’Ethiopian Human Rights Commission (EHRC), l’organo nazionale preposto alla tutela dei diritti umani in Etiopia, ammonterebbero a più di ottanta le vittime dell’ultimo attacco che ha insanguinato la regione del Benishangul-Gumuz, a confine con Sudan e Sud Sudan. Aaron Maasho, portavoce dell’EHRC, ha dichiarato che le vittime, tutte civili, hanno un’età compresa tra i 2 e i 45 anni, mentre l’attacco non è stato ancora rivendicato e non sono pervenute comunicazioni riguardanti l’identità dei carnefici. La zona in cui si è verificato l’attacco è tristemente nota per essere molto spesso scenario di episodi violenti negli ultimi mesi: lo scorso 23 dicembre 207 persone hanno perso la vita a causa di violenze perpetrate da gruppi etnici rivali. Nonostante gli sforzi del primo ministro Abiy Ahmed, che ha deciso di rafforzare le misure di sicurezza nella regione a seguito di una visita poche settimane fa, l’attuale governo, in carica dal 2018, sembra aver perso il controllo sui conflitti etnici interni al Paese e in particolare nelle aree periferiche.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2021/1/13/over-80-killed-in-west-ethiopia-attack-rights-commission
14 Gennaio, Madagascar – Più di un milione di persone rischiano di soffrire la fame in Madagascar
Secondo il WFP, il programma delle Nazioni Unite per la sicurezza alimentare, più di un milioni di persone in Madagascar, in particolare nelle aree meridionali dell’isola, avranno bisogno di ricorrere agli aiuti internazionali per il sostentamento nel 2021. I numeri forniti dal WFP per l’anno appena iniziato testimoniano il fatto che le persone a serio rischio di insicurezza alimentare nel Paese saranno più del doppio di quelle del 2020. Le motivazioni alla base di una crisi così grave sono essenzialmente legate alla persistente situazione di carestia prodotta dagli scarsi raccolti dell’ultimo anno, che hanno costretto migliaia di persone a lasciare definitivamente le proprie case alla ricerca di nuove fonti di sostentamento. In aggiunta a ciò, gli effetti della pandemia di Covid-19 hanno ulteriormente contribuito ad aggravare la situazione, causando il blocco dei lavoratori normalmente impiegati durante le stagioni di raccolta.
Fonte: Reuters
15 Gennaio, Repubblica Centrafricana – L’UNHCR denuncia l’aggravarsi della crisi umanitaria
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha avvertito che, a partire dallo scorso dicembre, più di 60’000 persone sono state costrette a scappare dalla Repubblica Centrafricana, con numeri che sono quasi raddoppiati nel giro di una settimana. Solo lo scorso 13 gennaio, secondo un report presentato durante un briefing tenutosi nel quartier generale dell’agenzia a Ginevra, più di 10’000 persone avrebbero attraversato il fiume Ubangi per cercare asilo nella Repubblica Democratica del Congo. Inoltre, nel giro di un mese circa 9’000 persone hanno cercato rifugio nei confinanti Congo Brazzaville, Ciad e Camerun. L’emergenza in atto è causata dai violenti scontri tra le forze governative e i numerosi gruppi armati presenti nel Paese, in aperto scontro sin dal 19 dicembre, quando, in vista delle imminenti elezioni, la Coalition of Patriots for Change (CPC), una coalizione formata da sei tra le più potenti milizie che controlla gran parte del territorio nazionale sin dallo scoppio della guerra civile nel 2013, ha annunciato un’offensiva finalizzata a prevenire la conferma di Faustine Archange Touadéra al potere.
Fonte: AfricaNews
Link: https://www.africanews.com/2021/01/15/60-000-people-fled-car-violence-in-one-week-unhcr/
16 Gennaio, Uganda – Museveni riconfermato al potere per il sesto mandato consecutivo
Le elezioni presidenziali tenutesi il 14 gennaio hanno conferito a Yoweri Museveni, al potere ormai da quasi 35 anni, la possibilità di rimanere al comando del governo ugandese per altri 5 anni. La vittoria è arrivata a seguito di uno dei periodi elettorali più sanguinosi degli ultimi anni, che hanno visto un totale di 54 vittime solo lo scorso novembre, quando l’esercito e le forze di polizia hanno violentemente represso le proteste guidate dal leader dell’opposizione Bobi Wine. Wine, il cui vero nome è Robert Kyagulanyi Ssentamu, ha dichiarato di non accettare i risultati elettorali, che secondo l’opposizione sarebbero una colossale “truffa” ai danni del popolo ugandese, nonostante Museveni abbia dichiarato che quelle appena concluse sono da considerare le elezioni più trasparenti sin dalla dichiarazione di indipendenza dal Regno Unito nel 1962. Museveni è ora al centro di critiche che lo vedono al pari delle figure politiche che, a partire dal 1986, anno in cui ottenne per la prima volta il potere, ha sempre promesso di combattere. Dopo aver modificato la Costituzione per eliminare i limiti di età e quelli del numero dei mandati presidenziali, Museveni ha infatti assunto le caratteristiche di un leader autoritario e, a 76 anni, non sembra ancora disposto a parlare di un’eventuale successione.
Fonte: Al Jazeera
17 Gennaio, Burundi – Migliaia di sfollati cercano rifugio in seguito alle forti alluvioni delle ultime settimane
Sono migliaia le persone costrette a fuggire dal Burundi a causa delle forti inondazioni che hanno colpito il Paese negli ultimi giorni. La regione più interessata dalle alluvioni è quella di Gatumba-Mutimbuzi, a circa 5 chilometri da Bujumbura e adiacente al confine con la Repubblica Democratica del Congo, dove a partire dallo scorso 11 gennaio il fiume Rusizi, affluente del lago Tanganica, ha rotto gli argini provocando ingenti danni. Si tratta della seconda grave crisi ambientale che ha colpito il Paese centrafricano in meno di un anno: a maggio 2020 più di 27’000 persone sono state costrette a lasciare a fuggire e molte di loro non hanno fatto ancora ritorno alle proprie abitazioni. Sebbene secondo gli esperti le cause sarebbero imputabili soprattutto ai cambiamenti climatici, sono comunque da considerare anche motivazioni legate ad una cattiva gestione e pianificazione del territorio.
Fonte: AfricaNews
(Featured Image Source: Flickr Adam Jones)