Rassegna settimanale 9-15 novembre 2020: Giappone e Corea del Sud
9 novembre, Giappone – Le aziende giapponesi colpite dal virus ricorrono alla pensione anticipata
Tokyo – il numero di aziende giapponesi che hanno introdotto programmi di pensione anticipata nei primi dieci mesi dell’anno è più che raddoppiato rispetto all’anno scorso, per effetto della pandemia di coronavirus, secondo un’indagine di una società di ricerca.
L’improvviso calo della domanda sta costringendo i dirigenti a tagliare i costi con la riduzione del personale, ha spiegato la Tokyo Shoko Research.
La pensione anticipata è stata offerta da 72 società a un totale di circa 14.000 impiegati alla data del 29 ottobre, superando le 35 società e circa 11.350 impiegati dell’anno scorso.
“Alcune società hanno abbassato l’età elegibile per il pensionamento a trentenni o addirittura a ventenni (dall’età usuale che va dai 45 in su), perché hanno urgentemente bisogno di ridurre il proprio organico in risposta al peggioramento dei guadagni”, ha riportato l’agenzia.
Il governo ha preso misure a supporto delle aziende colpite dalla pandemia, offrendo sussidi per aiutarle a pagare congedi fino alla fine dell’anno.
Nonostante l’estensione dei sussidi oltre la loro scadenza alla fine dell’anno, le aziende continueranno a preoccuparsi riguardo al loro futuro alla fine del programma e, secondo le previsioni, un numero importante di imprese sceglierà di affidarsi alla pensione anticipata nel 2021.
La richiesta di rimanere in casa in Giappone ha colpito duramente i ristoratori e le aziende tessili in particolare, dato che i consumatori sono diventati più cauti nell’andare a fare shopping o a mangiare fuori. Delle 72 società, infatti circa il 17% proviene da questi due settori, secondo la Tokyo Shoko Research.
Fonte: Japan Today
Link: https://japantoday.com/category/business/Virus-hit-Japanese-companies-turn-to-early-retirement-to-cut-costs
10 novembre, Corea del Sud – I passeggeri diretti in Cina dovranno presentare due test negativi al Covid-19
I passeggeri dei voli diretti in Cina dalla Corea del Sud devono presentare due test negativi al coronavirus prima di salire a bordo a partire da questa settimana, hanno comunicato martedì le autorità sanitarie.
A partire da mercoledì, la Cina richiederà a tutti i passeggeri in arrivo dalla Corea del Sud, a prescindere dalla nazionalità, di fornire due risultati negativi al test per il coronavirus provenienti da due diversi laboratori, secondo il Korea Disease Control and Prevention Agency (KDCA).
I test devono essere fatti entro 48 ore dalla partenza e svolti in strutture selezionate dall’Ambasciata cinese a Seoul. I passeggeri dovranno pagare circa 400.000 won (US$359) per i due test.
Il governo cinese fino ad ora ha sempre richiesto un solo test negativo al virus ai passeggeri diretti in Cina prima dei voli.
Fonte: The Korea Times
Link: https://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2020/11/119_299030.html
11 novembre, Corea del Sud – La Corea del Sud invitata al summit del G7 dalla Gran Bretagna
L’invito del Regno Unito alla Corea a partecipare al summit del G7 dell’anno prossimo riflette il rafforzamento della posizione di Seoul a livello internazionale, tanto da suggerire anche un maggior peso delle nazioni asiatiche nello scenario globale, ha comunicato Cheong Wa Dae.
Il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha, infatti, rivolto l’invito a Moon per la sessione del G7 dell’anno prossimo, che si terrà nel Regno Unito. Allo stesso modo, il Presidente Donald Trump ha invitato Moon al summit di quest’anno, includendo Corea, Australia e India. Kang ha sottolineato che non è ancora chiaro se gli Stati Uniti terranno un summit in presenza quest’anno.
In ogni caso, le ripetute chiamate che invitano la Corea a unirsi al summit sono significative perché vanno a confermare la sua levatura internazionale, ma riflettono anche l’opinione della comunità internazionale sull’obiettivo recentemente annunciato da Moon di rendere la Corea esente da emissioni carbonio entro il 2050 e il programma del Paese di ospitare il P4G summit l’anno prossimo, un’iniziativa legata alla lotta al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile.
Fonte: The Korea Times
Link: https://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2020/11/120_299166.html
12 novembre, Giappone -La Tohoku Electric ottiene il permesso di far ripartire il reattore di Miyagi danneggiato nel 2011
La Tohoku Electric Power ha comunicato mercoledì di aver ricevuto l’autorizzazione di un governatore locale per la riaccensione di uno dei suoi reattori nucleari, quasi un decennio dopo i danni causati dal terremoto e dallo tsunami che hanno provocato il disastro di Fukushima.
Yoshihiro Murai, il governatore della Prefettura di Miyagi, dove si trova la centrale nucleare di Onagawa della Tohoku Electric, ha approvato la riaccensione del reattore n.2 mercoledì.
Se riacceso, il reattore n.2 di Onagawa sarebbe la prima unità nucleare della compagnia a tornare in attività nella costa giapponese del Nord Pacifico dopo la catastrofe. La Tohoku Electric ha ricevuto l’approvazione per riavviare il reattore a febbraio, anche se non ha ancora definito una data perché sono necessarie altre autorizzazioni e i lavori di miglioramento di alcune misure di sicurezza proseguiranno fino a marzo 2020.
Onagawa era la più vicina tra le centrali nucleari del Giappone all’epicentro del terremoto magnitudo 9, che nel marzo 2011 ha innescato uno tsunami che ha provocato 20.000 vittime e causato il peggior disastro nucleare da Chernobyl nel 1986.
La centrale è stata inondata dallo tsunami, ma ha mantenuto il suo sistema di raffreddamento intatto, proteggendo i suoi reattori dalla minaccia di una fusione simile a quella di Fukushima Daiichi della Tokyo Electric Power.
Il disastro di Fukushima ha portato all’arresto dei 54 reattori operativi del Giappone, ognuno dei quali dovrà essere rinnovato seguendo nuovi standard dopo i problemi operativi e normativi evidenziati dalla catastrofe.
Fonte: Japan Today
Link: https://japantoday.com/category/national/update-1-tohoku-electric-gets-nod-to-restart-reactor-damaged-in-2011-disaster
13 novembre 2020, Corea del Sud – La coreana GL Rapha produrrà il vaccino russo anti-Covid-19
La società bio-tech GL Rapha produrrà 150 milioni di dosi del vaccino russo Sputnik V anti-Covid in Corea ogni anno, ha comunicato il Russian Direct Investment Fund (RDIF) venerdì.
Secondo il Fondo sovrano russo, la produzione locale del vaccino inizierà il prossimo mese per il lancio internazionale a gennaio. Il vaccino prodotto in Corea sarà distribuito a livello globale.
Il RDIF ha affermato di aver ricevuto richieste per più di 1,2 miliardi di dosi dello Sputnik V da più di 50 Paesi, aggiungendo che le scorte del vaccino per il mercato globale saranno prodotte da Corea del Sud, India, Brasile, Cina e altri Stati per permettere la produzione annua di 500 milioni di dosi fuori dalla Russia. Sta considerando anche nuove richieste da altri Paesi e aziende per aumentare ancora di più la capacità di produzione all’estero.
Il vaccino, tuttavia, continua a destare preoccupazioni in Europa e Nordamerica, perché Mosca l’ha autorizzato ad agosto, dopo meno di due mesi dall’inizio dei test sugli esseri umani e senza una fase tre della sperimentazione.
Fonte: The Korea Times
Link: https://www.koreatimes.co.kr/www/tech/2020/11/693_299263.html
14 novembre 2020, Giappone – Tokyo supera i 300 casi di Covid-19 per il quarto giorno consecutivo
Tokyo ha riportato più di 300 nuovi casi di Covid-19 per il quarto giorno consecutivo. Dei 352 nuovi casi, 103 pazienti sono ventenni, 76 sono trentenni, 44 sono sulla cinquantina e 43 sulla quarantina. Si registrano 50 nuovi pazienti di 65 anni o di età maggiore, secondo il governo metropolitano di Tokyo.
A 41 pazienti sono stati diagnosticati sintomi acuti che richiedono l’uso dei ventilatori o di strumenti di ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO), che fanno circolare il sangue in un polmone artificiale.
Fonte: Asahi Shimbun
Link: http://www.asahi.com/ajw/articles/13930874
15 novembre 2020, Giappone – Giappone, Cina e altre nazioni asiatiche sottoscrivono il trattato commerciale RCEP
I Paesi dell’Asia Pacifica, tra cui Giappone, Cina e altri dieci membri dell’ASEAN hanno firmato un trattato commerciale regionale domenica, portando alla conclusione di otto anni di negoziazioni, nonostante il ritiro dell’India.
I 15 firmatari della “Regional Comprehensive Economic Partnership” hanno raggiunto un accordo che mira al taglio delle tariffe e a stabilire regole comuni in aree come e-commerce e proprietà intellettuale, durante un summit virtuale dei vari leader. L’accordo – che include Australia, Nuova Zelanda e Corea del Sud – darà vita alla zona di scambio più grande dell’Asia, comprendendo circa un terzo della popolazione mondiale.
Si tratta del primo patto commerciale del Giappone sia con la Cina, il suo principale partner commerciale, sia la Corea del Sud, dato che le trattative per un patto trilaterale sono ancora in corso.
I sostenitori dell’accordo, che riguarda 2,2 miliardi di persone per un PIL complessivo di 26,2 trilioni di dollari, ritengono che rafforzerà le economie indebolite dalla pandemia riducendo le tariffe, consolidando le filiere con regole di origine comuni, e codificando le nuove regole per l’e-commerce.
Secondo gli esperti, possibili cambiamenti delle dinamiche regionali a favore della Cina dipenderanno dalla risposta degli Stati Uniti, già usciti nel 2017 dal Partenariato Trans-Pacifico (in inglese Trans-Pacific Partnership, TPP) per volere del Presidente Donald Trump.
Il nuovo accordo eliminerà le tariffe fino al 91% sulle merci e, in particolare, il Giappone taglierà il 61% delle tariffe sulle importazioni agricole dalle nazioni dell’ASEAN, Australia e Nuova Zelanda, il 56% per la Cina e il 49% per la Corea del Sud, mentre manterrà le tariffe su cinque categorie di prodotti – riso, grano, latticini, zucchero, manzo e maiale – per tutelare i coltivatori nazionali.
Viceversa, gli altri Paesi taglieranno il 91% delle tariffe sulle esportazioni industriali del Giappone.
Fonte: The Japan Times
Link: https://www.japantimes.co.jp/news/2020/11/15/business/asia-pacific-rcep-trade-deal/
(Featured Image Source: Wikimedia)