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Rassegna settimanale 28 settembre – 4 ottobre 2020: Africa Subsahariana

28 settembre, Etiopia – Attacchi armati nella regione di Benishangul-Gumuz

Secondo la Commissione etiope per i diritti umani, gli attacchi armati che si sono verificati nella regione Benishangul-Gumuz hanno causato la morte di circa 15 persone. Non si tratta del primo atto di violenza nei confronti della popolazione della regione al confine tra Etiopia e Sudan, violenze che hanno spinto almeno 300 persone ad abbondare le proprie abitazioni. Il presidente della Commissione etiope per i diritti umani ha chiesto espressamente un maggiore intervento da parte delle autorità regionali e federali, affinché ci sia un implemento nella tutela della sicurezza nella regione.

Questi attacchi rappresentano l’ennesima sfida in materia di sicurezza per la leadership di Abiy Ahmed.

Fonte: Al Jazeera

Link: https://www.aljazeera.com/news/2020/9/26/armed-fighters-kill-at-least-15-people-in-western-ethiopia

29 settembre, Mali – Posticipata la revoca delle sanzioni da parte dell’ECOWAS

Subito dopo il colpo di stato del 18 agosto che ha rovesciato il presidente Keita e ha portato una giunta militare a guidare il Paese, i leader dell’ECOWAS hanno annunciato una serie di sanzioni che sono state applicate nei confronti del Paese e che sarebbero state revocate solo dopo l’istituzione di un governo di transizione civile. La scorsa settimana l’ex ministro della difesa Bah Ndaw ha prestato giuramento come presidente ad interim e dopo tale decisione ci si aspettava un intervento dell’ECOWAS volto a revocare le sanzioni. Tuttavia, la scelta del nuovo presidente non sembra soddisfare i leader dell’Africa occidentale, secondo i quali la giunta militare deve ancora soddisfare la loro richiesta di un civile a pieno titolo almeno in veste di vicepresidente.

Fonte: Africa News

Link: https://www.africanews.com/2020/09/28/mali-s-sanctions-may-take-longer-than-expected-to-be-lifted/

30 settembre, Kenya – Il presidente Kenyatta si reca in visita a Parigi

Dopo aver ricevuto a Nairobi Emmanuel Macron lo scorso marzo, Uhuru Kenyatta si è recato in visita ufficiale a Parigi per un incontro con il presidente francese. I due presidenti firmeranno una serie di accordi riguardanti l’implemento di infrastrutture idriche ed energetiche e ci si aspetta anche la firma di un importante contratto dal valore di 1,6 miliardi di euro per la realizzazione di nuove strade in Kenya.

Il primo viaggio oltreconfine del presidente Kenyatta dopo la pandemia da Covid-19 rappresenta uno sforzo concreto da parte del Paese africano al fine di rafforzare le sue relazioni bilaterali con Parigi, a sua volta attratta dalla crescita dell’economia keniota e fermamente intenzionata a far valere la sua presenza nel Paese, a discapito di Pechino.

Fonte: Africa News

Link: https://www.africanews.com/2020/09/30/kenya-kenyatta-visits-paris-to-sign-major-contracts/

1 ottobre, Ruanda – I sopravvissuti al genocidio chiedono di velocizzare il processo a Kabuga

Felicien Kabuga, il magnate ruandese accusato di aver finanziato il genocidio dei tutsi per mano degli hutu, si trova in Francia in attesa di essere processato. Il processo a suo carico si dovrebbe tenere al tribunale di Arusha, nel nord della Tanzania, distaccamento della Corte penale internazionale dell’Aja. Tuttavia, l’avvocato di Kabuga ha avanzato la richiesta di avviare il processo all’Aja, poiché il trasferimento dell’accusato, data l’età avanzata, potrebbe comportare dei rischi. Inoltre, le tempistiche di avvio del processo si stanno notevolmente dilungando e i sopravvissuti al genocidio hanno chiesto a gran voce di velocizzare le pratiche burocratiche che stanno causando i rallentamenti, affinché venga finalmente fatta giustizia per quanto accaduto.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/article/us-warcrimes-rwanda/rwanda-genocide-survivors-want-speedy-trial-for-kabuga-but-court-faces-delays-idUSKBN26M6D5

2 ottobre, Sudan – Verso la pace con i ribelli dopo decenni di conflitti

È un accordo di pace storico quello che il governo sudanese e i rappresentanti dei ribelli sono in procinto di firmare, poiché potrebbe effettivamente porre la parola fine a decenni di conflitti che hanno causato la morte di centinaia di migliaia di persone. Risolvere i conflitti interni è una delle priorità del governo di transizione, al potere da quando l’ex dittatore Omar al-Bashir è stato destituito lo scorso anno. Entrambe le parti mettono in luce l’importanza dell’accordo che potrebbe davvero rappresentare per il Paese l’inizio di una nuova era caratterizzata da democrazia, libertà, pace e giustizia.

Fonte: Al Jazeera

Link: https://www.aljazeera.com/news/2020/10/1/sudan-to-strike-peace-with-rebels-after-decades-of-war

3 ottobre, Burkina Faso – Diabré e Zida candidati alle elezioni presidenziali

Si terranno il 22 novembre le elezioni presidenziali in Burkina Faso per cui Zephirin Diabré, leader del partito di opposizione Union for Progress and Change (UPC), e Isaac Zisa, ex primo ministro, hanno presentato la loro candidatura. Alle precedenti elezioni, tenutesi nel 2015, Diabré aveva ottenuto il 29,65% dei voti ed era stato sconfitto dall’attuale presidente Kaboré, che in tutta probabilità di candiderà per un secondo mandato.

Isaac Zida, invece, è attualmente in esilio in Canada, ma ha comunque deciso di presentare la propria candidatura, fiducioso di poter rientrare nel Paese prima delle elezioni e di poter offrire al popolo del Burkina Faso giustizia e pace, necessarie affinché si possa porre la parole fine ai numerosi conflitti che affliggono il Paese.

Fonte: Africa News

Link: https://www.africanews.com/2020/10/03/burkina-faso-election-opposition-leaders-diabre-zida-register-as-candidates/

4 ottobre, Etiopia – Gli Oromo festeggiano il festival Irreecha sotto stretti controlli

Gli appartenenti all’etnia Oromo, il gruppo etnico più numeroso presente in Etiopia, hanno festeggiano il tradizionale festival Irreecha nella città di Bishoftu e nella capitale Addis Abeba. Lungo le strade delle città vi è stato un notevole dispiegamento di forze dell’ordine, il cui obiettivo era evitare che, come già successo in passato, i festeggiamenti potessero trasformarsi in una violenta protesta da parte degli appartenenti all’etnia. Nel 2016, per esempio, le celebrazioni si erano trasformate in proteste che hanno portato alla morte di circa 50 persone.

L’impiego delle forze di polizia ha garantito manifestazioni tranquille, anche se non sono mancati atti e simboli di rivendicazione dei propri diritti da parte delle frange più estreme dell’etnia.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/article/us-ethiopia-politics/ethiopias-oromo-celebrate-tense-thanksgiving-amid-tight-security-idUSKBN26P0ER

 

(Featured image source: Flickr UNAMID)