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Rassegna settimanale 21-27 settembre 2020: Africa Subsahariana

21 Settembre, Mali – L’ex Ministro della Difesa Bah Ndaw eletto presidente ad interim

Bah Ndaw, ex Ministro della Difesa, e il Colonnello Assimi Goita, leader Comitato Nazionale per la Salvezza del Popolo (CNSP), sono stati eletti rispettivamente presidente e vicepresidente del nuovo governo di transizione creato dopo la destituzione di Ibrahim Boubacar Keita, avvenuta in seguito al colpo di stato dello scorso 18 agosto. Ndaw e Goita sono stati nominati da un collegio di 17 elettori scelti dai leader militari, con l’obiettivo di supervisionare un periodo della durata di 18 mesi che culminerà con nuove elezioni e il ripristino del governo civile.

Fonte: Al Jazeera

Link: https://www.aljazeera.com/news/2020/9/21/bah-ndaw-named-malis-interim-president-colonel-named-vp

22 Settembre, Mozambico – Il World Food Programme lancia l’allarme per la crisi alimentare in Mozambico

Il World Food Programme, l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite impegnata nella lotta contro la fame, ha dichiarato che le violenze ad opera dei militanti legati allo Stato Islamico nel Nord del Mozambico stanno mettendo in serio pericolo la sicurezza alimentare di migliaia di persone. Secondo il WFP, sarebbero infatti più di 300’000 le persone costrette a fuggire da Cabo Delgado, la provincia più colpita dalle violenze, per trovare rifugio nelle province circostanti o nella vicina Tanzania. In base ai rilevamenti del sistema di prevenzione delle carestie FEWSNET (Famine Early Warning System Network), la popolazione in fuga rischia di andare incontro ad una crisi alimentare acuta (fase IPC 3), che potrebbe protrarsi fino al 2021. Inoltre, la situazione è aggravata dal fatto che la provincia di Cabo Delgado presenta uno dei tassi di malnutrizione più alti di tutto il Paese.

Fonte: Reuters

Link: https://af.reutersmedia.net/article/topNews/idAFKCN26D1AV-OZATP

23 Settembre, Etiopia – Confermato l’acquisto di 1.5 milioni di test kit per Covid-19 dalla cinese BGI Group

L’Etiopia ha deciso di acquistare 1.5 milioni di test kit per il coronavirus che verranno prodotti nella filiale etiope della cinese BGI Group, azienda specializzata in sequenziamento del genoma e produzione di attrezzature mediche, presente con 58 laboratori in 18 Paesi del mondo. L’agenzia di stampa cinese Xinhua ha affermato che uno degli obiettivi della BGI, tramite la creazione di una filiale etiope, è quello di espandere la propria presenza nel continente africano. Inoltre, la stessa agenzia di stampa ha annunciato che, una volta terminata la pandemia, la sede di BGI in Etiopia potrà essere convertita in uno stabilimento per la produzione di test kit per l’HIV, la malaria e la tubercolosi. L’Etiopia, uno dei Paesi africani con i tassi di contagio giornalieri più alti, ha registrato un totale di 69’000 infezioni da Covid-19 e più di 1’000 morti dall’inizio della pandemia.

Fonte: Reuters

Link: https://af.reutersmedia.net/article/topNews/idAFKCN26E124-OZATP

24 Settembre, Sud Africa – Gli aeroporti sudafricani si preparano per la riapertura ai passeggeri

In vista della riapertura dei confini nazionali prevista per il prossimo 1° ottobre, decisa in seguito all’appello del presidente Cyril Ramaphosa, che ha enfatizzato l’importante calo dei contagi nelle ultime settimane, gli aeroporti del Paese stanno ultimando i preparativi per la riapertura ai passeggeri internazionali. Durante una visita all’aeroporto di Città del Capo, il ministro dei trasporti Fikile Mbalula ha dichiarato che “i viaggiatori stranieri che desiderano ottenere un visto di accesso per il Sud Africa dovranno certificare la propria negatività al Covid-19 presentando i risultati di un test svolto al massimo 72 ore prima della richiesta”. Nelle fasi iniziali, oltre all’aeroporto di Città del Capo, solo gli scali di Johannesburg e di Durban saranno riaperti al traffico internazionale proveniente da Paesi considerati a basso rischio.

Fonte: AfricaNews

Link: https://www.africanews.com/2020/09/24/south-african-airports-prep-for-international-flights/

25 Settembre, Sud Sudan – ONU, da luglio più di 600’000 sfollati a causa di gravi inondazioni in Sud Sudan

Dopo mesi di piogge torrenziali che hanno portato all’esondazione del fiume Nilo, secondo dati delle Nazioni Unite sarebbe più di 600’000 le persone che sono state costrette a lasciare la propria abitazione. Il Paese, che sta ancora combattendo con gli strascichi di una guerra civile durata più di 5 anni, si trova a dover affrontare crisi climatiche periodiche, ulteriormente aggravate dagli effetti del cambiamento climatico. Secondo il coordinatore umanitario delle Nazione Unite nel Paese Alain Noudéhou, la risposta all’emergenza è inoltre resa più difficoltosa dalla pandemia di Covid-19, che ha contribuito ad innalzare notevolmente i costi della fornitura di aiuti a causa delle spese necessarie per garantire la sicurezza degli operatori umanitari. Noudéhou ha inoltre dichiarato che, sebbene i fondi stanziati dall’ONU per intervenire a favore delle vittime delle inondazioni ammontino a più di 10 milioni di dollari, entro la fine dell’anno potrebbero essere necessari altri 40 milioni.

Fonte: Reuters

Link: https://af.reutersmedia.net/article/topNews/idAFKCN26G1Q0-OZATP

26 Settembre, Togo – Il primo ministro Klassou rassegna le proprie dimissioni

Il primo ministro togolese Komi Selom Klassou, in un rimpasto politico molto atteso ma rinviato più volte a causa della pandemia, si è dimesso insieme al suo governo. Il presidente Faure Gnassingbe, rieletto lo scorso febbraio per un quarto mandato reso possibile da una riforma costituzionale, ha accettato le dimissione dell’ex primo ministro e si è congratulato per “gli sforzi economici, politici e sociali profusi e gli incoraggianti risultati ottenuti nonostante la crisi sanitaria mondiale”. Klassou era entrato in carica nel 2015.

Fonte: Al Jazeera

Link: https://www.aljazeera.com/news/2020/9/26/togos-prime-minister-and-government-resign-presidency-says

27 Settembre, New York – Gli Stati africani chiedono l’adozione di misure speciali all’Assemblea Generale dell’ONU

I Paesi africani sono usciti dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dopo aver richiesto l’adozione di politiche fiscali straordinarie, necessarie per aiutare le economie del continente ad affrontare la crisi causata dalla pandemia di Covid-19. Secondo le stime, nei prossimi tre anni i Paesi africani avrebbero infatti bisogno di una cifra pari a 100 miliardi di dollari per superare la crisi. La maggior parte degli Stati è inoltre concorde sulla necessità di estendere la sospensione del debito fino al 2021, una misura che permetterebbe al continente di concentrarsi sulla lotta contro il virus senza trascurare altre malattie infettive gravi come l’HIV/AIDS e la malaria. Durante l’Assemblea, il ministro degli affari esteri senegalese, Amadou Ba, ha rivolto un appello all’Unione Africana, incoraggiandola a proseguire gli sforzi per ottenere l’estensione della moratoria fino al 2021.

Fonte: AfricaNews

Link: https://www.africanews.com/2020/09/27/african-countries-ask-for-moratorium-extension-until-2021/

 

(Featured images source: Flickr Xevi V)