Rassegna settimanale 1-7 giugno 2020: Giappone e Corea del Sud
1 giugno, Giappone – Il Giappone definisce il G7 “un importante quadro di riferimento” mentre Trump ne chiede l’allargamento
Il portavoce del governo giapponese ha dichiarato che il Gruppo dei 7 Paesi più industrializzati è “un importante quadro di riferimento” per coordinare le proprie azioni di fronte alle sfide globali, dopo che il Presidente USA Trump lo ha definito “molto datato” e ne ha chiesto l’espansione.
“Il G7 continuerà ad essere un importante quadro di riferimento che permette ai Paesi più importanti che vi partecipano di affrontare congiuntamente le sfide globali e confermare la reciproca cooperazione e il loro coordinamento”, ha dichiarato il Segretario di Gabinetto Yoshihide Suga.
Trump ha dichiarato di voler invitare Australia, Corea del Sud, Russia e India al summit G7 di quest’anno, posticipato all’autunno, in aggiunta ai membri già esistenti, tra cui vi è anche il Giappone. Secondo il sistema della rotazione, quest’anno gli Stati Uniti detengono la presidenza del G7 che include anche Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania e Italia.
L’espansione del G7 è considerata un tentativo da parte degli Stati Uniti di formare un fronte alleato contro la Cina visti gli attacchi del Presidente alla superpotenza asiatica sia in merito alla pandemia di coronavirus sia sulle questioni di Taiwan e Hong Kong.
Per quanto riguarda la questione cinese, il Giappone si sta muovendo in modo cauto sperando in un miglioramento dei suoi rapporti con Pechino. Le relazioni bilaterali si sono deteriorate a causa della disputa territoriale e delle diverse interpretazioni della storia.
Suga ha fatto sapere che il Giappone è “seriamente preoccupato” circa la legge sulla sicurezza nazionale che Pechino vuole imporre a Hong Kong ma che continuerà a comunicare con Pechino per organizzare la visita di Stato in Giappone del Presidente cinese Xi Jinping, visita che doveva tenersi in primavera ma posticipata per via del virus.
Fonte: the Japan Times
2 giugno, Corea del Sud – Moon accetta l’invito del Presidente Trump al G7
L’invito del Presidente USA Trump alla Sud Corea per partecipare al summit del G7 di quest’anno, che il Presidente Moon ha ufficialmente accettato, sarà ricordato come uno dei più importanti risultati nella storia diplomatica del Paese.
La partecipazione coreana al meeting delle sette economie globali maggiormente avanzate è considerata come un’opportunità per rivestire un ruolo maggiore sul palcoscenico internazionale, il che accrescerà ulteriormente il suo riconoscimento a livello globale che è stato altresì sottolineato recentemente grazie ai buoni risultati riportati dalla Sud Corea nella gestione della pandemia.
Tuttavia, Trump vorrebbe usare questo summit, programmato a settembre negli Stati Uniti, per discutere delle mosse contro la Cina, con cui i rapporti stanno nettamente peggiorando, e per questo il governo sudcoreano dovrà fare attenzione nel modo in cui si approccerà all’evento. Alcuni strateghi coreani temono che il fatto che Moon abbia accettato l’invito possa offendere Pechino.
Moon ha formalmente accettato l’invito durante una conversazione telefonica di 15 minuti con Trump lunedì sera, durante la quale hanno anche parlato della volontà del leader statunitense di invitare anche Australia, India e Russia. Quando Trump ha proposto l’allargamento del G7 a questi Paesi sabato, non era chiaro se si riferisse solamente al summit di quest’anno o ad un’aggiunta permanente al gruppo; ha poi specificato che intende allargare il G7 a questi Paesi ufficialmente.
Anche se la Corea necessita dell’approvazione anche degli altri Stati membri prima di potersi aggiungere al G7 ufficialmente, questo invito basta a segnalare il fatto che la diplomazia coreana stia per entrare in una nuova fase e la possibilità di rivestire una posizione di maggior rilievo nello scenario internazionale. È stato riportato che Moon avrebbe detto al Presidente che “la Corea rivestirà un ruolo per quanto possibile sia nell’affrontare la quarantena che le sfide dell’economia”.
Fonte: the Korea Times
Link: https://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2020/06/120_290558.html
3 giugno, Giappone/Corea del Sud – Il Ministro degli esteri sudcoreano esprime il suo dispiacere per la decisione del Giappone di mantenere le restrizioni alle esportazioni con il Paese
Il Ministro degli esteri Kang ha parlato al telefono con la controparte giapponese e ha espresso il suo “profondo dispiacere” per la decisione del Giappone di mantenere le restrizioni alle esportazioni con la Corea del Sud, anche dopo che quest’ultima dichiara di aver risolto tutte le questioni che il Giappone adduce come motivazione all’imposizione di queste misure.
Queste restrizioni sono state la contromisura adottata dal Giappone nel quadro di una disputa con la Corea del Sud in merito alle richieste di compensazioni per il lavoro forzato imposto ai cittadini sudcoreani in guerra durante l’occupazione giapponese.
La chiamata è avvenuta il giorno dopo la decisione di Seoul di portare la questione davanti alla World Trade Organization (WTO). Kang ha quindi invitato il Giappone a rimuovere gradualmente le restrizioni.
Oltre che sulla disputa commerciale, i due ministri hanno anche discusso delle reciproche preoccupazioni, soprattutto in merito alla pandemia di coronavirus. Hanno sottolineato la recente cooperazione tra i propri governi nel fornire aiuto ai cittadini dell’uno e dell’altro Paese che erano rimasti bloccati fuori dal proprio territorio nazionale affinché potessero tornare a casa in sicurezza e sono concordi sul fatto che tale cooperazione dovrebbe continuare fino alla fine.
Fonte: the Korea Times
Link: https://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2020/06/120_290608.html
4 giugno, Corea del Sud – I donatori ad una ONG contro la schiavitù sessuale rivogliono i loro soldi indietro
Un gruppo di 23 donatori ha intentato una causa civile contro la House of Sharing, una organizzazione non governativa che dovrebbe prendersi cura delle vittime di schiavitù sessuale e lavorare per dare loro giustizia, chiedendo che venga loro restituito il denaro donato per la cifra di 48,21 milioni di won. “E’ deplorevole che le persone nell’organizzazione fossero impegnate a riempirsi le tasche con il denaro che donavamo. Speriamo che questo non accada più”.
Il gruppo sta preparando anche una seconda causa contro il Korean Council for Justice and Remembrance for the Issue of Military Sexual Slavery by Japan (Korean Council), un’altra associazione recentemente investita dalle accuse di falso in bilancio, appropriazione indebita e utilizzo illecito di fondi da parte dell’ex direttore Yoon Mee-hyang. Accuse generate dalle dichiarazioni di una sopravvissuta alla schiavitù sessuale, Lee Yong-soo. Yoon ha negato tutto e le accuse sono ora al vaglio degli inquirenti.
La controversia ha finito per colpire anche la House of Sharing, accusata di aver falsificato il testamento di una ex vittima per farsi lasciare in eredità tutti i suoi averi.
Esperti e osservatori temono che le recenti controversie possano rovinare i risultati così faticosamente raggiunti nel risolvere la questione delle vittime di schiavitù sessuale.
Fonte: the Korea Times
Link: https://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2020/06/356_290678.html
5 giugno, Corea del Sud – Gli USA continuano a chiedere che la Sud Corea sia più flessibile nel condividere i costi per la difesa
Gli Stati Uniti continuano a chiedere che la Sud Corea sia flessibile nelle negoziazioni per la condivisione dei costi per la presenza delle truppe americane sul suo territorio, seppure sia appena stato raggiunto un accordo per cui Seoul pagherà gli stipendi degli impiegati sudcoreani nelle basi USA.
Da mesi gli alleati stanno cercando di raggiungere un nuovo accordo per stabilire quanto la Sud Corea dovrà contribuire per coprire i costi relativi allo stazionamento di 28500 soldati americani sulla sua penisola. Le negoziazioni si sono bloccate perché gli Stati Uniti chiedono un maggior contributo sudcoreano. Le due parti hanno comunque raggiunto un accordo questa settimana per cui sarà la Sud Corea a coprire il costo del lavoro di migliaia di impiegati sudcoreani che erano stati messi in aspettativa dalle Forze Usa di Corea nel mese di aprile vista la mancanza di un nuovo accordo.
Resta comunque il problema di raggiungere questo accordo. Washington chiede che Seoul paghi un totale di 1,3 miliardi di dollari all’anno, con un aumento del 50% rispetto allo scorso anno, mentre la Corea del Sud insiste per un aumento del 13%.
Fonte: the Korea Times
Link: https://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2020/06/205_290719.html
6 giugno, Giappone – Mentre crescono le critiche, il governo dichiara di non star programmando la data della visita di Stato del Presidente cinese
Secondo fonti governative, il Giappone non ha in programma di stabilire ora una nuova data per la visita di Stato del Presidente Xi Jinping che, prevista per questa primavera ma rimandata a causa della pandemia, non dovrebbe avvenire prima della prossima primavera o forse addirittura più tardi. Il Ministro degli esteri ha infatti dichiarato che la visita di Xi si terrà dopo novembre, mese in cui è stato programmato il summit del G20.
I ritardi nel riprogrammare quella che sarebbe la prima visita di Stato da parte di un Presidente cinese dal 2008 si inseriscono nel quadro delle tensioni crescenti tra la Cina e gli Stati Uniti, alleato chiave del Giappone, e delle critiche interne al Paese per le misure cinesi nei confronti di Hong Kong.
La visita del Presidente Xi questa primavera sarebbe stato un segnale del miglioramento dei rapporti bilaterali lungamente deteriorati dalle dispute storiche e territoriali. Nelle ultime settimane, tuttavia, la Cina ha continuato ad inviare navi nelle acque intorno alle isole Senkaku generando nuove frizioni.
La volontà della Cina di imporre una legge di sicurezza nazionale su Hong Kong, che i critici considerano una restrizione della libertà in questa regione semiautonoma, ha generato delle critiche da parte di alcuni conservatori del Partito Liberal democratico guidato dal Primo ministro Abe invitando il governo a riconsiderare la visita di Xi.
Da parte sua Abe sta cercando di creare una “nuova era” tra il Giappone e la Cina ed è improbabile che rinunci alla visita di Xi, secondo fonti governative, anche se dovrà fare attenzione alle voci critiche che si stanno alzando dal suo partito e dai suoi sostenitori.
Fonte: the Japan Times
7 giugno, Giappone – Il Giappone non si unisce alla condanna degli Stati Uniti alla Cina per la legge sulla sicurezza su Hong Kong
Il Giappone ha scelto di non unirsi agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e ad altri Paesi nel rilasciare una dichiarazione ufficiale di condanna alla Cina per aver intrapreso l’iter per imporre una legge di sicurezza nazionale su Hong Kong; scelta che si pensa sia dettata dalla volontà di voler evitare di creare frazioni con Pechino. Secondo uno degli ufficiali, i rappresentanti del governo giapponese erano stati approcciati per partecipare a questa dichiarazione congiunta ma hanno rifiutato l’offerta.
La decisione di Tokyo è stata accolta con sconcerto da Washington, il che sottolinea la difficoltà del Giappone nel dover bilanciare le sue relazioni con gli Stati Uniti, suo alleato chiave, e la Cina, Paese vicino e seconda maggiore economia nel mondo.
Un ulteriore peggioramento delle tensioni tra Cina e Stati Uniti sulla questione di Hong Kong potrebbe anche complicare la programmazione della visita di Stato del Presidente cinese Xi in Giappone, la cui data è ancora da definire.
Il Giappone ha espresso “la seria preoccupazione” circa il comportamento della Cina verso Hong Kong nella persona del portavoce del governo durante una conferenza stampa il 28 maggio.
Il Ministro degli esteri cinese ha criticato fortemente la dichiarazione congiunta dichiarando che “i commenti e le accuse ingiustificate da parte dei Paesi interessati rappresentano un’interferenza evidente negli affari di Hong Kong e negli affari interni cinesi”. Ha anche inviato una minaccia velata al Giappone avvertendolo di prendere le distanze dagli Stati Uniti e dai Paesi europei nel trattare queste questioni sensibili, dichiarando che Pechino spera che “il Giappone crei un’atmosfera e condizioni favorevoli” a realizzare la visita di Xi.
Fonte: the Japan Times
(Featured image source: Flickr Kevin Allekotte)