Dalla tradizione alla moda: un viaggio nel mondo dei Kimono con Alice Donati
– Federica Galvani –
Alice Donati si è laureata in lingue e letterature dell’Asia orientale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e dal 2007 ha iniziato ad appassionarsi al mondo del kimono.
“Mi sono avvicinata al kimono un po’ per caso, quando durante un soggiorno per motivi di studio a Tokyo, ho acquistato per la prima volta un kimono vintage in un negozio di antiquariato. Ho subito iniziato a cercare informazioni e libri per imparare ad indossarlo correttamente e ben presto mi sono resa conto quando fosse intricato e profondo questo mondo, dove ogni dettaglio ha un significato nascosto, spesso correlato alla tradizione e alle stagioni. Così ho deciso di iniziare a studiare il kitsuke (着付け) ovvero l’arte della vestizione del kimono e ho iniziato a collezionare kimono”.
Il kimono non solo è uno dei simboli della cultura giapponese ma è ritenuto universalmente sinonimo di eleganza, in quanto dona un portamento sofisticato inoltre lo si può considerare come un’ opera d’arte per la maestria con cui è realizzato.
Oggi il kimono in Giappone è purtroppo sempre meno utilizzato nella vita quotidiana ma paradossalmente sono sempre di più gli stranieri che si interessano al kimono e che in certi casi ne hanno fatto addirittura una professione, a livello di commercio e di design.
“Il Giappone non smette mai di sorprendere!”
1- Quanti tipi di kimono esistono? Ci puoi spiegare le principali differenze?
Esistono fondamentalmente 11 categorie di kimono. Li elenco molto brevemente partendo dai kimono da cerimonia che sono i kurotomesode (黒留袖 letteralmente “kimono nero a maniche corte”) e gli irotomesode (色留袖 letteralmente “kimono colorato a maniche corte”) sono dei kimono molto preziosi, con sfondo nero o di altri colori con un disegno e ricami dorati, solamente nella parte bassa. Di solito vengono indossati dalle parenti strette degli sposi, purché rigorosamente già sposate.
Allo stesso grado di formalità c’è il furisode (振袖) che è un kimono molto lavorato ed appariscente per le donne non sposate. È caratterizzato da maniche molto lunghe che arrivano quasi alle caviglie.
Sempre allo stesso livello formale ma con funzioni molto precise, ci sono i kimono da sposa e quelli per i funerali. Gli shiromuku (白無垢) sono i kimono da sposa: quasi integralmente bianchi, sono accompagnati da una pesante sopraveste lunga, colorata o sempre bianca, molto lavorata e decorata, che si chiama uchikake (打ち掛け).
I mofuku (喪服) sono invece i kimono utilizzati per i funerali: sono completamente neri, così come l’obi e tutti gli accessori relativi.
Allo stesso grado di formalità c’è il furisode (振袖) che è un kimono molto lavorato ed appariscente per le donne non sposate. È caratterizzato da maniche molto lunghe che arrivano quasi alle caviglie.
Sempre allo stesso livello formale ma con funzioni molto precise, ci sono i kimono da sposa e quelli per i funerali. Gli shiromuku (白無垢) sono i kimono da sposa: quasi integralmente bianchi, sono accompagnati da una pesante sopraveste lunga, colorata o sempre bianca, molto lavorata e decorata, che si chiama uchikake (打ち掛け).
I mofuku (喪服) sono invece i kimono utilizzati per i funerali: sono completamente neri, così come l’obi e tutti gli accessori relativi.
Tornando ai kimono, per cerimonie ed eventi più allegri, ci sono gli houmongi (訪問着) ovvero i kimono da visita. Anche questi sono kimono molto preziosi, dipinti a mano oppure ricamati spesso con fili d’oro. Hanno uno sfondo colorato ed un disegno non solo sulla parte bassa ma anche su di una delle spalle, che poi prosegue anche sulla manica sottostante.
Abbiamo poi i kimono iromuji (色無地) ovvero dei kimono a tinta unita senza decorazioni, spesso presentano dello motivi dati dalla trama del tessuto. Questi kimono sono un po’ jolly e possono essere utilizzati sia per ricorrenze importanti, sia in occasioni meno formali. Sono anche i kimono che si indossano per la cerimonia del tè.
Ci sono poi gli tsukesage (附下 o 付け下げ) ovvero dei kimono con un disegno “sali e scendi” che si alterna sulle parti alte e basse del kimono. Se lo tsukesage è ricamato in oro ovviamente avrà un grado di formalità maggiore.
Scendendo ulteriormente di grado di formalità, arriviamo ai kimono komon (小紋) ovvero ai kimono con fantasie di piccola grandezza, su tutta la superficie del kimono. I komon sono la categoria più diffusa, in quanto considerati kimono ideali per tutti i giorni.
Ci sono poi gli tsumugi (紬), ovvero dei kimono tessuti a mano con motivi tramati, spesso in seta grezza o lana, dall’aspetto rustico che richiamano molto l’estetica wabisabi. In questa categoria rientrano anche gli Omeshi (お召) che sono sempre dei kimono di seta ritorta, tinti in filo con motivo tramato e gli Ooshima tsumugi doro (大島紬泥), dei kimono i cui filati più o meno grezzi (seta o lana) sono stati tinti grazie ad un fango minerale.
Infine abbiamo dei kimono in lana spesso utilizzati in inverno e nelle mezze stagioni e per ultimi per livello di formalità gli yukata (浴衣), ovvero dei kimono molto semplici in cotone a motivi spesso sgargianti, che vengono utilizzati in estate per i matsuri, i festival locali.
Abbiamo poi i kimono iromuji (色無地) ovvero dei kimono a tinta unita senza decorazioni, spesso presentano dello motivi dati dalla trama del tessuto. Questi kimono sono un po’ jolly e possono essere utilizzati sia per ricorrenze importanti, sia in occasioni meno formali. Sono anche i kimono che si indossano per la cerimonia del tè.
Ci sono poi gli tsukesage (附下 o 付け下げ) ovvero dei kimono con un disegno “sali e scendi” che si alterna sulle parti alte e basse del kimono. Se lo tsukesage è ricamato in oro ovviamente avrà un grado di formalità maggiore.
Scendendo ulteriormente di grado di formalità, arriviamo ai kimono komon (小紋) ovvero ai kimono con fantasie di piccola grandezza, su tutta la superficie del kimono. I komon sono la categoria più diffusa, in quanto considerati kimono ideali per tutti i giorni.
Ci sono poi gli tsumugi (紬), ovvero dei kimono tessuti a mano con motivi tramati, spesso in seta grezza o lana, dall’aspetto rustico che richiamano molto l’estetica wabisabi. In questa categoria rientrano anche gli Omeshi (お召) che sono sempre dei kimono di seta ritorta, tinti in filo con motivo tramato e gli Ooshima tsumugi doro (大島紬泥), dei kimono i cui filati più o meno grezzi (seta o lana) sono stati tinti grazie ad un fango minerale.
Infine abbiamo dei kimono in lana spesso utilizzati in inverno e nelle mezze stagioni e per ultimi per livello di formalità gli yukata (浴衣), ovvero dei kimono molto semplici in cotone a motivi spesso sgargianti, che vengono utilizzati in estate per i matsuri, i festival locali.
Ci sono poi dei kimono speciali che non vengono indossati dalla gente comune e che sono riservati a delle figure particolari. Abbiamo i kimono delle geisha, che si chiamano susohiki (裾引き) che sono dei kimono con una specie di strascico ed orlo imbottito; i kimono per le danze che di solito vengono indossati da danzatori professionisti per dei festival ed infine i kimono di ispirazione Heian che indossano in rare occasioni i membri della famiglia imperiale giapponese. Un capitolo a parte andrebbe aperto anche per i kimono che utilizzano gli attori del teatro Kabuki e del Noh, che possono essere considerati vere e proprie riproduzioni di kimono di epoche passate ma ovviamente entriamo molto nello specifico.
2- I kimono hanno colori e pattern differenti. Hanno dei significati precisi?
Certo. I colori ed i pattern dei kimono sono molto importanti e riflettono molti fattori: non solo l’età ed il gusto della persona che li indossa ma soprattutto la stagionalità e particolari ricorrenze dell’anno: determinati colori, disegni ma soprattutto motivi floreali indicano specifici mesi dell’anno. Tanto fare un esempio molto semplice: i fiori di ciliegio sono un tipico motivo primaverile, soprattutto per il mese di marzo, mentre le foglie di acero rosso sono un classico motivo autunnale, solitamente per ottobre e novembre. Ci sono poi motivi che sono stati estrapolati dalla letteratura classica come il Genji Monogatari, come i motivi di ruote e carrozze Heian, il cosiddetto Genjiguruma (源氏車). Ovviamente ci sono poi anche motivi geometrici tradizionali che possono essere indossati tutto l’anno oppure esistono kimono che, includendo motivi floreali di diverse stagioni, possono essere indossati in più periodi dell’anno.
3- Il kimono non viene più utilizzato nella vita di tutti i giorni ma ci sono ancora delle occasioni in cui viene indossato, quali?
Sicuramente per tutte le cerimonie, feste, matsuri ed eventi importanti in generale. È anche vero che sebbene sempre meno persone lo indossino quotidianamente, ci sono anche persone che svolgendo mestieri correlati alla tradizione (dalla cerimonia del tè al teatro kabuki, passando per le arti applicate e al mondo dell’ospitalità di prestigio) continuino ad indossarlo molto spesso. I kimono da tutti i giorni sono molto più semplici di quelli da cerimonia, oggi sono spesso di tessuti lavabili e si indossano abbastanza facilmente.
4- La collezione di kimono di famiglia, in passato veniva trasmessa da madre in figlia. E’ ancora così?
Dipende molto dalla famiglia e dallo stile di vita adottato. Sicuramente famiglie più legate alla tradizione e quelle che vivono in aree rurali sono solite conservare i kimono e tramandarli alle generazioni successive ancora oggi. Nelle grandi città è sicuramente più difficile, soprattutto perché la maggior parte delle persone ha uno stile di vita frenetico, le case sono molto piccole e non c’è sufficiente spazio per conservare tanti kimono e tutti i relativi accessori. A onor del vero, purtroppo, bisogna anche dire che oggi molti giovani non sono molto interessati al mondo del kimono per cui finiscono spesso per vendere se non del tutto, una buona parte dei kimono che ereditano. Ci sono anche molte persone che riutilizzano i kimono, specie quelli più vecchi e rovinati, per fare oggetti di artigianato, soprammobili, borse, abiti, cuscini e così via.
5- Quando pensi al kimono, lo colleghi di più alla tradizione o alla moda?
Oggettivamente il kimono è un capo tradizionale ma come tutto in Giappone, viene costantemente rielaborato, migliorato e raffinato. Oggi si trovano kimono tradizionali nel taglio e nello stile ma attualissimi nei motivi, nei materiali, nelle tecniche di stampa e lavorazione. Ci sono anche produttori di kimono attuali che ogni anno propongono collezioni di kimono di moda ispirate a vari temi che spaziano dall’arte europea, alle stampe africane, alla cultura pop, tutte realizzate con la maestria degli artigiani giapponesi e con tecniche che mescolano tradizione ed innovazione.
Ci sono anche cultori dei kimono antichi e vintage che mescolano pezzi autentici e modernissimi accessori, proponendo dei look sempre nuovi. Credo che non esista più una linea di demarcazione precisa, tra moda e tradizione nel mondo del kimono e mi sento di dire che questo trend proseguirà anche in futuro.
(Featured Image Source: Unsplash)