Rassegna settimanale 23-29 dicembre 2019: Giappone e Corea del Sud
23 dicembre, Giappone – Importante summit trilaterale Cina-Corea del Sud-Giappone per rafforzare i parametri di sicurezza economico-militare regionali
In occasione di un imminente vertice trilaterale tra Cina, Corea del Sud e Giappone, il Presidente sudcoreano Moon Jae-in ha sottolineato ancora una volta la necessità per la Repubblica di Corea e la Repubblica Popolare Cinese di impegnarsi a fondo nella risoluzione del clima di grande tensione che continua ad affliggere tutta la regione del sud-est asiatico. Il Presidente sudcoreano ha infatti ribadito come i numerosi dissapori che intercorrono tra i diversi Paesi del sud-est asiatico possano non solo impedire l’effettiva apertura di un dialogo pacifico all’interno della penisola coreana, ma anche compromettere il raggiungimento di un solido equilibrio politico-economico a livello regionale.
Di fronte a questa decisa presa di posizione, il Presidente cinese Xi Jinping ha confermato l’impegno della Repubblica Popolare Cinese nei confronti sia della penisola coreana che dell’accordo trilaterale tra Cina, Corea del Sud e Giappone. In questo modo, la Repubblica Popolare Cinese non diventa soltanto partner strategico per il mantenimento di un favorevole equilibrio geopolitico regionale, ma facilita anche le relazioni diplomatiche tra Corea del Sud e Repubblica Popolare Democratica di Corea.
Il Presidente Moon Jae-In desidera inoltre trattare con il primo ministro giapponese Shinzo Abe la questione della recente diminuzione del volume di scambi commerciali tra i due Paesi.
Proprio in vista di tale incontro, il governo giapponese ha ‘ammorbidito’ le politiche di commercio estero verso la Corea del Sud.
Fonte: the Korea Times https://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2019/12/120_280744.html
24 dicembre, Corea del Sud – Il governo sudcoreano non prende posizione sull’ipotesi del governo giapponese di riversare nell’Oceano Pacifico le acque radioattive della centrale nucleare di Fukushima Daiichi
Il governo sudcoreano non prende una chiara posizione sull’ipotesi del governo giapponese di riversare nell’Oceano Pacifico parte delle acque radioattive della centrale nucleare di Fukushima Daiichi.
Infatti, il Ministero giapponese dell’Economia, Commercio e Industria ha presentato un progetto che illustra nei dettagli tre diverse metodologie risolutive per affrontare la gestione delle riserve idriche nucleari contaminate:
- processo di appuramento delle acque contaminate nell’Oceano Pacifico;
- processo di evaporazione delle acque contaminate nell’ambiente atmosferico;
- combinazione di prima e seconda proposta;
L’interesse del governo giapponese nei confronti di questo progetto è giustificato dalla sua necessità di risolvere in modo definitivo la questione dell’oltre un milione di tonnellate di acqua contaminata ancora oggi conservate nella centrale di Fukushima Daiichi dopo il terremoto e lo tsunami di marzo 2011.
Mentre i diversi organi di governo sudcoreani non rilasciano alcuna dichiarazione ufficiale in merito, le società civili sudcoreane e giapponesi hanno prontamente manifestato il proprio disaccordo in nome della tutela dell’ecosistema della costa del Pacifico. Infatti, l’eventuale scarico di acque contaminate nell’Oceano Pacifico non costituisce soltanto una questione di importanza domestica, ma rappresenta anche una problematica di respiro internazionale la cui risoluzione necessità l’istituzione di una profonda e sincera cooperazione regionale.
Fonte: the Korea Times https://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2019/12/371_280831.html
25 dicembre, Giappone – Ordine di arresto per un esponente del partito liberaldemocratico giapponese accusato di essere coinvolto in uno scandalo di tangenti
Le autorità giudiziarie giapponesi hanno ordinato l’arresto di Tsukasa Akimoto – esponente del Partito liberaldemocratico di Shinzo Abe presso la Camera dei Rappresentanti. L’imputato è accusato di aver ricevuto tangenti per una somma di 3.7 milioni di yen da parte di un operatore di gioco d’azzardo cinese.
Nonostante Tsukasa Akimoto neghi con fermezza la veridicità di tale capo d’accusa, le ricerche della polizia giapponese continuano e i sospetti sembrano trovare conferma.
Insieme al mandato di arresto di Tsukasa Akimoto, le forze di polizia giapponese hanno anche fermato tre persone impiegate nella sopra citata società di gioco d’azzardo cinese. Quest’ultime sono infatti sospettate non solo di fungere da tramite tra l’imputato e l’operatore cinese, ma anche di essere state figure chiave nella consegna delle tangenti.
Le tangenti a Tsukasa Akimoto avrebbero consentito all’operatore di gioco d’azzardo cinese di aggirare una legge giapponese che vieta l’importazione in Giappone, senza previa denuncia alle autorità doganali, di somme di denaro in contanti superiori ai 9,000 dollari. La compagnia cinese avrebbe versato le tangenti all’uomo politico giapponese per poter partecipare alla realizzazione di un progetto per la costruzione di un resort di gioco d’azzardo nella regione di Hokkaido.
Negli ultimi tempi infatti il governo giapponese sta preparando una legge per consentire la costruzione di casinò resort in Giappone. L’arresto di Tsukasa Akimoto non sembra costituire un impedimento ai progetti del governo. Infatti, Tokyo spinge per la legalizzazione del gioco d’azzardo come possibilità di attirare nel Paese un numero maggiore turisti stranieri cosicché l’economia nazionale possa trarne beneficio.
Fonte: the Japan Times https://www.japantimes.co.jp/news/2019/12/25/national/crime-legal/ldp-tsukasa-akimoto-bribe-taking/#.XgMQbEdKhPY
26 dicembre, Giappone – Esecuzione della condanna a morte di un cittadino cinese accusato di aver sterminato una famiglia giapponese
Nella città di Fukuoka è stata eseguita la condanna a morte di un cittadino cinese accusato di aver sterminato una famiglia giapponese. Secondo quanto documentato, l’uomo, insieme ad altri due connazionali, è stato ritenuto responsabile dell’omicidio di quattro persone, padre, madre, e due figli.
L’esecuzione della condanna a morte dell’uomo ha provocato numerose contestazioni da parte di gruppi internazionali che si battono per i diritti umani. Tra questi, anche la rappresentanza giapponese di Amnesty International che ha messo in dubbio la validità del processo evidenziando tra gli altri elementi anche l’ignorata richiesta di una revisione del processo stesso avanzata dall’imputato.
Ma il Ministro della Giustizia Masako Mori ha assicurato che lo svolgimento del processo non ha violato in alcun modo l’iter legislativo (diritto a un giusto processo).
Resta il fatto che l’esecuzione della condanna a morte rivela la ferma determinazione del Giappone a non appoggiare il movimento internazionale a favore dell’abolizione della pena capitale. In questo modo, il Paese resta a far parte di quel 30% di Nazioni che continuano a contemplare la condanna a morte all’interno del proprio sistema giudiziario.
Fonte: the Japan Timeshttps://www.japantimes.co.jp/news/2019/12/26/national/crime-legal/chinese-murderer-executed-japan/#.XgSyrkdKhPY
27 dicembre, Giappone – Le autorità di Okinawa rinnovano la richiesta di interruzione del progetto di rilocazione della base americana di Futenma
In qualità di governatore dell’isola di Okinawa, Denny Tamaki ha richiesto al governo centrale giapponese la sospensione immediata delle operazioni di ricollocamento della stazione aerea americana di Futenma.
Secondo quanto concordato nel 2013 tra Tokyo e Washington, la base militare statunitense di Futenma dovrebbe essere spostata dalla densamente popolata città di Ginowan nella più tranquilla area di Henoko – situata lungo la costa orientale dell’isola.
L’opposizione delle comunità locali a questo tentativo di rilocazione nasce da preoccupazioni sia di carattere economico che di tutela ambientale. Infatti, il governatore di Okinawa ha stimato che il completamento del progetto (in co-finanziamento Giappone-Stati Uniti) non solo richiederebbe più del doppio dell’ammontare dei fondi stanziati in origine ($8.5 bilioni versus $3.2 bilioni), ma soprattutto comporterebbe notevoli rischi per l’equilibrio dell’ecosistema locale.
Nonostante i moti di protesta della popolazione locale, il governo centrale giapponese conferma l’impegno precedentemente preso con l’alleato americano. A giustificazione di ciò, il Capo-segretario di Gabinetto Yoshihide Suga ha definito l’accordo di rilocazione l’unica soluzione possibile per porre fine ai ripetuti episodi di violenza fisica subiti dai locali da parte dei militari statunitensi e per non indebolire l’alleanza militare tra Giappone e Stati Uniti.
Fonte: Japan Today https://japantoday.com/category/politics/okinawa-gov.-renews-demand-to-stop-us-base-relocation-plan
28 dicembre, Corea del Sud – BMW Korea vince causa milionaria contro il governo sudcoreano
La casa automobilistica BMW Korea ha vinto una causa di oltre 60 bilioni di won (51.7 milioni di dollari) contro il governo sudcoreano. Quest’ultimo, attraverso la Corte Suprema, aveva citato in giudizio la casa automobilistica con l’accusa di non aver ottemperato all’obbligo di accertamento delle emissioni nocive dei propri veicoli e di aver falsificato documenti relativi ai risultati dei controlli delle emissioni negli anni compresi tra il 2012 e il 2017.
Dopo mesi di dibattiti processuali, il Tribunale amministrativo di Seoul ha pronunciato la sentenza finale concedendo alla casa automobilistica il parziale annullamento del risarcimento richiesto dal governo, condonandole il pagamento di oltre 58 bilioni di won.
Il Tribunale ha giustificato la sua decisione con la non corretta applicazione da parte del Ministero dell’Ambiente sudcoreano del ‘Clean Air Conservation Act’ (legge sulla protezione dell’aria pulita – divieto di vendita di autovetture senza previo controllo di emissione gas inquinanti).
Il Tribunale amministrativo di Seoul ha però imposto a BMW Korea il pagamento di una multa di 4.4 bilioni di won con l’accusa di aver impedito al governo sudcoreano di effettuare le consuete operazioni di verifica dei livelli di emissioni inquinanti di tre particolari modelli automobilistici.
Fonte: the Korea Times https://www.koreatimes.co.kr/www/tech/2019/12/419_281026.html
https://en.yna.co.kr/view/AEN20191228001100315
29 dicembre, Giappone- Polizia di Sado (Giappone) trova imbarcazione (nordcoreana?) contenente resti di corpi umani
Una squadra della polizia giapponese ha scoperto a bordo di un’imbarcazione in legno approdata sull’isola di Sado, nella prefettura di Niigata, resti umani appartenenti ad almeno cinque persone. In base alle scritte e ai numeri incisi sulla carena dell’imbarcazione, i resti potrebbero appartenere a cittadini nordcoreani.
Gli investigatori non hanno ancora rilasciato dichiarazioni in merito all’identificazione dei cadaveri e alle possibili cause del decesso.
Il ritrovamento di quest’imbarcazione non costituisce per la polizia giapponese un episodio isolato, ma si aggiunge al numero (156) di pescherecci nordcoreani che nel corso quest’anno sono naufragati sulle coste dell’isola di Sado.
In Giappone si ritiene che la maggior parte di questi pescherecci si siano spinti in mare aperto per catturare un numero maggiore di prede. Tuttavia, le dotazioni tecniche dei pescherecci nordcoreani sono scarse e di non buona qualità. In questo modo, le imbarcazioni non riescono ad affrontare forti correnti marine né improvvise tempeste in mare aperto, andando incontro a naufragi.
Fonte: the Japan Times https://www.japantimes.co.jp/news/2019/12/29/national/remains-suspected-north-koreans-found-boat-sado-island/#.Xgipd0dKhPY
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