Rassegna settimanale 21-27 ottobre 2019: Africa Subsahariana
21 ottobre – La Russia mostra un sempre crescente interesse nei confronti dell’Africa
Il presidente russo Valdimir Putin ha espresso il desiderio della Russia di offrire aiuto concreto ai paesi africani, senza definire condizioni politiche a cui essi saranno obbligati a sottostare. Il 23 e 24 ottobre si è tenuto, infatti, il primo vertice tra Russia e Africa, nella città di Sochi e il presidente Putin spera che tale evento possa essere stato un vero e proprio trampolino di lancio per l’avvio di numerosi investimenti russi nel continente africano. Il presidente russo, inoltre, ha espresso il proprio dissenso nei confronti dell’atteggiamento che i paesi occidentali dimostrano nei confronti dei paesi africani, caratterizzato da pressione, intimidazioni e ricatti, in particolare nei confronti delle ex colonie europee. A detta di Putin, tale atteggiamento occidentale denota il desiderio di recuperare l’influenza e il dominio esercitato ai tempi del colonialismo per poter tornare a sfruttare e a trarre profitto dal continente africano. Al contrario, la Russia si offre di prestare all’Africa un aiuto senza condizioni politiche.
Fonte: Africa News
22 ottobre, Botswana – Mokgweetsi Masisi è di nuovo presidente
Sono svanite di fronte all’esito ufficiale delle elezioni le speranze di Duma Boko e del partito Umbrella for Democratic Change, di cui è il leader: il Botswana Democratic Party (BDP), partito del presidente uscente Mokgweetsi Masisi ha ottenuto la maggioranza dei voti. Il rielettopresidente ha ringraziato la popolazione e si è detto onorato per la fiducia che gli è stata rinnovata, promettendo che, nei prossimi 5 anni, cercherà di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, continuando ad agire con integrità, compassione, umiltà e onestà. Il BDP è alla guida del paese dal 1966, anno in cui il Botswana ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito. Tuttavia, per la prima volta dal 1966, le elezioni hanno rappresentato una vera e propria sfida tra il partito al governo e il partito all’opposizione, rendendo i risultati di queste elezioni per nulla scontati.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1X121M-OZATP https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1X40SU-OZATP
23 ottobre, Etiopia – Nuove proteste contro il Presidente Abiy Ahmed
Tre manifestanti uccisi e numerosi feriti: è il bilancio delle manifestazioni di protesta contro il presidente Abiy Ahmed e a supporto dell’attivista e difensore dei diritti della minoranza oromo, Jawar Mohammed. Le proteste sono nate in seguito alla decisione del governo di togliere la scorta all’attivista, esponendolo a gravi pericoli, e all’irruzione delle forze dell’ordine nella sua abitazione per procedere con il suo arresto. I sostenitori di Mohammed hanno accusato il presidente Ahmed di aver agito come un vero e proprio dittatore.
L’Etiopia sembra essere spaccata in due: molti etiopi hanno criticato l’attivista per aver fatto ricorso a toni molto violenti e per aver spinto i suoi sostenitori a dar vita alle manifestazioni contro il presidente; molti giovani, invece, considerano Mohammed un vero e proprio eroe e criticano le scelte fatte da Ahmed. Le trasformazioni politiche che hanno avuto luogo nel paese in seguito all’elezione di Abiy Ahmed hanno certamente avuto risultati molto positivi, soprattutto dal punto di vista economico, ma hanno anche portato alla nascita di rivendicazioni da parte delle minoranze entiche che chiedono maggiore indipendenza dal potere centrale.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1X21R0-OZATP
24 ottobre, Guinea – In migliaia si oppongono al tentativo del presidente di governare per il terzo mandato
Hanno trovato conferma i sospetti riguardo il tentativo del presidente Alpha Conde di emendare la costituzione per potersi candidare per il terzo mandato presidenziale e continuare a governare. Nel 2020, infatti, il presidente dovrebbe concludere il suo secondo mandato, che la Costituzione prevede essere l’ultimo. Tuttavia, il partito di Conde ha presentato una proposta di emendamento che gli permetterebbe di candidarsi nuovamente.
Il tentativo del presidente ha portato alla nascita di violente manifestazioni di protesta, durante le quali sono morte più di dieci persone. In seguito a quanto accaduto la scorsa settimana, il presidente ha deciso di procede con l’arresto di almeno cinque dei suoi oppositori politici appartenenti al Fronte nazionale per la difesa della Costituzione (FNDC), accusati di aver fomentato i manifestati. La Comunità Internazionale ha chiesto a governo, opposizione e società civile di procedere attraverso il tentativo di costruire un dialogo pacifico e di trovare una soluzione pacifica che possa risolvere in modo positivo le attuali tensioni.
Fonte: Africa News
25 ottobre, Uganda – La comunità LGBT chiede di essere maggiormente tutelata
Gli attivisti per la difesa dei diritti della comunità LGBT hanno espresso forti preoccupazioni per la possibilità che il governo possa reintrodurre la legge nota come “Kill the gays”. Il governo sostiene fermamente di non essere intenzionato a procedere con la reintroduzione della legge e, anzi, incoraggia a denunciare alla polizia qualsiasi attacco che possa ledere appartenenti alla comunità.
Nonostante il governo cerchi di fare passi avanti per difendere i diritti degli omosessuali, la loro situazione non è cambiata in modo radicale in seguito all’abolizione della legge che ne chiedeva la condanna: gli omosessuali sono quotidianamente vittime di attacchi e violenze sia verbali che fisiche e non possono permettersi di vivere una vita tranquilla perché costantemente esposti a forti pregiudizi nei loro confronti. Il governo deve necessariamente continuare a procedere nella direzione intrapresa e adottare nuove misure che tutelino i diritti della comunità LGBT, poiché quanto fatto finora non è assolutamente sufficiente.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1X505P-OZATP
26 ottobre, Zimbabwe – le sanzioni internazionali scatenano proteste da parte della popolazione
Migliaia di persone hanno preso parte a manifestazioni di protesta contro le sanzioni economiche imposte da Unione Europea e Stati Uniti, per la prima volta applicate nel 2002. Secondo il presidente Emmerson Mnangagwa, tali sanzioni impediscono lo sviluppo dello Zimbabwe e sono la causa della paralisi economica che colpisce il paese. I provvedimenti internazionali che, a detta del presidente colpiscono ogni settore dell’economia dello Zimbabwe, sono stati imposti per violazione dei diritti umani e non coinvolgono, attualmente, l’intro paese, ma solamente 85 persone fisiche e 56 aziende. Le richieste del paese, che ha trovato l’appoggio di alcuni stati della Comunità Africana, non sono state accolte da Usa e UE a causa della mancanza di progressi nell’ambito della tutela dei diritti umani.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1X41V7-OZATP
27 ottobre, Burundi – Giornalisti arrestati e accusati di minacciare la sicurezza nazionale
Quattro giornalisti della piattaforma online Iwacu sono stati arrestati mentre stavano intervistando dei civili riguardo atti di violenza che hanno luogo sempre più spesso nella provincia di Bubanza. Proprio in tale provincia circa 14 persone provenienti dalla Repubblica democratica del Congo sono state uccise dalle forze di sicurezza del Burundi, dopo aver attraversato il confine. L’area in questione non è nuova ad episodi di questo genere: è spesso teatro di atti di violenza che vengono riportate dai media indipendenti e che, nella maggior parte dei casi, coinvolgono anche le forze di sicurezza. Il presidente Nkurunziza viene frequentemente accusato dall’opposizione di non tutelare i diritti dei cittadini e di contrastare fortemente l’attività dei giornalisti, che sono spesso costretti all’esilio.
Il gruppo giornalisti arrestati è stato accusato di complicità nel minacciare la sicurezza del Paese e quanto accaduto ha inevitabilmente attirato l’attenzione internazionale: le organizzazioni a tutela dei diritti umani hanno fortemente condannato l’atteggiamento del governo, che cerca in ogni modo di intimidire e censurare i giornalisti indipendenti rimasti nel Paese. Il messaggio del governo sembra, però, essere chiaro: le elezioni sono sempre più vicine e i giornalisti che svolgeranno fino in fondo il loro lavoro senza sottostare alle condizioni imposte “dall’alto” dovranno inevitabilmente affrontare delle conseguenze.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1X607G-OZATP
(Featured image source: Flickr Samuel Santos)