Rassegna settimanale 16-22 settembre 2019: Africa Subsahariana
16 settembre, Tanzania – Confermata l’assenza di Ebola nel Paese
In seguito alla morte di una donna a causa di una non nota malattia i cui sintomi sono molto simili a quelli dell’Ebola, in Tanzania si erano diffusi panico e preoccupazione riguardo la possibilità che l’epidemia che affligge il Congo avesse raggiunto il Paese. L’assenza di comunicati ufficiali riguardo le cause della morte della donna non ha fatto altro che aumentare i sospetti. Solamente quattro giorni dopo il decesso, il Ministro della salute tanzaniano ha dichiarato che, in seguito a specifiche analisi, è stato possibile definire chiaramente che la malattia che ha portato al decesso della donna non è Ebola. Quanto accaduto in Tanzania è sintomo del timore di molti stati africani riguardo la possibilità che il virus, che in Congo ha causato un grande numero di vittime, si diffonda nel continente.
Fonte: Africa News
Link: https://www.africanews.com/2019/09/19/there-is-no-ebola-in-tanzania-minister/
17 settembre, Sudafrica – Il governo porge le sue scuse alla Nigeria in seguito ad attacchi di natura xenofoba nei confronti di nigeriani
I lavoratori stranieri in Sudafrica sono spesso vittime di attacchi a sfondo xenofobo e razzista, in quanto accusati di sottrarre lavoro alla popolazione locale. Recentemente queste violenze hanno causato la morte di 12 persone, per la maggior parte nigeriane, nelle città di Johannesburg e Pretoria. Un esponente del governo sudafricano in visita ad Abuja ha posto al governo e alla popolazione nigeriani le scuse ufficiali da parte del proprio Paese, affermando che le autorità si impegneranno al fine di evitare che quanto accaduto in questi giorni possa ripetersi in futuro. Il presidente nigeriano Buhari ha accettato di buon grado le scuse nella speranza che le relazioni tra i due paesi possano diventare sempre più solide. Tuttavia, in seguito alle violenze di cui sono stati vittime, circa 2000 nigeriani sono stati rimpatriati su volere del governo di Abuja.
Fonte: Al Jazeera
18 settembre, Etiopia – L’Etiopia rifiuta il progetto egiziano per la diga GERD
L’Etiopia ha dichiarato che non accetterà il progetto egiziano per la realizzazione della diga GERD (The Grand Ethiopian Renaissance Dam), della cui realizzazione si parla già dal 2011. La costruzione del grande impianto idroelettrico è prevista lungo il Nilo Azzurro, a circa 500 km dalla capitale Addis Abeba. Le due nazioni si trovano in disaccordo sulla quantità annuale di acqua che dovrebbe essere garantita all’Egitto e sulle modalità di gestione e supervisione dei flussi durante i periodi di siccità. Il ministro dell’Acqua, dell’Irrigazione e dell’Energia di Addis Abeba ha affermato, infatti, che un esperto egiziano non può controllare la diga, in quanto si tratterebbe di una vera e propria violazione della sovranità etiope. Il ministro, nel mese di gennaio, aveva garantito che, nonostante i forti ritardi, la diga avrebbe cominciato la sua produzione nel 2020 e sarebbe diventata pienamente operativa nel 2022. Quanto accaduto in questi giorni, tuttavia, sembra impedire al progetto di svilupparsi ulteriormente.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1W40OG-OZATP
19 settembre, Sud Sudan – Si fanno progressi nella stabilizzazione della situazione nel Paese
Il capo della missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan, pur definendo la situazione ancora “precaria”, riconosce i passi avanti che sono stati fatti verso la risoluzione dei conflitti che da anni sono presenti nel paese. La nascita di un governo di transizione fornisce al paese l’opportunità di affrontare e risolvere i problemi e le questioni più “impellenti”, che necessitano di una grande attenzione e per cui non è possibile attendere fino alle elezioni, previste tra tre anni. Le future elezioni concluderanno il processo di stabilizzazione avviatosi in Sud Sudan che permetterà al paese di avere, finalmente, un governo eletto dal popolo.
Fonte: Africa News
Link: https://www.africanews.com/2019/09/19/south-sudan-peace-process-progressing-un/
20 settembre, Nigeria – L’esercito chiude la sede di un’ONG a Maiduguri
Le autorità nigeriane hanno imposto la chiusura della sede dell’ONG Action Against Hunger con l’accusa di favorire i gruppi terroristi legati a Boko Haram e allo Stato Islamico. I cooperanti insistono su quanto questa decisione, improvvisa e inaspettata, metta a rischio l’assistenza che l’organizzazione fornisce alle persone più deboli nello stato del Borno. I media nigeriani riferiscono quanto affermato dal portavoce dell’esercito, secondo il quale l’ONG avrebbe fornito cibo e droghe ai terroristi, favorendone le atrocità. I vertici dell’ONG hanno annunciato che presenteranno ricorso in tribunale.
Fonte: Africa News
Link: https://www.africanews.com/2019/09/20/nigeria-bans-ngo-for-aiding-boko-haram-islamic-state/
21 settembre, Etiopia – Aumenta il numero di rifugiati provenienti dalla Somalia
L’Etiopia, da gennaio ad oggi, ha accolto circa 5000 rifugiati somali, circa quattro volte il numero dei rifugiati accolti nell’intero 2018. Povertà, insicurezza, mancanza di cibo e acqua, violenze e attacchi per mano di Al-Shabaab sono tra le cause principali che spingono molti abitanti della Somalia ad abbandonare la propria casa e il proprio Paese in cerca di un futuro migliore al di là del confine con l’Etiopia, dove vengono accolti e ospitati nei centri dell’UNHCR. La loro situazione di provenienza è sicuramente resa invivibile dalla presenza di Al-Shabaab, che controlla la zona al confine tra Somalia ed Etiopia e sottrae agli abitanti quel poco che hanno. Tuttavia, se i flussi provenienti dalla Somalia non dovessero diminuire, la situazione nei centri dell’UNHCR diventerebbe a poco a poco ingestibile e si dovranno certamente trovare nuove soluzioni.
Fonte: Africa News
22 settembre, Repubblica Democratica del Congo – Annunciata l’introduzione di un vaccino contro l’Ebola
Il Ministero della Salute del Congo ha annunciato l’introduzione di un secondo vaccino per contrastare la seconda epidemia di ebola più grave della storia. Il vaccino, prodotto dalla Johnson & Johnson si aggiungerà a quello, già introdotto, prodotto dalla Merck ed è già stato testato in Uganda e Guinea. L’epidemia di ebola in Congo ha ucciso più di 2000 persone dallo scorso anno e il ricorso a questi vaccini alimenta la speranza di contrastare il diffondersi della malattia e di evitare che si raggiungano le dimensioni dell’epidemia che tra il 2013 e il 2016 ha causato la morte di 11.300 persone.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1W608U-OZATP
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