Rassegna settimanale 1-7 aprile 2019: Africa Subsahariana
1 Aprile, Sudan – La polizia del Sudan disperde i raduni illegali
La polizia sudanese disperde “le assemblee illegali” nella capitale Khartum e nelle varie città del Paese, ha dichiarato l’Agenzia News del Sudan. Il Sudan è scosso dal 19 dicembre da manifestazioni antigovernative. I dimostranti all’inizio protestavano contro l’aumento dei prezzi ma poi le manifestazioni si sono scagliate contro il governo trentennale del Presidente Omar al-Bashir.
Il portavoce della polizia, Hashem Ali, ha annunciato che “i raduni illegali saranno fermati dalla polizia con l’uso dei gas lacrimogeni”. La polizia ha arrestato un numero imprecisato di manifestanti in base alle misure di emergenza annunciate lo scorso mese.
Inoltre, Bashir, il mese scorso, ha dissolto il governo centrale, espanso le forze di polizia e ha rimpiazzato i governatori con ufficiali della sicurezza.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKCN1RD1L9-OZATP
2 aprile, DR Congo: l’epidemia di Ebola si sviluppa più velocemente del previsto
L’epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo si sta diffondendo più velocemente del previsto, ha annunciato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Nelle ultime due settimane si sono registrati diversi nuovi casi, segnando così una battuta d’arresto negli sforzi messi in atto per fermare la diffusione della malattia. La violenza delle milizie e la resistenza delle comunità hanno impedito l’accesso alle aree affette.
Meno di tre settimane fa, l’OMS aveva dichiarato che l’epidemia era stata ampiamente contenuta e poteva essere fermata entro settembre.Ma la settimana successiva i nuovi casi hanno raggiunto il numero record di 52 e quella successiva di 72. 50 casi a settimana si erano registrati soltanto a metà novembre e a fine gennaio.
Un dato allarmante si riferisce al fatto che metà dei morti per Ebola dell’ultima settimana si è verificato fuori dai centri di trattamento, vi è quindi un rischio elevato che possano trasmettere il virus alle persone a loro vicine.
“Le persone diventano infette senza accesso alle cure adeguate” ha affermato Lindmeier, portavoce OMS alla Reuters.
L’epidemia attuale si stima abbia causato la morte di 676 persone e infettato 406. Negli ultimi due mesi, cinque centri di trattamento dell’Ebola sono stati attaccati da miliziani armati, costringendo MSF a sospendere le attività in due delle aree più infettate.
Una altra sfida è rappresentata dalla sfiducia nei paramedici da parte di molte persone delle aree più colpite.
Più di 11000 persone sono morte nell’Africa occidentale fra il 2013-2016 per la prima epidemia di Ebola.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKCN1RE0LK-OZATP
3 Aprile, Uganda – Una donna americana rapita in Uganda in un parco nazionale
La polizia ha annunciato che una donna americana e il suo autista ugandese sono stati rapiti da un parco nazionale nel sudovest dell’Uganda da alcune persone che hanno chiesto un riscatto di 500000 dollari per il rilascio.
Kimberley Sue Endecott, di 35 anni, stava facendo una gita nel Queen Elizabeth National Park quando al suo veicolo è stata tesa una imboscata da quattro uomini armati nella sera di martedì, ha dichiarato un comunicato del portavoce della polizia.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKCN1RF1PG-OZATP
4 Aprile, Burkina Faso – Dozzine di persone morte in Burkina
Negli ultimi giorni più di 60 civili sono stati uccisi negli scontri fra comunità nel nord del Burkina Faso, ha affermato il governo.
Il Burkina e il vicino Mali hanno visto una impennata negli scontri etnici delle milizie islamiste che stanno cercando di espandere la loro influenza nel Sahel.
Gli attacchi degli islamisti sono cresciuti negli ultimi mesi e la violenza ha riacceso le tensioni fra le comunità.
Nuova violenze sono esplose vicino alla città di Arbinda nella provincia di Soum domenica notte, quando un leader religioso e sei membri della sua famiglia sono stati uccisi da uomini armati, secondo quanto riportato dal partito di governo Movement of People for Progress (MPP).
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKCN1RG0N1-OZATP
5 Aprile, Uganda – Macron chiede agli esperti di investigare il ruolo della Francia nel genocidio del Ruanda
Emmanuel Macron ha nominato una commissione di storici e di ricercatori per investigare il ruolo della Francia nel genocidio del Ruanda avvenuto 25 anni fa, dato che accuse di complicità nella morte di 800,000 persone continuano ad annebbiare le relazioni fra Kigali e Parigi.
Il Presidente francese ha affermato che il panel di esperti esaminerà gli archivi di Stato, inclusi documenti diplomatici e militari e produrrà un report pubblico. La decisione arriva dopo che Macron aveva incontrato i rappresentanti dell’Associazione dei sopravvissuti del Ruanda all’Eliseo- la prima volta che un leader francese organizza un simile incontro.
La commissione esaminerà le attività della Francia in Ruanda dal 1990 al 1994 per “contribuire ad una migliore comprensione e conoscenza del genocidio dei Tusti” ha dichiarato l’Eliseo.
Macron è stato pesantemente criticato per aver rifiutato un invito a partecipare alla cerimonia a Kigali per il 25° anniversario del genocidio.
Lo scorso anno Macron aveva ammesso per la prima volta che la Francia aveva condotto sistematiche torture durante la guerra di indipendenza dell’Algeria. Alcuni speravano che inaugurasse un periodo di chiarezza sul ruolo della Francia in Africa, e andasse in Ruanda come gesto di riconciliazione.
Macron sarà rappresentato alla cerimonia da Hervé Berville, del partito La République En Marche. Berville rimase orfano durante il genocidio e fu adottato da una famiglia francese.
Il Ruanda accusa la Francia di aver sostenuto le forze Hutu responsabili del massacro e di aver aiutato alcuni responsabili a fuggire.
La Francia ha sempre negato di essere complice del massacro del Ruanda, ex colonia del Belgio. Parigi ha continuato a insistere che i soldati francesi si sono schierati nelle ultime settimane del genocidio e che hanno fatto del loro meglio in circostanze difficili e hanno salvato centinaia di vite.
Macron ha promesso un approccio più pragmatico al “Ruanda” e ha ospitato il Presidente ruandese, Paul Kagame, a Parigi.
Fonte:The Guardian
6 Aprile, Sudan – In centinaia marciano verso il Ministro della Difesa
Testimoni hanno riferito che centinaia di persone hanno marciato verso la residenza del Presidente Omar al-Bashir e verso il Ministero della difesa nella zona centrale della capitale Khartum, come parte delle proteste antigovernative iniziate a dicembre.
I testimoni hanno riferito che i poliziotti hanno usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKCN1RI0A5-OZATP
7 Aprile 2019, Ruanda – Inizia la settimana di commemorazione delle vittime del genocidio
Il Ruanda ha iniziato la solenne commemorazione delle 800.000 persone uccise durante i tre mesi del genocidio del 1994.
Il Presidente Paul Kagame ha deposto una corona di fiori al memoriale dove più di 250000 persone sono seppellite nella capitale Kigali. Sono state cantate canzoni e recitati poemi all’inizio della settimana degli eventi.
Dopo la cerimonia, Kagame ha promesso che la storia non si è ripeterà. “Sarà il nostro primo impegno. I nostri corpi e le nostre menti portano le cicatrici ma nessuno di noi è solo.”
La maggioranza delle vittime del genocidio appartenevano alla minoranza ruandese dei Tutsi, sebbene siano morti anche Hutu.
Il massacro iniziò il 6 aprile 1994 dopo che il Presidente, Juvénal Habyarimana, e la sua controparte del Burundi, Cyprien Ntaryamira, entrambi Hutu, furono uccisi in un incidente aereo sulla capitale del Ruanda. Il responsabili dell’attentato non furono mai identificati.
I soldati del governo Hutu e le milizie alleate orchestrarono una campagna per sterminare la minoranza Tusti. Uomini, donne e bambini furono sepolti vivi, fatti a pezzi, presi a bastonate e uccisi. Oltre 25ò000 donne e ragazze furono violentate ripetutamente.
Il 70% della minoranza Tutsi fu spazzata via. Gli studi preliminari di un sondaggio nazionale ha evidenziato che il 35% dei sopravvissuti fra i 25 e i 65 anni ha sintomi legati a problemi mentali.
Il massacro terminò nel luglio del 1994 quando il Rwandan Patriotic Front (RPF), un movimento di ribelli Tutsi guidato da Kagame, invase il Paese dall’Uganda e prese i controllo del Paese. Kagame diventò il leader del Paese prima come vice presidente e poi come presidente. Kagame, una delle figure più divisive dell’Africa, è visto dai sostenitori come un leader incorruttibile e visionario che ha portato sicurezza e sviluppo; per i critici è una figura autoritaria sostenuta dalla comunità internazionale, colpevole di non essere intervenuta per fermare il genocidio.
Fonte: The Guardian
Uganda – Liberata la turista americana rapita
La polizia ugandese ha annunciato di aver liberato la donna americana e il suo autista rapiti da uomini armati in un parco nazionale. Entrambi sono in “buone condizioni di salute” e nelle “mani sicure” della polizia, ha annunciato la stessa polizia su Twitter. Le autorità non hanno dato altri dettagli.
Le forze di sicurezza dell’Uganda davano la caccia agli uomini armati che avevano chiesto un riscatto di 500.000 dollari dopo il rapimento di Kim Endecott e del suo driver il 2 aprile nel parco nazionale Queen Elizabeth national park, una area protetta vicino al confine con il Congo.
Non è chiaro se nel caso di Endecott, americana della California, sia stato pagato un riscatto. Il Segretario di Stato, Mike Pompeo, ha dichiarato che i familiari di cittadini Usa rapiti in giro per il mondo vogliono fare di tutto per i loro familiari. Venerdì in un comunicato il Dipartimento di Stato ha dichiarato che la sicurezza e la difesa dei cittadini americani all’estero è una delle priorità.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2019/apr/07/uganda-american-tourist-kidnapped-rescued
Featured Image Source: Flickr Adam Jones