Rassegna settimanale 18 – 24 febbraio 2019: Sud-est asiatico
18 febbraio, Filippine, Vietnam, Cina, Brunei, Taiwan, Malesia – Disputa sul Mar Cinese Meridionale: spiegazione
Il Mar Cinese Meridionale si trova in una delle vie navigabili più trafficate al mondo ed è al centro di diverse dispute territoriali che interessano Cina, Vietnam, Filippine, Taiwan, Malesia e Brunei.
Il conflitto è rimasto irrisolto per decenni e ad oggi è uno dei punti focali della relazione Cina-USA in Asia.
Diverse rivendicazioni
Filippine, Vietnam, Cina, Brunei, Taiwan e Malesia hanno differenti rivendicazioni territoriali su questo mare, spesso in sovrapposizione tra loro.
La Cina afferma che più dell’80%, infatti, rientrerebbe sotto la sua sovranità mentre il Vietnam reclama le isole Paracel e Spratly.
Allo stesso tempo le filippine sostengono la proprietà dell’arcipelago delle Spratly e della secca Scarborough Shoal.
Infine, i Brunei e la Malesia rivendicano sovranità a sud e in alcune isole Spratly.
Perché è così importante?
Un terzo del commercio marittimo mondiale passa dal Mar Cinese Meridionale, che segna per tutti questi paesi una chiave commerciale e un crocevia tra Asia e il continente europeo e africano.
Il fondale marino sarebbe inoltre ricco di risorse naturali tra cui oli e gas.
La US Energy Information Administration stima che nell’area ci siano 11 miliardi di barili d’olio e 190 trilioni di metri cubi di gas.
Per quanto riguarda gli interessi di Pechino, l’80% di olio cinese arriva dallo Stretto di Malacca, in Indonesia, e attraversa il Mar Cinese Meridionale.
Inoltre, questo mare fornisce il 10% della pesca mondiale, rendendolo un elemento chiave per l’approvvigionamento di cibo per centinaia di milioni di persone.
In questo contesto gli interessi americani entrano in contrasto con quelli cinesi, essendo gli Stati Uniti coinvolti a livello commerciale in Asia e avendo una larga scala di impegni per quanto riguarda la sicurezza nella regione.
Come la situazione si è evoluta?
La Cina ha ripetutamente criticato l’atteggiamento “provocatorio” americano e ha iniziato a difendere le proprie rivendicazioni in maniera più aggressiva.
Nel 2014, l’introduzione di una trivella cinese vicino alle isole Paracel ha portato a diversi confronti tra le navi cinesi e vietnamite oltre che numerose proteste.
Lo stesso anno, Pechino ha iniziato a portare avanti le proprie rivendicazioni territoriali installando nell’area strutture militari e creando la città di Sansha su una delle isole.
Una sentenza del tribunale internazionale nel luglio del 2016, ha decretato che Pechino non ha “diritti storici” sul territorio. Tuttavia, la decisione non è stata accettata dalla Cina in quanto non aveva “potere vincolante”.
I paesi del Sudest Asiatico hanno rifiutato fino ad oggi una soluzione bilaterale per risolvere la questione con la Cina.
L’Asean sta lavorando comunque con Pechino per l’istituzione di un codice di condotta ufficiale per evitare incidenti nell’area.
Fonte: South China Morning Post
Link: https://www.scmp.com/week-asia/article/2186449/explained-south-china-sea-dispute
19 febbraio, Indonesia – Indonesia e Corea del Sud mirano a stringere un patto commerciale
Indonesia e Corea del Sud si impegnano a riprendere le trattative per un commercio bilaterale e un accordo d’investimento con l’obiettivo di firmare un patto entro novembre.
Il ministro del commercio indonesiano Enggartiasto Lukita ha dichiarato che un’intesa tra i due paesi potrebbe favorire un commercio bilaterale che in tre anni aumenterebbe di dieci miliardi di dollari.
“La Corea del Sud ha molto potenziale per gli investimenti ed il commercio”.
L’obiettivo indonesiano è di aumentare l’esportazione di prodotti agricoli, ittici e tessili.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesia-south-korea-aim-to-sign-trade-deal-by-november
20 febbraio, Malesia – Di Nuovo in carreggiata? Discussioni tra Cina e Malesia per la costruzione della East Cost Rail
Sono nuovamente in corso i negoziati tra Cina e Malesia per rilanciare la costruzione della ferrovia ad alta velocità East Cost Rail Link.
Pechino si è impegnata a ridurre il costo del progetto, il quale ammontava inizialmente a venti miliardi di dollari.
Dal ritorno al governo di Mahathir lo scorso maggio, la Malesia ha testato il rapporto con Pechino. Difatti, oltre alla ferrovia ad alta velocità, l’uomo ha cancellato un progetto di gasdotto sopportato dalla Cina, ha criticato la proprietà straniera di un’area residenziale commercializzata da investitori cinesi e ha accusato quest’ultimi di praticare “una nuova forma di colonialismo”.
Tuttavia, i recenti segnali suggeriscono che la Malesia voglia alleggerire le tensioni con Pechino.
Fonte: South China Morning Post
21 febbraio, Indonesia – Nessun candidato vincitore al secondo dibattito presidenziale indonesiano
Pochi giorni fa i due candidati alle elezioni presidenziali indonesiane, si sono sfidati in un dibattito che non ha visto vincitori.
L’attuale presidente Joko Widodo e il contendente Prabowo Subianto non hanno infatti portato avanti nuove idee nel corso della discussione, citando inoltre dati inaccurati in supporto delle loro argomentazioni.
Un sondaggio condotto domenica 17 febbraio ha rivelato una percentuale considerevole di elettori indonesiani indecisi e una diffusa apatia.
Fonte: The Straits Times
22 febbraio, Birmania – Commercio e dipendenza da metanfetamine in crescita in Birmania
La Birmania è il secondo produttore mondiale di oppio dopo l’Afghanistan e si crede sia la maggiore fonte di metanfetamine.
Lo stato di Shan è l’epicentro della produzione, con un’organizzazione locale di gruppi armati legati alle gang di trafficanti transnazionali. In particolare, Kutkai, situata sul confine cinese, è la città passaggio dei prodotti chimici diretti ai laboratori birmani.
I cristalli di metanfetamina vengono smerciati dalla Birmania con un sistema di traffico complesso in paesi come l’Australia, la Tailandia e il Bangladesh.
A causa di questo fenomeno, il paese sta affrontando un “disastro” per quanto riguarda la pubblica sanità, e solo pochi villaggi sono immuni da tale commercio.
Solo lo scorso mese la polizia ha sequestrato 30 milioni di pillole yaba, un tipo di metanfetamina di basso valore, 1.750 chilogrammi di cristalli e 500 chilogrammi di eroina per un valore di 54 milioni di dollari. Inoltre, si stimano che metà dei detenuti nel paese siano stati incarcerati per crimini minori legati alla droga e che gli arresti tra i tossicodipendenti siano in aumento.
Fonte: South China Morning Post
23 febbraio, Birmania – Aung San Suu Kyi non sarà presente prossima settimana alla conferenza delle Nazioni Unite a Ginevra
La leader birmana Aung San Suu Kyi non sarà presente alla conferenza delle Nazioni Unite a Ginevra, al suo posto presenzierà un ministro del governo.
La donna, vincitrice del premio Nobel nel 1991, è stata ampiamente criticata dall’occidente per le aperte violazioni dei diritti umani in Birmania e per il suo silenzio a riguardo della crisi che ha costretto oltre 700,000 Rohingya mussulmani a fuggire verso il Bangladesh.
Fonte: The Straits Times
24 febbraio, Filippine – I ribelli nominano il leader della nuova regione mussulmana Bangsamoro
Murad Ebrahim viene nominato leader della nuova regione musulmana di Bangsamoro a sud delle Filippine.
La designazione segue il referendum di gennaio che mette a fine a decenni di insurrezioni separatiste che hanno provocato dal 1970 oltre 150,000 morti.
Il presidente filippino Rodrigo Duterte e Murad, leader del Moro Islamic Liberation Front (MILF), hanno entrambi espresso la speranza che il nuovo corso impedisca l’ascesa di estremismi nel paese.
“La strada per la pace potrebbe essere ancora lunga e difficile, ma sono felice che abbiamo raggiunto questo punto”, ha dichiarato Rodrigo Duterte.
Fonte: South China Morning Post
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