Rassegna settimanale 12 – 18 novembre 2018: Africa Subsahariana
13 novembre, Repubblica Democratica del Congo – L’opposizione si presenta frammentata alla vigilia delle elezioni
Le elezioni nel Paese sono alle porte, si terranno il 23 dicembre e giovedì 22 novembre inizierà ufficialmente la campagna elettorale. Si presenteranno 21 candidati tra cui il rappresentante dell’FFC (Fronte Comune per il Congo) Emmanuel Ramazani Shadary, successore di Joseph Kabila. Il candidato della nuova coalizione di opposizione Lamuka, è Martin Fayulu, parlamentare ampiamente rispettabile. Un accordo che riuscisse ad unire tutte le opposizioni è appena fallito e sembrerebbe a questo punto difficile riuscire a sconfiggere il partito di maggioranza che ha avuto come leader per decenni Joseph Kabila.
Fonte: The Guardian
14 novembre, Zimbabwe – L’esercito nega l’uccisione dei sei protestanti
A seguito del colpo militare che ha spodestato Mugabe e le elezioni che hanno portato al potere Emmerson Mnangagwa, sono iniziate una serie di manifestazioni. Alcune di queste, tenute nella capitale del Paese, ad Harare, a pochi giorni dall’elezione del presidente Emmerson Mnangagwa, sono sfociate nel sangue. I militari hanno negato qualsiasi responsabilità da parte dei loro soldati per aver colpito 6 persone durante le proteste, nonostante la presenza di foto e video che documentano l’accaduto. Tuttavia, la sparatoria e l’uccisione dei sei protestanti ha avuto un rilevante peso politico per il nuovo Presidente, che sta tentando in ogni modo di convincere la comunità internazionale che lo Zanu – PF ha messo da parte la repressione e la brutalità che lo hanno caratterizzato per 38 anni.
Fonte: Tha Guardian
15 novembre, Tanzania – La Banca Mondiale sospendi gli aiuti
La Banca Mondiale ha ritirato 300 milioni di dollari dal fondo stanziato per la Tanzania in seguito alle politiche nazionali riguardanti l’espulsione delle ragazze incinte dalle scuole. La percentuale ritirata è pari a più della metà del fondo complessivo ed era stato ideato per aiutare il Ministro dell’Istruzione nel miglioramento dell’accesso all’istruzione secondaria. L’annuncio è arrivato lo stesso giorno in cui anche la Danimarca, il secondo donatore più importante per la Tanzania, ha annunciato il ritiro di 10 milioni di dollari in seguito alla violazione dei diritti umani di persone omosessuali e le “inaccettabili dichiarazioni omofobiche” da parte di un ufficiale del governo.
Le scuole in Tanzania espellono costantemente le ragazze che restano incinte, il numero annuale stimato si aggira attorno alle 8000 espulsioni. La pratica ha origini lontane ma è aumentata dopo l’elezione del Presidente John Magufuli nel 2015. Alcune scuole hanno persino imposto l’obbligatorietà del test di gravidanza alle loro studentesse.
Fonte: The Guardian
16 novembre, Repubblica Democratica del Congo – Scontro tra gruppi islamisti e forse locali appoggiate dalle Nazioni Unite
Nell’ultimo scontro con i miliziani della Repubblica Democratica del Congo sono rimasti uccisi almeno 7 peacekeepers delle Nazioni Unite e 12 soldati congolesi. Gli scontri hanno avuto luogo vicino Beni, vicino alla zona del mondo più colpita dall’Ebola. I peacekeepers stavano sostenendo l’offensiva delle forze locali contro il gruppo islamista, l’Allied Democratic Forces (ADF). Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha dichiarato “richiamiamo tutti gruppi armati a fermare le loro attività di destabilizzazione dell’area, che continuano a portare sofferenza alla popolazione e complicano gli sforzi per tentare di arginare la nuova esplosione di casi di Ebola”.
L’ADF sarebbe infatti responsabile negli ultimi mesi di numerosi attacchi contro la popolazione civile. L’azione sta davvero mettendo in pericolo lo sforzo di tutto il personale medico per tentare di arginare la nuova ondata di casi di Ebola. L’epidemia ha infettato più di 300 persone, uccidendone i due terzi, facendo di questa nuova ondata, la terza peggiore di sempre.
Fonte: The Guardian
Zimbabwe – 47 morti nello scontro tra due autobus
La scorsa settimana, 47 persone sono rimaste uccise ed altre 20 ferite, dopo la collisione tra due autobus e la successiva esplosione dei mezzi. Gli autobus viaggiavano su una strada tra Harare e Rusape. I cittadini chiedono un miglioramento delle condizioni di sicurezza delle strade e dei mezzi di trasporto pubblici.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2018/nov/16/bus-zimbabwe-fire
(Featured image by Wikimedia Commons Thomas Nugent)