Rassegna settimanale 16-22 luglio 2018: Sudest asiatico
16 luglio, Malesia – Giuramento storico al parlamento malese
I legislatori malesi hanno prestato giuramento all’interno del parlamento e per la prima volta nella storia del paese, è stato un altro partito a sedersi sul banco riservato al governo. È stata in effetti la nuova coalizione Pakatan Harapan a prendere il posto del Barisan Nasional (BN), che per la prima volta verrà definito il partito di opposizione. Inoltre, su 222 parlamentari, 90 di loro hanno prestato giuramento per la prima volta, il maggior numero dopo la prima seduta parlamentare della storia del paese che risale al 1959.
Durante il giuramento del presidente della camera i parlamentari dell’opposizione, BN e Parti Islam SeMalaysia, sono usciti dall’aula in segno di protesta. Secondo i legislatori non sarebbe stato comunicato il preavviso di due settimane, “non contestiamo la scelta (…) ma il processo col quale è stato nominato il candidato” ha spiegato il parlamentare Datuk Seri Ahmad Zahid Hamadi.
Ha prestato giuramento anche Najib Razak, l’ex premier malese, recentemente sconfitto alle elezioni generali e che per la prima volta si siederà dalla parte dell’opposizione. La legislatura di Najib rischia di essere fortemente movimentata visto che l’uomo è attualmente indagato per abuso di potere e abuso di fiducia in un gigantesco scandalo di corruzione.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/malaysia-swears-in-new-lawmakers-in-historic-parliament-sitting
17 luglio, Birmania – I due giornalisti Reuters dichiarano di essere stati torturati
I due giornalisti della Reuters imprigionati per aver investigato sul massacro Rohingya hanno dichiarato durante il loro processo di essere stati torturati. Wa Lone e Kyaw Soe Oo devono far fronte ad un processo che potrebbe condannarli a 14 anni di carcere. I due uomini avevano incontrato un uomo che li avrebbe dato alcuni documenti segreti, per poi essere arrestati meno di cinque minuti dopo. I due uomini hanno ripetutamente dichiarato di essere stati incastrati dall’esercito.
Dopo il loro arresto sarebbero stati incappucciati e portati in un luogo segreto. I giornalisti hanno poi dichiarato di aver riconosciuto dove si trovassero, un posto noto per essere un luogo di tortura. “Venivano ad interrogarci ogni due ore e non abbiamo potuto dormire per tre giorni interi” hanno dichiarato. Secondo Human Rights Watch la privazione di sonno è un metodo di interrogazione vietato dal diritto internazionale.
Inoltre, la polizia avrebbe tentato di convincerli di non pubblicare i risultati delle loro investigazioni. Secondo Wa Lone gli interrogatori gli avrebbero anche chiesto perché un buddista dovrebbe interessarsi a dei musulmani.
Le ricerche dei giornalisti riguardano una campagna di repressione condotta dall’esercito bimano ripetutamente qualificata come “pulizia etnica” e “contenente elementi di genocidio” secondo l’alto commissario delle Nazioni Unite Zeid Ra’ad Al Hussein e numerosi capi di stato e di governo. Dall’inizio di questa campagna sarebbero stati uccisi migliaia di Rohingya e quasi un milione sono fuggiti dallo stato di Rakhine in Birmania.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmar-reuters-reporter-on-trial-over-rohingya-story-says-he-was-hooded-deprived-of
18 luglio, Vietnam – Hanoi sulla difensiva dopo l’inizio della guerra commerciale
Considerando che la Cina e gli Stati Uniti sono le sue principali mete di esportazione, il Vietnam sta cercando in tutti i modi di proteggersi dalla guerra commerciale che sta prendendo forma tra le due maggiori economie al mondo.
Gli analisti propongono varie misure, dallo svalutare il dong a incrementare il controllo dei prodotti per anticipare l’arrivo massiccio di beni cinesi. Il National Centre for Socio-Economic Information and Forecast – organo del ministero delle pianificazioni e degli investimenti – ha fornito un rapporto al suo ministero sul potenziale impatto della guerra commerciale e su come le autorità dovrebbero difendere l’economia nazionale.
“Se le tensioni tra Stati Uniti e la Cina dovessero continuare ad aumentare, potrebbe ridurre le importazioni e gli investimenti stranieri e quindi colpire la produzione domestica” ha spiegato Luong Van Khoi ha spiegato il vice direttore generale del centro di Hanoi. Si è però rifiutato di dare i dettagli di questo piano.
La dipendenza del Vietnam sulle esportazioni e gli investimenti esteri per la propria crescita rende il paese estremamente vulnerabile allo scontro tra Stati Uniti ed i suoi partner commerciali come la Cina e l’Unione Europea. La sua economia, così come quella degli altri paesi in via di sviluppo, è sotto la minaccia dell’instabilità finanziaria con un possibile tracollo della propria valuta e delle proprie riserve accompagnata da un crescente inflazione.
“Sarebbe ingenuo pensare che il Vietnam venga risparmiato della guerra commerciale globale” ha dichiarato Eugenia Victorino, un economista dell’Australia & New Zeland Banking Group. “Il Vietnam è pienamente integrato nel mercato globale. Il governo dev’essere attento nel calibrare le proprie politiche estere e domestiche”.
La banca centrale dovrebbe considerare svalutare il dong rispetto al dollaro per aumentare la competitività dei prodotti vietnamiti ha dichiarato il Vietnam Institute for Economic Policy Research.
Il dong, che ha perso più dell’1 percento quest’anno e che si trova ad uno dei suoi punti più bassi, si sta portando meglio della maggior parte delle valute asiatiche.
“Svalutare il dong può aiutare le esportazioni, però rischia di aumentare anche l’inflazione e i costi per importare i materiali per la produzione domestica, dobbiamo quindi essere molto attenti” ha spiegato Can Van Luc un economista esperto della Bank for Investment and Development of Vietnam. “Un crollo del 2 percento del dong per l’intero 2018 potrebbe bastare”
Con gli Stati Uniti che minacciano di ulteriori imposte sui beni cinesi, il Vietnam è preoccupato che alcuni prodotti come vestiti, cuoio e mobili invadano il mercato domestico.
Il ministero del commercio sta lavorando per prevenire una tale eventualità ha dichiarato il ministro Tran Tuan Anh. Il paese ha importato l’equivalente di 57 miliardi di dollari americani dall’anno scorso.
I ministeri dovrebbero lavorare insieme per trovare misure non tariffarie per limitare il numero di prodotto cinesi hanno dichiarato Luc e Koi. Le autorità dovrebbero intensificare i controlli alla frontiera e aumentare gli standard di qualità.
Ridurre i costi per l’esportazione e i produttori dovrebbero diminuire i costi delle licenze e dei prodotti, così come aiutarli a trovare nuovi mercati ha spiegato Nguyen Anh Dong, direttore delle politiche macroeconomiche del Central Institute for Economic Management, un think tank governativo vietnamita.
Le esportazioni, che rappresentano il 102 percento del prodotto interno lordo del 2017, stanno reggendo il colpo. Sono aumentate del 16 percento da gennaio a giugno, facendo meglio di Singapore e delle Filippine.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/vietnam-goes-on-the-defence-as-china-and-us-clash-on-trade
19 luglio, Malesia – Fermato un sospettato attentatore
La polizia malese ha dichiarato di aver arrestato un uomo che stava pianificando di uccidere il monarca del paese, Yang di-Pertuan Agong Sultan Muhammad V, il primo ministro malese, Mahathir Mohamad ed un altro ministro Mujahid Yusof Rawa. Il sospettato fa parte di un gruppo di 7 persone arrestate per complicità con lo Stato Islamico. Non sono chiare le modalità e quante persone fossero implicate ma l’uomo avrebbe direttamente minacciato il re ed i ministri.
Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/07/is-linked-militant-planned-to-kill-malaysian-king-pm-police/#omtPGddwlhXOMy6c.97
20 luglio, Malesia – Lo stato malese spera di poter recuperare una parte dei fondi 1MDB
Lo stato malese dovrebbe essere in grado di recuperare circa 12.3 miliardi di dollari dei soldi scomparsi nello scandalo finanziario noto come 1MDB. La somma ammonterebbe al 10 percento del totale, e fino al 30 percento “se siamo fortunati” ha dichiarato il ministro delle finanze Lim Guan Eng. Queste dichiarazioni del ministro permettono di capire la complessità delle operazioni.
Lo scandalo finanziario che ha implicato l’ex premier malese Razak Najib è diventato un caso internazionale e sarebbero in corso delle investigazioni in almeno altri 10 stati, inclusi gli Stati Uniti. “Non siamo riusciti a localizzare e tracciare i soldi, e cosa sia stato comprato con questo denaro” ha spiegato Lim, “Per quelli che siamo riusciti a tracciare c’è anche la questione di proprietà, processo equo e delle diverse giurisdizioni nazionali”.
L’inchiesta del caso 1MDB ha portato l’ex premier del paese, Najib Razak, al centro dello scandalo, ad essere ufficialmente incolpato di abuso di potere e abuso di fiducia.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/malaysia-expects-to-recover-up-to-s48-billion-of-1mdb-funds
21 luglio, Vietnam – Un manifestante americano deportato
Una corte vietnamita ha ordinato la deportazione del cittadino americano di origine vietnamita, arrestato il mese scorso per aver “causato disordine pubblico”. William Anh Nguyen faceva parte dei manifestanti che si erano opposti alla creazione di nuove zone economiche per gli investitori stranieri.
“La giuria ha preso nota del fatto che l’accusato abbia riconosciuto l’illegalità delle sue azioni. Considerando la sua sincerità, la corte ha deciso di non condannarlo ad una pena detentiva” si può leggere nel giornale ufficiale del partito. Secondo il codice penale vietnamita l’accusa di disturbo delle quiete pubblica può portare ad un massimo di sette anni di carcere. “Siamo soddisfatti che il caso del cittadino americano William Nguyen sia stato risolto” ha dichiarato il portavoce dell’ambasciata statunitense James Thrower.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/vietnam-to-deport-american-detained-during-mass-protests
22 luglio, Cambogia – L’opposizione si lamenta di essere stata tagliata fuori dalle elezioni
A giugno dello scorso anno, Khoeun Virath è stato eletto consigliere comunale nella capitale Cambogiana, ma qualche mese dopo, il suo partito politico è stato sciolto e la sua leadership si è esiliata, ed è quindi costretto a guidare un tuk-tuk per arrivare a fine mese.
La storia di Virath è solo uno degli esempi di come il primo ministro Hun Sen abbia messo l’opposizione a tacere prima delle elezioni generali del 29 lulgio.
Tuttavia, il governo non è d’accordo con questa versione dei fatti. “Non abbiamo mai vietato di criticarci, ma abbiamo vietato gli insulti ed incitamenti alla violenza perché in periodo elettorale le persone hanno bisogno di sicurezza sia fisica che mentale” ha dichiarato il portavoce del governo Phay Siphan.
Hun Sen, a capo del suo paese da più di 30 anni, non ha praticamente più avuto alcuna opposizione dal mese di novembre, quando il Cambodia National Rescue Party (CNRP) è stato sciolto dalla corte suprema su richiesta del governo. Il CNRP era stato sconfitto per un soffio nelle ultime elezioni del 2013.
Malgrado le condanne da parte della comunità internazionale, il leader del CNRP, Kem Sokha, è stato arrestato con l’accusa di tradimento e le quasi 5 000 cariche locali vinte dal suo partito sono state redistribuite al partito di maggioranza, il Partito Popolare Cambogiano (PPC).
“All’interno del paese, (i membri del NCRP) non possono comunicare tra di loro” ha dichiarato Virath, “non c’è nessuna struttura e leadership rimasta”.
Molti cambogiani hanno paura di parlare durante le elezioni, temendo che le loro opinioni possano causargli problemi.
Hun Sen ha accusato gli Stati Uniti di sostenere il CNRP e di orchestrare una “rivoluzione” per rovesciare il suo governo.
Sperando di dimostrare che le elezioni sono truccate, gli opponenti di Hun Sen hanno lanciato una Campagna per chiedere ai cambogiani di non votare. Il governo ha invece dichiarato che lanciare un appello a boicottare le elezioni è un atto illegale e ha invitato 50 000 osservatori stranieri, tra i quali alcuni cinesi, birmani e singaporiani a monitorare le elezioni.
Soeung Sen Karuna, un investigatore per il gruppo per i diritti Adhoc, uno dei più vecchi in Cambogia, ha dichiarato che l’organizzazione è stata accusata di pianificare una rivoluzione ed il loro lavoro sta diventando sempre più complicato. “Le ONG che lavorano in altri settori hanno paura di lavorare con noi” ha dichiarato l’uomo.
Cinque dei membri Adhoc sono stati imprigionati per 14 mesi senza nessun processo prima di essere rilasciati su cauzione. Sono stati accusati di aver corrotto un testimone durante l’inchiesta di Kem Sokha, il leader imprigionato. I sostenitori di Kem Sokha sono convinti che le accuse siano politicamente motivate.
Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/cambodia-opposition-says-it-has-been-cut-off-in-lead-up-to-election
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