Rassegna settimanale 11-17 giugno 2018: Giappone e Corea del Sud
11 giugno, Giappone – I tweet di Trump causano scompiglio al G7; la situazione di Abe è delicata
Il PM Shinzo Abe si trova in una situazione delicata: al G7 che si sta tenendo in Canada, sta infatti cercando di colmare le distanze tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi membri riguardo i nuovi, controversi dazi imposti dagli USA sul commercio dei metalli. Il PM Justin Trudeau, a capo del summit, ha espresso delusione per la recente decisione di Washington di imporre nuove tariffe su acciaio e alluminio in una press conference successiva al meeting; Trump ha poi risposto con un tweet in cui ha definito Trudeau “very dishonest and weak” e si è poi tirato indietro da un impegno che aveva firmato solo poche ore prima.
Per Abe, tuttavia, è importante riuscire a costruire un ponte tra Trump e gli altri leader, soprattutto in vista del summit con Kim: Tokyo sta spingendo affinché Trump si faccia portavoce anche della questione dei rapimenti dei cittadini giapponesi da parte di Pyongyang.
Fonte: Japan Today
12 giugno, Giappone – Il Giappone contribuirà ai costi iniziali della denuclearizzazione nordcoreana solo dopo ispezione della IAEA
Yoshihide Suga, Chief Cabinet Secretary del Governo Abe, ha dichiarato che il Giappone è pronto a sostenere alcuni dei costi iniziali della denuclearizzazione nordcoreana, ma solo dopo che la International Atomic Energy Agency avrà ripreso le ispezioni nel Paese.
Fonte: Reuters
13 giugno, Giappone – Giappone determinato a risolvere la questione dei rapimenti attraverso dialogo con Kim
Dopo che il Presidente americano Trump ha fatto riferimento alla questione durante il suo storico meeting con Kim, il Giappone si è dichiarato determinato a risolvere la questione dei cittadini giapponesi rapiti da Pyongyang tra gli anni ’70 e ’80. Abe ha rivelato la sua intenzione di incontrare Kim e di cercare una soluzione.
Fonte: Japan Today
15 giugno, Giappone – Abe adotta un nuovo piano di visti per l’introduzione di 500 000 lavoratori low-skilled entro il 2025
Spinto dal progressivo invecchiamento della popolazione, con un tasso di natalità molto basso, il Giappone sembra iniziare a modificare le sue severe politiche di immigrazione per accettare un numero maggiore di lavoratori stranieri non specializzati.
Il Council on Economic and Fiscal Policy, presieduto dal PM Abe, ha adottato venerdì una serie di politiche per la creazione di un nuovo tipo di visto per lavoratori stranieri non specializzati. Entro il 2025, potrebbero essere aperte le porte del Giappone a 500 000 lavoratori che andrebbero a occupare posizioni in cinque settori particolarmente colpiti dalla mancanza di manodopera: edilizio, agricolo, infermieristico e di assistenza, hotel e costruzione navale. Secondo quanto dichiarato da Yoshio Kimura, chairman del Comitato Speciale del Partito Liberal Democratico (il Partito al potere) per gli affari relativi ai lavoratori stranieri, il numero non sarebbe comunque sufficiente. Per molto tempo, nonostante il rapido invecchiamento della popolazione, il Giappone non aveva voluto permettere ufficialmente l’ingresso di lavoratori non qualificati. Essi entravano “dalla porta posteriore” attraverso la concessione di visti studenteschi e con uno status di “technical intern trainee”. Attraverso la riforma, il Governo prevede di creare una nuova categoria di visti della durata di cinque anni: i richiedenti dovranno superare dei test e dimostrare un determinato livello di padronanza della lingua giapponese. Attraverso il superamento di ulteriori test durante i cinque anni di durata del visto, questi lavoratori potrebbero ottenere un permesso di soggiorno illimitato, e ottenere che alcuni membri della loro famiglia ricevano il permesso di raggiungerli a vivere in Giappone.
Fonte: Japan Times
16 giugno, Giappone – Abe lancia l’idea di fondi internazionali per aiutare la denuclearizzazione nordcoreana
Il PM Shinzo Abe ha illustrato la possibilità di istituire un fondo internazionale per il raggiungimento della completa denuclearizzazione della Corea del Nord. Intervistato durante una trasmissione televisiva, Abe ha dichiarato di vedere la possibilità “per esempio, di creare una organizzazione” avente come obiettivo specifico la denuclearizzazione, come modo di incentivare la questione. Abe ha spiegato che ciò non significherebbe finanziare direttamente la Corea del Nord.
Nel summit di Singapore, il primo di sempre tra un leader nordcoreano e un Presidente americano, Trump e Kim hanno firmato un documento che include l’impegno di Pyongyang alla “completa denuclearizzazione della penisola.
Fonte: Japan Times
17 giugno, Corea del Sud – Atteso in settimana l’annuncio della sospensione delle esercitazioni militari tra USA e Corea del Sud
Una fonte governativa sudcoreana ha rivelato che per la prossima settimana è previsto l’annuncio della sospensione delle esercitazioni militari su larga scala tra Corea del Sud e Stati Uniti. La decisione arriva in seguito alla recente apertura nei confronti della Corea del Nord. Tuttavia, con ogni probabilità l’accordo includerà una clausola di “recesso”, per permettere ai due Paesi di riprendere le esercitazioni qualora il regime comunista mancasse di rispettare l’impegno preso nei confronti del programma di denuclearizzazione.
In seguito allo storico summit di Singapore con il leader nordcoreano Kim Jong-un, il Presidente americano Donald Trump ha dichiarato che porrà termine alle “provocative, inappropriate e costose” esercitazioni con il Sud. Le dichiarazioni di Trump hanno provocato un acceso dibattito: da un lato, i suoi sostenitori le interpretano come un gesto che dimostra la buona volontà statunitense e faciliterà la denuclearizzazione nordcoreana; gli oppositori, invece, temono il colpo all’alleanza tra USA e Corea del Sud.
Fonte: Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2018/06/205_250779.html
(Featured Image Source: Wikimedia Commons)