Rassegna settimanale 14 – 20 maggio 2018: Cina e Corea del Nord
14 maggio, Corea del Nord – Possibilità di investimenti in Corea del Nord
Le aziende sudcoreane stanno cominciando ad esplorare modalità e tempi per investire in Corea del Nord, mantenendo ferma tuttavia la necessità dell’imprescindibile smantellamento dell’arsenale nucleare. Stessi segnali dagli Stati Uniti, che attraverso le parole del Segretario di Stato Mike Pompeo, affermano che alle aziende private potrebbe esser permesso di investire nel settore dell’energia elettrica e dell’agricoltura, se il Paese abbandonasse il potere nucleare. Tuttavia, Pompeo precisa che il il governo americano non porterà mai i propri fondi nella Corea del Nord.
Lo Hyundai Group, azienda sudcoreana, ha messo in piedi un gruppo di lavoro per mappare le possibilità di investimento nel Nord della Corea. Inoltre, il governo sudcoreano ha registrato molte richieste per riaprire il complesso industriale Kaesong, il quale aperto nel 2004 era stato portato avanti ad ottimi livelli da più di 50,000 lavoratori nordcoreani. Il complesso, situato al confine tra le due Coree era stato chiuso nel 2016 dopo i test nucleari ed il lancio missilistico.
Fonte: The Guardian
Corea del Nord – Tensione con il Giappone per il rilascio dei detenuti giapponesi
Da Pyeongchang, in Corea del Sud, Abe si è rivolto direttamente a Kim Jong-un, chiedendo la liberazione dei detenuti illegali giapponesi. Kim Joung-un ha dichiarato che la questione relativa ai cittadini giapponesi rapiti e incarcerati durante la Guerra Fredda è stata risolta ed ha accusato il Giappone di voler rallentare i recenti progressi nel processo di denuclearizzazione della penisola. L’agenzia giornalistica di stato, la KCNA ha dichiarato “Le reazioni del Giappone sulla “questione del rapimento” stanno creando molte attese, nonostante il problema sia già stato risolto. Questo è un atteggiamento sciocco che mina gli sforzi di pace nella penisola coreana, nonostante sia accolto positivamente da tutta la comunità internazionale”.
Secondo la National Association for the Rescue of Japanese Kidnapped in North Korea (Nark) sarebbero una ventina di giapponesi ad esser stati sequestrati illegalmente. Ma la questione riguarda anche cittadini di altri stati: infatti, secondo un rapporto dello United Nations Human Rights Council del 2014, si parla di oltre 200 mila stranieri rapiti dal 1950 dal regime nordcoreano, tra i quali circa 3.800 sudcoreani, oltre a cittadini thailandesi, libanesi, romeni, francesi, olandesi e persino italiani. I cittadini giapponesi erano sono stati rapiti per studiarne la pronuncia, ogni singolo movimento e arrivare a imitarli in modo tale da essere scambiati per perfetti cittadini giapponesi, a scopo di spionaggio e per limitare la forza del nemico principale della Corea del Nord, ossia il Giappone.
La questione fu affrontata per la prima volta nel 2002, quando il Primo ministro giapponese Koizumi, in occasione di una storica visita a Pyongyang, pretese il rilascio dei detenuti. Kim Jong-Il, padre dell’attuale leader nordcoreano, per la prima volta ammise i sequestri e diede il via alla liberazione dei primi prigionieri.
Fonte: The Guardian
15 maggio, Corea del Nord – Continua lo smantellamento del sito nucleare
La Corea del Nord ha iniziato e continua i lavori di smantellamento lavori il sito per i test nucleari di Punggye-ri. Le immagini scattate il 7 maggio dimostrano come Kim stia assolvendo al primo impegno preso nei confronti della comunità internazionale, in vista dell’incontro con Trump. Lo rivela l’analisi condotta sulle fotografie satellitari da parte di 38 North, tra le fonti più accreditate di intelligence su Pyongyang. Nelle immagini più recenti scattate il 15 maggio viene confermato lo smantellamento e si nota inoltre la costruzione di una struttura che, vista la visuale libera verso le entrate dei tunnel di test, potrebbe essere “una piattaforma di osservazione per permettere ai giornalisti di osservare in sicurezza la chiusura dei portali Ovest e Nord”.
Fonte: The Guardian
16 maggio: Corea del Nord – A rischio la pace nella penisola coreana ed il summit con Trump
La Corea del Nord ha deciso bruscamente di cancellare i colloqui previsti per domani con la Corea del Sud e minaccia anche di annullare il summit tra Kim Jong-un e Donald Trump, che si dovrebbe tenere il 12 giugno a Singapore, ha riferito l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Le motivazioni sarebbero da ricondurre alle esercitazioni militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud.
Secondo la Corea del Nord le esercitazioni in corso tra l’aviazione di Seul e quella americana sono “una prova per l’invasione del Nord e una provocazione”. “Gli Stati Uniti dovranno prendere attente decisioni sul destino del pianificato summit Corea del Nord-Usa, alla luce di questo provocatorio putiferio congiunto con le autorità sudcoreane” ha dichiarato la Corea del NOrd. “Andiamo avanti col lavoro per pianificare l’incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un”, replica Heather Nauert, portavoce del Dipartimento di stato americano.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2018/may/15/north-korea-talks-cancelled-trump-summit-latest
17 maggio: Corea del Nord – Bolton e l’approccio libico frenano le trattative con la Corea del Nord
Alla base del passo indietro di Kim Jong per il summit con Trump, ci sono le dichiarazioni del nuovo consigliere americano per la Sicurezza nazionale John Bolton, il quale durante un talkshow ha parlato dapprima del successo della strategia politica di Trump della “massima pressione”, attribuendo a questo approccio il successo dei negoziati. In seguito, si è spinto oltre, ventilando una “soluzione libica” in riferimento allo smantellamento dell’arsenale nucleare nordcoreano. Un accostamento che ha bloccato gli sforzi precedenti ed ha rievocato in Kim il pericolo di un possibile cambio di regime, come quello a cui è appunto andato incontro la Libia.
Il primo vice ministro nordcoreano per gli Affari esteri Kim Kye Gwan in un comunicato sull’agenzia di stampa statale KCNA ha dichiarato: “Se gli Stati Uniti stanno cercando di spingerci in un angolo ottenendo con la forza il nostro abbandono unilaterale al nucleare, non siamo più interessati a tale dialogo e non possiamo che riconsiderare il nostro procedere verso il summit con gli Stati Uniti”. “Abbiamo fatto luce sulla qualità di Bolton già in passato, e non nascondiamo il nostro sentimento di ripugnanza nei suoi confronti”, ha continuato Kim Kye Gwan ricordando l’astio sin dall’amministrazione Bush.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/us-news/2018/may/16/trump-north-korea-nuclear-summit-kim-jong-un
19 maggio: Cina – Esercitazioni e prove di forza nel Mar Cinese meridionale
La forza aero-militare cinese ha lanciato numerose bombe durante le esercitazioni nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale. Bombe di vario tipo, come quelle a lungo raggio e di tipo nucleare con ripetute prove di atterraggio e decollo effettuate da Woody Island, l’isola più grande dell’arcipelago delle Paracel, da alcuni bombardieri a lungo raggio tra cui H-6K. Ha dichiarato sull’account WEIBO istituzionale “Una divisione del People’s Liberation Army Air Force (PLAAF) ha recentemente organizzato un’esercitazione di molteplici bombe, come H-6K per condurre training su specifici target su isole e barriere nel Mar Cinese meridionale al fine di migliorare la nostra abilità militare nel raggiungere tutti i territori, condurre attacchi in ogni momento e in tutte le direzioni”.
L’accaduto conferma la volontà di Pechino di imporsi come principale potenza dell’area. Ora può estendere proprio da Woody Island, la sua capacità di intervento su tutto il mar cinese meridionale, grazie alle 1000 miglia nautiche (NM) di raggio operativo del H-6k, che a breve consentirà alla Cina di intervenire in ogni angolo del sud est asiatico.
Fonte: The Guardian
20 maggio: Cina – Raggiunto un accordo commerciale con gli Stati Uniti
Dopo mesi di crescenti tensioni, Usa e Cina sembrano aver raggiunto un accordo su misure he riducono “sostanzialmente” il deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina. “Le due parti hanno raggiunto un consenso, non combatteranno una guerra commerciale e smetteranno di aumentare le tariffe l’una all’altra”, ha annunciato il vice-premier Liu He, che ha guidato i negoziatori cinesi negli Usa. Un accordo che il vice premier ha definito una “necessità”, senza tuttavia nascondere pragmatismo: “Bisogna rendersi conto che lo scongelamento del ghiaccio non può essere fatto in un giorno, la risoluzione dei problemi strutturali nelle relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi richiederà tempo”. In una dichiarazione congiunta a seguito delle trattative portate avanti dal Segretario al Tesoro USA, Steven Mnuchin e il Vicepremier Liu He, si evince come Pechino si sia impegnata ad aumentare “significativamente” i suoi acquisti di beni americani “C’è stato un consenso sull’adozione di misure efficaci per ridurre sostanzialmente il deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina, per soddisfare le crescenti esigenze di consumo del popolo cinese e la necessità di uno sviluppo economico di alta qualità, la Cina aumenterà in modo significativo gli acquisti di beni e servizi degli Stati Uniti”.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2018/may/20/china-and-us-reach-consensus-on-reducing-trade-gap
(Featured image by democratstime)
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