Rassegna settimanale 30 aprile – 06 maggio 2018: Cina e Corea del Nord
30 aprile, Cina – Xi Jinping invia il suo ministro degli esteri in Corea del Nord per ristabilire il suo ruolo nell’equilibrio delle alleanze
Durante lo storico summit tra i due leader della Corea del Nord e della Corea del Sud, la Cina e la stampa erano focalizzati sull’incontro tra il Presidente Xi Jinping e il Primo Ministro Indiano Narendra Modi ed hanno rilasciato solo una corta dichiarazione in cui si affermava “la Cina accoglie con soddisfazione i risultati del dialogo. Siamo pronti a continuare a svolgere un ruolo positivo a tal fine”. La Cina, preoccupata di essere messa ai margini del disgelo nordcoreano, manderà lunedì il suo ministro degli Esteri Wang Yi a Pyongyang per far visita a Kim. Sarà la prima visita di un capo della diplomazia cinese in Corea del Nord dal 2007 e viene dopo che Kim Jong Un si è recato – a inizio aprile – in treno a Pechino per incontrare il presidente Xi Jinping, prima dello storico terzo summit intercoreano con il leader del Sud Moon Jae-in dello scorso venerdì. E probabilmente servirà a preparare anche una visita di Xi, invitato da Kim a Pyongyang. I rapporti tra i due alleati non sono tra i migliori, soprattutto dopo che la Cina ha sostenuto una serie di sanzioni nei confronti della Corea del Nord, dopo che questa ha ignorato gli inviti dell’alleato a contenersi sul fronte dello sviluppo missilistico e nucleare.
Fonte: The Guardian
Corea del Nord – Il confine tra le due Coree per l’incontro tra Trump e Kim
Lunedì Donald Trump ha twittato un suggerimento relativo al posto in cui potrebbe svolgersi lo storico incontro tra lui e Kim Jong-un. “Numerose nazioni stanno venendo considerate per il MEETING, ma la Peace House/Freedom House, sul confine tra Corea del Nord e Corea del Sud, è molto più Rappresentativa, Importante e Duratura di altri siti che si trovano in nazioni terze” ha dichiarato Trump. La Peace House è il luogo in cui si è svolto l’altro epocale incontro, quello tra i leader delle due Coree. Intanto Moon Jae-in suggerisce che “Trump dovrebbe vincere il premio Nobel per gli sforzi per far cessare il programma nucleare della Corea del Nord.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/us-news/2018/apr/30/donald-trump-kim-jong-un-meeting-peace-house
01 maggio, Cina – Si acuisce lo scontro con Taiwan dopo l’inizio dell’alleanza con la Repubblica Dominicana
La Repubblica Domenicana e la Cina hanno annunciato di aver stabilito relazioni diplomatiche riconoscendo in una dichiarazione “esiste una sola Cina nel mondo e Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese”. A seguito di questa decisione, il governo di Taiwan ha deciso di interrompere i rapporti diplomatici con esso e il ministro degli Affari Esteri, Joseph Wu ha affermato “Il governo della Repubblica di Taiwan è profondamento scosso dalle azioni perseguite dalla Repubblica Popolare Cinese. Per proteggere sia la dignità sia la sovranità della nazione, annunciamo ufficialmente l’interruzione delle relazioni diplomatiche con la Repubblica Dominicana, con effetto immediato”. Ha poi aggiunto che dietro alla scelta della Repubblica Dominicana vi sia stata un’offerta economica pari a circa 3 miliardi di dollari da parte della Cina suddivisa in investimenti, assistenza finanziaria ed emissione di prestiti a basso tasso d’interesse per il Paese caraibico. I principali investimenti cinesi nello Stato, inoltre, potrebbero includere 400 milioni di dollari per la realizzazione di una nuova autostrada, 1.6 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali e 300 milioni per una nuova centrale elettrica a gas.
La Cina ha specificato che si è trattato di una mossa politica e non economica, tuttavia, a seguito dello stabilimento dei rapporti diplomatici con la Repubblica Dominicana, si impegnerà a promuovere una cooperazione mutualmente vantaggiosa in svariati ambiti.
Fonte: The Guardian
03 maggio, Cina – Il Pentagono accusa la Cina di aver attaccato i propri piloti
“Cittadini cinesi, in molteplici situazioni, hanno puntato il laser a piloti americani che stavano operando fuori dalla base americana a Djibouti” ha dichiarato il Pentagono giovedì, attrverso le parole della portavoce Dana White, che ha aggiunto “i piloti americani avrebbero subito “traumi oculari in una decina di casi”. Da Pechino, la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha respinto ogni accusa, invitando gli americani a “non speculare o fare accuse affrettate”.
Gibuti, situato nel Corno d’Africa, ha un valore strategico come base per le operazioni militari statunitensi dirette in Yemen e in Somalia ed è la base più grande dell’esercito americano in Africa. Lo scorso anno, Pechino ha inaugurato la propria prima base militare nel continente africano, proprio a pochi chilometri dalle installazioni Usa.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/us-news/2018/may/03/pentagon-china-lasers-djibouti-military-base
Cina – Missili aria-terra a lungo raggio nel Mar Cinese meridionale
La Cina ha installato dei sistemi di difesa missilistici (i YJ-12B missili da crociera che possono colpire navi nel raggio di 295 miglia nautiche e i HQ-9B sistemi missilistici terra-aria a lungo raggio che arrivano a colpire fino a 160 miglia di distanza) su tre dei suoi avamposti contesi nel Mar Cinese meridionale, comprese le isole Spratly, il cui controllo è conteso da diversi paesi asiatici, tra cui Taiwan, Vietnam, Malesia, Taiwan e Brunei. A rivelarlo è il network televisivo statunitense CNBC, che cita dei documenti dell’intelligence statunitense.
Gli Stati Uniti, attraverso il Segretario Sarah Sanders, hanno dichiarato “la Cina dovrà far fronte alle conseguenze della militarizzazione delle acque contese. Abbiamo espresso il nostro rammarico direttamente alla Cina.. qui ci saranno delle conseguenze nel breve e nel lungo termine” senza aver però specificato quale tipo di conseguenze saranno previste. La Cina ha risposto “è nostro diritto costruire degli apparati di difesa nella regione contesa” ma non ha confermato l’installazione dei missili.
Sin dalla fine della Seconda guerra mondiale la Cina reclama la sovranità su gran parte del mar Cinese Meridionale e in particolare sulle isole Spratly, ricche di risorse naturali (petrolio e gas naturale) e situate in una posizione strategica dal punto di vista militare e commerciale. Tutti i paesi che ne rivendicano la sovranità, tranne il Brunei, hanno costruito negli anni delle basi nell’arcipelago (il Vietnam ne ha 25).
Fonte: The Guardian
Corea del Nord – Il Ministro degli Esteri cinese in visita in Corea del Nord
Il Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, in visita presso Pyongyang, è stato rassicurato dal leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, sul suo impegno per la denuclearizzazione, il quale ha dichiarato “conseguire la denuclearizzazione della penisola rappresenta la ferma proposizione del governo della Corea del Nord”. “La Cina è disponibile a mantenere aperti i canali di comunicazione su questo e ad accrescere il coordinamento con il governo di Pyongyang”, ha specificato il ministero degli Affari Esteri cinese. Inoltre, Wang ha espresso il supporto del governo cinese alla decisione di porre fine al clima di guerra tra le due Coree, alla scelta di spostare il proprio focus strategico sullo sviluppo economico del Paese, nonché sul miglioramento dei rapporti anche con gli Stati Uniti.
La Cina è l’alleato principale della Corea del Nord sia dal punto di vista diplomatico sia dal punto di vista economico, nonostante abbia appoggiato nel 2017 la decisione in sede di Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di imporre sanzioni su Pyongyang a seguito dei ripetuti test nucleari. La visita arriva subito dopo l’incontro storico tra i leader delle due Coree e prima del summit con Trump ed ha lo scopo di riaffermare l’importanza del ruolo strategico della Cina come alleato e nella risoluzione pacifica della questione coreana, nonché nell’area geopolitica in questione.
Fonte: CNN News
Link: https://www.cnn.com/2018/05/03/asia/wang-yi-pyongyang-visit-intl/index.html
04 maggio, Cina – Risultato deludente per il dialogo USA – Cina
Il Comprehensive dialogue Usa-China si è concluso con un risultato deludente per entrambe le parti. L’Agenzia Nuova Cina (Xinhua) ammette «Le differenze restano grandi, tuttavia le due parti si sono impegnate comunque a risolvere le loro dispute commerciali attraverso il dialogo». Mnuchin, segretario al Tesoro Usa, ha giudicato “molto buone” le discussioni.
Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Cina di ridurre il loro avanzo negli scambi per l’equivalente di 200 miliardi di dollari da qui al 2020 (nello specifico 100 miliardi tra giugno 2018 e giugno 2019 e di ulteriori 100 miliardi tra giugno 2019 e 2020). Lo scorso anno la Cina ha realizzato un surplus negli scambi di beni e servizi con gli Usa da quasi 340 miliardi di dollari. Oltre alla richiesta di taglio dell’avanzo, gli Usa ha anche chiesto di ridurre i sussidi pubblici cinesi a diversi settore, tra cui veicoli elettrici e intelligenza artificiale (si tratta dei sussidi previsti dal programma “Made in 2025” per le aziende a tecnologica avanzata) e di rimuovere tutte le restrizioni agli investimenti finanziarie, comprese i limiti alle partecipazioni azionarie, delle imprese Usa (caso del colosso Zte).
Fonte: The Guardian
(Featured image by Resumen del Sur)