Rassegna settimanale 16–22 aprile 2018: Sud Est Asiatico
16 aprile, Birmania – E’ stata rimpatriata la prima famiglia Rohingya
Il governo birmano ha dichiarato che è stata rimpatriata la prima famiglia Rohingya precedentemente rifugiata in Bangladesh. “I cinque membri di una famiglia… sono tornati a Taungpyoletwei, il campo per il rimpatrio a nord dello stato di Rakhine”, questo è il messaggio che si puo’ leggere sulla pagina Facebook dell’Information Committee. Il ritorno della famiglia è stato confermato da un leader di un campo Rohingya.
Secondo le dichiarazioni birmane, alla famiglia è stata concessa una National Verirification Card, un documento al centro di controversie tra il governo birmano ed i Rohingya. Il documento non è una vera e propria carta di identità, al gruppo etnico non viene riconosciuta la cittadinanza birmana così come tutta una serie di diritti. I capi Rohingya vorrebbero infatti che venga riconosciuta la piena cittadinanza.
Questo primo rimpatrio è avvenuto malgrado la raccomandazione delle Nazioni Unite di evitare qualsiasi rimpatrio di massa, vista la mancanza di preparazione dello stato.
Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmar-announces-repatriation-of-first-rohingya-family
17 aprile, Birmania – Il nuovo presidente grazia 8.000 prigionieri
Il nuovo presidente birmano Win Myint ha deciso di graziare 8.490 e 51 stranieri per poter “portare pace e piacere nei cuori dei cittadini”. Tra i prigionieri sono inclusi 36 prigionieri politici in segno di buona volontà, non è stato però dichiarato quando sarebbero effettivamente liberato i prigiornieri. Inoltre, la decisione riguarda solo coloro che sono stati già condannati, lasciando così da parte i due giornilisti della Reuters.
Circa 6.000 di questi prigionieri sono stati condannati per traffico o consumo di droga e gli altri 2.000 sono ex poliziotti o militari condannati sotto il Military Act o il Police Disciplinary Act. Dalle elezioni di Aung San Suu Kyi nel 2016, centinaia di prigionieri politici sono stati liberati in segno di apertura.
Fonte: The Straits Times
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/04/burma-new-president-releases-over-8000-prisoners-in-new-year-amnesty/#qRFTYuQEWplp8MpJ.97
18 aprile, Bangladesh – L’inizio della stagione della pioggia espone i Rohingya a nuovi pericoli
Le prime gocce di una pioggia estremamente temuta sono cadute sopra la città frontaliera di Cox’s Bazar nella notte di mercoledì, portando con sé le prime apprensioni per il rischio di allagamento dei campi Rohingya.
La pioggia che si è abbattuta sulle baracche di tela e bambù di questo immenso campo di profughi segna l’inizio della stagione delle piogge che potrebbe mettere a rischio più di 150.000 Rohingya.
Questo primo temporale è durato circa un’ora, accompagnata di raffiche di vento che hanno causato alcuni danni. Sono attesi diversi rovesci per il resto della settimana anche se il grosso delle piogge del monsone sono attese per il mese di giugno.
Nur Jahan, un Rohingya di 27 anni che è scappato da Maungdaw ha dichiarato che la sua abitazione era già stata danneggiata dalle prime piogge “Era molto pericoloso perché c’erano anche forti raffiche di vento in tutto il campo e la polvere entrava nelle nostre case”.
“Ero molto preoccupato. Pensavo che il mio rifugio stesse per essere spazzato via dal vento. Ho voluto salvare le mie tessere per il cibo perché ho pensato che se le avessi perse, non avremmo potuto avere le nostre razioni. L’acqua si accumulava sul tetto e lo ha quasi sfondato.” Ha aggiunto Jahan prima di concludere “Se la pioggia dovesse continuare così, allora la mia casa e molte altre saranno distrutte. Sono preoccupato per i miei bambini. Dove potranno andare durante il monsone?”
Da agosto 2017, oltre 700.000 Rohingya sono scappati in Bangladesh dopo la brutale repressione condotta dall’esercito che ha raso al suolo diversi villaggi, ucciso numerosi uomini e stuprato le loro mogli. Cox Bazar è adesso la dimora del campo profughi più densamente popolato al mondo.
Fiona MacGregor, dell’International Organization for Migration (IOM), che ha lavorato a Cox Bazar ha dichiarato: “Considerate le condizioni sul campo ed il clima dell’area, è impossibile limitare tutti i disastri”. Descrivendo il campo dopo le prime piogge, la donna ha dichiarato che c’erano già degli inizi di allagamento e strade danneggiate.
“Il fatto che alcune persone del campo dovessero già camminare in mezzo all’acqua dopo aver usato le docce è un’indicazione delle difficoltà e delle condizioni che dovranno affrontare quando arriverà il vero e proprio monsone, che porterà con se tutte le malattie e infezioni dovute all’acqua.”
Cox Bazar è noto per avere una delle più elevate precipitazioni di tutto il paese durante la stagione del monsone. Numerosi campi sono stati costruiti su aree recentemente deforestate, rendendoli così soggetti alle frane ed improvvisi allagamenti.
Il commissario bengalese per i rifugiati, Mohammad Abul Kalam, ha dichiarato che il governo stava provando a stabilizzare i versanti delle colline con dei sacchi di sabbia e altro ancora. “Abbiamo attivato diversi piani per salvare i rifugiati e diminuire i rischi legati ai disastri ambientali”, aggiungendo che sperava di poter trasferire i rifugiati più a rischio nelle prossime settimane.
“Circa 90.000 di questi rifugiati vivono in zone ad alto rischio, stiamo cercando di sistemarli in aree più sicure. Stiamo sviluppando (circa 300 ettari) di foreste ad est del campo di Kutupalong”.
In un discorso pronunciato martedì, il primo ministro Sheikh Hasina, ha ribadito un piano controverso del governo di spostare circa 100.000 rifugiati in pericolo durante il periodo del monsone su un’isola deserta nel Golfo del Bengala. Questa decisione era già stata duramente contestata da numerosi osservatori, soprattutto per le condizioni di vita e rischi climatici.
Kalam ha commentato che l’isola non era ancora pronta per accogliere dei rifugiati “E’ in corso di sviluppo per poter diventare un posto abitabile. Speriamo che sia tutto pronto nel giro di uno o due mesi”.
Alcune agenzie come UNHCR, IOM e World Food Programme, in cooperazione con alcune agenzie governative bengalesi stanno lavorando per cercare di rendere i campi più resistenti possibili alle intemperie. Numerosi rifugiati hanno anche provato a prepararsi per le alluvioni, anche se l’idea terrorizza la maggior parte di loro.
Shafiqa, una venticinquenne di Buthidaung, ha raccontato come ha iniziato a ricostruire la sua abitazione ripartendo da quasi nulla, scavando la terra per rafforzare la fragile ossatura fatta di teli e bambù.
“I venti si stanno alzando e le persone dicono che potrebbe distruggere tutto” ha dichiarato la giovane donna. “Non abbiamo potuto costruire delle case come si deve quindi sono terrorizzata dal monsone. Non c’è nessuno per aiutarmi, i miei genitori sono vecchi ed è pericoloso la notte, sto solo cercando di rafforzare la mia casa costruendo queste mura di fango”.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2018/apr/18/first-monsoon-rain-exposes-risks-for-rohingya-refugees-in-bangladesh
19 aprile, Filippine – Nuove esercizi militari tra Filippine e Stati Uniti
Alla trentaquattresima edizione delle esercitazioni militari tra Stati Uniti e Filippine verranno per la prima volta invitati Giappone ed Australia a partecipare. La dichiarazione è giunta dall’ambasciata americana a Manila, precisando inoltre che le esercitazioni avranno luogo sull’isola di Luzon per due settimane. L’obbiettivo è quello di rafforzare la difesa, la lotta al terrore, assistenza umanitaria e soccorsi.
Queste esercitazioni non hanno però la stessa portata degli scorsi anni. Il presidente Rodrigo Duterte ha ammesso esplicitamente la propria diffidenza nei confronti di Washington e aveva chiesto che le manovre militari fossero riviste. Inoltre, il Duterte ha deciso di riallacciare i rapporti con Pechino, dopo anni di tensioni dovute alla questione del Mar Cinese Meridionale.
Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippine-us-war-games-expanded-to-include-japan-australia
20 aprile, Filippine – Il nuovo capo della polizia continuerà la guerra alla droga
Il nuovo capo della polizia della Filippine, il generale Oscar Albayalde, è fermamente intenzionato a proseguire la guerra alla droga in corso nelle Filippine. “Perché dovremmo fermare un programma che funziona bene?” ha chiesto il generale ai giornalisti presenti durante la cerimonia, “Come sostenere la guerra alla droga? Per sostenerla non cambieremo assolutamente nulla”. Questa nuova nomina ha dato il via ad un importante cambio all’interno delle gerarchie della polizia, tutti grandi sostenitori della guerra contro la droga.
Il predecessore di Albayalde, Ronaldo Dela Rosa, è andato in pensione la settimana scorsa con tutti gli onori dopo aver aiutato il presidente Duterte a lanciare la sua campagna contro la droga. Non è del tutto chiaro quante vittime abbia causato questo conflitto, secondo la polizia sarebbero morte 4.100 persone mentre varie ONG e gruppi per i diritti umani sarebbero state uccise oltre 12.000. Secondo varie testimonianze i poliziotti sarebbero responsabili di numerose esecuzioni sommarie, false prove, e varie violazioni dei diritti umani.
Alcuni capi di stato e altre istituzioni hanno espresso la loro preoccupazione per la vicenda. Recentemente il parlamento Europeo ha condannato la situazione chiedendo al “governo delle Filippine di mettere fine agli omicidi commessi usando la guerra alla droga come pretesto”. Duterte ha condannato la dichiarazione parlando di ingerenza del parlamento europeo negli affari dello stato Filippino.
Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-new-police-chief-vows-to-pursue-drug-war
21 aprile, Malesia – 16 membri del partito Umno espulsi dal partito
Il partito a capo della coalizione di maggioranza ha deciso di espellere i 16 membri che avevano lanciato una procedura contro il proprio partito. Il partito Umno è infatti accusato di aver violato la propria costituzione, rimandando per due volte le elezioni interne e superando così la soglia prevista di 3 anni tra le elezioni. La situazione è monitorata dal Registrat of Society (ROS), un dipertimento del ministero dell’interno che ha già squalificato un’altro partito per aver infranto la propria costituzione.
Il segretario generale del partito Tengku Adnan Tengku Mansor ha dichiarato che i 16 membri del parito erano stati espulsi per aver violato la costituzione del partito. “Queste 16 persone sono probabilmente dei lupi in veste di agnelli … Se vogliono tradire il partito è meglio che ne stiano fuori”. Inoltre, Tengku Adnan ha precisato che il rinvio delle elezioni interne è stato autorizzato dal ROS.
Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/malaysia-election-umno-expels-16-members-who-filed-application-to-dissolve-party
22 aprile, Filippine – Duterte propone ai ribelli comunisti un accordo di pace
Il presidente Rodrigo Duterte ha proposto ai ribelli comunisti un calendario di sessanta giorni per trovare un accordo di pace tra il governo filippino e le forze ribelle comuniste. Duterte aveva precedentemente deciso di mettere fine all’accordo di pace concluso qualche anno fa dopo aver accusato i ribelli di doppio gioco.
Il governo ha ammesso di essere in contatto con Jose Maria Sison, capo del partito comunista filippino, in esilio nei Paesi Bassi dal 1980. Duterte ha dichiarato che mantenere la pace all’interno del proprio paese è la sua priorità in quanto presidente. La fine del conflitto tra governo e ribelli comunisti era una delle priorità di Duterte durante la sua campagna elettorale.
Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/duterte-sets-window-for-peace-talks-with-communist-rebels
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