Rassegna settimanale 27 novembre – 3 dicembre: Giappone e Corea del Sud
27 novembre, Giappone: Il Giappone e la Cina parleranno della situazione marittima a dicembre
Secondo fonti diplomatiche bilaterali, i governi giapponese e cinese stanno organizzando il prossimo round di negoziati sulle questioni marittime a Shangai all’inizio del prossimo mese, proprio adesso che i loro rapporti iniziano a scongelarsi.
I funzionari parleranno della costituzione di un meccanismo di comunicazione che prevenga scontri accidentali nel Mare Orientale Cinese.
Durante le discussioni a margine degli incontri regionali nel Sud Est asiatico all’inizio del mese, il Primo Ministro Shinzo Abe aveva concordato sia con il Presidente Xi Jinping sia con il Primo Ministro Li Kqiang, di migliorare le relazioni bilaterali, che da tempo sono logorate da questioni storiche e dallo stato delle Isole Senkaku nel Mar Orientale Cinese.
Le isole disabitate sono controllate dal Giappone ma reclamate dalla Cina e da Taiwan.
Nel suo incontro con Xi in Vietnam, Abe ha dichiarato che le relazioni tra il Giappone e la Cina non potranno mai migliorare genuinamente senza prima ottenere stabilità nel Mar Orientale Cinese, in quello che è sembrato possibile riferimento ai continui sconfinamenti della Guardia Costiera cinese nelle acque territoriali giapponesi intorno alle Senkaku.
Secondo il governo giapponese, Abe e Xi hanno concordato di velocizzare il processo di dialogo che porterà alla creazione del meccanismo di comunicazione aerea e marittima.
Durante l’incontro in Vietnam, Abe ha anche invitato Xi in Giappone.
L’incontro del prossimo mese sarà l’ottavo round di negoziati che iniziarono nel 2012.
Le fonti riferiscono che entrambe le nazioni saranno rappresentate da funzionari degli affari esteri, della difesa e della guardia costiera.
L’ultimo round di negoziati si è tenuto a Fukuoka a giugno.
Fonte: The Japan Times
Link: https://www.japantimes.co.jp/news/2017/11/27/national/politics-diplomacy/japan-china-hold-maritime-talks-shanghai-december/#.WiUnd0ribIU
28 novembre, Corea del Sud: La Cina solleva parzialmente il divieto sui viaggi in Corea del Sud
Secondo alcune fonti, le autorità del turismo cinese martedì hanno deciso di sollevare parzialmente il divieto sui viaggi di gruppo in Corea del Sud sull’onda dei tentativi di Seul e Pechino di riparare i rapporti bilaterali, incrinatisi gravemente dal dispiegamento del sistema di difesa americano in Corea del Sud.
La fonte interna al settore ha rivelato che durante una riunione ad inizio giornata, l’Amministrazione Nazionale per il Turismo cinese ha deciso di permettere alle agenzie di viaggi offline a Pechino e nella Provincia di Shandong di vendere pacchetti per viaggi di gruppi in Corea del Sud.
“Significa che (la Cina) solleverà i divieti sui viaggi in Corea regione per regione in maniera graduale, visto che non li ha sollevati in altre regioni oltre quella di Pechino e della Provincia di Shandong,” ha dichiarato la fonte.
Tuttavia, l’organismo del turismo ha apparentemente richiesto che i pacchetti di viaggio non includano visite a società affiliate al Lotte Group, come per esempio i suoi hotel e negozi di duty-free.
Il quinto conglomerato sud coreano è una delle compagnie maggiormente colpite dalle ritorsioni economiche di Pechino per via della firma di un contratto di scambio firmato con il governo di Seul per cedere il territorio su cui è stato montato il sistema di difesa missilistico THAAD.
Recentemente il gruppo ha deciso di ritirare il suo business di supermercati dal mercato cinese, dopo che 87 su 99, o l’87,0%, dei suoi negozi aveva sospeso le operazioni nel vicino paese sin dall’inizio dell’anno.
L’ultima decisione delle autorità cinesi è avvenuta dopo che i due paesi il 31 ottobre hanno superato la faida che durava da oltre un anno dietro le spalle.
La Corea del Sud ha osservato una decisa diminuzione dei turisti dopo che a marzo la Cina ha proibito alle sue compagnie di viaggio di vendere tour che comprendessero la Corea. I cinesi rappresentano circa la metà dei 17 milioni di stranieri che l’anno scorso hanno visitato il paese.
Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/12/120_240026.html
29 novembre, Corea del Sud: La Corea del Nord lancia quello che sembra un missile ICBM
La Corea del Nord ha lanciato quello che sembra essere un missile balistico intercontinentale (ICBM), ponendo così fine ai 75 giorni di pausa dall’ultimo test e infrangendo le aspettative sul possibile inizio di un dialogo sui programmi nucleari e missilistici del Nord.
Il missile ha viaggiato per circa 960 km e volato per oltre 53 minuti prima di schiantarsi nelle acque a 370 miglia nautiche dalla costa del Giappone, secondo quanto rivelato dai funzionari dei governi di Corea del Sud e U.S.A.
È la prima provocazione della Corea del Nord dopo il test del missile a medio raggio che è volato sopra il Giappone il 15 settembre.
Il missile di oggi è volato all’altitudine massima di 4.500 km, più in alto dei lanci precedenti. Fa intuire i progressi che Pyongyang ha compiuto nello sviluppare un’arma di distruzione di massa che possa colpire il suolo americano.
Gli ufficiali sud coreani e americani hanno dichiarato che i dati suggeriscono che il Nord possa aver testato un ICBM. Se tale missile fosse stato testato ad un’altitudine standard, avrebbe potuto volare per oltre 10.000 km.
“Le rivelazioni iniziali indicano che il missile era un missile balistico intercontinentale (ICBM),” ha dichiarato il portavoce del Pentagono, il Col. Robert Manning.
In risposta, il Presidente Moon Jae-in ha giurato di mettere le contromisure più efficaci contro il Nord, condannandone il suo ultimo lancio.
Durante un incontro del Consiglio Nazionale di Sicurezza, tenutosi ore dopo il lancio, Moon ha detto: “Condanno con forza la Corea del Nord per aver intrapreso tali incaute provocazioni.”
Alla Casa Bianca, il Presidente americano Donald Trump ha dichiarato: “Vi dico solamente che ce ne occuperemo,” aggiungendo: “è una situazione di cui ci occuperemo.” Non ha aggiunto ulteriori spiegazioni.
Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/12/103_240088.html
30 novembre, Giappone: La Russia invierà missili anti-nave alle isole Curili
L’esercito russo sta organizzando di inviare missili anti-nave nelle Isole Curili, così riporta il giornale russo Izvestia, in una mossa che molto probabilmente avrà delle conseguenze sulla disputa territoriale tra Mosca e Tokyo.
Secondo quanto rivelato dal giornale mercoledì, il dispiegamento del sistema Bal e del sistema Bastion su due delle isole nella catena delle Curili inizierà probabilmente il prossimo anno.
Quattro delle isole della catena poco fuori Hokkaido sono amministrate dalla Russia ma reclamate dal Giappone. L’anno scorso, la Russia ha montato i sistemi missilistici su due delle quattro isole contese che il Giappone chiama Territori del Nord.
Le isole sono state occupate dalle truppe sovietiche negli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale. La disputa ha impedito la firma di un vero e proprio trattato di pace tra le due nazioni.
Fonte: The Japan Times
Link: https://www.japantimes.co.jp/news/2017/11/30/national/politics-diplomacy/russia-deploy-anti-ship-missiles-kurils-report/#.WiVP40ribIU
1 dicembre, Corea del Sud: Il capo del partito di governo chiede alla Cina di esercitare maggiori pressioni sulla Corea del Nord
Fonti di partito riferiscono che la Segreteria del Partito Democratico di Corea (DPK), l’On. Choo Mi-ae, durante il suo incontro con il Presidente Xi Jinping di questo venerdì, lo ha ringraziato per i suoi “sforzi per la pace e la stabilità nella Penisola coreana.”
Choo ha anche menzionato come la Cina stia cooperando con il Consiglio di Sicurezza ONU riguardo la Corea del Nord e le sue provocazioni nucleari.
Il loro breve incontro è avvenuto durante una sessione di fotografie per la cerimonia d’apertura dell’Incontro di Alto-Livello dei Partiti Politici Mondiali organizzato dal Partito Comunista della Cina (CPC).
Choo faceva parte dei leader di oltre 250 partiti politici di tutto il mondo invitati a questo incontro. È stata anche una dei soli 14 leader di partito ad essere invitata a posare per una foto individuale con Xi.
La leader del DPK concorda con la visione di Xi di una “comunità con un destino comune,” che il presidente ha menzionato durante il 19° Congresso Nazionale del CPC di ottobre.
Secondo il DPK, tuttavia, Xi non avrebbe risposto in maniera specifica alla Choo poiché impegnato a salutare altri ospiti.
L’incontro si terrà fino a domenica.
Choo aprirà la cerimonia di chiusura con un discorso, prima di porre fine alla sua visita di quattro giorni a Pechino.
Senza dare ulteriori spiegazioni, alcune fonti di partito hanno dichiarato che prima di incontrarsi con Xi, Choo ha detto che la Cina deve rivestire un ruolo più importante nel fare pressione alla Corea del Nord, affermando che la Cina deve impugnare “il bastone” per gestire il Nord.
Giovedì sera, la Segretaria ha invocato “mutui benefici” attraverso l’aumento degli scambi bilaterali durante un incontro con il consigliere di Xi, He Yiting, vice presidente esecutivo della Scuola di Partito della Commissione Centrale del CPC.
Durante la sua permanenza a Pechino, l’obiettivo della Choo è quello di sensibilizzare i funzionari cinesi sulla posizione di Seul riguardo il THAAD e che ha causato un problema di fondo nella diplomazia tra Seul e Pechino.
Prima della sua partenza dalla Cina, Choo ha riferito ai giornalisti che ha in programma di ricordare a Pechino l’inevitabilità del dispiegamento da parte di Seul.
“Ripeterò che ci serve una nuova prospettiva sul sistema anti missile,” ha affermato. “C’è il bisogno di sottolineare che è stato il governo precedente a spingere improvvisamente per l’attuazione del dispiegamento dopo aver, per un certo periodo, negato il piano. Nel farlo, convincerò i cinesi della necessità di aumentare la cooperazione sulla questione nord coreana.”
Il dispiegamento del sistema anti missile ha causato ritorsioni economiche da parte della Cina. I due paesi lo scorso mese hanno deciso di normalizzare i rapporti, tuttavia i critici ritengono che serviranno ulteriori manovre per eliminare le barriere rimanenti tra i due paesi.
Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/12/120_240240.html
2 dicembre, Giappone: Il piano del Giappone per esportare armi manca di munizioni
Durante la sua visita in Giappone del mese scorso, il Presidente americano Donald Trump ha detto che il Giappone dovrebbe comprare più strumentazione militare dall’America, e pensava che lo avrebbe fatto. La propensione di Trump a parlare a braccio è ben nota, tuttavia la reticenza del Giappone ad affrontare direttamente la questione potrebbe avere più a che fare con il fatto che la nazione adesso sta cercando di diventare un competitore nel mercato globale delle armi.
Tuttavia, sin dal 2014, quando il Gabinetto aveva passato una direttiva che modificava con effetto immediato i Tre Principi per l’Esportazione di Armi – che furono implementati nel 1967 – il Giappone non ha avuto successo in alcuno dei suoi tentativi di vendere equipaggiamento militare ad altri paesi. L’Inghilterra ha deciso di comprare velivoli da ricognizione dall’America piuttosto che dal Giappone, e quello che era sembrato un accordo concluso per inviare dei sottomarini all’Australia, si è concluso quando il governo del Primo Ministro Tony Abbott è caduto.
Al momento attuale, la Boei Sobi-cho (l’Agenzia per l’Acquisizione, la Tecnologia e la Logistica), messa insieme nel 2015 per vendere equipaggiamento militare all’estero, sta lavorando a diverse vendite che i giornali hanno definito l’ultima occasione per il Giappone di entrare nel club dei mercanti di armi internazionali. Una di queste è quella di vendere un velivolo C-2 da trasporto costruito dalla Kawasaki Heavy Industries all’Unione degli Emirati Arabi tuttavia, nonostante fosse stata proprio la UEA a richiedere gli aerei, secondo un rapporto presentato dal Nihon Keizai Shimbun (Nikkei), i Tre Principi, che sono ancora validi, proibiscono la vendita d’armi a paesi attualmente coinvolti in conflitti internazionali, e l’UEA fa parte della coalizione di forze d’attacco a guida saudita in Yemen. Un funzionario del Ministero della Difesa ha dichiarato al Nikkei che non dovrebbe essere un problema poiché la UEA non sta “guidando” la battaglia.
Il governo è molto sensibile a tali accuse. Persino il nome del nuovo ufficio è un eufemismo. Il nome inglese del Boei Sobi-cho – Agenzia per l’Acquisizione, la Tecnologia e la Logistica – potrebbe descrivere qualsiasi cosa. Persino in giapponese, letteralmente significa “Agenzia per l’Equipaggiamento di Difesa,” un termine che suggerisce la creazione e la distribuzione di parti, cosa che il Giappone sta facendo, in un modo o nell’altro, sin dalle guerre di Corea e Vietnam, quando la vendita di materiale che poteva essere utilizzato a scopi militari era il nucleo del rapido sviluppo industriale giapponese post guerra.
Per cinque anni, quindi ben prima della direttiva del Gabinetto, il Giappone ha negoziato la vendita di velivoli anfibi US-2 all’India. Un ricercatore del provider di informazioni della difesa, Jane, ha detto al Nikkei lo scorso giugno che riteneva che “l’accordo prima o poi si farà, ma è probabile che per allora avremo dei nipoti.”
Tutti sembrano concordare sul fatto che il US-2 , costruito dalla ShinMaywa Industries, è superiore in termini di range e capacità e quindi sia più adatto ai bisogni dell’India, che ha una costa molto lunga e molte isole lontane. Secondo Nikkei, la vendita rientra anche negli interessi del Giappone visto che l’obiettivo principale della difesa indiana è di tenere sotto controllo la presenza cinese nella zona.
Il prezzo è la questione su cui si discute. Il Giappone chiede 14,3 miliardi di yen per ciascuno dei 12 velivoli, e l’India vorrebbe “la creazione di un’impresa di produzione congiunta” sul suo suolo, tuttavia la ShnMaywa non è interessata a trasferire la produzione per salvare un ordine così piccolo.
Considerato che il governo vorrebbe disperatamente vendere, potrebbe aiutare a pagare. L’idea di sussidiare la vendita delle armi attraverso la dotazione di incentivi ai paesi compratori è stata riferita in un servizio del 10 novembre della TV Asahi, che ha descritto un piano per garantire Assistenza Ufficiale allo Sviluppo (ODA) a paesi come la Malesia così che siano più invogliati a comprare equipaggiamento militare dal Giappone. Una strategia del genere non richiederebbe solo un budget per gli ODA maggiore, ma anche assicurazioni per salvaguardare i produttori di armi in difficoltà finanziare e garantire così, nel lungo periodo, parti ai clienti.
I giornali si sono rivelati scettici sulle prospettive del Giappone a riguardo. Persino il Sankei Shimbun, che tende a sostenere le politiche del governo, è stato duro nel riportare la questione, affermando che il Boei Sobi-cho non è all’altezza del lavoro. Sin dalla sua creazione l’agenzia ha avuto due commissari, nessuno dei quali ha esperienza internazionale. Il modo in cui l’agenzia ha gestito la possibile vendita di sistemi radar alla Tailandia è un esempio. L’attuale sistema tailandese è superato e l’FPS-3 della Mitsubishi Electronics sembrerebbe l’ideale, tuttavia la Tailandia sta anche negoziando la compravendita di alcuni sottomarini dalla Cina, la quale il Sankei ritiene possa cercare di interferire con l’accordo sui radar dato che coinvolge il Giappone.
Il giornalista del Tokyo Shimbun Isoko Mochizuki ha reso l’ambizione per la vendita delle armi del Giappone il suo principale campo di interesse da diversi anni e ha pubblicato un libro sul tema. Nel loro disperato tentativo di ricostruire la reputazione del Giappone come industria manifatturiera superiore attraverso l’esportazione di armi, il governo, lei ritiene, ha fallito nel guardare alla figura generale. Le Forze di Auto Difesa del Giappone erano contrarie all’accordo dei sottomarini australiani per via della tecnologia top-secret che ne fa parte. Dopo tutto, il principale partner economico australiano è la Cina.
Più precisamente, Mochizuki si chiede se il Giappone sia preparato a ricevere la condanna che ricevono i paesi che devono buona parte della loro prosperità economica alla vendita di armi. La comunità accademica del Giappone, per la maggior parte, resiste alle richieste del governo di condurre ricerche correlate al mondo militare, tuttavia i produttori sono disponibili a creare prodotti – la lobby del settore, Keidanren, da anni chiede al governo di alleviare le restrizioni sull’esportazione delle armi. Tuttavia, quando Mochizuki parla ai produttori, essi parlano solo di soldi e di know-how, e mai dello scopo finale dei loro prodotti, che è quello di assistere in combattimenti che, inevitabilmente, uccideranno delle persone. Come l’esecutivo di un produttore di armi le ha detto, queste compagnie, così come i cittadini giapponesi, devono essere pronti ad essere chiamati “mercanti di morte” e, dopo 70 anni di pacifismo, non crede che lo siano.
Lo scorso febbraio, la Rete Contro il Commercio di Armi del Giappone ha chiesto alla Kawasaki Heavy Industries di non prendere parte alla proposta di una vendita di velivoli da ricognizione alla Nuova Zelanda. La compagnia ha dichiarato al Tokyo Shimbun che non potevano rilasciare commenti sulla petizione poiché tali questioni sono decise dal governo, tuttavia l’accordo potrebbe essere comunque già morto.
Fonte: The Japan Times
Link: https://www.japantimes.co.jp/news/2017/12/02/national/media-national/japans-plan-export-arms-lacking-ammo/#.WiVshUribIU
3 dicembre, Corea del Sud: L’esercito sud coreano crea delle forze speciali con il compito di decapitare Kim Jong-Un
Sabato l’esercito sud coreano ha dato inizio a una speciale forza d’assalto, la così detta “unità per la decapitazione” per eliminare, in caso di guerra, la leadership del Nord.
L’unità, modellata sulla base dei Ranger americani, le Delta Force, i SEAL, il Team Six e i Berretti Verdi, è composta da circa 1000 uomini ed è stata creata sotto il Commando Speciale di Guerra dell’esercito.
Secondo fonti con conoscenze di settore, la missione della brigata è di eliminare figure chiave del regime nord coreano, incluso Kim, e distruggere attrezzature nucleari e missilistiche.
Gli ufficiali dell’esercito coreano non hanno specificato il nome esatto e la missione della brigata, ma hanno sottolineato che accrescerà la forza militare della nazione.
L’Esercito sud coreano aveva inizialmente pianificato di avviare l’operazione nel 2019, tuttavia ha deciso di anticipare il programma in seguito ai continui lanci missilistici ed esperimenti nucleari perpetrati dal Nord, che aumentano la tensione nella regione.
Mercoledì il nord ha lanciato un nuovo tipo di missile intercontinentale, che ha volato per circa 950 km ad un’altitudine di 4.475km durante 53 minuti. Si è schiantato in mare a 379 miglia nautiche dalla costa del Giappone.
Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/12/205_240281.html
Featured image source: The Korea Times