Rassegna settimanale 20-26 Novembre: Africa Subsahariana
20 novembre, Zimbabwe – L’esercito ha intenzione di rifarsi sentire. A breve incontro tra Mnangagwa e Mugabe
Il capo dell’esercito dello Zimbabwe potrebbe rientrare a breve ne Paese. Così ha riportato l’ex vicepresidente Emmerson Mnangagwa, il cui licenziamento il 6 novembre ha provocato il Colpo di Stato militare.
Il generale Constantino Chiwenga ha affermato ai giornalisti che, dopo le consultazioni, il presidente Robert Mugabe ha iniziato a lavorare per “una soluzione definitiva e una roadmap per la Nazione”.
I suoi commenti sono arrivati dopo che Mugabe ha ignorato l’ultimatum per rassegnare le sue dimissioni, scadenza fissata a mezzogiorno di lunedì 20 novembre e imposta dal partito di Governo ZANU-PF.
Il leader di 93enne alla guida dello Zimbabwe dall’indipendenza nel 1980, ora sta affrontando la minaccia di impeachment.
Fonte: Al Jazeera
Link: http://www.aljazeera.com/news/2017/11/army-mnangagwa-return-shortly-meet-mugabe-171120212726047.html
Mauritius – Il miglior Governo africano
Mauritius per il quinto anno consecutivo, è finita in cima all’indice Ibrahim dell’Africa Governance.
L’Indice, recentemente compilato dalla Fondazione Mo Ibrahim, sostiene il buon governo e la leadership in Africa. Le quattro categorie di governance valutate dall’Indice sono: sicurezza e Stato di diritto, partecipazione e diritti umani, opportunità economica sostenibile e sviluppo umano.
Da un totale di 53 Paesi africani – il Sudan è stato trattato come un unico Stato – Mauritius ha ottenuto il punteggio complessivo più alto. La Somalia è in fondo alla lista, mentre il Sudafrica ha la media regionale più alta e la Repubblica Centrafricana la più bassa.
La Liberia e la Sierra Leone hanno mostrato un miglioramento della governance, mentre il Madagascar ha registrato un ampio calo.
L’indice di African Governance, che viene pubblicato ogni anno, ha dato al Ghana un punteggio di 65 su 100, che equivale all’ottavo miglior punteggio del continente.
Il Ghana ha ottenuto il punteggio più alto in partecipazione e diritti umani (72,0), ma ha ottenuto un pessimo voto in opportunità economica sostenibile (51,1).
Secondo una dichiarazione rilasciata dalla Fondazione Mo Ibrahim, che svolge il sondaggio, il Ghana ha “sempre più deteriorato” quel punteggio negli ultimi dieci anni.
Il premio Ibrahim di quest’anno è stato assegnato all’ex presidente di Capo Verde Pedro Verona Pires. Il premio viene attribuito a un ex Capo di Stato africano democraticamente eletto che ha scontato il mandato entro i limiti stabiliti dalla Costituzione del Paese, ha lasciato l’ufficio negli ultimi tre anni e ha dimostrato l’eccellenza in carica.
Il vincitore del premio riceve 5 milioni di dollari in 10 anni e 200.000 dollari all’anno per il resto della vita. Il premio non è stato assegnato per due anni, apparentemente a causa di nessun candidato idoneo.
Fonte: Africa News
Link: http://www.africanews.com/2017/11/20/mauritius-the-best-governed-country-in-africa-mo-ibrahim/
21 novembre, Nigeria – Attacco suicida in una moschea: almeno 50 morti
Almeno 50 persone sono morte dopo che un attentatore suicida ha colpito una moschea in Nigeria durante la preghiera del mattino, in uno dei più letali attacchi nella regione da anni.
L’attentato nel nord-est dello Stato di Adamawa è stato effettuato da un giovane adolescente che indossava esplosivi, hanno riportato le autorità. I sospetti cadono sui ribelli islamici Boko Haram, anche se non c’è stata ancora una rivendicazione di responsabilità.
Il portavoce della polizia Othman Abubakar ha affermato che l’adolescente ha fatto detonare i suoi esplosivi mentre si mescolava tra i fedeli.
Ahmed Musa, Presidente del Consiglio di Mubi, ha riportato, inoltre, che decine di persone sono rimaste ferite, ma il numero esatto di vittime non era ancora noto poiché i feriti erano stati portati in diversi ospedali.
I militanti di Boko Haram hanno conquistato parte del territorio di Adamawa nel 2014, ma sono stati cacciati dall’esercito nigeriano sostenuto dalle truppe dei paesi vicini all’inizio del 2015. L’attacco di martedì porta tutte le caratteristiche del gruppo terroristico, il cui modus operandi è colpire moschee e mercati affollati per infliggere il massimo danno. Inoltre, Boko Haram ingaggiaspesso adolescenti o giovani donne come kamikaze, molti dei quali sono stati precedentemente rapiti.
Dal 2009, Boko Haram ha intrapreso un’insurrezione nella Nigeria nord-orientale nel tentativo di creare uno Stato islamico nella regione, uccidendo più di 20.000 e costringendo circa due milioni di persone a fuggire dalle loro case.
Il Presidente della Nigeria Muhammadu Buhari ha affermato alla fine dell’anno scorso che il gruppo estremista era stato “schiacciato”, ma i continui attacchi delle ultime settimane fanno pensare ad un ritorno dei terroristi.
Fonte: The Independent
Link: http://www.independent.co.uk/news/world/africa/nigeria-mosque-bombing-latest-updates-news-killed-dead-prayers-islam-boko-haram-a8066741.html
Zimbabwe – Mugabe si dimette
Robert Mugabe si è finalmente dimesso da presidente dello Zimbabwe, una settimana dopo che l’esercito ha preso il potere e lo ha posto agli arresti domiciliari.
In una lettera firmata dall’unico presidente che lo Zimbabwe ha visto dal 1980, Mugabe ha rassegnato le proprie dimissioni, sottolineando che il gesto è volontario. Il Parlamento ha confermato la ricezione della missiva e successivamente ha sospeso il processio di impeachment.
L’alto generale dello Zimbabwe Chiwenga ha annunciato lunedì che sono in programma colloqui tra il Robert Mugabe e l’ex vicepresidente Emmerson Mnangagwa. È proprio l’accanimento di Mugabe contro Mnangagwa che ha causato l’intervento dell’esercito.
Oggi il partito ZANU-PF ha deciso di portare una mozione in Parlamento per mettere sotto accusa Mugabe, dopo che non si è dimesso prima della scadenza dell’ultimatum, dimissioni che avrebbero portato a far calare il sipario su quasi quattro decenni al potere.
Ci sono state celebrazioni in tutto il paese dell’Africa meridionale dopo la diffusione della notizia delle dimissioni di Mugabe.
Fonte: Africa News
Link: http://www.africanews.com/2017/11/21/robert-mugabe-resigns-as-president-zimbabwe/
Kenya – Kenyatta rieletto: il Paese è diviso in due
In Kenya, la Corte Suprema ha confermato la rielezione di Uhuru Kenyatta lunedì 20 novembre e ha respinto entrambi gli appelli per la cancellazione della tornata elettorale del 26 ottobre. Una notizia accolta con celebrazioni nelle roccaforti di Kenyatta e con rivolte nei rocche di Raila Odinga. Il bilancio è di almeno due morti in scontri con la polizia. Il Kenya è ancora una volta l’immagine di un Paese nettamente diviso in due.
Fonte: Radio France Internationale
Link: http://www.rfi.fr/afrique/20171121-reelection-uhuru-kenyatta-le-kenya-apparait-comme-pays-coupe-deux
22 novembre, Zimbabwe – Emmerson Mnangagwa pronto ad assumere il ruolo di Presidente ad interim
Dopo le dimissioni di Robert Mugabe, il portavoce di Zanu-PF ha riportato che l’ex vicepresidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, sarà nominato presidente dal parlamento mercoledì (22 novembre). Una funzione che occuperà per 90 giorni.
L’uomo, che ha fatto destituire Robert Mugabe, ha lasciato il Sudafrica mercoledì mattina. Secondo persone a lui vicine, Emmerson Mnangagwa dovrebbe arrivare presto ad Harare su un jet privato.
In esilio dal suo licenziamento, aveva comunque assicurato martedì mattina che non sarebbe tornato, temendo per la sua incolumità. Eppure, secondo il portavoce di ZANU-PF, la sua nomina dovrebbe essere resa ufficiale questo mercoledì dal Presidente del Parlamento. Il giuramento potrà aver luogo entro 48 ore.
Emmerson Mnangagwa, eletto domenica presidente del partito al governo e candidato alla presidenza nel 2018, ricoprirà la carica per un periodo di 90 giorni fino a quando ZANI-PF organizzerà le proprie elezioni interne.
Una delle sfide che Mnangawa dovrà affrontare è dimostrare che, nonostante i suoi 50 anni con Robert Mugabe, può portare cambiamenti.
Nel frattempo, Emmerson Mnangagwa indossa già gli abiti del Capo di Stato, anche ad interim. In una dichiarazione trasmessa dall’agenzia di stampa Reuters, ha detto che è desideroso di riunire tutti gli zimbabwani per la ricostruzione del Paese. Non è, dice, la missione dell’unico ZANU-PF, il partito al potere, ma quello dell’intera popolazione.
All’età di 75 anni, è stato uno dei più stretti collaboratori di Robert Mugabe, ma è un uomo fortemente legato anche ai militari. Finì per essere soprannominato “Il coccodrillo”, un animale ritenuto veloce, discreto e spietato.
Fonte: Radio France Internationale
Link: http://www.rfi.fr/afrique/20171122-zimbabwe-emmerson-mnangagwa-crocodile-habits-president-interim
23 novembre, Ruanda – Il Governo si propone di ospitare i migranti bloccati in Libia
In un gesto inusuale che potrebbe ribaltare la più classica odissea verso nord per raggiungere l’Europa, il Ruanda si è offerto di ospitare o aiutare al rimpatrio alcune delle migliaia di migranti africani bloccati in Libia, dopo il reportage della CNN che mostra lo stato di schiavitù di un’ampia parte di essi.
Il Ministro degli Esteri ruandese ha riportato in una dichiarazione che il Suo Paese è “orripilato nel vedere che gli uomini, donne e bambini africani che erano sulla strada dell’esilio siano stati presi e resi schiavi”.
“Data la filosofia politica e la storia del Ruanda, non possiamo restare in silenzio quando degli esseri umani sono maltrattati e venduti all’asta come bovini”, riporta la dichiarazione. L’evocazione alla storia del Ruanda sembra riferirsi al genocidio del 1994, quando più di 800.000 persone sono state uccise su base etnica.
“Non saremo forse in grado di ospitare tutti, ma le nostre porte sono aperte” ha riportato la Ministra.
Nella dichiarazione non si fa riferimento a quante persone possa ospitare il Ruanda, un piccolo Paese che si configura per essere uno dei più densamente popolati del Continente. Moussa Faki Mahmat, il nuovo eletto alla guida dell’Unione Africana, ha riportato con un tweet che il Paese si è offerto di ospitare 30.000 migranti.
Fonte: The New York Times
Link: https://www.nytimes.com/2017/11/23/world/africa/rwanda-libya-migrants.html?rref=collection%2Fsectioncollection%2Fafrica&action=click&contentCollection=africa®ion=stream&module=stream_unit&version=latest&contentPlacement=4&pgtype=sectionfront
Sudan – Al Bashir chiede aiuto a Vladimir Putin
Nonostante due mandati di arresto internazionali per crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità, Omar Al Bashir è stato ricevuto giovedì da Vladimir Putin (23 novembre). I due uomini hanno discusso le loro relazioni bilaterali e la cooperazione economica e militare. Il Presidente sudanese ha colto l’opportunità per chiedere l’aiuto della Russia contro ciò che ha definito degli “atti aggressivi” degli Stati Uniti.
Questa prima visita in Russia del Presidente sudanese arriva poco dopo il sollevamento di Donald Trump dell’embargo statunitense nei confronti del Sudan. Tuttavia, Omar Al Bashir ha approfittato di questo viaggio per denunciare le “azioni aggressive” degli Stati Uniti, responsabili, secondo lui, della divisione del proprio Paese. “Dobbiamo essere protetti contro questi atti”, ha detto il numero uno di Khartoum. A suo avviso, ciò comporterà una maggiore cooperazione militare e l’acquisto di armamenti russi. In cambio, il Sudan propone alla Russia di fungere ponte per Mosca nel continente africano.
Nessun annuncio concreto al momento sulle possibili firme contrattuali. Ma i due Paesi sono chiaramente intenzionati a sviluppare i loro rapporti commerciali, come ha sottolineato Vladimir Putin dopo il suo incontro con Al Bashir. “La vostra visita sarà molto utile e promuoverà lo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha affermato il presidente russo. “Le nostre relazioni soprattutto in campo economico si stanno sviluppando. Il loro volume non è ancora molto importante, ma il ritmo è sostenuto. Vi sono prospettive nei settori degli idrocarburi, dell’energia elettrica e del nucleare civile.”
In nessun momento durante l’intervista è stata fatta alcuna menzione ai due mandati di arresto emessi contro Omar Al Bashir dalla Corte penale internazionale. Alla domanda su questo argomento, il portavoce del Cremlino ha rifiutato di commentare: “Omar Al Bashir è il legittimo leader del Sudan ed è considerato tale da Vladimir Putin”, ha detto Dmitry Peskov.
Fonte: Radio France Internationale
Link: http://www.rfi.fr/europe/20171123-russie-soudan-omar-el-bechir-appelle-vladimir-poutine-aide
24 novembre, Mali – Quattro peacekeepers delle Nazioni Unite uccisi in un duplice attacco
Quattro caschi blu e un soldato maliano sono stati uccisi mentre 21 sono i civili feriti in due separati attacchi questo venerdì, riporta la missione ONU.
Gli eserciti regionali, le forze ONU, i soldati francesi e statunitensi stanno lottando per fermare la crescente influenza dei militanti islamici, alcuni con legami con Al Qaeda e con l’ISIS, nella regione del Sahel dell’Africa occidentale.
La missione ONU in Mali, MINUSMA, ha subito il maggior numero di vittime tra le attuali operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite.
“Condanno con la massima fermezza questo attacco che ha ancora una volta indebolito MINUSMA e l’esercito maliano”, ha detto in una dichiarazione un capo missione Mahamat Saleh Annadif.
Nel primo incidente di venerdì tre peacekeepers e un soldato maliano sono stati uccisi quando sono stati attaccati durante un’operazione congiunta nella regione di Menaka, vicino al confine con il Niger, un’area che ha visto un picco di violenza nell’ultimo anno.
Altre sedici forze di pace e un civile sono stati feriti.
Fonte: Reuters
Link: https://uk.reuters.com/article/uk-mali-security-un/four-u-n-peacekeepers-killed-in-two-separate-attacks-in-mali-idUKKBN1DO2EM
Zimbabwe – Il nuovo presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, ha prestato giuramento
Emerson Mnangagwa ha prestato giuramento come Presidente dello Zimbabwe in una cerimonia in uno stadio affollato nella capitale, Harare.
Il giuramento segue la drammatica débâcle di Robert Mugabe dopo 37 anni al potere. Il licenziamento dell’ex vicepresidente all’inizio di questo mese ha portato il partito di governo ZANU-PF e l’esercito ad intervenire e costringere Mugabe a dimettersi.
Mnangagwa, che era scappato dal Paese, è tornato dall’esilio mercoledì. Soprannominato “il coccodrillo” ha assunto il controllo come secondo presidente dello Zimbabwe.
Fonte: Africa News
Link: http://www.africanews.com/2017/11/24/emmerson-mnangagwa-is-officially-sworn-in-as-president-of-zimbabwe-replacing/
25 novembre, Africa – Tre iniziative africane per combattere la violenza contro le donne
Come ogni anno, il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne. Con questo articolo vi portiamo in tre Paesi africani dove sono emerse iniziative per aiutare le vittime e ridurre la violenza.
In Congo è stato creato uno sportello unico per prendersi cura delle vittime. La violenza contro le donne è un fenomeno in crescita in Congo-Brazzaville, come spiegato con cifre alla mano, Victor Banaminou, coordinatore del progetto della ONG Action de Solidarité Internationale, citando i casi di Brazzaville e Pointe-Noire. “Abbiamo un totale di 111 casi per entrambe le città nel periodo da marzo a ottobre 2017. Di questi 111 casi, ci sono 56 casi di vittime di violenza sessuale; 12 vittime di violenza fisica; 32 vittime di violenza psicologica e 17 casi di violenza economica”, spiega.
Le ONG Action de Solidarité Internationale e Azur Développement sostengono donne e ragazze vittime di violenza attraverso uno sportello unico che è parte integrante di un progetto finanziato dall’Unione europea. “A livello di singola finestra, abbiamo un’assistenza completa che include assistenza psicologica, medica, legale e giudiziaria, oltre a sistemazioni temporanee per i casi più vulnerabili”, ha spiegato Victor Banaminou.
Questo sportello unico, presente a Brazzaville e Pointe-Noire, è operativo dallo scorso febbraio. Questo sabato, 25 novembre, giorno simbolico, sarà presentato ufficialmente al pubblico.
In Gabon, l’Osservatorio per i Diritti delle Donne e della Parità (ODEFPA) ha istituito una clinica legale per le donne vittime di violenza. La ONG assiste nel presentare reclami e nel seguire casi nei tribunali.
Come questa donna che arriva alla clinica legale di ODEFPA e che vive momenti molto difficili. Con suo marito, ha costruito una bella residenza sui terreni di famiglia. Ma ha abbandonato la casa per cinque mesi accusando la moglie di non amare i suoi genitori. La coppia ha avviato un procedimento di divorzio e il tribunale ha ordinato alla moglie di liberare la casa con i suoi tre figli.
Tre giorni fa, i suoceri hanno smantellato porte e finestre, acqua e contatori elettrici per costringere la donna, incinta di otto mesi, a lasciare la residenza. “Con i miei figli, mi sento una vittima della giustizia, dei miei suoceri e di mio marito”, dice.
L’ex Ministro della Famiglia, Honorine Nzet Biteghe, giurista e presidente della ONG, si occupa quotidianamente di questo tipo di problemi. “Ci sono una miriade di casi. Abbiamo persino casi gravi di uomini che trasformano le loro mogli in tamburi, riferisce. Il codice penale dice che chiunque picchia deve essere punito.”
L’ONG è sorpresa dal rapido aumento dell’aggressione contro le donne in Gabon, anche se predomina la legge del silenzio. In una società di tradizione machista, le donne gabonesi non sono sufficientemente protette dalla legge.
In Segal, il teatro cambia mentalità. Nel Paese dell’Africa Occidentale, si stima che nel 2015 oltre il 50% dei guadagni delle donne sono generati da atti violenti.
Nel popolare quartiere di Yaarax a Dakar, è usando il teatro-forum che un’azienda cerca di cambiare mentalità.
Fonte: Radio France Internationale
Link: http://www.rfi.fr/afrique/20171125-trois-initiatives-africaines-lutter-contre-violences-femmes
Liberia – La resa dei conti è in arrivo dopo che il consiglio elettorale della Liberia ha respinto le dichiarazioni di brogli
La commissione elettorale della Liberia ha confermato venerdì il rigetto delle accuse di brogli durante il primo turno delle elezioni presidenziali, preparando la scena per la resa dei conti alla Corte Suprema.
L’annuncio, che riguarda il voto del 10 ottobre, conferma una decisione presa inizialmente lunedì dalla Commissione Elettorale Nazionale (NEC), ha detto il funzionario Davidetta Lassana ai giornalisti.
Un secondo turno di votazioni, che vede Joseph Boakai del partito di unità di governo contro l’ex calciatore George Weah, avrebbe dovuto aver luogo il 7 novembre, ma è stato rinviato dalla Corte Suprema a seguito di una denuncia per frode elettorale.
Il candidato del Liberty Party, Charles Brumskine, che è arrivato terzo, ha affermato che false schede elettorali e di registrazione degli elettori hanno rovinato le elezioni – accuse poi appoggiate da Boakai.
La Commissione ha rilevato che le due parti non hanno fornito “prove certe” come richiesto dalla Costituzione secondo cui il voto è stato viziato da brogli, citando errori materiali che non hanno avuto alcuna conseguenza e sono stati successivamente corretti.
“La richiesta delle parti reclamanti per una nuova esecuzione delle elezioni è negata”, ha detto Lassana.
Fonte: France 24
Link: http://www.france24.com/en/20171125-liberia-court-showdown-looms-after-election-board-rejects-vote-fraud-claims
26 novembre, Nigeria – L’esercito nigeriano respinge l’attacco di Boko Haram in città
L’esercito nigeriano ha respinto un tentativo da parte di sospetti militanti di Boko Haram di impadronirsi della città nord-orientale di Magumeri, ha riportato un portavoce domenica, un giorno dopo l’attacco.
L’assalto è stato l’ultimo di una serie di attacchi nella Nigeria nordorientale, dove il conflitto con l’insurrezione islamista si è trascinato al nono anno con un piccolo segno di tregua.
Tre soldati sono stati uccisi e altri sei feriti mentre combattevano contro i militanti a Magumeri, che si trova a 50 km dalla capitale del Borno, Maiduguri, centro del conflitto con il gruppo terroristico, ha affermato il portavoce militare.
Un membro di un gruppo di vigilanti formato per combattere Boko Haram ha riportato il bilancio delle vittime di sei soldati e tre vigilantes, mentre un residente di Magumeri ha affermato a Reuters per telefono che almeno tre civili sono stati uccisi.
Un attentatore suicida ha ucciso almeno 58 persone martedì in una moschea nel vicino stato di Adamawa, uno degli attacchi più letali da quando il Presidente Muhammadu Buhari è salito al potere nel 2015 impegnandosi a porre fine all’insurrezione di Boko Haram.
Fonte: Reuters
Link: https://uk.reuters.com/article/uk-zimbabwe-politics-mugabe-special-repo/treacherous-shenanigans-the-inside-story-of-mugabes-downfall-idUKKBN1DQ0AB
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