Rassegna settimanale 11-17 settembre: Giappone e Corea del Sud

Rassegna settimanale 11-17 settembre: Giappone e Corea del Sud

11 settembre, Corea del Sud – La “spinta al nucleare” del leader del PLK crea preoccupazione

Il Segretario Hong Joon-pyo del Partito Liberty Korea continua a spingere per il riposizionamento delle armi nucleari tattiche americane in Corea del Sud mentre continua a respingere la possibilità di discutere delle questioni di sicurezza che derivano dalla Corea del Nord.

Lunedì Hong ha giurato che darà inizio a una petizione in cui chiederà sostegno per il dispiegamento, affermando di essere sicuro dell’appoggio di almeno 10 milioni di persone.

“Il riposizionamento delle armi nucleari americane è l’unica soluzione rimasta alla Corea del Sud per affrontare la minaccia nucleare della Corea del Nord,” ha scritto Hong su Facebook. “Per favore, unitevi alla campagna per la sopravvivenza della prossima generazione.”

Il più grande partito conservatore ha in programma di raccogliere le firme attraverso internet e campagne nelle strade. Hong sta anche organizzando di inviare un gruppo di parlamentari del PLK in America, Cina e Giappone per ottenere sostegno.

Il Presidente Moon Jae-in ha offerto l’opzione del dialogo con i leader dei partiti politici in modo tale da discutere il peggioramento delle condizioni di sicurezza in seguito al sesto test nucleare nord coreano. Tutti i partiti tranne il PLK hanno accettato.

“È divenuto palese che la diplomazia o il dialogo non siano delle soluzioni. Questo significa che l’unico sentiero proseguibile è quello delle armi nucleari tattiche operative,” ha dichiarato Hong durante un’intervista della settimana scorsa per il The Washington Post.

In aggiunta, il parlamentare PLK Won Yoo-chul ha detto che invierà una lettera al Presidente americano Donald Trump per sottolineare l’urgenza del riposizionamento. “Secondo un recente sondaggio d’opinione, il 60% degli intervistati sostiene il dispiegamento delle armi nucleari o di armamenti nucleari,” ha dichiarato in conferenza stampa domenica l’On. Won.

“Il riposizionamento è il minimo che si possa fare per scoraggiare le crescenti minacce nord coreane. Attraverso la diminuzione della paura per la sicurezza, il riposizionamento potrebbe molto probabilmente rafforzare l’alleanza tra la Corea e gli Stati Uniti,” ha aggiunto.

Da lunedì, oltre 30 parlamentari PLK hanno firmato la lettera che l’On. Won consegnerà questa settimana.

Lunedì, tuttavia, il Partito Democratico di Corea (PDC) – attualmente al governo – ha attaccato le mosse del PLK.

“Il tentativo del PLK di isolare l’ufficio presidenziale e di cercare un contatto diretto con i politici americani è preoccupante quanto lo sviluppo nucleare nord coreano,” ha dichiarato l’On. Song Young-gil, capo della Commissione per la Cooperazione Economica del Nord, durante un’intervista radio.

“Il partito conservatore si è scagliato contro il Presidente Moon per essersi alienato dalle discussioni internazionali mirate a risolvere la questione nucleare nord coreana. Recentemente, il PLK sta peggiorando la situazione,” ha detto Song, aggiungendo che la Corea del Sud non ha bisogno delle armi nucleari tattiche degli Stati Uniti.

Gli esperti condividono questa posizione.

“La mossa del PLK è folle,” ha dichiarato Kim Dong-yup, professore dell’Istituto per gli Studi sull’Asia Orientale dell’Università di Kyungnam.

“Gli Stati Uniti stanno già fornendo deterrente nucleare alla Corea del Sud attraverso sottomarini nucleari, il sistema di combattimento Aegis e i bombardieri strategici B-1B Lancer.”

Anche Cha Du-hyeogn dell’Asan Institute of Policy Studies ha ricordato che l’esistenza di armi tattiche non assicura un maggior deterrente, contrariamente a quanto sostenuto dal PLK. “Potrebbe dare sicurezza psicologica alla Corea del Sud, tuttavia le armi tattiche nella penisola non riducono necessariamente il tempo di ritorsione se comparate a quelle stazionate sul territorio americano,” ha dichiarato Cha.

“Al posto di mandare così urgentemente una lettera agli Stati Uniti, Seul dovrebbe trovare una strategia su come e quando riposizionare le armi e se il riposizionamento debba permanente o temporaneo.”

Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/09/356_236292.html

12 settembre, Giappone – Il petrolio continuerà ad arrivare in Corea del Nord, tuttavia lo stato nucleare subirà sicuramente delle conseguenze

La Corea del Nord subirà il colpo delle nuove sanzioni delle Nazioni Unite che hanno come obiettivo alcune delle più grandi riserve straniere rimaste al Paese. Tuttavia il Consiglio di Sicurezza ONU ha risparmiato l’obbiettivo più sensibile: il petrolio di cui il Nord ha bisogno per mandare avanti e alimentare il suo esercito da un milione di uomini.

Nonostante gli Stati Uniti avessero proposto un bando totale, le sanzioni del Consiglio di Sicurezza fissano un tetto alle importazioni annuali di greggio di Pyongyang che è lo stesso degli ultimi 12 mesi: circa 4 milioni di barili.

Le esportazioni di tessuto nord coreano sono proibite, e le altre nazioni non potranno autorizzare ulteriori permessi ai lavoratori nord coreani, creando così una stretta su due delle principali fonti di denaro contante.

Le misure sono state adottate lunedì all’unanimità.

Le misure per punire Pyongyang per il suo test nucleare del 3 settembre prevedono anche il divieto per la nazione di importare gas liquido naturale e condensati, e la limitazione alle importazioni di prodotti petroliferi raffinati a 2 milioni di barili all’anno.

Questa potrebbe essere una sanzione significativa.

Secondo dati cinesi, la Corea del Nord importa circa 2.2 milioni di barili all’anno di prodotti a base di petrolio, tuttavia alcuni ufficiali americani ritengono che le cifre realistiche siano molto più alte e vicine ai 4.5 milioni di barili annuali. Quindi, il limite a 2 milioni di barili potrebbe tagliare le importazioni attuali del 10% o addirittura di più della metà.

Tuttavia l’entità delle conseguenze che questo limite avrebbe – anche se seguito con severità, cosa che è sempre una preoccupazione – non è chiara.

David von Hippel, esperto energetico facente parte di un gruppo di esperti dell’Istituto Nautilus che ha eseguito ricerche approfondite sulla Corea del Nord, dubita che le sanzioni petrolifere colpirebbero in maniera esagerata il regime.

“La sanzione sul tessile potrebbe avere maggior impatto, visto che i tessuti probabilmente sono un’ottima fonte di reddito dal valore aggiunto – valore aggiunto che si identifica nelle persone che non devi pagare molto – per il regime,” ha dichiarato. “Tuttavia non sono sicuro che potrebbero avere molto effetto sui programmi nucleari e missilistici, data la priorità che essi costituiscono per il governo della RDPC.”

Von Hippel è il co-autore di un report dell’Istituto Nautilus di inizio mese in cui si afferma che anche una riduzione drastica delle esportazioni di petrolio cinese verso la Corea del Nord potrebbe molto probabilmente avere solo un ridotto impatto sulle attività militari poiché si può presumere con certezza che Pyongyang abbia delle scorte significative. Il report stima che la Corea del Nord possa avere abbastanza scorte da bastare per un anno di normali operazioni o un mese di guerra.

Ci sono stati alcuni segnali, inclusa la riduzione della fornitura e l’aumento dei prezzi, che indicano che la Corea del Nord abbia già iniziato a ridistribuire il petrolio dai distributori di benzina e altri punti vendita commerciali.

Anche Rajiv Biswas, direttore economico dell’Asia Pacifico per IHS Markit, si aspetta che Pyongyang possa superare la riduzione delle importazioni.

“Nel loro obiettivo le sanzioni sulle esportazioni di petrolio delle Nazioni Unite sono limitate se comparate con la proposta originale americana, e molto probabilmente non avranno conseguenze sulle attività militari nord coreane,” ha dichiarato.

Biswas ha tuttavia notato che la situazione con la Cina rimane cruciale e complicata.

Le esportazioni di benzina cinese verso il Nord sono diminuite drasticamente – fino a sole 120 tonnellate a luglio, paragonate alle 8.262 tonnellate di giugno – in seguito alla decisione della compagnia petrolifera statale China National Petroleum Corporation di tagliare le vendite per via della possibilità che la Corea del Nord abbia un rischio credito troppo alto. Al tempo stesso, tuttavia, le esportazioni di diesel sono cresciute fino a 1.162 tonnellate in luglio rispetto alle 367 tonnellate del mese prima.

“Il regime nord coreano sta ancora ricevendo alcune scorte di carburante dalla Cina, che possono così mantenere vive le operazioni essenziali.”

Quello che è certo, è che le nuove sanzioni causeranno ulteriori danni economici a Pyongyang. I tessuti sono uno dei maggiori prodotti di esportazione nord coreani, per un valore totale stimato di 750 milioni di dollari nel 2016, e decine di migliaia di nord coreani lavorano all’estero mandano una significativa parte dei loro guadagni in patria al regime. Le sanzioni riguardano anche le joint venture e potrebbero inficiare la capacità nord coreana di fare scambi e acquisire capitale e know-how.

Tuttavia anche ciò che Washington non ha ottenuto è significativo.

Oltre a doversi accontentare del compromesso sul petrolio, gli Stati Uniti hanno cercato inutilmente di stabilire un limite agli spostamenti e il congelamento dei beni del leader nord coreano Kim Jong-un e della Air Koryo, la compagnia aerea di bandiera nord coreana. Gli Stati Uniti hanno proposto di interrompere i progetti che prevedevano lavoratori nord coreani all’estero, per poi accettare delle sanzioni che prevedessero il loro rientro graduale.

L’indebolimento delle sanzioni riflette il divario che da tempo divide gli Stati Uniti – sempre pronti a votare per sanzioni pesante – e la Cina e la Russia che invece cercano di privilegiare la via del dialogo e dei negoziati. Gli Stati Uniti hanno rigettato proposte da entrambi i paesi che prevedessero la fine delle esercitazioni congiunte con la Corea del Sud in cambio della sospensione dei test nucleari e missilistici del Nord.

Sia Beijing che Mosca hanno fatto forti dichiarazioni nei confronti di Washington.

L’ambasciatore cinese alle Nazioni Unite ha fatto pressioni sul consiglio affinché adottasse la proposta appena menzionata e affinché gli Stati Uniti giurassero di non ricercare un cambio o il collasso del regime nord coreano. L’inviato russo ha dichiarato che la riluttanza di Washington a lasciare risolvere la situazione al Segretario Generale delle Nazioni Unite “fa nascere delle domande molto serie nelle nostre menti.”

I principati alleati americani in Asia, tuttavia, hanno accolto con favore il voto all’unanimità del Consiglio di Sicurezza per aumentare le sanzioni contro il Nord.

Il Giappone e la Corea del Sud dopo il via libera della risoluzione hanno dichiarato che erano pronte ad applicare maggior pressione su Pyongyang se questa si fosse rifiutata di terminare il suo sviluppo aggressivo di armi nucleari e missilistiche.

Martedì il Primo Ministro Shinzo Abe ha elogiato la nuova risoluzione, affermando che è importante cambiare la posizione nord coreana applicando un maggior livello di pressione sul paese.

“Apprezzo molto il fatto che questa risoluzione, che applica misure ancora più rigide, sia stata adottata all’unanimità e rapidamente,” ha dichiarato Abe in una dichiarazione rilasciata lunedì poco dopo il voto.

“Ha reso chiara l’intenzione della comunità internazionale sul fatto che bisogna rafforzare la pressione e fare in modo che la Corea del Nord cambi politica,” ha aggiunto.

[…]

Fonte: The Japan Times
Link: https://www.japantimes.co.jp/news/2017/09/12/asia-pacific/oil-will-keeping-flowing-north-korea-nuclear-armed-nation-certain-feel-pinch/#.WbjkGchJbIU

13 settembre, Corea del Sud – Una madre Kopino chiede aiuto di fronte all’Assemblea Nazionale

Una mamma filippina ha organizzato una protesta fuori dall’entrata principale dell’Assemblea Nazionale di Seul questo lunedì, chiedendo aiuto per i Kopino, ovvero i bambini nati da padri coreani e madri filippine.

Di fianco a Geraldine Dy c’era suo figlio di otto anni, Keystone Kim.

Sul cartello che Dy reggeva c’era scritto: “Sono un KOPINO, sono per metà coreano e per metà filippino. Ho aspettato, sto aspettando e aspetterò il mio papà.”

Kim è uno dei circa 40.000 Kopino delle Filippine, e questa è solo una stima poiché non ci sono cifre ufficiali.

L’anno scorso Dy ha fatto richiesta per il mantenimento da parte del padre e la scorsa settimana, i due sono volati a Changwon, nella Provincia di Gyeongsang Sud, per presenziare al processo.

Il padre all’inizio non ha riconosciuto il figlio, e insistito per vederlo di persona.

“Si assomigliano così tanto (padre e figlio). Ne rimasi sorpresa. Anche il mediatore ne fu molto sorpreso,” ha dichiarato la madre.

L’incontro con il padre si concluse con un consenso e Dy lasciò il paese con la certezza di ricevere almeno 200.000 won al mese da parte del padre fino al 18esimo compleanno del figlio.

“Sono così grata,” ha dichiarato la madre. “Con questo denaro ha un futuro. Metterò da parte questi soldi per lui.”

Dy e il padre del bambino, Kim, si incontrarono a Manila nel 2008. Kim era uno studente di inglese e Dy era alla ricerca di un lavoro.

Kim si trasferì nell’appartamento di Dy, e “pensai che le cose fossero serie tra di noi.”

Dopo che rimase incinta scoprì che lui non era serio abbastanza.

“Un giorno tornai a casa e trovai un suo messaggio in cui diceva che mi stava lasciando,” ha raccontato Dy.

Il bambino nacque nel 2009 e nel 2010 la madre trovò il padre su Facebook.

“Mi dispiace di non potermi prendere cura di te. Per favore dimenticami,” fu la sua risposta.

“Mi andava bene. Dissi, ok,” ricorda. Qualche tempo dopo, non molto, gli scrisse di nuovo per avere una mano poiché il figlio si era ammalato.

“Non rispose al mio messaggio,” racconta Dy.

Chiedere il mantenimento le fu consigliato quando conobbe We Love Korea (WLK), una ONG che aiuta i Kopino.

“Adesso vivo con il mio fidanzato che accetta mio figlio come se fosse suo e mi supporta in tutto quello che faccio. Tuttavia, crescendo, mio figlio ha bisogno di più cose e non posso chiedere tutto al mio fidanzato.”

Dy è tra le poche fortunate madre di Kopino ad aver ottenuto dei soldi. Molte madri non riescono nemmeno a rintracciare i padri dei loro figli, secondo quanto dichiarato da Koo Bon-chang l’attivista fondatore di WLK.

WLK è in contatto con circa 3.000 madre di Kopino nelle Filippine e ha assistito quelle di loro che hanno voluto iniziare una battaglia legale contro i padri.

La maggior parte dei padri di Kopino sono residenti a lungo termine nel paese Cattolico in cui l’aborto è illegale. La storia è abbastanza comune. La coppia si incontra e inizia una relazione; la donna rimane incinta e l’uomo lascia il paese per sfuggire alle proprie responsabilità.

Quando a fine 2015/inizio 2016 Koo pubblicò su Facebook le foto del padre attirò moltissima attenzione.

Gli attivisti hanno aumentato le campagne per aumentare la consapevolezza sulla questione e per spingere il governo coreano e inviare l’aiuto che questi bambini necessitano, ma non è stata ancora ricevuta alcuna risposta significativa.

Dy ha dichiarato che protestando di fronte l’Assemblea Nazionale desiderava mostrare il suo supporto. “Voglio aiutare altri Kopino.”

Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/09/119_236428.html

14 settembre, Giappone – Il Parlamento europeo si oppone alla proposta di diminuire i test sugli alimenti importati da Fukushima

Mercoledì il Parlamento europeo ha deciso contro la diminuzione dei controlli imposti sui prodotti alimentari importati dalla regione di Fukushima a causa delle conseguenze del terremoto del 2011.

I controlli furono imposti sui prodotti alimentari provenienti dall’area intorno all’impianto nucleare No.1, il cui nocciolo fuse dopo essere stato colpito da uno tsunami, causando la fuoriuscita di radiazioni su una vasta area. È considerato il più grave disastro nucleare mondiale da Chernobyl, nel 1986.

La Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’Unione, vorrebbe ridurre la lista di alimenti soggetti a test per le radiazioni prima dell’importazione nel mercato, la quale al momento include riso, funghi, pesce e altri frutti di mare.

Una risoluzione passata con larga maggioranza dai membri del parlamento ha chiesto alla commissione di ritirare la proposta, affermando che “è piuttosto difficile verificare se le misure proposte siano sufficienti” a proteggere i consumatori europei e che c’è ragione di credere “che possa portare a un aumento dell’esposizione a cibo contaminato radioattivamente”.

Michele Rivasi, del Partito francese dei Verdi, ha dichiarato che è necessaria maggior cautela visto che l’Unione Europea sta negoziando un accordo sugli scambi con il Giappone.

Il Parlamento ha criticato la Commissione per non aver fornito loro i dati con cui è stato deciso che fosse accettabile diminuire le restrizioni.

La questione verrà rivista nelle prossime settimane da degli esperti scelti dagli Stati membri dell’UE prima del voto di Ottobre.

Fonte: The Japan Times
Link: https://www.japantimes.co.jp/news/2017/09/14/national/politics-diplomacy/eu-parliament-opposes-bid-reduce-testing-fukushima-food-imports/#.WcEwSsirTIU

15 settembre, Corea del Sud – Moon ritiene “impossibile” il dialogo con il Nord

Il Presidente Moon Jae-in ha condannato il lancio missilistico di venerdì del Nord, affermando che “in questa situazione” il dialogo con Pyongyang è “impossibile”.

Moon anche avvisato che la Corea del Sud è in grado di “distruggere il Nord oltre possibilità di recupero.”

“La Corea del Nord ha ignorato le leggi internazionali e lanciato un missile che ha volato sopra un altro paese. Questo atteggiamento merita le critiche,” ha dichiarato Moon durante un incontro del Consiglio Nazionale di Sicurezza alla Casa Blu, alcune ore dopo che il Nord aveva compiuto questa provocazione missilistica.

Moon ha dichiarato che le continue provocazioni del Nord porteranno solo a maggior pressione e sanzioni da parte della comunità internazionale, facendo sì che sia difficile per il regime di Kim Jong-un tornare al tavolo dei negoziati.

“Il Nord deve capire che il suo atteggiamento inasprirà l’isolamento diplomatico ed economico che porterà al suo collasso,” ha detto Moon.

Lo Stato Maggiore Congiunto della Corea del Sud (JCS) ha dichiarato che venerdì mattina, il Nord ha lanciato quello che si pensa essere un missile balistico a medio raggio (IRBM) sopra il Giappone per la seconda volta in un solo mese.

Secondo il JSC, il missile ha volato per circa 3.700 km e raggiunto un’altitudine di 770 km dopo essere stato lanciato dall’area di Sunan nella capitale nord coreana di Pyongyang dove è situato il principale aeroporto del paese.

“La Corea del Nord ha lanciato un missile balistico non identificato alle 6:57 del mattino che è volato sul cielo del nord del Giappone e si è schiantato nell’Oceano Pacifico del Nord a est del Giappone,” ha dichiarato il JCS.

Il JCS ha fatto notare che la sua iniziale valutazione lo identificava come un missile IRBM o più avanzato.

Il 29 agosto, il regime di Kim aveva lanciato un missile IRBM sul Giappone che aveva volato per circa 2.700 km ad un’altitudine di 550 km prima di schiantarsi nelle acque del Pacifico.

Questo ci mostra come il Nord abbia aumentato la distanza massima di 1000 km in meno di un mese.

Il missile IRBM del Nord dovrebbe avere all’incirca un raggio di 4.500 km, anche se le analisi variano a seconda dell’agenzia e degli istituti che lo studiano.

Un ufficiale JCS ha detto, chiedendo di non essere nominato, che la traiettoria balistica dell’ultimo lancio è simile a quella utilizzata per il lancio del 29 agosto, durante la quale si credette che il Nord avesse lanciato il missile ad un angolo normale, invece che con una traiettoria ad ampio angolo. In precedenza, il Nord aveva lanciato i suoi missili con un ampio angolo affermando che così non avrebbero posto alcuna minaccia alla sicurezza dei paesi vicini.

In risposta, l’Esercito della Repubblica di Corea solo dopo sei minuti dal lancio nord coreano ha sparato dei missili balistici Hyunmoo-2 da un sito a est, vicino il confine intra coreano.

Il JCS ha dichiarato che l’esercito ha lanciato i due missili come segno di forza, uno dei quali ha colpito con precisione un bersaglio simulato nel Mare orientale a 250 km, esattamente la stessa distanza che c’è tra il campo d’addestramento e il distretto Sunan del Nord da cui è stato lanciato il missile.

L’altro, tuttavia, ha fallito “nelle fasi iniziali”, ha dichiarato l’ufficiale, aggiungendo che le autorità militari stanno indagando per capire quali siano le cause del fallimento.

Il Presidente Moon ha giurato di preparare misure più severe ed effettive per modificare il comportamento di Pyongyang, ordinando ai suoi consiglieri per la sicurezza di finalizzare la revisione delle guidelinea missilistiche il più presto possibile.

All’inizio del mese, Moon e il Presidente americano Trump hanno raggiunto un accordo verbale per modificare le linee guida in modo da aumentare il limite sul peso massimo delle testate montate sui missili balistici sud coreani in modo da aumentare la capacità difensiva di Seul.

Moon ha anche detto ai suoi consiglieri per gli affari esteri di fare in modo che le sanzioni che verranno approvate lunedì dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite siano implementate in pieno.

Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/09/103_236552.html

16 settembre, Giappone – Trump la prossima settimana organizzerà un incontro con Abe e Moon a lato dell’Assemblea Generale dell’ONU

Secondo quanto riportato da un funzionario della Casa Bianca, il Presidente Donald Trump organizzerà un pranzo con il Primo Ministro Shinzo Abe e il Presidente sud coreano Moon Jae-in il prossimo giovedì a New York.

H.R. McMaster, consigliere per la sicurezza di Trump, venerdì ha detto ai giornalisti che i leader si incontreranno a lato dell’Assemblea Generale dell’ONU e si focalizzeranno sulla crescente minaccia posta dalla Corea del Nord, che comprende il recente lancio missilistico sopra Hokkaido di venerdì e il sesto – nonché più potente – test nucleare di Pyongyang avvenuto il 3 settembre.

“Come dimostra il più recente lancio missilistico di Kim Jong-un, la Corea del Nord rimane una delle minacce alla sicurezza mondiali più pericolose e urgenti da affrontare,” ha dichiarato McMaster.

“È di vitale importanza che tutte le nazioni collaborino al massimo per risolvere il problema,” ha aggiunto.

McMaster ha chiesto che tutti gli stati membri dell’ONU “implementino con rigore” le sanzioni imposte dal Consiglio di Sicurezza sulla Corea del Nord, incluse le ultime che per la prima volta tagliano la fornitura di petrolio al paese.

“Le sanzioni stanno iniziando ad avere effetti ora,” ha aggiunto senza mostrare però alcuna prova. “Ciò che è importante è la meticolosa implementazione di queste sanzioni, così che le azioni economiche e la diplomazia possano progredire al meglio.”

Secondo il Ministero degli Esteri di Tokyo, durante una telefonata questo venerdì, Abe e Moon hanno concordato di rafforzare la cooperazione trilaterale con gli Stati Uniti in modo da aumentare la pressione su Pyongyang.

Il Ministero ha riferito che Moon e Abe hanno sottolineato l’importanza della comunità internazionale per la completa implementazione della risoluzione sulle sanzioni.

La Cina e la Russia, i due stati che i critici ritengono essere i sostenitori economici dei programmi nucleare e balistico della Corea del Nord, hanno sostenuto che lo sviluppo armato di Pyongyang dovrebbe essere affrontato attraverso il dialogo e non ulteriori sanzioni.

MacMaster ha dichiarato che nel suo primo discorso di fronte all’Assemblea Generale, previsto per martedì, Trump “chiederà agli stati di unirsi per discutere del grave pericolo che ci minaccia tutti,” come il terrorismo e l’ambizione nucleare nord coreana.

Trump, che è entrato alla Casa Bianca a gennaio, enfatizzerà la necessità da parte degli stati di sponsorizzare la pace e la prosperità – ha aggiunto – e al tempo stesso sostenere la sovranità e l’indipendenza come fondamenti indispensabili dell’ordine internazionale.

Fonte: The Japan Times

Link: https://www.japantimes.co.jp/news/2017/09/16/national/politics-diplomacy/senior-white-house-official-says-trump-will-host-talks-abe-moon-sidelines-u-n-general-assembly-next-week/#.WcJf9Ix-rIU

17 settembre, Corea del Sud – Funzionario governativo accusato di aver venduto informazioni su disertori nord coreani

La polizia domenica ha dichiarato che un funzionario del Ministero dell’Unificazione che si occupa di relazioni inter coreane è stato accusato di aver venduto informazioni classificate su alcuni disertori nord coreani in Corea del Sud.

Il funzionario è sospettato di aver venduto informazioni personali su 48 disertori, incluse informazioni sulla loro residenza e i numeri di telefono, ad un “broker” che li ha aiutati a scappare dalla Corea del Nord tra il 2012 e il 2015 per 14,7 milioni di won (13mila dollari).

Il broker, un disertore nord coreano di cognome Bae, sembra aver richiesto le informazioni per poter ricevere “pagamenti arretrati” da parte dei disertori.

È in corso un’indagine per verificare se il broker abbia venduto le informazioni al Nord.

Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/09/251_236573.html

Featured image source: The Korea Times