Rassegna settimanale 03 - 09 luglio: Africa Subsahariana

Rassegna settimanale 03 – 09 luglio: Africa Subsahariana

03 luglio, Sud Sudan – Non accenna a diminuire l’epidemia di colera

Medici sudanesi ed operatori sanitari hanno lanciato un appello al governo di Khartoum affiché dichiari lo stato di allerta a seguito dell’epidemia di colera che da mesi sta investendo il Paese africano e di ritardare l’avvio dell’anno scolastico che inizia oggi. Tuttavia le autorità hanno dichiarato che la situazione è sotto controllo. Più di 2,500 casi sono stati registrati da aprile, e la percentuale è aumentata a partire del mese scorso. Il totale dallo scorso anno ad oggi parla di ben 8,000 casi di cui 250 casi di morti accertate, ma gli esperti dicono si tratti solo di una parte. L’epidemia si sta abbattendo su una popolazione già stremata da guerre e siccità.

L’epidemia si è diffusa attraverso l’acqua contaminata ed ha interessato gran parte del Paese, tra cui la capitale. La preoccupazione sale soprattutto nei posti affollati, come gli ospedali o i campi profughi. Sono più di 200,000 le persone che vivono nei “protection of civilian camps” stanziati dalle Nazioni Unite.

Fonte: The Guardian

Link: https://www.theguardian.com/world/2017/jul/02/aidworkers-warn-of-devastating-cholera-outbreak-in-south-sudan

4 luglio, Sud Sudan – Crisi umanitaria e torture senza precedenti

In Sud Sudan, uno dei più giovani Paesi al mondo (dopo decenni di conflitti, negoziati e un referendum di secessione dal Sudan ha raggiunto l’indipendenza il 9 luglio del 2011), è nel pieno di una pericolosissima crisi umanitaria. «La più grave dopo la seconda guerra mondiale» secondo Stephen O’Brien, il sottosegretario dell’Onu per gli affari umanitari. Nella sola regione di Equatoria sono ammassati quasi un milione di sfollati, si legge nel rapporto “IF MEN ARE CAUGHT, THEY ARE KILLED, IF WOMEN ARE CAUGHT, THEY ARE RAPED”. Si tratta di persone fuggite dai peggiori crimini contro l’umanità legati al violentissimo conflitto armato che è scoppiato alla fine del 2013 tra le milizie del vicepresidente e le forze dell’Esercito di Liberazione del Popolo di Sudan, fedeli al presidente Salva Kiir. Nel rapporto di Amnesty si legge: «L’aumento delle ostilità nella regione di Equatoria ha significato brutalità ancora più diffuse contro i civili. Uomini, donne e bambini sono stati uccisi, pugnalati a morte coi machete e bruciati vivi nelle loro abitazioni”. “Donne e bambine sono sempre più rapite e sottoposte a strupri nella regione di Equatoria, un nuovo fronte del conflitto, conosciuta come “treacherous killing fields”, un pericoloso campo di sterminio. “Le persone sfollate sono centinaia di migliaia perché «abitazioni, scuole, ambulatori e sedi delle organizzazioni umanitarie […] tutto è stato razziato, vandalizzato e raso al suolo. Il cibo è usato come arma di guerra».

Fonte: Amnesty International e The Guardian

Link: https://www.theguardian.com/global-development/2017/jul/04/people-burned-to-death-in-homes-by-south-sudan-government-militias-amnesty-report

https://www.amnesty.it/sud-sudan-conflitto-controllo/

Africa – Europa e la crisi migratoria

L’estate inoltrata è la stagione dei migranti nel Mediterraneano. I numeri aumentano sempre più e quest’anno secondo l’International Organization for Migration, almeno 2,000 persone sono annegate nel tentative di raggiungere le coste italiane, facendo del Mediterraneo il peggior cimitero marittimo al mondo, mentre 100.000 quelli che hanno raggiunto l’Europa e di questi quasi il 50% ha toccata suolo italiano. L’Italia ha bisogno di maggiore sostegno da parte dell’Europa, molto di più di quello che ha fatto fin’ora: proprio oggi l’Austria di esser pronta ad inviare le truppe per fermare i migranti che attraversano il confine con l’Italia.  I Centri di accoglienza sono sovraffollati ed il governo italiano ha affermato che la situazione è diventata insostenibile, richiedendo la disponibilità di più porti aperti in Europa. La richiesta è stata per ora negate. E’ evidente che le politiche migratorie europee debbano essere riviste sulla base di responsabilità condivise. Filippo Grandi dell’Alto Commissario Onu per i Rifugiati ha proposto un maxi-piano Ue di reinsediamenti per valutare le richieste d’asilo direttamente in Africa e portare in Europa solo chi ne ha diritto attraverso i corridoi umanitari, con uno schema da 40.000 posti l’anno. Questa strategia aiuterebbe a frenare le attraversate in mare, anche se non risolverebbe l’intero problema.

Fonte: The Guardian e IOM

Link:https://www.theguardian.com/world/commentisfree/2017/jul/04/the-guardian-view-on-the-return-of-the-migrant-boats-europes-problem

https://www.iom.int/news/mediterranean-migrant-arrivals-reach-101210-2017-2247-deaths

7 luglio, Africa – Gran Bretagna: Sfruttare i premi delle compagnie assicurative per aiutare i paesi africani

Theresa May sta progettando di destinare decine di milioni di sterline per aiutare gli stati africani colpiti da disastri naturali (come può essere la siccità) attraverso l’acquisto di premi dalle compagnie assicurative. Il primo ministro inglese ritiene che comprando polizze assicurative in UK, a differenza dei tradizionali metodi di aiuto, potrebbe ridurre il bisogno di ancor più onerosi fondi in futuro. La May ha dichiarato “Non dobbiamo dimenticare che dei progressi in Africa ne beneficerà anche la Gran Bretagna in casa. Il nostro lavoro sugli aiuti internazionali è quello di costruire i nostri futuri partner commerciali, creando reali alternative alle migrazioni di massa e raggiungendo la nostra sicurezza”. Ha poi aggiunto “è nostra responsabilità morale andare incontro ai bisogni umanitari delle persone più povere del pianeta. L’obiettivo è incrementare I finanziamenti privati in un selezionato gruppo di nazioni africane nella speranza che possano agire come i pionieri di una più profonda crescita del continente intero”.

Il senior policy adviser di Oxfam, Max Lawson, ha dichiarato “sfruttare le risorse dell’industria assicurativa è un’idea interessante ma dovrebbe essere valutata sulla base dei benefit per le nazioni povere e non per la città di Londra”.

Fonte: The Guardian

Link: https://www.theguardian.com/world/2017/jul/07/theresa-may-to-spend-aid-money-on-insurance-against-disasters-in-africa

8 luglio, Kenya – I terroristi di al Shabaab continuano a colpire il Paese

Presunti militanti di al-Shabaab hanno decapitato 9 uomini nel corso di un assalto presso due villaggi nella zona costiera del distretto di Lamu, Jima e a Pandanguo, sgozzando le vittime con coltelli. I militanti hanno radunato gli uomini non musulmani scovati, per poi decapitarli tutti insieme.

Il presidente kenyota Uhuru Kenyatta, in carica dal 26 marzo 2013, ha reso noto che le forze di sicurezza stanno perlustrando le zone colpite. Solo venerdì 7 luglio, 3 agenti erano stati uccisi da alcuni miliziani di al-Shabaab presso Lamu. Gli sgozzamenti da parte di militant di al-Shabaab sono stati sempre rari, nonostante il gruppo abbia comunque portato a termine numerosi attacchi mortali (ricordiamo gli attacchi del 21 settembre 2013 al Westgate shopping mall di Nairobi in cui morirono almeno 67 persone, e l’assalto contro il Garissa University College nel nord-est del Kenya, il 2 aprile 2015, dove vennero uccisi 147 individui). Il Paese ha visto un aumento degli attacchi nelle ultime settimane, in vista delle elezioni presidenziali il mese prossimo. Al-Shabaab ha giurato di punire il Kenya per aver inviato le proprie truppe nel 2011 per combattere il gruppo.

Fonte: The Guardian

Link: https://www.theguardian.com/world/2017/jul/08/nine-kenyans-beheaded-by-somali-al-shabaab-terrorists

9 luglio, Uganda – Codice di abbigliamento e divieti per chi lavora nella pubblica amministrazione

Il governo ugandese ha stabilito un nuovo codice di abbigliamento per gli impiegati della pubblica amministrazione: vietati minigonne e gonne sopra il ginocchio, canotte, trasparenze, capelli tinti con colori appariscenti, orecchini giganti e unghia lunghe più di 3 cm per le donne, mentre per gli uomini c’è l’obbligo di indossare giacca e cravatta, non indossare pantaloni troppo stretti, né scarpe aperte.

Molti sono contrari alle nuove imposizioni, tra cui le attiviste delle associazioni femminili, le quali hanno criticato aspramente il nuovo codice di abbigliamento “E’ un modo per distrarre la popolazione dai reali problemi del Paese, come il furto delle risorse pubbliche, l’inefficienza nell’erogazione dei servizi, l’assenteismo nel settore pubblico”,  ha dichiarato Perry Aritua, direttore esecutivo di Women’s Democracy Network.

Fonte: BBC News

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-40507843

Featured Image:https://en.wikipedia.org/wiki/European_migrant_crisis