Rassegna settimanale 10 – 16 luglio: Africa Subsahariana
12 luglio, Camerun – “Renata” per aiutare le donne vittime di violenza
21mila volontari in Camerun hanno creato una rete di supporto e consulenza chiamata Renata: è nata per proteggere, accogliere, curare, le donne, madri, bambine, donne violentate, vittime d’incesto o di ogni tipologia di violenza di genere. Volontari affermano che quando si verificano casi di violenze nel circuito familiare, è difficile per qualcuno parlare, perché i membri della famiglia dicono ‘questa è una questione familiare e non deve essere discussa con gli estranei’. Altre volte la famiglia si accorda con il violentatore senza che la vittima lo sappia e così resta abbandonata a sé stessa. E spesso la vittima è bambina: ben il 10 per cento di chi ha subito violenza, in Camerun, ha incontrato il suo aguzzino prima dei 10 anni d’età. “Il ruolo per un “zia” di RENATA, dopo aver sostenuto la formazione ed il training necessario, è quello di combattere la violenza contro le donne all’interno della comunità di appartenenza, nelle famiglie, nei propri villaggi, nel proprio quartiere e diventare un’attivista che va a cercare i teenager per parlargli del problema” ha spiegato la portavoce di RENATA , Cathy Ada. Le volontarie infatti, spiegano fuori dalle scuole e per le strade, cos‘è stupro e cosa non lo è. Flavien Ndonko, cofondatore Renata : “Il governo deve davvero provvedere con leggi e concretamente perseguire i violentatori, ma deve anche preoccuparsi delle vittime. Forse il modo migliore di aiutarle è supportando le organizzazioni”. In Camerun sono state stuprate 400mila donne negli ultimi 20 anni.
Fonte: Africa News
Link: http://www.africanews.com/2017/07/12/cameroon-battles-abuse-of-girls/
Sud Sudan – Trump proroga la sospensione dell’embargo
Il Presidente Donald Trump ha rimandato la decisione sulla sospensione delle sanzioni al Sudan di tre mesi, alimentando le divisioni interne alla sua amministrazione; il 12 luglio scadeva il semestre di moratoria voluto da Obama perché il suo successore verificasse il rispetto degli impegni presi in sede negoziale da Khartoum. Ha fatto seguito, da parte del presidente sudanese Omar al-Bashir la sospesione dei negoziati con Washington, troncando i lavori della commissione che da un anno trattava con gli Stati Uniti la fine dell’embargo, imposto dal 1997.
Obama aveva intrapreso da tempo una politica di riavvicinamento e le trattative, sostenute dal peso delle sanzioni al Sudan, miravano ad inserire il Paese all’interno del disegno geopolitico di Washington. Da parte sua, al Bashir voleva una riabilitazione di facciata che sospendesse l’embargo e per questo si era astenuto da ulteriori offensive nell’area del Darfur e nel sud del Paese, lasciando che il Lord Resistence Army (Lra), da tempo in difficoltà, si sgonfiasse da solo sospendendo la sua assistenza.
Fonte: The Guardian
Nigeria: La FAO aiuta 900 “vulnerable women”
La FAO ha effettuato una “distribuzione d’emergenza” – così è stata denominata la distribuzione delle 3600 capre – di cui hanno beneficiato soprattutto famiglie maggiormente colpite dal conflitto. Il progetto è stato realizzato grazie ad un contributo di 325.326 dollari offerto dal governo della Repubblica d’Irlanda, col fine di aumentare la nutrizione della popolazione e combattere l’insicurezza alimentare, favorire la ricostruzione e la rinascita economica delle donne del Paese, futuro motore dell’economia. Tra le 900 donne che beneficiano della donazione, alcune sono capofamiglia.
Attualmente la zona nord-est della Nigeria è flagellata da fame e condizioni di vita terribili, inasprite dalle azioni terroristiche perpetrate da Boko Haram. Sono ancora molte le aree che non possono essere raggiunte dalle organizzazioni umanitarie e che restano completamente isolate. Il conflitto ha prodotto ben 2,4 milioni di sfollati: molti di loro non hanno più niente o perché li è stato confiscato o perché è dovuto scappare lasciando dietro tutto. Anche le comunità ospitanti stanno soffrendo carenza di scorte di cibo e beni di prima necessità.
FONTE: FAO
LINK: http://www.fao.org/nigeria/news/detail-events/en/c/1013341/
13 luglio, Senegal – Abdoulaye Wade torna in patria
Una folla gremita ha accolto all’aeroporto di Dakar l’ex presidente del Senegal Abdoulaye Wade, tornato per guidare il partito democratico nella campagna delle legislative del 30 luglio. Wade, 91 anni, vestito con la tunica tradizionale blu e oro, è stato acclamato da migliaia di sostenitori, tra cui tanti giovani. L’ultima apparizione in pubblico nel Paese risale a oltre due anni fa ed è stato in carica dal 2000 al 2012. “Ho sentito che il Senegal sta soffrendo e questo mi ferisce. Se nessuno risolverà questo problema, allora me ne prenderò cura io. Il mio partito insieme ad altri, ha creato una forza politica che sconfiggerà Macky Sall” ha dichiarato.
In Senegal l’Assemblea Nazionale è composta da 165 seggi; i cittadini non possono votare direttamente i loro candidati ma esprimono i voti sulla base di liste presentate dai partiti politici a livello regionale e nazionale. Wade è in cima alla lista della principale coalizione di opposizione.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201707130143.html
16 luglio, Senegal – Il calcio si macchia di sangue
La finale di campionato tra lo Stade de Mbour e l’Union Sportive Ouakam, allo stadio Demba Diop di Dakar in Senegal è finita con un bilancio di 8 morti e almeno 49 feriti. Lo Stade de Mbour ha segnato il gol decisivo del 2-1 nel primo tempo supplementare. Dopo il fischio finale sono iniziati i tafferugli, tra i proiettili utilizzati persino sassi. La polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere la folla, creando il panico tra la gente che ha iniziato a fuggire. Stando alle prime informazioni, la pressione della calca avrebbe provocato il crollo di un muro, che negli anni non aveva ricevuto alcun tipo di manutenzione.
Fonte: BBCS News
Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-40621982
Featured Image Source: Pressenza