Rassegna settimanale 29 maggio-4 giugno: Sud Est Asiatico

Rassegna settimanale 29 maggio-4 giugno: Sud Est Asiatico

29 maggio, Cambogia – L’opposizione spera di vincere le elezioni

Il leader dell’opposizione cambogiana, Kem Sokha, ha dichiarato di puntare alla maggioranza in parlamento in vista delle elezioni locali del prossimo mese e delle elezioni generali del prossimo anno. Il partito “Cambodia National Rescue Party”, spera di ricevere il 60 percento dei voti e quindi contare su una maggioranza del 70 percento in parlamento.

Un tale risultato potrebbe permettere di mettere fine al regime di Hun Sen e del “Cambodian People’s Party” (CCP) al potere da quarant’anni. Il portavoce del partito in carico ha commentato la vicenda dicendo che “si sono presentati cinque volte alle elezioni e non hanno mai vinto. Stanno solo cercando di consolarsi con le loro previsioni. Il primo ministro Hun Sen ha reiterato le sue minacce di una guerra civile in caso non vincesse le elezioni e ha dichiarato che anche il CCP puntava al 60 percento dei voti.

Fonti: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/opposition-hopes-to-win-majority-in-cambodia-polls

30 maggio, Filippine  – Le Filippine come base operativa ISIS in Asia

Dozzine di foreign fighters hanno combattuto a fianco di simpatizzanti dello Stato Islamico in Iraq e Siria (ISIS) contro le forze governative nel sud delle Filippine nelle ultime settimane. Questo non sarebbe altro che la dimostrazione che l’area sta rapidamente diventando una zona di appoggio in Asia per il gruppo ultra radicale.

Una fonte dell’intelligence Filippina ha dichiarato che dei 400-500 ribelli che hanno preso il controllo della città di Marawi il 23 maggio, situata sull’isola di Mindanao, una quarantina sarebbero tornati da poco dal Medio Oriente.

La stessa fonte afferma che tra di loro sarebbero presenti degli indonesiani, malesiani, almeno un pachistano, un saudita, un ceceno, uno yemenita, un indiano, un marocchino e un uomo munito di un passaporto turco.

“Lo Stato Islamico sta perdendo campo in Iraq e Siria, e si sta spostando verso l’Asia e altre aree del Medio Oriente” ha spiegato Rohan Gunaratna, un esperto di sicurezza. “Una delle zone dove si sta espandendo nel Sud-est asiatico, le Filippine, è da considerarsi il nuovo centro di gravità”.

Mindanao è sopposta da decine di anni a molti problemi tra i quali banditismo, insurrezioni, movimenti separatisti. Alcuni ufficiali avevo lanciato il campanello di allarme alcuni anni fa spiegando che la povertà, la criminalità e le frontiere porose dell’isola a maggioranza musulmana potevano diventare la base per alcuni gruppi radicalizzati del Sud-est asiatico e i soldati dello Stato Islamico.

Anche se l’ISIS e altri gruppi affiliati hanno rivendicato numerosi attacchi attraverso il Sud-est asiatico negli ultimi due anni, la battaglia per Marawi è stato il primo caso di scontri armati protratti nel tempo contro un esercito.

Quasi una settimana dopo lo scoppiare degli scontri il governo ha annunciato di aver quasi ripreso il controllo della città.

L’anno scorso dei militanti ISIS del Sud-est asiatico hanno rilasciato un video richiedendo ai loro connazionali di unirsi alla causa nel sud delle Filippine o di sferrare attacchi direttamente nel loro paese piuttosto che andare in Siria.

Un esperto di terrorismo di Jakarta, Sidney Jones, ha comunicato alla Reuters alcuni messaggi delle chat di Telegram, una app per comunicare via telefono usata dai terroristi.

In uno di questi messaggi, un ribelle della battaglia di Marawi affermava di vedere i soldati dell’esercito “scappare come dei maiali” e che “il loro sporco sangue si mischiava a quello dei cadaveri dei propri compagni”.

Gli scontri nella città di Marawi sono iniziati con un raid da parte dell’esercito per catturare Isnilon Hapilon, uno dei leader di Abu Sayyaf, un gruppo noto per le sue azioni di pirateria e rapimenti, e per aver decapitato degli stranieri.

Entrambi i capi di Abu Sayyaf ed un altro gruppo più piccolo noto come Maute, hanno giurato fedeltà allo Stato Islamico e hanno combattuto accanto a Marawi bruciando un ospedale ed una cattedrale, e rapendo un prete cristiano.

La guerra urbana ha portato il presidente Filippino Rodrigo Duterte ad imporre la legge marziale per tutta l’isola di Mindanao, un’area paragonabile alla Corea del Sud con una popolazione 21 milioni di abitanti.

Il capo delle divisioni di contro-terrorismo malesiano, Ayob Khan Mydin Pitchay, ha fornito i nomi di quattro malesiani di cui si sa per certo che hanno raggiunto gli altri ribelli a Mindanao.

Tra di loro era presente anche Mahmud Ahmad, un professore universitario pronto a prendere in mano la leadership del gruppo ISIS nelle Filippine in caso di morte di Hapilon.

Secondo Gunaratna, Ahmad è stato un elemento fondamentale nello stabilire una base operativa per l’ISIS nella regione e otto dei trentatré militanti morti nei primi quattro giorni sarebbero stranieri.

“Questo indica che il numero dei foreign fighters è inusualmente alto tra i combattenti dello Stato Islamico e tra i membri dello Stato Islamico nel Sud-est asiatico.”

Secondo un documento dell’intelligence le autorità di Jakarta sospettano che 38 indonesiani si sono recati nel sud delle Filippine per raggiungere vari gruppi affiliati allo Stato Islamico e 22 di loro hanno preso parte alla battaglia di Marawi.

Secondo un’altra fonte, però, il numero di indonesiani coinvolti nell’attacco sarebbe addirittura di quaranta.

Gli ufficiali indonesiani pensano che alcuni militanti abbiano potuto introdursi nella città di Marawi usando come copertura l’evento annuale del Tablighi Jamaat qualche giorno prima dell’inizio degli scontri. Il Tablighi Jamaat è un movimento missionario sunnita apolitico che incoraggia i musulmani ad essere più puri.

Un membro di una squadra antiterroristica indonesiana ha dichiarato che le autorità stanno rafforzando i controlli nelle zone del Kalimantan e del Sulawesi, a nord del paese, per fermare i potenziali ribelli dalle Filippine e i ribelli che tentano di scappare dalla città di Marawi.

“La distanza tra Marawi e i territori indonesiani è di solo cinque ore” ha commentato il membro della squadra antiterrorista.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/marawi-city-siege-shows-foreign-fighters-being-drawn-to-the-philippines-as-isis-asian

31 maggio, Indonesia – Il Presidente indonesiano vuole aumentare il potere dell’esercito

Il presidente indonesiano Joko Widodo ha dichiarato che le Forze Armate Indonesiane (TNI) hanno bisogno di aumentare il proprio raggio d’azione nel combattere il terrorismo. Questa è la decisione del presidente dopo l’attenta della scorsa settimana che ha ucciso tre poliziotti nei pressi di Jakarta. “Questa legge è una necessità per poter permettere alle forze dell’ordine di avere una protezione legale per portare avanti il proprio lavoro sul campo.”

Se la legge dovesse essere approvata darebbe la possibilità al TNI di arrestare ed interrogare dei sospettati senza nessun tipo di autorizzazione. Inoltre, il governo vorrebbe lasciare più autonomia alla polizia sugli arresti, sulla detenzione e sugli interrogatori verso persone sospettate di terrorismo. La camera dei rappresentanti indonesiana sta già deliberando su una revisione della legge antiterroristica del 2003 e deve ancora approvare i cambiamenti richiesti dal presidente.

Numerosi gruppi di protezione dei diritti umani hanno criticato la proposta spiegando che dare maggiore libertà al TNI nella guerra al terrore porterebbe ad abusi e sarebbe un problema per la democrazia nel paese. Intanto numerosi indonesiani starebbero tentando di raggiungere i ribelli dello Stato Islamico nelle Filippine secondo una dichiarazione dell’agenzia di contro-terrorismo indonesiana e diversi cittadini indonesiani sono già stati identificati.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/jokowi-seeks-larger-role-for-armed-forces-in-terror-fight

1 giugno, Vietnam – Trump elogia l’accordo economico tra Stati Uniti e Vietnam

Il presidente statunitense Donald Trump si è complimentato per l’accordo commerciale di 8 miliardi di dollari stretto tra il Vietnam e gli Stati Uniti. “Hanno (il Vietnam) appena fatto ordinazioni molto importanti negli Stati Uniti – e lo apprezziamo molto – per tanti miliardi di dollari, che vuol dire mantenere molti lavori in America e, un ottimo, ottimo equipaggiamento per il Vietnam” ha dichiarato il presidente Trump. Lo stato comunista alla fine della guerra fredda è diventato un partner strategico per gli americani e il premier vietnamita è diventato il primo leader del sud-est asiatico a recarsi alla casa bianca.

Mentre i due paesi hanno aumentato la cooperazione in ambito di sicurezza, la bilancia commerciale negli ultimi anni è diventato un argomento spinoso considerando che i 32 miliardi di disavanzo sono a favore di Hanoi. Il presidente americano è noto per criticare senza mezzi termini queste situazioni. Ciononostante, le importazioni di prodotti americani sono cresciute del 77 percento dal 2014, la crescita più importante per gli Stati Uniti. Inoltre lo stato vietnamita ha condiviso le preoccupazioni americani per quanto riguarda la crisi missilistica della Corea del Nord e ha appoggiato il miglioramento delle relazioni tra Washington e Pechino.

Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/06/vietnam-trump-praises-bilateral-trade-deals-worth-billions/#XWo5hQ1j3hVcU3Ok.97

Filippine – Il fuoco amico uccide 10 militari filippini

Un attacco aereo diretto contro i ribelli della città di Marawi, i militari filippini hanno ucciso 10 dei propri uomini e feriti altri 7. Il segretario della difesa, Delfin Lorenzana ha commentato la vicenda dichiarando “È molto triste quando si colpiscono le proprie truppe”, “Ci deve esser stato un errore da qualche parte, magari qualche ordine dalle truppe di terra, o il pilota”.

Le truppe filippine hanno usato una combinazione di truppe di terra e attacchi aerei per ripulire la città dalle forze ribelli. Nonostante la chiara superiorità tecnica e numerica, la resistenza dei ribelli è impressionante ed aumentano le preoccupazioni che i terroristi  ottengano una  base operativa stabile nel sud-est asiatico.

Negli ultimi 9 giorni di battaglia per il controllo di Marawi sono morti 38 militari filippini, 19 civili e più di 120 ribelli.

Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/06/philippine-military-airstrike-misses-rebel-target-kills-10-govt-troops-instead/#CDPCDH5GDGDAdf3Y.97

2 giugno – Filippine – Panico a Manila: come si è veramente svolto l’attacco del casinò

Mentre la stanza del casinò di Manila si riempiva di fumo nero e denso, i dipendenti e gli ospiti cercavano di rompere una finestra rinforzata senza successo.

Alcuni sono riusciti a scappare, trovandosi su un pianerottolo a diversi metri di altezza sopra la strada. Quelli che hanno saltato – alcuni di loro hanno riportato più fratture alle gambe – sono stati quelli fortunati. Il governo filippino ha dichiarato che i morti sono 36, la maggior parte dovuta a soffocamento.

“Abbiamo preso le scale per salvarli. Siamo stati in grado di salvarne molti.” Spiega Ronald Romualdo, un impiegato. “Una donna ha provato a lanciarsi addirittura dal secondo piano”.

Il fumo si è sparso per la struttura dopo che l’uomo armato ha infiammato la benzina che aveva sparso sui tavoli da poker del casinò all’interno del Resort World – un complesso di edifici che a suo interno ingloba anche un hotel Mariott e negozi di lusso, a cinque minuti a piedi dall’aeroporto internazionale della capitale filippina.

All’inizio si credeva a un attacco terroristico, una possibile vendetta contro l’esercito che sta combattendo contro dei militanti dello Stato Islamico a sud del paese. I video della sicurezza mostrano persone che corrono in tutte le direzioni dopo rumori di esplosioni e detonazioni. Tra il panico e il caos generale, alcune persone si sono messe a corre per strada gridando “ISIS, ISIS”.

Le fiamme non erano ancora state spente e Donald Trump aveva definito l’incidente un “attacco terroristico”. Nella tarda notte di venerdì lo Stato Islamico ha rivendicato l’accaduto tramite la sua agenzia di stampa Amaq.

I pompieri hanno offerto una teoria alternativa affermando ai media locali che il sospettato era un “ospite di lunga data” del casinò e hanno aggiunto che una delle cause dell’accaduto potesse essere in risposta all’aver perso importanti quantità di denaro. La polizia filippina ha dichiarato che è stata una rapina andata a male.

“Tutte le prove portano a pensare ad un atto criminale da parte di un individuo emotivamente instabile” secondo Ernesto Abello, portavoce del presidente Rodrigo Duterte.

Nella serata di venerdì le domande più importanti rimangono senza risposta. Non è stato confermato se le intenzioni dell’assalitore fossero quelle di uccidere. “Anche se l’esecutore ha dato dei colpi di avvertimento, a quanto pare non ci sono indicazioni sulle intenzioni di ferire o uccidere” ha dichiarato Abella.

Una guardia si è colpita da sola durante il raid, secondo le autorità, ma non ci sono stati altri attacchi armati. Un impiegato di un ospedale vicino ha dichiarato che i pazienti non presentano lesioni di armi da fuoco.

La polizia locale ha dichiarato che la maggior parte delle vittime sono state trovate all’interno di un bagno, lasciando pensare che in molti hanno tentato di proteggersi dagli spari piuttosto che scappare.

Ian Manalo, un portavoce di un’agenzia dei pompieri, ha detto che l’uomo avrebbe piazzato delle munizioni di 9mm su un tavolo da gioco per poi incendiarle, sparando pallottole in maniera casuale e portando le persone a nascondersi dagli spari.

“Sono morti per asfissia proprio perché hanno cercato di proteggersi invece che scappare. Invece di cercare un’uscita di emergenza si sono nascosti dagli spari” ha dichiarato. “Il sistema anti-incendio ha funzionato bene ed il fuoco non si è propagato. Il problema era il fumo.”

Armato di un fucile di assalto, l’uomo è stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso con un paio di jeans, un cappello nero ed una giacca. Ad un certo punto è stato ripreso mentre si è seduto per terra sulle scale.

Il direttore generale della polizia Ronald dela Rosa ha dichiarato che è passato di fianco ad una guardia e ha sparato a dei televisori prima di colpire una porta che dà sulle riserve delle fiche del casinò.

Il sospettato, descritto come un uomo alto circa un metro e ottanta e “dall’aspetto straniero” da dela Rosa, “ha preso le fiche e le ha messe nel suo zaino per poi lasciarle dietro di lui”. Avrebbe preso quasi l’equivalente di 2 milioni di dollari in fiche ma la polizia non ha detto niente sul perché avrebbe tentato di rubarlo. Questi oggetti appartenenti al casinò non hanno nessun valore al di fuori della struttura.

L’uomo ha inseguito abbondantemente bagnato diverse stanze con una bottiglia di due litri di benzina. Un potente incendio si è propagato molto velocemente sui tappeti del pavimento e sul feltro dei tavoli da gioco. “Anche il personale di sicurezza si è fatto prendere dal panico” ha spiegato un ospite del casinò.

Dei corpi sono stati ritrovati nella stanza andata a fuoco. Non è chiaro se il sistema anti-incendio abbia funzionato.

Nessuno è stato preso come ostaggio e l’assalitore si è recato nella camera 510 del casinò. Dela Rosa ha descritto gli ultimi attimi di vita, l’uomo si è “sdraiato sul letto, si è avvolto in una coperta spessa e si sarebbe cosparso di benzina”.

Qualsiasi siano state le intenzioni dell’uomo, l’incendio del complesso ha scioccato la nazione e messo il paese in allerta. Almeno 54 persone sono rimaste ferite, alcune sono in condizioni gravi. Quattro cittadini di Taiwan ed un coreano del sud sono stati contati tra le vittime. Resort World ha fatto sapere che tra i morti ci sono 13 impiegati e 22 ospiti.

Alcuni membri della sicurezza sono riusciti a sparare all’assalitore. “Un importante perdita di sangue dopo aver ricevuto una pallottola avrebbe rallentato l’assalitore e l’avrebbe costretto e rinchiudersi nella camera dove si è tolto la vita” ha commentato Resorts World senza che la polizia confermi i fatti.

“Stiamo facendo del nostro meglio per informare le famiglie delle vittime” ha aggiunto la compagnia.

Nella serata di venerdì, una squadra della Croce Rossa ha organizzato un servizio di supporto psicologico per gli amici e i familiari delle vittime. Il terminal più vicino al complesso è stato momentaneamente chiuso.

Le forze di sicurezza hanno chiuso tutto il quartiere con molte ambulanze e camion dei pompieri presenti sul luogo. La polizia è attualmente in cerca di un altro sospettato, probabilmente un filippino. Resort World ha, infatti, fatto sapere che ci sarebbero stati più assalitori.

Fonte: The Guardian, https://www.theguardian.com/world/2017/jun/02/manila-casino-attack-philippines

3 giugno, Malesia – Il terrorismo è la sfida principale dell’area Asia-Pacifico secondo il ministro della difesa malesiano

Una delle sfide più importanti per tutta la regione Asia-Pacifico è l’aumento del terrorismo secondo il ministro della difesa malesiano Hishammuddin Hussein. La minaccia terrorista è molto sentita in Malesia dove settimana scorsa sono state arrestate 6 persone con legami col gruppo Stato Islamico. Tra il 2013 e 2016 250 persone sono state arrestate per le stesse accuse. Secondo il ministro, mentre i terroristi subiscono perdite importanti nel Medio Oriente, stanno puntando sempre di più ad impiantarsi in Asia.

Un modo per combattere il problema, sempre secondo il ministro, sarebbe quello di migliorare la cooperazione tra i paesi dell’area. Un’iniziativa già portata avanti dalla Malesia, l’Indonesia e le Filippine, che hanno deciso di aumentare le pattuglie nel Mare di Sulu che lo Stato Islamico rivendica come facente parte del suo califfato del “sud-est asiatico”. Inoltre, ha citato come altri pericoli per l’area l’aumento delle “fake news”, del populismo e delle tensioni nella penisola coreana.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/rise-of-terrorism-one-of-the-key-challenges-in-asia-pacific-says-malaysian-defence

Filippine – Il generale della Battaglia di Marawi sollevato dall’incarico

Il brigadiere-generale Nixon Fortes a capo dell’offensiva contro i ribelli ISIS è stato sollevato dal suo incarico, ha dichiarato un portavoce dell’esercito. E’ stato sostituito dal suo vice, il colonnello Generoso Ponio, per ragioni che non riguardano lo scontro in corso da 11 giorni, ha insistito il portavoce. Una fonte anonima ha, però, detto che il brigadiere-generale è stato rimosso perché una piccola parte delle sue truppe erano impegnate in un’altra missione senza legami con la battaglia per Marawi.

Nuovi attacchi aerei e bombardamenti sono stati portati avanti negli ultimi giorni contro le posizioni nemiche. Sono stati bruciati degli edifici per cercare di mettere in fuga i ribelli e riprendere la città entro la data limite imposta dal segretario della difesa Lorenzana. Un portavoce ha però fatto sapere che ci vorrà probabilmente più del previsto. La situazione è complicata dai cecchini presenti nella città e dagli ostaggi usati come scudi umani. Inoltre un membro della Croce Rossa ha dichiarato che i corpi dei soldati e ribelli morti in decomposizione possono rivelarsi un’ulteriore problema. Nella città ci sono numerosi cani randagi, molti dei quali affamati, il che potrebbe trasformarsi in un’epidemia di rabbia.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/general-leading-philippine-battle-relieved-of-command

4 giugno, Cambogia – Sono iniziate le elezioni locali in Cambogia

I cambogiani hanno iniziato a votare per le elezioni locali definite come una prova per  il premier Hun Sen, un ex Khmer Rouge al potere da 40 anni, in vista delle elezioni generali del 2018. Il primo ministro ha minacciato la guerra civile, se non dovesse mantenere il potere. Inoltre i numerosi arresti e le campagne intimidatorie hanno suscitato molte accuse da parte dei gruppi di difesa per i diritti umani.

Durante la lunga leadership di Hun Sen il paese ha conosciuto una crescita economica impressionante e la vicinanza con Pechino ha permesso al paese di attrarre miliardi di dollari di investimenti. I critici del premier, però, criticano pesantemente la corruzione a tutti i livelli dello stato.

Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/06/cambodia-voting-begins-local-election-seen-test-strongman-hun-sen/#h63kt4pYWYc0WKcq.97

Filippine – Identificato l’assalitore del casinò a Manila

La polizia ha identificato l’assalitore del casinò, si tratta di Jessie Carlos, un ex impiegato del dipartimento delle finanze con problemi di ludopatia. In una conferenza stampa la polizia ha dichiarato di aver identificato l’uomo conosciuto dal locale per le sue giocate importanti e ad alto rischio. Avrebbe accumulato più di 80.000 dollari di debito per via della sua dipendenza al gioco d’azzardo. L’incidente ha causato la morte di almeno 38 persone e ne ha ferite altre 67.

La famiglia dell’assalitore conosceva bene il suo problema e aveva chiesto che fosse vietato d’ingresso in tutti i casinò del paese, senza successo. I familiari hanno però dichiarato che non erano a conoscenza delle sue intenzioni e che non sanno come si sia procurato il fucile di assalto. L’incidente era stato rivendicato dallo Stato Islamico qualche ora dopo l’accaduto, ma sia la polizia che il presidente Duterte hanno confermato che il gruppo terrorista non era coinvolto.

Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/06/resorts-world-manila-attacker-jessie-carlos-gambling-addict-ex-govt-employee/#KjUBsPv6Ak0xhs06.97

 

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