Rassegna settimanale 22-28 maggio: Sud Est Asiatico
22 maggio, Cambogia, Vietnam e Birmania – Le contese territoriali in Cambogia, Vietnam e Birmania
Gli abitanti di un villaggio della periferia di Hanoi hanno preso in ostaggio 38 ufficiali e poliziotti in segno di protesta contro quello che chiamano una confisca illegale del proprio terreno da parte di un’impresa di telecomunicazioni di proprietà dell’esercito.
Il braccio di ferro è stato seguito da tutta la nazione, e ha confermato la persistenza delle dispute territoriali nella regione dove lo sviluppo accelerato favorisce i grandi gruppi contro le comunità.
In paesi come la Cambogia, il Vietnam e la Birmania, con un sistema legale raramente efficiente e possedimenti terreni poco sicuri e difficili da ottenere, decine di migliaia di persone stanno per essere sfrattate dalle loro abitazioni e fattorie. Nella maggior parte dei casi con compensi irrisori e poche altre alternative per guadagnarsi da vivere.
Da quando si è insediato il nuovo governo birmano lo scorso anno è stato sommerso dalle denunce riguardanti gli sfratti di terreni coltivabili. In meno di cinque mesi, il parlamento ha ricevuto 2000 lamentele, che bisogna aggiungere ad altri 6000.
In maniera analoga, il 98 percento delle lamentele ricevute dal ministero dell’ecologia e delle risorse naturali vietnamita nel 2014 riguardavano terreni contesi.
In Vietnam, la maggior parte dei casi riguardano l’acquisto di terreni coltivabili e la loro conversione in proprietà commerciali.
I residenti sfrattati dichiarano che il compenso economico ricevuto è al di sotto del valore di mercato. Anche se alcuni cambiamenti legali introdotti nel 2013 hanno aumentato la trasparenza del processo di acquisto dei terreni, non è ancora chiaro quali siano le circostanze secondo le quali le terre possano essere espropriate per “interesse nazionale”.
Nella provincia del Bac Giang, a nord-est del Vietnam, i campi di riso della famiglia del signor Nguyen Van Thai stanno per essere acquisiti per far spazio ad una nuova strada e un complesso residenziale.
“Le persone non sono state informate sufficientemente” ha spiegato il trentanovenne. “Gli ufficiali avevano detto che ogni piano, notifica e piano di sostegno sarebbero stati mandati e analizzati dal comune, ma abbiamo visto solo due fogli appesi sulla nostra bacheca”
In Cambogia molti degli sfratti avvenuti nell’ultimo decennio sono dovuto a concessione territoriali ad investitori stranieri. Una moratoria su questo tipo di concessioni nel 2012 non ha impedito l’aumentare di questo fenomeno.
Secondo la International Federation of Human Rights, 60.000 persone sono state sfrattate tra il 2014 e il 2015. L’anno scorso, il ministro cambogiano della gestione del territorio ha istituito un gruppo di lavoro per aiutare nella risoluzione dei terreni contesi e sostiene che i casi siano passati 7000 a 800.
Le comunità più toccate della regione sono gli agricoltori che praticano la cultura itinerante, i terreni vengono periodicamente lasciati a maggese. Queste terre vengono regolarmente sequestrate per essere utilizzate da grandi compagnie, lasciando agli agricoltori terreni troppo piccoli per poter nutrire la propria famiglia. Nello stato birmano di Kayin, alla frontiera con la Tailandia, questo ha spinto gli agricoltori a spedire i propri figli in cerca di lavoro.
In Birmania, la maggior parte delle espropriazioni condotte negli ultimi due decenni sono state portate avanti da ufficiali militari mentre il paese era sotto la guida dell’esercito, spiega un attivista. Con l’arrivo di un governi di civili, che avevano promesso di risolvere la questione, non ci sono garanzie per i contadini obbligati a spostarsi.
Questo è dovuto al fatto che i posti chiave come la difesa e gli affari interni, rimangono nelle mani dell’esercito e che nelle altre agenzie, che si occupano della gestione del territorio, sono composte da numerosi militari.
“Gli stessi ufficiali responsabili dell’arbitraggio delle dispute territoriali sono anche responsabili per l’acquisizione dei stessi terreni. Anche le corti mancano di indipendenza e quindi non esiste giustizie in caso di violazione dei diritti umani” spiega Sean Bain, consulente legale per la Commissione Internazionale dei Giuristi (ICJ).
Nello stato di Rakhine, le preoccupazioni per l’acquisto illegale di terreni sono uno dei fattori che sta bloccando i piani per la “Kyaukphyu special economic zone” (SEZ), che potrebbe causare lo spostamento di 20.000 persone. Gli abitanti non credono che gli agricoltori saranno in grado ottenere lavori migliori alla SEZ anche per il fatto che la maggior parte dei pescatori hanno una educazione molto sommaria.
“Devono farci vedere un piano migliore per quanto riguardo l’impiego locale o sarà difficile per la gente del posto accettare il progetto” ha dichiarato Tun Kyi, un attivista del Kyaukphyu Rural Development Association.
Un rapporto dell’ICJ pubblicato nel mese di febbraio ha evidenziato che gli acquisti dei territori di Kyaukphyu sono illegittimi.
I funzionari del governo hanno fatto sapere che solo i residenti con tutti i documenti di proprietà dei terreni riceveranno un compenso. Molti residenti, però, non hanno potuto ricevere i documenti che attestano che le terre siano loro e rimarranno quindi senza terra e senza soldi.
Bain ha dichiarato che “la situazione in corso a Kyaukphyu riflette quello che sta succedendo in tutto il paese.
Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/land-disputes-cloud-fast-developing-region
23 maggio, Indonesia – La famiglia di Ahok rinuncia all’appello
La famiglia dell’ex governatore di Jakarta Basuki “Ahok” Tjahaja Purnama ritira l’appello contro la condanna per blasfemia. La famiglia ha dichiarato di aver le proprie ragioni per adottare questa decisione senza però precisare. Un avvocato che rappresenta Ahok ha commentato che questo ritiro non significa necessariamente la fine del processo visto che il ministero pubblico hanno presentato un appello secondo il quale i giudici non avrebbero preso abbastanza in considerazione le testimonianze della difesa.
L’ex governatore di Jakarta è stato condannato a due anni di prigione per aver insultato il corano in un video montato e pubblicato fuori contesto sui social media. Gli esperti dei diritti umani presso le Nazioni Unite hanno commentato la vicenda chiedendo allo stato indonesiano di abrogare la legge sulla blasfemia definendola una “illegittima restrizione della libertà di espressione”.
24 maggio, Filippine – Duterte impone la legge marziale a Mindanao
Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha dovuto interrompere la sua visita in Russia prima del previsto per gli ultimi avvenimenti nel suo paese e ha imposto la legge marziale sull’isola di Mindanao. Due poliziotti sono stati uccisi e ci sarebbero altri 12 feriti. I combattimenti sono scoppiati nella città di Marawi, una città di 200.000 abitanti a maggioranza musulmana, dove i membri del gruppo islamico Maute hanno preso il controllo di qualche edificio e dato fuoco ad altri.
I gruppi di Maute e Abu sayyaf hanno prestato lealtà al gruppo Stato Islamico e si sono rivelati problematici per l’esercito. Duterte intanto vuole schiacciare i gruppi estremisti per impedire che si diffondano le ideologie di questi gruppi islamisti. Il presidente filippino aveva più volte dichiarato che Mindanao, di dov’è originario, era a rischio “contaminazione” da parte di militanti in fuga dall’Iraq e dalla Siria.
Il segretario della difesa Delfin Lorenzana ha dichiarato che sarebbero stati dispiegati un migliaio di uomini e ha consigliato agli abitanti di rimanere nelle proprie case. Non è ancora chiaro come un raid in un appartamento, il cui obbiettivo era Isnilon Hapilon, leader di Abu Sayyaf, si sia trasformato in una guerra urbana in corso. Un ufficiale filippino ha però commentato la delicatezza della situazione “sono più o meno 100 uomini, divisi in gruppi in una decina di luoghi diversi”.
Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/05/philippines-duterte-declares-martial-law-mindanao-halts-russia-trip/#xZBAPhvURLoMQDl0.97
25 maggio, Filippine – Dispiegati gli elicotteri per riprendere il controllo di Marawi
Le truppe filippine hanno ricevuto il sostegno di due elicotteri equipaggiati di mitragliatrici pesanti per riprendere il controllo di Marawi. La città di Marawi è al centro di una battaglia tra un gruppo di militanti affiliati al gruppo Stato Islamico e l’esercito filippino. Centinaia di persone sono scappate mentre i ribelli hanno preso il controllo di una larga parte della città e bruciato altri edifici. Il presidente filippino ha imposto la legge marziale su tutta l’isola di Mindanao.
Sarebbero morte 21 persone in questi scontri armati. Un ufficiale filippino ha dichiarato che rimarrebbero “30 a 40 terroristi”, “i militari stanno conducendo precise e chirurgiche operazioni per farli uscire… la situazione è molto fluida e i movimenti dinamici è perché vogliamo tagliare loro la strada”. Inoltre i ribelli avrebbero sequestrato una dozzina di cristiani per tenerli come ostaggi e avrebbero liberato 107 prigionieri di una prigione locale.
Duterte ha minacciato misure molto dure per impedire agli estremisti di stabilirsi nei pressi di Mindanao e che la legge marziale sarebbe rimasta fino a quando lo avrebbe ritenuto necessario. Alcuni gruppi per la protezione per i diritti umani sono preoccupati che questa situazione porti a situazioni di abuso da parte della polizia. Il presidente filippino ha insistito che non permetterà che questo accada.
Fonte: Asian Correspondenthttps://asiancorrespondent.com/2017/05/philippines-helicopters-deployed-battle-retake-marawi-islamist-rebels/#Q2vCixWfV65TW9Ti.97
26 maggio, Indonesia – La polizia indonesiana arresta 3 persone legate all’attentato
Un’operazione da parte delle unità contro il terrorismo indonesiano ha portato all’arresto di tre persone legate all’attentato suicida avvenuto il giorno prima. Nella duplice esplosione sono morte 5 persone e altre 11 sono state ferite. I tre sospettati provengono da posti diversi della provincia della Giava occidentale. La polizia sta ancora tentando di identificare il secondo attentatore. L’attacco che mirava le forze dell’ordine è stato rivendicato dallo Stato Islamico.
Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesia-police-arrest-3-for-alleged-links-to-jakarta-suicide-bombings
27 maggio, Filippine – Duterte chiede ai ribelli un cessate il fuoco
Il presidente filippino ha lanciato un appello ai ribelli chiedendo di abbandonare le ostilità e iniziare un dialogo per mettere fine all’occupazione della città di Marawi, “Il mio messaggio ai terroristi è che si può ancora risolvere questo attraverso il dialogo. E se non riesco a convincervi di lasciare le armi così sia. Combatteremo.” La presenza di foreign fighters nelle strade filippine sono per il presidente la prova inequivocabile che lo Stato Islamico si è impiantato nel paese.
Dei commando delle forze speciali sono stati dispiegati per combattere gli ultimi ribelli, un gruppo composto da 20 o 30 individui, l’esercito ha dichiarato che sono stati uccisi 11 soldati e 31 islamisti.
Lo stato filippino convive da decenni con un gruppo separatista di minoranza musulmana, questa volta però l’accaduto viene interpretato in maniera diversa. “Quello che sta succedendo a Mindanao non è più una ribellione di cittadini filippini” ha commentato il vice procuratore generale Jose Calida, “si è trasformato in un invasione da parte di terroristi stranieri”.
Fonti: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/05/philippines-president-urges-linked-rebels-halt-siege-start-talks/#LUR5JKk2gPkCEWz2.97
28 maggio – Malesia, La Malesia decide di rafforzare i controlli frontalieri
Dopo la serie di attacchi che hanno colpito le Filippine, l’Indonesia e la Thailandia, il ministro della difesa malesiano, Hishmmuddin Hussein, ha ordinato di rafforzare i controlli e le pattuglie sulle frontiere. “Questo è per via degli incidenti avvenuti nei nostri tre paesi vicini – l’esplosione in un ospedale di Bangkok, l’esplosione a Jakarta e il peggioramento del conflitto tra l’esercito filippino e dei ribelli nella città di Mindanao”. Inoltre navi costiere da combattimento saranno appostate nei punti strategici e addizionali compagnie di fanteria verranno dispiegate.
Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/05/malaysia-tighten-border-security-regional-attacks-minister/#6wkMzEwQmzF2PMwp.97
Featured Image Source: Asian Correspondent