Rassegna settimanale 15-21 maggio: Giappone e Corea del Sud
15 maggio, Giappone – Opposizione preoccupata: Abe si rifiuta di chiarire la sua proposta sull’Art. 9
La recente proposta del Primo Ministro Shinzo Abe di rivedere l’Art. 9 della Costituzione pacifista ha dato vita a un dibattito, ansia e molte speculazioni soprattutto nel giro della politica anche per via del suo ostinato rifiuto a chiarire i suoi stessi pensieri a riguardo.
Parlamentari anziani del Partito Liberal Democratico di Abe insistono nel dire che la revisione di Abe non comporterebbe dei cambiamenti sostanziali alle politiche di sicurezza del Giappone, incluso l’atteggiamento di sola difesa.
I parlamentari del PLD hanno dichiarato che finora Abe ha solamente chiesto di aggiungere un paragrafo all’Art.9 che legittimerebbe l’esistenza delle Forze di Auto Difesa e manterrebbe inalterata la parte sulla rinuncia alla guerra.
Tuttavia, i parlamentari dell’opposizione hanno ribattuto che, a seconda di che parole vengono scelte, la revisione potrebbe espandere drasticamente lo scopo legittimo delle operazioni delle FAD, incluse quelle condotte oltre mare.
Durante le sessioni della Dieta, Abe ha continuamente rifiutato di discutere qualsiasi dettaglio della sua proposta, comprese le precise parole che dovrebbero essere aggiunte all’Art. 9.
Abe ha insistito che è obbligato a rispettare la Costituzione, e che la sua recente proposta è stato un messaggio volto principalmente a promuovere le discussioni all’interno del partito.
“Il Primo Ministro non ha minimamente spiegato cosa ne farebbe della promessa (costituzionale) di rinunciare alla guerra e di non possedere alcun potenziale bellico. Eppure, vuole un paragrafo in cui vengono chiaramente menzionate le FAD,” ha dichiarato Tetsuro Fukuyama, vice segretario generale del Partito Democratico, il maggior partito d’opposizione, durante un dibattito sul programma NHK questa domenica.
“I membri del PLD hanno le loro diverse opinioni, e così anche i membri del Governo…è molto difficile comprendere la situazione”, ha detto Fukuyama.
In un’intervista del 3 maggio al quotidiano Yomiuri Shimbun, Abe ha dichiarato che vorrebbe aggiungere un paragrafo all’Art. 9 che legittimi le FAD ma che lascerebbe invariati il primo e il secondo paragrafo.
Il primo paragrafo afferma che “il popolo giapponese rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e alla minaccia o all’utilizzo della forza come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.”
Il secondo paragrafo afferma: “Per poter raggiungere l’obiettivo del precedente paragrafo, non saranno mai più mantenute forze di terra, mare o aeree. Non sarà riconosciuto il diritto belligeranza dello Stato.”
Al termine degli anni ’40 e all’inizio degli anni ’50, il governo ha interpretato l’Articolo 9 alla lettera e ha fatto sì che il Giappone non avesse alcuna forza militare, nemmeno per auto difesa.
All’epoca, c’era ancora l’Occupazione americana e molti giapponesi, ricordando l’enorme danno subito dal Giappone durante la Seconda guerra mondiale, erano contenti di seguire l’ideale pacifista.
Da allora, il governo ha cambiato la sua interpretazione e ora afferma che la Costituzione non vieta al Giappone di esercitare il diritto di difendersi attraverso l’utilizzo “minimo necessario” della forza, in caso le alternative, come la diplomazia, non funzionino.
Secondo il governo, l’auto difesa è un diritto intrinseco di qualsiasi nazione indipendente e l’esistenza delle FAD è quindi costituzionale nonostante l’Articolo 9.
La definizione del governo di diritto all’auto difesa è molto più limitata rispetto a quella generalmente accettata dal diritto internazionale.
Per esempio, la Costituzione viene interpretata in modo che sia severamente proibito alle FAD di utilizzare qualsiasi arma a meno che un nemico non attacchi per primo il paese; è una politica conosciuta come senshuboei, o atteggiamento esclusivamente difensivo.
Intanto, l’Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite prevede che uno stato membro possa partecipare all’auto difesa collettiva – il diritto di utilizzare la forza per difendere un alleato anche quando lo stato stesso non è in pericolo.
Per decenni, il governo ha interpretato l’Articolo 9 in maniera tale che vietava al Giappone di prendere parte all’auto difesa collettiva, affermando che andava oltre il limite dell’utilizzo “minimo necessario” della forza per difendere il Giappone.
In una mossa molto controversa del 2014, l’amministrazione Abe ha messo in atto un cambiamento a riguardo. Tuttavia, anche secondo l’interpretazione di Abe, il Giappone è legittimato ad esercitare il diritto all’auto difesa collettiva solo se la “sopravvivenza” della nazione è a rischio.
Durante il programma NHK di domenica, Hakubun Shimomura, vice segretario generale del PLD e importante alleato del primo ministro, ha dichiarato che la proposta di Abe legittimerebbe soltanto la posizione delle FAD nella Costituzione e “non amplierebbe l’interpretazione” dell’Articolo 9.
Tuttavia, Fukuyama ha fatto notare che la bozza di riforma costituzionale presentata dal PLD nel 2012 prevedeva l’eliminazione del secondo paragrafo dell’Articolo 9. Se ciò accadesse, Fukuyama ha sostenuto che l’uso totale dell’auto difesa collettiva sarebbe accettabile.
Akira Koike, capo della segreteria del Partito Comunista giapponese, ha anche fatto notare che legittimare le FAD come vorrebbe Abe finirebbe per essere la stessa cosa.
“Se l’esistenza delle FAD fosse inclusa nell’Articolo 9, renderebbe inefficace il secondo paragrafo,” ha dichiarato Koike.
Ha aggiunto che, se le missioni delle FAD fossero definite dall’Articolo 9, la sua interpretazione sarebbe eventualmente ampliata per permettere al Giappone di utilizzare la forza oltre mare senza alcun limite.
Shimomura ha minimizzato le preoccupazioni di Koike definendole speculazioni, dicendo che i parlamentari dell’opposizione stavano avendo una “reazione esagerata” alla proposta di Abe e affermando che “l’attuale posizione legale delle FAD” si manterrebbe anche se la proposta avesse successo.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/05/15/national/politics-diplomacy/abes-refusal-clarify-article-9-proposal-worries-opposition/#.WSAF1miLTIU
16 maggio, Corea del Sud – Moon e Trump si incontreranno a Washington a fine giugno
Secondo quanto dichiarato dai media e dell’ufficio della presidenza martedì, il Presidente sud coreano Moon Jae-in si recherà a Washington a fine giugno per un incontro con il Presidente americano Donald Trump.
L’annuncio è stato fatto dopo che martedì il consigliere per la politica estera di Moon ha incontrato i consulenti per la sicurezza nazionale di Trump a Seoul. Durante l’incontro, hanno deciso di lavorare insieme per la “completa” denuclearizzazione della Corea del Nord.
[…]
“Gli Stati Uniti riaffermano il loro impegno verso la sicurezza e la difesa della Corea del Sud,” ha dichiarato Yoon Young-chan, segretario stampa del Presidente sud coreano Moon Jae-in, ai giornalisti. Le due parti hanno anche concordato di aumentare gli sforzi congiunti per lo smaltimento “completo” delle armi nucleari della Corea del Nord.
“Prima hanno concordato che l’obiettivo principale è quello di eliminare del tutto le armi nucleari in Corea del Nord. Poi, hanno concordato di utilizzare tutti i mezzi necessari, comprese sanzioni e dialogo.”
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/356_229432.html
17 maggio, Corea del Sud – Inviati speciali di Moon lavorano su degli incontri con USA, Cina, Giappone e Russia
Alcuni delegati speciali del Presidente Moon Jae-in mercoledì sono partiti per discutere la possibilità di organizzare degli incontri tra il nuovo leader sud coreano e le sue controparti negli Stati Uniti, Giappone, Cina e Russia.
L’On. Moon Hee-sang del Partito Democratico è andato a Tokyo dove si pensa incontrerà alcuni dei maggiori esponenti giapponesi, possibilmente anche il Primo Ministro Shinzo Abe.
Il delegato speciale negli Stati Uniti è partito mercoledì sera mentre l’inviato speciale per la Cina volerà a Beijing giovedì, secondo quanto rivelato dai funzionari dell’ufficio di presidenza alla Casa Blu.
Hanno aggiunto che le partenze dei delegati per la Russia e l’Unione Europea sono organizzati per la settimana prossima o quella successiva.
La maggior parte dei delegati speciali è stata scelta poco dopo che Moon ha parlato al telefono con i leader delle loro nazioni ospiti, durante le quali ha promesso ulteriori discussioni sui colloqui di vertice e altre questioni urgenti, come le provocazioni nord coreane.
Il delegato speciale in Giappone si pensa che si concentrerà maggiormente sulle relazioni bilaterali, più che su un summit.
Le relazioni tra la Corea del Sud e il Giappone sono peggiorate dopo che Tokyo ha richiamato il capo della sue delegazione diplomatica e console generale in segno di protesta contro l’installazione di una statua che simboleggia le vittime coreane dello schiavismo sessuale da parte dei giapponesi durante la Seconda guerra mondiale.
Il Giappone ritiene che la statua violi l’accordo tra le nazioni del 2015, che dovrebbe aver perdonato tutte le sue atrocità di guerra in cambio di 1 miliardo di yen (8.8 milioni di dollari) a supporto delle vittime della schiavitù sessuale.
L’ambasciato e console generale giapponese è tornato in Corea il mese scorso dopo circa tre mesi.
Tuttavia, durante la campagna elettorale Moon ha sottolineato la necessità di revisionare, per lo meno, l’accordo del 2015 con Tokyo.
Durante la chiamata con il Primo ministro giapponese in seguito alla sua elezione e insediamento di settimana scorsa, il nuovo presidente sud coreano ha chiaramente detto che la maggior parte dei sud coreani non accetta o non concorda con l’accordo firmato dalla precedente amministrazione conservatrice di Park Geun-hye.
Secondo il capo stampa di Moon, Yoon Young-chan, il Presidente, invece, ha fatto pressione affinché Abe onori le precedenti dichiarazioni da parte di ex leader giapponesi, come Yohei Kono, che hanno riconosciuto e si sono scusati per la schiavitù sessuale perpetrata dai giapponesi durante la guerra nei confronti delle donne asiatiche.
Il Presidente Moon “mi ha chiesto di consegnare il suo messaggio senza fallire nell’esporre che la direzione della sua diplomazia sarà fatta su misura degli interessi nazionali,” ha dichiarato il delegato per il Giappone poco dopo la sua partenza.
“Mi ha anche chiesto di riferire che d’ora in poi, la diplomazia nazionale si focalizzerà su procedure legittime e democratiche,” che assicurino il consenso dell’opinione pubblica.
Nonostante il riferimento alla revisione dell’accordo, il presidente sud coreano ha anche sottolineato la necessità di aumentare la cooperazione tra Seoul e Tokyo per affrontare il nord comunista.
“(Il Presidente Moon) ha detto che riconosce la necessita per le due nazioni di lavorare insieme e di superare saggiamente le dispute storiche, inclusa la questione delle comfort women, mentre a lato si continuano gli sforzi comuni per affrontare la questione nucleare nord coreana,” ha dichiarato Yoon.
“E’ mia opinione personale e linea politica del governo che i due dovrebbero incontrarsi al più presto e frequentemente,” ha detto Moon, l’inviato speciale. “Visto che è anche il desiderio del Presidente, riferirò sicuramente il messaggio.”
Hong Seok-hyun, inviato negli Stati Uniti, è partito per Washington mercoledì sera.
Il precedente ambasciatore negli Stati Uniti dovrebbe aver messo a punto l’agenda e il programma per un incontro tra Moon e la sua controparte americana Donald Trump che è già stato fissato per il prossimo mese a Washington.
Il presidente sud coreano sta inviando delegati anche in Cina e in Russia.
Un inviato speciale nell’Unione Europea sarà anche inviato in Germania. Il presidente ha anche nominato l’arcivescovo Kim Hee-jong suo delegato speciale in Vaticano.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/120_229494.html
18 maggio, Giappone – Isole Senkaku: un drone raggiunge le quattro navi cinesi
Giovedì mattina, quattro navi della Guardia Costiera cinese sono entrati nelle acque territoriali giapponesi intorno alle Isole Senkaku nel Mar Cinese Orientale. La Guardia Costiera giapponese ha anche aggiunto che sopra di loro volava quello che sembrava essere un drone.
Un alto funzionario del Ministero degli Esteri ha protestato al telefono con un diplomatico anziano dell’Ambasciata cinese a Tokyo, affermando che il volo di un oggetto simile a un drone nel territorio giapponese vicino le Senkaku potrebbe far unilateralmente inasprire la situazione nella zona.
Le Isole Senkaku sono reclamate dalla Cina e da Taiwan, che le chiamano, rispettivamente, Diaoyu e Tiaoyutai.
Secondo quanto riferito dalla Guardia Costiera giapponese, le navi cinesi sono entrate nelle acque territoriali giapponesi poco dopo le dieci del mattino e una di loro sembrava essere armata.
La Guardia Costiera giapponese ha ordinato alle navi cinesi di abbandonare le acque, e loro hanno obbedito dopo aver perso tempo per due ore. Il possibile drone è stato avvistato intorno alle 10:50, e secondo la Guardia Costiera giapponese è la prima volta che un oggetto simile viene avvistato nella zona.
Le Isole Senkaku sono un gruppo di isole amministrate dal Giappone e inabitate che si trovano tra Okinawa e Taiwan. Amministrativamente fanno parte della città di Ishigaki, Okinawa.
L’ultima volta che le navi cinesi sono entrate nelle acque della zona è stato l’8 maggio.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/05/18/national/drone-joins-four-chinese-ships-latest-senkaku-intrusion/#.WSGoQWiLTIU
19 maggio, Corea del Sud – Martedì inizierà il processo di Park Geun-hye
Venerdì centinaia di sud coreani si sono recati a un tribunale di Seoul per poter essere sorteggiati ed avere così la possibilità di presenziare alla prima udienza dell’ex Presidente Park Geun-hye.
In anticipazione dell’udienza di martedì, la Corte del Distretto Centrale di Seul ha effettuato dei sorteggi per scegliere degli spettatori a caso per i posti disponibili in aula in modo da evitare che le persone si mettessero in coda per ore secondo l’attuale regola del “chi prima arriva meglio alloggia”.
In tutto, 521 persone, dagli studenti universitari agli entusiasti sostenitori della Park, hanno fatto domanda per i 68 posti disponibili registrato un tasso di competizione di 7.6 persone per posto.
Questa sarà la prima apparizione pubblica della Park dopo il suo arresto a marzo con diverse accuse, tra cui corruzione e abuso di potere. È stata rimossa dall’incarico il 10 marzo.
“In termini politici, la Park è stata rimossa e un nuovo presidente si è insediato. Vorrei vedere come questo caso verrà affrontato giudiziariamente,” ha dichiarato Lee Tae-gyeong, una matricola dell’università che è venuto ai sorteggi con due amici.
Una sostenitrice della Park di 69 anni ha dichiarato di essere arrivata da Incheon, a ovest di Seul, per avere l’occasione di vedere l’ex leader.
“La decisione della Corte Costituzionale di rimuovere la Park è stata del tutto ridicola,” ha detto, chiedendo di essere identificata solo con il suo cognome Yoo. “Questa volta guarderò i giudici negli occhi per vedere se non sono di parte.”
La corte ha organizzato due sessioni preparatorie per il processo della Park, ma lei non si è presentata anche perché non era obbligatorio.
Park è la terza ex presidente del Paese a dover affrontare un processo per corruzione, dopo Chun Doo-hwan e Roh Tae-woo, che sono stati incriminati all’inizio degli anni ’90.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/251_229661.html
20 maggio, Giappone – L’indagine interna del ministero dell’istruzione non presenta alcun documento per lo scandalo di Keke
Il Ministro dell’istruzione Hirokazu Matsuno ha dichiarato che l’indagine ministeriale per verificare le accuse di collusione contro il Primo Ministro Shinzo Abe non ha presentato alcuno dei documenti citati da un parlamentare dell’opposizione come prova.
Tuttavia, il Partito Democratico e il Partito Comunista hanno chiesto che venga iniziata una nuova indagine.
Venerdì Matsuno ha dichiarato che il suo ministero non può confermare l’esistenza dei documenti su un progetto per costruire un dipartimento universitario di medicina veterinaria guidato dall’Istituto di Educazione Keke.
L’Università di Scienze Okayama dell’Istituto di Educazione Keke ha fatto richiesta per aprire il nuovo dipartimento ad aprile 2018 in una zona special di Imabari, nella Prefettura di Ehime.
Uno dei documenti apparentemente mostra che l’Ufficio del Gabinetto ha riferito al ministero che il progetto era l’opzione più veloce e che rifletteva le volontà di Abe.
L’Istituto è guidato da un amico di Abe. L’indagine ministeriale ha preso in considerazione anche altri documenti collegati e riportati da diverse fonti di informazione.
Il governo centrale ha iniziato a cercare qualcuno da mettere alla guida del dipartimento a gennaio, selezionando l’Istituto di Educazione Keke solo otto giorni dopo.
L’assemblea di Imabari a marzo ha approvato un progetto per rendere il terreno disponibile gratis per l’istituto e ha offerto una sovvenzione di 9.6 miliardi di yen per coprire i costi di costruzione. La città aveva comprato il terreno per 3.68 miliardi di yen.
Le accuse di collusione si focalizzano sull’amicizia decennale di Abe con Kotaro Kake, il direttore dell’istituto. Abe ha descritto Kake come il suo “confidente” durante un evento del 2014 e giocano a golf e cenano insieme diverse volte all’anno.
Venerdì, Hiroshi Yoshimoto, direttore generale per il coordinamento delle politiche, ha interrogato sette funzionari coinvolti nelle negoziazioni con l’Ufficio del Gabinetto, che ha il compito di designare le zone strategiche speciali.
Tra i sette ci sono i capi dell’Ufficio di Istruzione Superiore e la Divisione per l’Istruzione Tecnica dell’Ufficio, così come il vice direttore generale responsabile dell’Ufficio.
Secondo Matsuno, l’indagine ha rivelato che nessuno degli interrogati ha mai prodotto documenti del genere o li ha condivisi con funzionari ministeriali.
L’indagine ha anche analizzato i file condivisi in una cartella utilizzata da funzionari coinvolti. Tuttavia non è stata portata avanti alcuna indagine sui file gestiti dai singoli individui.
“Con la conclusione dell’indagine richiesta, ritengo che sia stata raggiunta una conclusione,” ha dichiarato Matsuno.
Il parlamentare PD, Yuichiro Tamaki, ha menzionato i documenti mercoledì durante un incontro della Commissione sull’istruzione della Camera dei Rappresentati.
In uno dei documenti, l’Ufficio del Gabinetto ha sollecitato il ministero ad accelerare l’approvazione del programma in linea con i desideri del funzionario di più alto livello dell’Ufficio del Primo Ministro.
Una fonte dell’Ufficio del Primo Ministro ha detto che Abe ha respinto le accuse come “insensate”.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/05/20/national/politics-diplomacy/education-ministry-internal-probe-turns-no-documents-kake-scandal/#.WSGrHmiLTIU
21 maggio, Corea del Sud – La Corea del Nord lancia un altro missile balistico nonostante la minaccia di sanzioni
Domenica, secondo i Capi di Stato Maggiore (CSM), la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico che ha volato per circa 500 km.
Questa è la seconda provocazione missilistica da quando il Presidente Moon-Jae in si è insediato il 10 maggio. Il primo lancio è stato fatto il 14 maggio.
Il Presidente Moon ha subito ordinato al nuovo capo dell’Ufficio per la Sicurezza Nazionale, Chung Eui-yong, di presenziare a un incontro della Comitato Permanente del Consiglio di Sicurezza Nazionale (CSN) alla Casa Blu. Chung è stato nominato per la carica il giorno prima.
“La Corea del Nord ha lanciato un missile balistico non identificato verso oriente intorno alle 16:59 dalle parti di Pukchang nella Provincia di Pyongan Sud,” ha dichiarato il CSM in un comunicato. “La distanza di volo è di circa 500 km.”
Il CSM ha notato che le caratteristiche del missile sono simili a quelle del missile balistico a raggio intermedio (IRBM) “Pukguksong-2” lanciato a febbraio. All’epoca, i media statali del Nord dichiararono che l’IRBM utilizzava un motore ad alta potenza a carburante solido, segnando il primo lancio di un missile superficie-superficie a più di medio raggio con combustibile solido.
“La Corea del Sud e gli Stati Uniti stanno analizzando le caratteristiche del missile,” ha riportato il CSM.
Il portavoce presidenziale Park Soo-hyun ha detto che Moon ha ricevuto un resoconto sulla questione dal sui consiglieri della sicurezza cinque volte, inclusi i risultati dell’incontro del CSN.
“Il Presidente Moon ha ordinato al CSM di monitorare le solite attività del Nord,” ha dichiarato Park.
Il 14 maggio, il regime di Kim Jong-un ha lanciato quello che ha dichiarato essere un “nuovo missile balistico terra-terra a medio-lungo raggio, capace di trasportare una testata nucleare di grandi dimensioni” e che può raggiungere gli Stati Uniti.
I media del nord hanno chiamato il nuovo missile “Hwasong-12” e hanno dichiarato che ha colpito un bersaglio preciso a 787 km di distanza nel mare, dopo aver raggiunto un’altitudine massima di 2,111 km. All’epoca, il missile fu lanciato da vicino Kusong, nella Provincia di Pyongan Nord.
Da vicino Pukchang, il 29 aprile il Nord ha lanciato quello che sembrò essere un nuovo tipo di missile ma esplose nell’aria poco dopo il decollo.
Gli esperti ritengono che le recenti provocazioni del nord sono un rifiuto della recente proposta americana per cui Pyongyang si dovrebbe fidare della promessa di Washington di non ostilità e non dovrebbe condurre test missilistici o nucleari prima che gli Stati Uniti considerino di riaprire il dialogo con il regime di Kim.
Il Segretario di Stato Rex Tillerson ha fatto queste osservazioni giovedì durante un incontro con il delegato speciale di Moon, Hong Seok-hyun, secondo Hong.
La provocazione è anche stata interpretata come la protesta dello stato repressivo alle continue discussioni in sede del Consiglio di Sicurezza ONU per imporre sanzioni più pesanti al regime di Pyongyang.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/103_229752.html
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