Rassegna settimanale 8-14 maggio: Giappone e Corea del Sud
8 maggio, Giappone – Il Giappone giura di aiutare lo sviluppo energetico e urbanistico in Vietnam
Il Ministro degli Esteri Fumio Kishida e il Vice Primo Ministro vietnamita Pham Binh Minh hanno ribadito che i due paesi collaboreranno ulteriormente su progetti in aeree come lo sviluppo urbanistico e l’energia.
Kishida ha aggiunto che lui e Minh hanno concordato, quando si sono incontrati lunedì a Tokyo, di promuovere il libero scambio, anche secondo il Partenariato Trans – Pacifico, di cui sia il Giappone sia il Vietnam sono firmatari.
Le prospettive future sull’accordo sugli scambi dei Paesi del Pacifico saranno discussi durante il summit del Forum sulla Cooperazione Economica nell’Asia-Pacifico che verrà ospitato dal Vietnam a novembre. L’entrata in vigore del patto è stata messa in pericolo dal ritiro degli Stati Uniti voluto dal Presidente Donald Trump subito dopo il suo insediamento.
“Abbiamo concordato di migliorare l’ambiente di investimento (in Vietnam)…per aumentare gli investimenti delle compagnie giapponesi e sviluppare l’industria del Vietnam”, ha dichiarato Kishida durante una conferenza stampa dopo aver guidato la Commissione per la Cooperazione tra il Giappone e il Vietnam, la nona di questo tipo, insieme a Minho.
Minh, che è anche Ministro degli Esteri, ha dichiarato che il Giappone e il Vietnam “rafforzeranno la cooperazione politica attraversi frequenti incontri tra i leader e avranno anche come obiettivo la cooperazione negli scambi, negli investimenti e nell’economia.”
Secondo Minh, “l’ampia e strategica partnership bilaterale si rafforzerà” attraverso un accordo e la promozione degli scambi di risorse umane.
Durante un incontro con il Primo Ministro Shinzo Abe, Minh ha offerto al premier l’invito a partecipare al summit APEC. Durante la parte dell’incontro a cui hanno potuto partecipare anche i giornalisti, Abe ha dichiarato che parteciperà all’incontro e ha promesso “pieno” supporto da parte del Giappone al Vietnam.
Tokyo continuerà a sostenere il TPP nonostante l’assenza degli Stati Uniti, tuttavia alcuni paesi, come il Vietnam e la Malesia che sperano di aumentare le esportazioni verso gli USA, sembrano riluttanti a far entrare in vigore il trattato tra i rimanenti 11 membri.
Minh è rimasto in Giappone per 3 giorni in modo da preparare l’arrivo del Primo Ministro vietnamita Nguyen Xuan Phuc il mese prossimo.
Kishida ha dichiarato che la rinnovata promessa di supportare lo sviluppo economico del Vietnam è in linea con l’offerta di prestito del Giappone di 117 yen che Abe ha annunciato durante la sua visita ad Hanoi di gennaio.
Il prestito include anche l’offerta giapponese di inviare sei navi da pattuglia per aiutare a rafforzare la sicurezza marittima del Vietnam e di aiutare a rafforzare il sistema di controllo delle acque del paese e di aiutare negli sforzi contro i cambiamenti climatici.
Il Vietnam è uno degli Stati al centro di una disputa territoriale con la Cina nel Mar meridionale cinese. Nelle acque contestate la tensione è alta per via dell’aumento della presenza militare cinese.
Durante l’incontro di lunedì, Abe e Minh hanno discusso della questione del Mar Meridionale cinese e di come affrontare la minaccia posta dai test nucleari nord coreani e dai ripetuti lanci missilistici.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/05/08/national/politics-diplomacy/japan-vows-help-energy-urban-development-vietnam/#.WRhcy2iLTIU
9 maggio, Corea del Sud – Moon Jae-in vince le presidenziali coreane
Moon Jae-in del Partito Democratico è stato eletto presidente della Corea del Sud.
Inizierà il suo mandato di cinque anni dopo la conferma della sua elezione da parte della Commissione Nazionale per le Elezioni (NEC). L’ex avvocato per i diritti umani ha totalizzato circa 11.4 milioni, o il 40.2 percento, di tutti i voti contati alle 2:37 del mattino, secondo la commissione.
Aveva circa 4.3 milioni di voti in più rispetto a Hong Joon-pyo del partito conservatore Liberty Korea, quando mancavano ancora da contare meno di 4.2 milioni voti.
Gli ultimi dati sull’affluenza mostrano un 77.2%, leggermente superiore al 75.8% delle elezioni precedenti; tuttavia non ha raggiunto l’80% previsto.
Il NEC ricontrollerà il risultato finale tra le 8 e le 10 del mattino di mercoledì. Se non troverà difetti nel conteggio, Moon verrà dichiarato vincitore ufficiale. Con la dichiarazione, Moon verrà immediatamente considerato Presidente, senza il periodo di transizione.
Moon ha raccolto molto supporto grazie alla promessa di dare un taglio alla corruzione dilagante e all’ingiustizia.
Le promesse della sua campagna elettorale hanno avuto più effetto sull’elettorato di quelle dei suoi rivali perché i votanti erano ancora influenzati dallo scandalo che aveva vista coinvolta l’ex Presidente Park Geun-hye e la sua amica Choi Soon-sil, che ha portato alla storica rimozione della Park da parte della Corte Costituzionale il 10 marzo.
Moon si è presentato sorridente davanti l’Assemblea Nazionale poco dopo gli exit poll delle otto del mattino.
Apparentemente commosso dall’incredibile sostegno, ha alzato le braccia al cielo e fatto il suo identificativo gesto dei pollici in su, scatenando un applauso fragoroso da parte dei membri del suo partito e dagli altri sostenitori.
“Questa vittoria schiacciante era attesa e desiderata,” ha dichiarato Moon ai membri del partito. “Raggiungerò le riforme e l’unità nazionale, le due missioni che più stanno a cuore al nostro popolo.”
Ha continuato: “I risultati finali arriveranno tra qualche ora, ma credo davvero che oggi sia il giorno che apre le porte a una nuova Corea. Farò mia la passione del popolo. Non dimenticherò mai il vostro sudore e le vostre lacrime.”
Ha chiesto: “Rimanete con noi per il successo di questo terzo governo democratico, il governo del Partito Democratico di Corea, e per il desiderio del popolo di avere delle riforme e l’unità per finire quello che abbiamo iniziato.”
Secondo gli exit poll di giovedì sera (alle 20), Moon sembrava dover vincere in modo schiacciante.
In un sondaggio condotto dalle tre maggiori compagnie televisive del Paese – KBS, MBC e SBS – Moon ha guadagnato il 41.4 percento su 89.000 votanti in 330 seggi.
Hong Jong-pyo del partito conservatore Liberty Korea segue con il 23.3% mentre Ahn Cheol-soo della minoranza dell’opposizione, il Partito del Popolo, ha raggiunto il 21.8.
Yoo Seong-min del Bareun e Sim Sang-jung del Partito della Giustizia hanno ottenuto, rispettivamente, il 7.1% e il 5.9%.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/356_229018.html
10 maggio, Giappone – Abe spera di lavorare con Moon e di contrastare insieme la minaccia della Corea del Nord
Martedì il Primo Ministro Shinzo Abe ha dichiarato che spera di collaborare con Moon Jae-in, che ha vinto le elezioni presidenziali in Corea del Sud, per affrontare le sfide comuni alle due nazioni come la minaccia posta dalla Corea del Nord.
“Il Giappone e la Corea del Sud affrontano sfide comuni come la questione della Corea del Nord. Se cooperiamo, possiamo contribuire ulteriormente alla pace e alla stabilità della regione,” ha dichiarato Abe in un comunicato.
“La Corea del Sud è il vicino più importante con cui il Giappone condivide interessi strategici. D’ora in poi non vedo l’ora di lavorare con il Presidente Moon Jae-In,” ha detto.
Nell’offrire le sue congratulazioni sulla vittoria alle elezioni, Abe ha dichiarato che spera di incontrare Moon al più presto per scambiarsi opinioni franche sugli interessi comuni.
I due leader potrebbero incontrarsi per la prima volta a lato del G20 che si terrà in Germania.
All’inizio della giornata, Abe aveva dichiarato di sperare di lavorare con il prossimo presidente sudcoreano e di coinvolgere contemporaneamente anche gli Stati Uniti nella discussione sulla Corea del Nord.
“Spero di concordare con il nuovo presidente un piano per promuovere la cooperazione per la sicurezza tra il Giappone e la Corea del Sud, così come tra il Giappone, gli Stati Uniti e la Corea del Sud per affrontare la minaccia nordcoreana,” ha dichiarato davanti la commissione della Camera dei Consiglieri.
Le elezioni presidenziali sudcoreane sono avvenute nel bel mezzo delle tensioni crescenti nella Penisola coreana e durante le continue discussioni diplomatiche tra il Giappone e la Corea del Sud sulle statue erette in Corea del Sud per commemorare le donne coreane obbligate a lavorare nei bordelli militari giapponesi durante la guerra.
La decisione dello scorso dicembre di un gruppo civico sud coreano di erigere una statua rappresentante le “comfort women” fuori dal Consolato Generale del Giappone nella città portuale di Busan ha portato il Giappone a richiamare in patria per tre mesi l’ambasciatore giapponese in Corea del Sud.
Il Giappone ritiene che la statua, la seconda ad essere stata installata dopo quella di fronte all’Ambasciata giapponese a Seul, viola l’accordo del 2015.
In linea con i termini dell’accordo, il governo giapponese l’anno scorso ha finanziato con 1 miliardo di yen (8.9 milioni di dollari) un fondo sud coreano per aiutare le comfort women sopravvissute e le loro famiglie.
Nell’accordo, la Corea del Sud “riconosce” le preoccupazioni giapponesi sulla statua di Seoul e “si impegnerà risolvere la questione nella maniera più appropriata.”
Tutti i principali candidati alle elezioni presidenziali sud coreani, compreso Moon Jae-in, chiedono che venga rivisto o riscritto l’accordo del 2015.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/05/10/national/politics-diplomacy/abe-looks-forward-working-moon-hopes-jointly-tackle-north-korea-threat/
11 maggio, Corea del Sud – La Corea del Nord incoraggia la Corea del Sud a rinunciare alle politiche “provocatorie” con la nuova presidenza di Moon.
Giovedì la Corea del Nord ha incoraggiato il nuovo governo della Corea del Sud a terminare quelle che definisce politiche provocatorie, e che includono anche le esercitazioni militari con gli Stati Uniti.
Il Rodong SImmun, quotidiano princiaple del Partito dei Lavoratori di Corea, ha pubblicato la richiesta dopo che mercoledì il politico liberale Moon Jae-in ha giurato come nuovo presidente della Corea del Sud.
“Le due Coree dovrebbero rispettarsi a vicenda e iniziare un nuovo capitolo per raggiungere un miglioramento dei loro rapporti e l’unificazione intra-coreana,” scrive il quotidiano.
Continua dicendo che la Corea del Sud dovrebbe smettere di tenere le esercitazioni annuali con gli Stati Uniti e dovrebbe proibire agli attivisti di Seoul di inviare volantini anti – Pyongyang oltre il confine.
Molti si aspettano che Moon cercherà di intraprendere un dialogo con il Nord per migliorare i legami da tempo tesi anche se i programmi nucleari e missilistici di Pyongyang limitano il margine di libertà delle sue politiche riconciliatorie.
Durante la sua campagna elettorale, Moon ha dichiarato che adotterà un approccio dualistico per spingere verso la denuclearizzazione e il dialogo con Pyongyang.
Il Presidente mercoledì ha dichiarato che sarebbe disposto a visitare la Corea del Nord se venissero adottate le giuste condizioni per dei negoziati sui programmi nucleari e missilistici del nord.
Il giornale nord coreano ha condannato le esercitazioni militari degli ultimi due mesi, ribadendo la posizione secondo cui la mossa è stata un’esercitazione di guerra per l’invasione del nord. Le esercitazioni che hanno mobilitato le risorse strategiche americane sono terminate ad aprile.
Il giornale ha anche preteso che la Corea del Sud fermi le campagne di volantinaggio degli attivisti anti – nord.
La Corea del Nord è molto sensibile alle attività di propaganda che puntano ad aiutare i coreani del nord a riconoscere la realtà del regime repressivo.
Il Nord ha anche sollevato la necessità di alleviare la tensione militare che c’è nella Penisola, chiedendo che vengano prese misure per ridurre il rischio di un conflitto lungo il confine e nelle acque contestate del Mar Giallo.
“La Corea del Nord e del Sud dovrebbero ricercare un dialogo su vari livelli”, ha dichiarato il giornale.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/356_229144.html
12 maggio, Corea del Sud – Moon ordina la revisione dello scandalo di corruzione
Giovedì il Presidente Moon Jae-in ha ordinato al suo nuovo segretario presidenziale per i rapporti con i civili Cho Kuk di rivedere lo scandalo di corruzione che ha coinvolto l’ex Presidente Park Geun-hye e il suo staff.
L’indagine si concentrerà nell’accertare se la divisione civile e la procura abbiano esercitato il loro potere di discrezione in maniera da rispecchiare gli interessi del governo.
La promessa elettorale di Moon di “eliminare i mali sociali della vecchia amministrazione” ha fatto crescere le aspettative.
Moon ha chiesto a Cho di controllare anche lo scandalo del 2014 che coinvolse Chung Yoon-hoi. Chung era sospettato di aver esercitato un’enorme influenza su una grande varietà di affari statali nonostante non ricoprisse alcuna carica governativa.
Chung, ex marito di Choi Soon-sil, amica di lunga data e confidente della Park, fu capo dello staff della Park quando fondò un partito conservatore nel 2002.
Da allora si crede che abbia lasciato la politica.
Secondo diversi resoconti, alcuni impiegati della Casa Blu avrebbero dichiarato che Moon sta cercando di farsi un’idea chiara delle circostanze dei fatti, poiché ritiene che lo scandalo di Chung sia stato il precursore di quello di Choi Soon-sil.
Moon ha anche dichiarato che la verità è rimasta nascosta e che lo scandalo della Choi sarebbe potuto essere prevenuto se la divisione dei rapporti civili e la procura avessero portato a termine i loro compiti con maggior severità.
Moon ha anche chiesto che venga condotta un’indagine approfondita e, conseguentemente, che vengano presi provvedimenti contro tutte le figure coinvolte nello scandalo della Choi.
Ha detto che il pubblico potrebbe temere la discontinuità delle indagini per via del passaggio delle prove dalla squadra speciale alla procura statale.
Moon ha anche chiesto a Chung di indagare sul discusso completamento delle operazioni della commissione investigativa speciale che lo scorso settembre avrebbe dovuto scoprire la verità dietro la tragedia del Sewol.
L’ordine è stato emesso circa sette mesi dopo che il Ministero della Pesca e dell’Oceano il 30 settembre ha unilateralmente chiuso le operazioni della commissione.
La decisione si basò sull’interpretazione del governo della legge speciale che norma la commissione.
La legge affermava che la commissione potesse operare per un periodo massimo di un anno dalla sua creazione e che le sue attività potessero essere estese di sei mesi, se necessario.
Nonostante la commissione sostenesse di non essere stata creata fino ad agosto, quando il governo formalizzò il budget necessario e le risorse umane, il governo afferma che invece fu creata il primo gennaio 2015, quando la legge speciale entrò in vigore.
I membri della commissione affermano che allora il governo fallì nell’offrire alcuna base legale al termine delle operazioni della commissione.
I membri dissero che inizialmente il governo richiese al Ministero della Legislazione Governativa di interpretare il periodo di operatività della commissione, ma che poi ritirò la richiesta dopo aver trovato dei precedenti sfavorevoli alla posizione del governo.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/251_229227.html
13 maggio, Giappone – Comitato ONU chiede che venga rivisto l’accordo sulle “comfort women” per aggiungere delle compensazioni e rassicurazioni per i coreani
La Commissione ONU contro la Tortura ha chiesto al Giappone e alla Corea del Sud di rivedere l’accordo che pone fine alla disputa sulle ragazze e donne che prima e durante la guerra sono state forzate a lavorare nei bordelli militari giapponesi.
Secondo un rapporto della commissione, l’accordo dovrebbe essere modificato in modo tale da “assicurare che alle vittime sopravvissute alla schiavitù sessuale durante la Seconda Guerra Mondiale sia destinato un risarcimento, incluso il diritto a una compensazione e alla riabilitazione e il diritto alla verità, un indennizzo e l’assicurazione che non si ripeterà.”
La raccomandazione potrebbe spingere l’amministrazione del neo Presidente sud coreano Moon Jae-in a richiedere di rivedere l’accordo, tuttavia essa non è vincolante e il Giappone non è obbligato a seguirla.
Il Giappone e la Corea del Sud hanno firmato questo storico accordo a dicembre 2015 per risolvere “finalmente e una volta per tutte” la loro disputa sulle cosiddette “comfort women”, l’eufemismo usato dai giapponesi per le vittime, molte delle quali erano coreane.
Secondo l’accordo, l’anno scorso Tokyo ha inviato 1 miliardo di Yen ($8.9 milioni) a un fondo sud coreano per aiutare le ex comfort women e le loro famiglie.
Durante una telefonata con Moon questo giovedì, il Primo Ministro Shinzo Abe ha sottolineato l’importanza di implementare l’accordo, tuttavia Moon gli ha risposto che “molti sud coreani sono emotivamente incapaci di accettare” l’accordo.
La Commissione contro la Tortura è stata istituita nel 1988 in linea con la Convenzione contro la Tortura dell’ONU del 1984, che vieta alla polizia e alle organizzazioni statali degli stati che fanno parte della convenzione di compiere atti di tortura o altri trattamenti inumani. Il Giappone è entrato a far parte della Convenzione nel 1999.
La commissione regolarmente valuta la conformità degli stati membri e se ritiene vi siano dei problemi pubblica delle raccomandazioni.
A maggio 2013, il comitato ONU dei diritti umani incoraggiò il Giappone a “rifiutare qualsiasi tentativo di negare i fatti da parte delle autorità governative e dalle figure pubbliche e di traumatizzare nuovamente le vittime attraverso questa negazione.”
Il documento venne rilasciato dopo che l’allora sindaco di Osaka Toru Hashimoto disse che le comfort women erano state necessarie per mantenere la disciplina nei ranghi dell’esercito, innescando la rabbia dei sud coreani e di molti altri.
Il Giappone rifiutò il documento, rilasciando un comunicato in cui diceva che la raccomandazione “non obbliga gli stati membri a rispettarla.” Il comunicato fu approvato durante un incontro del Gabinetto il mese successivo.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/05/13/national/u-n-panel-calls-revising-comfort-women-deal-japan-south-korea-include-compensation/
14 maggio, Corea del Sud – La Corea del Nord lancia un missile balistico
Secondo quanto riferito dall’esercito sud coreano, domenica mattina la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico da un sito vicino il confine con la Cina; è il primo atto provocatorio dall’elezione di Moon Jae-in come presidente della Corea del Sud.
Il missile ha volato per circa 700 km e 30 min, per poi cadere nel Mare orientale. La distanza di volo suggerisce un successo del test missilistico.
“Intorno alle 5:27 del mattino la Corea del Nord ha lanciato un missile non identificato da un’area nelle vicinanze di Kusong, nella Provincia di Pyongan Nord,” hanno dichiarato i Capi di Stato Maggiore (CSM) in un comunicato. “Il Sud e gli Stati Uniti stanno analizzando ulteriori dettagli sul missile.”
Il Commando del Pacifico degli Stati Uniti, di base alle Hawaii, ha annunciato che hanno rilevato e tracciato il lancio del missile.
“Stiamo verificando la tipologia del missile ma il volo non è compatibile con un missile intercontinentale,” hanno dichiarato. “Il Commando del Pacifico è pronto a collaborare con i nostri alleati, la Repubblica di Corea e il Giappone, per assicurare la sicurezza.”
Il Presidente Moon ha convocato un incontro di emergenza del Consiglio di Sicurezza Nazionale alle 8:20 per discutere della questione.
Anche il governo giapponese ha annunciato che il missile ha volato per circa mezzora ed è poi caduto nel Mare orientale. Il Primo ministro Shinzo Abe ha criticato il Nord per aver nuovamente violato le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/05/103_229279.html
Featured Image Source: http://img.koreatimes.co.kr/upload/newsV2/images/H2017051000043740.jpg (dall’articolo del 9/5)