Rassegna settimanale 1-7 maggio: Sud Est Asiatico

Rassegna settimanale 1-7 maggio: Sud Est Asiatico

1 maggio, Sud Est Asiatico – Donald Trump stabilisce rapporti privilegiati con i leader autoritari

Dopo aver ricevuto alla Casa Bianca il controverso presidente egiziano Al-Sisi, Trump avrebbe invitato il leader della giunta thailandese, Prayuth Chan-ocha, e il presidente filippino, Rodrigo Duterte, a recarsi negli Stati Uniti. L’invito è stato lanciato al termine di conversazioni telefoniche separate per discutere della questione nord coreana. Entrambi i paesi hanno avuto relazioni complicate con l’amministrazione Obama per le preoccupazioni riguardanti i diritti umani.

Entrambi i paesi sono accusa per violazione dei diritti umani. La Thailandia è attualmente sotto il controllo di una giunta militare che ha rovesciato il precedente governo. I generali hanno promesso un ritorno alla democrazia ma le elezioni sono continuamente rimandate, in ultima data si dovrebbero tenere nel 2018. Il governo filippino, guidato da Duterte, è invece nel mezzo di una guerra alla droga che ha già fatto 7000 morti, ed è stato accusato di aver incoraggiato migliaia di omicidi extra giurisdizionali. Settimana scorsa un avvocato filippino ha depositato una denuncia contro il presidente alla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità.

La Casa Bianca ha definito la chiamata tra Trump e Duterte “molto amichevole” e il presidente americano ha dichiarato che il suo omologo filippino sta “lottando con tutte le sue forze per eliminare la droga nel suo paese”. Inoltre, ci sarebbe un potenziale conflitto di interessi per il presidente statunitense visto che un nuovo grattacielo del brand Trump dovrebbe aprire a Manila. La Casa Bianca insiste però che l’unica questione che sia stata discussa è la Corea del Nord.

Rodrigo Duterte ha però già fatto sapere che non si potrà recare a Washington quest’anno per via di altri viaggi già previsti in Russia e Israele. Il Presidente Trump dovrebbe invece recarsi in Vietnam e nelle Filippine per due summit entro la fine dell’anno.

Fonte: The Guardian

https://www.theguardian.com/us-news/2017/may/01/donald-trump-rebuilds-us-relations-with-thailand-and-philippines

2 maggio, Birmania – L’Unione Europea sostiene la missione delle Nazioni Unite in Birmania

L’Unione Europea si scontra con il leader della Birmania, Aung San Suu Kyi, sostenendo pubblicamente una missione internazionale per indagare su possibili violazioni dei diritti umani nella crisi Rohingya. In una conferenza stampa insieme a Suu Kyi, Federica Mogherini, l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, ha dichiarato “Crediamo che questo possa aiutare a ricostruire i fatti”.

Suu Kyi ha invece fatto sapere che “ci dissociamo con questa risoluzione perché non pensiamo che questa possa impedire quello che sta effettivamente succedendo”. Inoltre ha dichiarato che non avrebbe accettato raccomandazioni al di fuori di quelle della commissione presidiata da Kofi Annan, ex segretario generale delle Nazioni Unite.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmar-eu-at-odds-over-rohingya-rights-mission

3 maggio, Filippine – La segretaria dell’ambiente obbligata a dare le dimissioni

Il comitato parlamentare per le nomine ha votato a favore della rimozione di Regina Lopez, l’ormai ex segretario dell’ambiente. Si concludono così i dieci mesi di Lopez contro l’inquinamento delle miniere tradizionali e quelle a cielo aperto. I gruppi minerari hanno fatto sapere che cercheranno di abrogare le controverse misure prese da Lopez e in larga porzione sostenute da Duterte. Lopez ha dichiarato in un’ultima intervista “E’ un diritto costituzionale che ogni filippino abbia diritto da un ambiente pulito e sano”.

Lopez era stata scelta da Duterte per il suo attivismo verso i più poveri che ha portato anche a ripulire il Parigi, il fiume che attraversa la capitale filippina, lavori di riforestazione e salvaguardare le biodiversità.

Le Filippine sono il più grande fornitore di nichel al mondo, in buona parte usato dalla Cina per la sua produzione di acciaio. La Camera delle Mine ha fatto sapere che avrebbe fatto il possibile per riaprire quei siti minerari chiusi “non ci sono state consultazioni. E più importante ancora, tutto questo è solo per uccidere l’industria mineraria del paese”.

Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/05/philippines-miners-triumph-eco-warrior-regina-lopez-booted-office/#V5sjfutVl5feiV84.97

4 maggio – Indonesia, Pena di morte e intolleranza religiosa al centro delle preoccupazioni ONU

Esecuzioni per narcotraffico, aumento dell’intolleranza religiosa, e repressione contro gli attivisti e giornalisti in Papua sono le critiche principali principale all’incontro dell’Indonesia durante la Revisione Periodica Universale (RPU) delle Nazioni Unite a Ginevra.

Le delegazioni di un centinaio di paesi si sono incontrate per discutere delle condizioni dei diritti umani in Indonesia. Un numero conseguente di paesi europei, americani ed africani hanno raccomandato che l’Indonesia reimponga una moratoria contro la pena di morte e che prenda i procedimenti necessari per una totale abolizione.

Il Consiglio per i diritti Umani della Nazioni Unite conduce la RPU per ciascun membro ogni cinque anni, dando una possibilità alle altre nazioni di analizzare i progressi e sottolineare le proprie preoccupazioni.

Gli stati hanno lodato i progressi dell’Indonesia per quanto riguarda la protezione dei diritti di certi gruppo vulnerabili come le donne, i bambini e le persone disabili. Nonostante ciò è stato lanciato un appello a migliorare la protezione per le minoranze religiose e LGBT.

Inoltre, l’Indonesia è stata pesantemente e duramente criticata da una dozzina di paesi per l’uso continuo e ripetuto della pena capitale per punire i crimini legati alla droga.

Il ministro della giustizia e dei diritti umani Yassona Laoly ha respinto le critiche spiegando che l’uso della pena di morte in quei casi era importante per lottare contro il problema della droga.

“Ogni giorno 33 persone muoiono per abusi di droga” ha dichiarato. “Se uno di voi avesse perso un membro della vostra famiglia per colpa della droga capireste di sicuro.”

Yassona è andato avanti a spiegare che “i diritti dei criminali devono sempre essere paragonati a quelli delle vittime,” ma senza una dura punizione per contenere gli abusi di droga, “il futuro della nazione ne sarà indebolito”.

“In quanto paese democratico, un dibattito pubblico sulla pena di morte è in corso in Indonesia”

Molte delegazioni hanno anche citato le recenti elezioni governatoriali di Jakarta come elemento di preoccupazione per la crescente intolleranza ed estremismo religioso nel paese.

Il governatore uscente Basuki “Ahok” Tjahaja Purnama, un cristiano di origine cinese, è stato battuto il mese scorso dopo una campagna piena di tensioni religiose, che hanno visto i gruppi musulmani più intransigenti paralizzare la città con imponenti manifestazioni.

La dichiarazione degli Stati Uniti si è concentrata sulla protezione dei diritti delle minoranze inclusa la libertà religiosa, mentre la Svezia ha esplicitamente richiamato l’Indonesia a cambiare la controversa legge sulla blasfemia del 1965 con la quale Ahok è stato incolpato.

Un membro della delegazione indonesiana appartenente al ministero degli affari religiosi ha assicurato “il diritto alla libertà di pensiero e religiosa è un diritto costituzionale” e ha fatto notare che il paese osserva vacanze religiose di ogni tipo.

Citando le parole del vice presidente statunitense Mike Pence dopo una visita diplomatica a Jakarta, l’islam indonesiano rimaneva una “fonte di ispirazione per tutto il mondo”.

Altre nazioni tra le quali il Brasile, la Norvegia e la Svizzera ha chiesto allo stato indonesiano di migliorare la protezione per i diritti delle “minoranze sessuali” e della comunità LGBT.

L’anno scorso è stato registrato un aumento della retorica anti omossessuali e il governo ha vietato le applicazioni e social media LGBT-friendly.

E’ stato notato che dall’ultima sessione RPU, l’Indonesia ha ratificato due protocolli opzionali delle convenzioni ONU sui diritti del fanciullo e dei lavoratori migranti. Molti stati hanno lodato queste iniziative e quelle intraprese dallo stato sul diritto all’educazione e ai diritti di donne e bambini.

Ciononostante, alcune delegazioni hanno anche richiamato l’Indonesia a implementare con più efficacia i principi della convenzione ONU sui diritti del fanciullo nelle leggi domestiche, in particolar modo nel cambiare la legislazione che autorizza il matrimonio dei minorenni e che permette ai minorenni di essere incarcerati insieme agli adulti.

Sulla questione del matrimonio minorile lo stato indonesiano si è difeso facendo notare che ha implementato diverse iniziative per combattere i matrimoni precoci, anche attraverso vasti programmi di assistenza sociale per le famiglie.

Inoltre è stato fatto notare che diversi decreti religiosi redatti da un pannello di ecclesiastici donne musulmane, con il supporto del ministro degli affari religiosi, hanno raccomandato modificare l’età legale del matrimonio a 18 anni.

Interrogato sulla questione delle mutilazioni genitali femminili, un rappresentante indonesiano ha dichiarato che facevano parte di “una lunga tradizione e credenza” ma che il governo fosse all’opera per sensibilizzare i medici e il personale medico sugli effetti di tale pratica.

Marsudi ha dichiarato che la protezione dei lavoratori migranti e delle loro famiglie fosse “una delle priorità assolute della politica estera indonesiana”.

La Nuova Zelanda ha lodato i miglioramenti dei diritti delle popolazioni indigene in Indonesia, incluso la restituzione da parte del presidente Joko Widodo di 13.000 ettari alle comunità del nord di Sumatra e la promessa di restituire altri 2.7 milioni di ettari entro il 2019.

Si sono però sentite alcune lamentele per quanto riguarda presunte violazioni dei diritti umani, eliminazione di attivisti e mancanza di trasparenza nei media nelle provincie di Papua e Papua dell’est.

“I nostri progressi sono pieni di sfide e difficoltà” ha dichiarato Marsudi all Consiglio per i diritti umani. “La nostra delegazione studierà con attenzione ogni raccomandazione”

Il ministro Marsudi è fiducioso nel sistema di governance democratica che permetterà al paese di affrontare “le nuove sfide e quelle rimanenti”.

Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/05/death-penalty-religious-intolerance-focus-indonesias-un-rights-review/#dD9DQb1ISXlWf9KC.97

5 maggio, Filippine – Le Filippine si lamentano all’ONU dopo la visita sorpresa della commissaria Callamard

Le Filippine hanno fatto sapere che si lamenteranno all’ONU poiché uno dei commissari per i diritti umani non ha notificato il proprio arrivo alle autorità. Agnes Callamard, la commissaria in questione, ha fatto un discorso presso un’università ma, non in qualità di impiegata delle Nazioni Unite, secondo una sua dichiarazione. Il portavoce del presidente Duterte, Ernesto Abella, ha commentato la vicenda “siamo dispiaciuti che, nella mancata comunicazione con il governo della sua visita, ha dato un chiaro segnale che non è interessata in una prospettiva oggettiva” e che “Callamard è arrivata nelle Filippine in un modo che è contrario a tutti i protocolli ONU ”.

Callamard è nota per le sue critiche al regime di Duterte e sostiene che il regime conduca esecuzioni sommarie oltre alla guerra contro la droga. La commissaria avrebbe già dovuto visitare le Filippine lo scorso anno ma aveva considerato le condizioni richieste dal governo alla propria visita inaccettabili. Inoltre ha dichiarato che la guerra contro la droga fosse “pensata male, le politiche contro la droga non solo non permettono di ridurre le dipendenze agli stupefacenti, ai crimini di droga e al traffico, ma aggiungono altri problemi”. Il presidente Duterte ha rigettato tutte queste accuse.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-says-to-complain-to-united-nations-over-human-rights-investigators-visit

6 maggio, Thailandia – Il passaporto dell’erede Red Bull revocato dopo un incidente con omissione di soccorso

Il ministro degli affari esteri tailandese ha fatto sapere che ha revocato il passaporto di uno degli eredi dell’impero Red Bull, Vorayuth Yoovidhya, con effetto immediato. Il 32enne Vorayuth è accusato di aver causato un incidente mortale con la sua macchina e di essere fuggito dal luogo del crimine. L’incidente risale al 2012 e da allora sarebbe scappato a Singapore.

L’incidente e il processo è sotto gli occhi di tutti in Thailandia, alcuni si chiedono se il governo e il sistema giudiziario favorisca i ricchi e gli permette di infrangere la legge impunemente. Infatti dall’apertura del processo del 2016 Vorayuth non si è mai presentato alle otto udienze che si sono tenute. Il ministro degli affari esteri non ha voluto commentare il fatto che il giovane erede possa possedere diversi passaporti.

Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/05/thailand-red-bull-heir-passport-revoked/#y6711o0VIzURztSq.97

7 maggio, Tailandia – La polizia thailandese dà la caccia ai trafficanti di esseri umani

La polizia thailandese sta attivamente cercando un gruppo di persone sospettate di essere trafficanti di esseri umani dopo aver ritrovato un gruppo di 35 persone disperse nella giungla a sud del paese. Secondo le dichiarazioni della polizia il gruppo composto da 28 uomini e 7 donne era partito dalla Birmania e diretto in Malesia. La loro guida li avrebbe lasciati per andare a prendere del cibo e non sarebbe più tornato.

Il luogo dove sono stati ritrovati questi migranti è un punto chiave delle rotte di traffico regionale da quando il governo ne ha chiuse altre. Il governo thailandese ha adottato una politica di tolleranza zero nei confronti dei trafficanti. Per alcuni attivisti però, il ritrovamento di questi migranti non è un evento isolato e sarebbe la prova che il traffico di esseri umani è ancora florido.

Dal 2012 decine di migliaia di migranti Rohingya hanno lasciato la Birmania dopo la repressione condotta dall’esercito Birmano per via di un incidente alla frontiera con il Bangladesh. Secondo la polizia i migranti non sarebbero però appartenenti a questo gruppo etnico-religioso.

Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/05/thai-police-hunt-human-trafficking-myanmar-migrants/#EY1kjlc3g2ITeI3Y.97

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