Rassegna settimanale 27 marzo-2 aprile: Sud Est Asiatico
27 marzo, Malesia – Messi in salvo gli ultimi tre ostaggi del gruppo di Abu Sayyaf
Nella giornata di domenica 26 marzo , le forze militari filippine hanno tratto in salvo gli ultimi tre ostaggi malesi, rapiti otto mesi fa dal gruppo di Abu Sayyaf.
Il Comandante dell’Eastern Sabah Security Command, Datuk Wan Bari Bari Wan Abd Khalid ha dichiarato che i tre uomini Fandy Bakran(27 anni) Mohd Jumadil Rahim (24 anni) e Mohd Ridzuan Ismail (33 anni) si trovano ora sotto la custodia dell’esercito filippino.
“Siamo stati informati dell’operazione di soccorso e ora gli uomini sono con le forze filippine” ha affermato, senza dare ulteriori informazioni sull’operazione che ha portato al salvataggio dei tre uomini.
La settimana scorsa, l’esercito filippino ha portato in salvo Abd Rahim Summas (62 anni) e Tayudin Anjut (45 anni), due dei cinque marinai rapiti presso le acque a largo dell’isola di Jolo e Pata.
I due sono stati condotti a Kuala Lumpur per urgenti cure mediche.
I cinque uomini facevano parte dell’equipaggio del Serudong 3 ed erano stati rapiti il 18 luglio scorso presso le acque al largo di Lahad Datu.
Fonte: Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/last-three-malaysian-hostages-rescued-from-abu-sayyaf-rebels
28 marzo, Birmania – Il Capo delle Forze Armate contro l’intervento delle Nazioni Unite sulla questione dei Rohingya
Nella giornata di lunedì 27 marzo, il Generale Min Aung Hlainh ha dichiarato che la decisione del Consiglio per i diritti umani di investigare sulla questione dei musulmani Rohingya è una minaccia alla sicurezza nazionale.
Il Generale ha aggiunto che le forze militari non prenderanno parte all’indagine, sottolineando che i Rohingya non appartengono al popolo birmano.
“Abbiamo il dovere di fare ciò che siamo tenuti a fare in base alla legge e abbiamo anche il dovere di proteggere la nostra sovranità quando questa viene minacciata da problemi di natura politica, religiosa o razziale” ha affermato Min Aung Hlaing.
“Dobbiamo far sapere al mondo che non abbiamo Rohingya nel nostro paese. I Rohingya nello stato del Rakhine non sono birmani, sono solo persone venute a vivere nel nostro paese” ha precisato il Generale.
Secondo le testimonianze raccolte dalle Nazioni Unite, le forze militari birmane hanno commesso omicidi di massa e stupri di gruppo, in un tentativo di “pulizia etnica” del gruppo minoritario dei musulmani Rohingya.
La leader del Paese Aung San Suu Kyi è stata ampiamente criticata per il mancato intervento sulla questione dei Rohingya.
Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/03/burma-shun-u-n-probe-abuse-claims-rakhine-army-chief/#LPxeY713fPFm3MVh.97
29 marzo, Malesia – Sicurezza e difesa al centro delle discussioni con la Cina
Malesia e Cina organizzeranno un incontro di altro livello per discutere dei problemi comuni di difesa e sicurezza.
Il Ministro della Difesa malese Hishammuddin Hussein, dopo aver ricevuto una chiamata di cortesia da Xu Qiliang, Generale Vice Presidente della Commisione militare cinese, ha dichiarato che il futuro incontro verterà sui legami militari tra i due paesi e sulle minacce alla sicurezza statale.
“Uno dei nostri obiettivi è che la relazione costruita con la Cina sia istituzionalizzata. L’incontro verrà presieduto dai ministri della difesa cinese e malese e si focalizzerà su aspetti che potrebbero rinforzare o anche guastare il rapporto bilaterale.” Ha dichiarato durante la conferenza stampa tenutasi presso il Ministero della Difesa a Jalan Padang Tembak.
Datuk Seri Hishammuddin ha aggiunto che, oltre all’istituzionalizzazione delle relazioni bilaterali, il comitato discuterà dei problemi di sicurezza, tra cui la Corea del Nord, il Mar Cinese Meridionale e il terrorismo.
“Penso che l’incontro rifletterà la relazione speciale che abbiamo con la Cina. Verranno creati gruppi di lavoro per favorire la cooperazione militare, lo scambio di informazioni e l’intelligence” ha dichiarato. “Porremo anche l’attenzione sull’educazione, l’addestramento, le questioni strategiche e gli attuali problemi di sicurezza, come la situazione nel Mar Cinese Meridionale, nello Stretto di Sulu, nello Stretto di Malacca e il terrorismo.”
Fonte: Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/malaysia-china-to-set-up-panel-on-security-and-defence
30 marzo, Indonesia – Jakarta: organizzata una nuova manifestazione contro Ahok
Nella giornata di venerdì 31 marzo a Jakarta si terrà una nuova manifestazione organizzata da un gruppo islamico per richiedere l’arresto del governatore Basuki “Ahok” Tjahaja Purnama, accusato di blasfemia.
Il gruppo ha già provveduto a notificare le forza di polizia locali dell’organizzazione della “Aksi Damai” o “azione pacifica”. Gli organizzatori prevedono la partecipazione di quattro milioni di persone.
Nel pomeriggio di mercoledì 29 marzo, la polizia ha ricevuto la notifica ufficiale da parte dell’ Islamic People’s Forum (FUI), uno dei gruppi impegnati nell’organizzazione della protesta insieme ai Guardians of the Indonesia Ulema Council’s Fatwas (GNPF-MUI).
L’Islamic Defenders Front (FPI), insieme al FUI, ha dimostrato la propria opposizione ad Ahok, cristiano di etnia cinese, sin dalla sua entrata nella scena politica nel 2014.
Il leader del FUI Bernard Abdul Jabbar ha dichiarato che la protesta di venerdì si svolgerà pacificamente e in totale sicurezza.
“Abbiamo già informato la polizia di questa azione pacifica. In tutto questo tempo, le proteste organizzate dal FUI sono state pacifiche e non hanno minacciato le altre comunità.” Ha dichiarato Bernard.
Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/03/hardliners-hold-another-anti-ahok-demonstration-jakarta/#yHzIrLBcixpK8g1i.97
31 marzo, Indonesia – Arrestati per sospetto tradimento
Venerdì 31 marzo sono state arrestate cinque persone, tra cui il leader di un gruppo islamico, prima della protesta pacifica di migliaia di musulmani contro il governatore di Jakarta.
Le tensioni politiche e religiose stanno diventando sempre più forti a Jakarta in vista delle elezioni del 19 aprile. L’uscente governatore cristiano Basuki “Ahok” Tjahaja Purnama, accusato di blasfemia, si scontrerà contro un candidato musulmano.
Argo Yuwono, portavoce della polizia di Jakarta, ha dichiarato che nella mattinata di venerdì sono state arrestate cinque persone, tra cui Muhammad Al Khathtath, leader dell’Islamic People’s Forum (FUI), uno dei gruppi organizzatori della protesta di venerdì 31 marzo.
“Sono accusati di cospirazione e tentativo di alto tradimento” ha affermato Yuwono “Ci sono diverse prove, tra cui il progetto di occupare il parlamento indonesiano.”
Migliaia di protestanti si sono riuniti alla grande mosca di Jakarta, mentre la polizia e il personale militare erano intenti a bloccare le strade dirette al palazzo presidenziale nel centro della città.
Fonte: Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesia-arrests-5-people-including-leader-of-hardline-group-for-suspected-treason
1 aprile, Birmania – Leader dei Rohingya: “Combatteremo anche se un milione di persone morirà”
Il capo del gruppo di insurrezione dei musulmani Rohingya ha dichiarato che il suo gruppo continuerà a combattere contro le forze di sicurezza birmane, anche se “un milione di persone morirà”. Il leader ha aggiunto che la resistenza continuerà finché non verranno intraprese azioni da parte del governo per proteggere la minoranza religiosa.
Ata Ullah, identificato come leader del gruppo, ha negato qualsiasi connessione con gruppo islamici stranieri, dichiarando di focalizzare i suoi sforzi solo sui diritti dei Rohingya, perseguitati dalla maggioranza buddista del Paese.
“Se non otterremo i nostri diritti, se un milione, se un milione e mezzo, se tutti i Rohingya dovessero morire, allora moriremo” ha dichiarato Ata Ullah in un’intervista video. “Ci prederemo i nostri diritti. Combatteremo contro il crudele esercito birmano.”
L’esercito birmano ha negato le forti accuse mosse dalle Nazioni Unite. Secondo un report, infatti, le forze di sicurezza birmane sono accusate di omicidio di massa, stupro di gruppo e tentativo di “pulizia etnica” della minoranza Rohingya.
Il portavoce di Suu Kyi, Zaw Htay, in risposta alle dichiarazioni di Ata Ullah, ha affermato che: “Nessuno sarà al di sopra della legge. Se ci attaccheranno con violenza, risponderemo allo stesso modo. Azioni violente non sono tollerante in nessuna parte del mondo.”
Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/04/burma-burmas-rohingya-rebel-leader-vows-fight-even-million-die/#pSeGhyIsXtO4lALL.97
2 aprile, Filippine – Duterte: uno “schiaffo” alle critiche europee
Il Presidente Rodrigo Duterte ha dichiarato di volere “schiaffeggiare” i leader europei, in seguito alle numerose critiche ricevute dall’Unione Europea per la sua risposta violenta per fermare il mercato della droga.
Questa è l’ultima delle ormai quotidiane prese di posizione contro Stati Uniti, Unione Europea e Nazione Unite. Grandi lodi vengono invece riservate per Cina e Russia.
“Venite qui e parliamo, perché voglio darvi uno schiaffo” ha dichiarato Duterte in discorso durante la Giornata Mondiale delle Donne presso la residenza presidenziale.
La scorsa settimana, il Presidente Duterte aveva già espresso tutta la sua rabbia contro l’Unione Europa per il suggerimento di quest’ultima di creare centri di riabilitazione per contrastare la grande diffusione di droga e stupefacenti.
Più di otto mila persone sono state uccise da quando Duterte è salito al potere nello scorso 30 giugno. La polizia ha dichiarato che circa uno terzo delle morti sono dovute ad atti necessari di autodifesa durante operazioni antidroga.
Il governo rifiuta le numerose accuse di gruppi locali e internazionali per la difesa dei diritti umani che accusano la polizia di migliaia di morti misteriose.
Duterte rimprovera l’Unione Europea di credere ciecamente a report di gruppi non governativi che incolpano il leader filippino di questi omicidi.
Fonte: Asian Correspondent,https://asiancorrespondent.com/2017/04/burma-burmas-rohingya-rebel-leader-vows-fight-even-million-die/#pSeGhyIsXtO4lALL.97
Featured Image Source: Asian Correspondent