Rassegna settimanale 6-12 marzo: Giappone e Corea del Sud
6 marzo, Abe considera l’ultimo lancio missilistico nord coreano come “un nuovo livello di minaccia”
Lunedì la Corea del Nord ha dimostrato la sua crescente capacità militare con il lancio di quattro missili balistici, tre dei quali sono caduti nel Mar del Giappone. Il Primo Ministro Shinzo Abe lo ha definito un “nuovo livello di minaccia”.
I funzionari rilevano che il Nord ha lanciato i missili intorno alle 7:34 del mattino (orario del Giappone) dal sito nord coreano per missili a lungo raggio di Donchang-ri.
Il Ministero della Difesa ha rilevato che hanno volato per circa 1,000 km e raggiunto un’altezza di 260 km; tre dei missili sono caduti all’interno della zona economica esclusiva (ZEE) del Giappone, circa a 300 – 350 km a ovest della Penisola di Oga nella Prefettura di Akita. Il quarto missile è caduto vicino la ZEE, che si estende per 200 miglia nautiche (370 km) dalla costa del Giappone.
Durante la sessione di lunedì della Commissione per il Budget della Camera dei Consiglieri, Abe ha condannato la provocazione definendola “completamente intollerabile”, e ha fatto notare i veloci progressi tecnologici del Nord.
“(I lanci di prova) mostrano chiaramente come la Corea del Nord costituisca un nuovo livello di minaccia,” ha dichiarato Abe.
Il Primo Ministro ha anche aggiunto che “il Giappone continuerà a coordinarsi con gli Stati Uniti, la Corea del Sud e gli altri stati per sollecitare la Corea del Nord ad esercitare maggior moderazione.”
Nonostante questa non sia la prima volta che i missili nord coreani sono caduti all’interno della ZEE, un alto ufficiale ha dichiarato che poiché quattro missili sono stati lanciati simultaneamente dalla stessa posizione, la mossa rappresenta una grave minaccia alla sicurezza nazionale del Giappone. A Settembre, il Nord lanciò tre missili balistici che caddero all’interno della ZEE giapponese, a circa 200 – 250 km dall’Isola di Okushiri, a Hokkaido.
La salva di lunedì ha spinto i funzionari di Tokyo a indire un incontro del Consiglio di Sicurezza Nazionale per discutere le possibili risposte.
Dopo l’incontro del CSN, il Capo di Gabinetto Yoshihide Suga ha dichiarato che il governo ha già presentato le sue proteste a Pyongyang – utilizzato la “terminologia più forte” – attraverso l’ambasciatore a Beijing. Suga ha aggiunto che è naturale che la comunità internazionale andrà alla ricerca di contromisure ancora più pesanti dato che il Nord ha ignorato numerose risoluzioni delle Nazioni Unite.
In seguito al lancio, Kenji Kanasugi, capo degli Affari Asiatici e dell’Oceania presso il Ministero degli Esteri, e Joseph Yun, rappresentate speciale degli Stati Uniti per le politiche sulla Corea del Nord, hanno confermato via telefono che si coordineranno bilateralmente e multi lateralmente con la Corea del Sud e le Nazioni Unite per spingere la Corea del Nord a porre fine alle provocazioni.
La Corea del Sud probabilmente intensificherà i suoi sforzi per isolare diplomaticamente il Nord attraverso la sua sospensione dagli organismi mondiali, come le Nazioni Unite.
“Dopo aver completato un’analisi e una perizia dei test missilistici del Nord, il governo molto probabilmente sceglierà delle contromisure più dure nei confronti di queste questioni, come ad esempio la sospensione dall’ONU,” ha rivelato l’agenzia di informazione Yonhap citando quanto dichiarato da un anonimo funzionario governativo sud coreano.
Il test potrebbe anche accelerare la decisione degli americani di re-inserire Pyongyang nella lista degli stati che sponsorizzano il terrorismo.
Il lancio di lunedì fa parte della mossa di Pyongyang di continuare a mostrare al mondo il suo avanzamento nella tecnologia nucleare e missilistica. Meno di tre settimane fa, il Nord aveva lanciato un missile a medio raggio che si pensa sia alimentato da combustibile solido. Il lancio avvenne durante il primo incontro tra Abe e il Presidente americano Donald Trump.
Gli esperti ritengono che i missili a combustibile solido rappresentino una maggior minaccia rispetto alle loro controparti a combustibile liquido perché richiedono un minor tempo di preparazione.
Ci sono state molte speculazioni su un possibile test da parte del Nord di un missile balistico intercontinentale (ICBM) dopo che Kim Jong-un, durante il suo discorso di inizio anno, aveva dichiarato che Pyongyang era vicina a sviluppare un missile a lungo raggio capace di colpire New York e Washington. L’esercito sud coreano lunedì ha dichiarato che nessuno dei quattro missili lanciati lunedì sembrava essere un ICBM.
Gli esperti concordano, dicendo che il lancio sembrava assomigliare a quelli condotti l’anno scorso.
“Nonostante non possiamo esserne sicuri finché none esamineremo le immagini del KCNA, il raggio e il vertice sembrerebbero indicare che sono più simili a un missile a raggio esteso Scud o al missile Rodong usato in un lancio salva,” ha dichiarato David Schmerler, un ricercatore del Centro per gli Studi sulla Non-proliferazione dell’Istituto di Studi Internazionali di Middlebury. “Abbiamo assistito a lanci del genere l’anno scorso poco lontano dalla Reunification Highway, vicino Hwangju.”
Sebastian Maslow, assistente universitario di scienza politica presso Università del Tōhoku a Sendai, ha dichiarato che è troppo presto per determinare cosa questo lancio possa significare per la causa del Nord di costruire un missile capace di colpire il continente americano.
“Non salterei alle conclusioni su cosa possa significare questo lancio nei confronti del programma ICBM della RPDC, ma (sembrerebbe) un test per verificare le capacità di risposta per rintracciare e identificare la traiettoria del missile, la condivisione di informazioni, e il coordinamento per le contromisure degli Stati Uniti, del Giappone e della RDC” ha dichiarato Maslow, utilizzando gli acronimi ufficiali per i nomi delle due nazioni, Repubblica Popolare Democratica di Corea e Repubblica di Corea.
Anche il momento in cui i missili sono stati lanciati ha sollevato domande tra gli osservatori regionali.
Sono stati in contemporanea con l’annuale esercitazione congiunta, nota come Foal Eagle, tra gli Stati Uniti e la Corea del Sud; esercitazione che Pyongyang considera il preludio a un’invasione. Il lancio ha seguito anche l’apertura dell’approvato parlamento di Beijing – un incontro che mira a evidenziare l’autorità del Presidente Xi Jinping sulle questioni domestiche ed estere.
“Si potrebbe speculare che i lanci siano intesi per testare l’intenzione futura della Cina di confrontarsi con la RPDC,” mentre la leadership del Partito Comunista si riunisce per l’incontro annuale, ha dichiarato Maslow.
Per Abe, la tempistica dell’affondamento dei missili nella ZEE giapponese sembra casuale. Il primo ministro è attualmente alle prese con uno scandalo su un losco accordo per un terreno per un asilo che sembra essere stato ricondotto al suo ufficio.
Il lancio, ha dichiarato Maslow, potrebbe aiutare Abe a spostare l’attenzione dallo scandalo alle questioni sulla sicurezza nazionale.
“Senza dubbio, Abe e il suo Partito Liberal Democratico nei prossimi giorni e settimane aumenteranno la narrativa sul programma nucleare e missilistico della RPDC e sulla minaccia nord coreana per aumentare l’importanza dell’alleanza Stati Uniti – Giappone, e il bisogno di amplificare il programma di difesa missilistica del Giappone, incluso il THAAD come parte della struttura di difesa bilaterale.”
Il THAAD di frabbricazione americana sarà dispiegato in Corea del Sud entro l’anno. Anche il Giappone sta considerano l’idea di adottarlo.
Il lancio di lunedì segue anche la possibile decisione dell’amministrazione Trump di adottare una linea più dura nell’affrontare le provocazioni del Nord. Il New York Times domenica ha riportato che i consiglieri sulla sicurezza nazionale di Trump in recenti incontri hanno discusso un ventaglio di misure per replicare alla minaccia missilistica del Nord. Secondo il Times, le opzioni includono attacchi missilistici direttamente sui siti di lancio e la possibilità di re introdurre armi nucleari nel Sud.
L’inchiesta continua affermando, secondo fonti dell’amministrazione americana, che queste opzioni verranno presto presentante a Trump e ai suoi alti consiglieri per la sicurezza nazionale.
A Washington, il Dipartimento di Stato ha condannato i lanci, giurando che gli Stati Uniti sono pronti a “utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione contro questa crescente minaccia”.
“Siamo pronti – e continueremo ad andare avanti per migliorare la nostra prontezza – a difendere noi stessi e i nostri alleati da un attacco, e siamo pronti a utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione contro questa crescente minaccia,” ha dichiarato il portavoce Mark Toner.
Il lancio è avvenuto anche nel clima di pressione internazionale contro Pyongyang dopo l’omicidio del fratellastro del leader Kim Jong-un, Kim Jong-nam, che è stato apparentemente ucciso una donna indonesiana e una vietnamita con l’agente nervino VX. È ampiamente speculato che Kim Jong-un abbia ordinato lui stesso l’omicidio.
“Il Nord probabilmente desidera spostare l’attenzione sulla questione dei lanci, visto che continua a negare il suo coinvolgimento nell’omicidio,” ha dichiarato Hideshi Takesada, professore dell’Università di Takushoku ed esperto di Corea del Nord.
La comunità internazionale sta aumentando la pressione sul Nord dopo che ha condotto due test nucleari e lanciato 23 missili l’anno scorso – circa il doppio di quanti ne abbia lanciati durante la dittatura di Kim Jong-il, padre di Kim Jong-un.
Le Nazioni Unite l’anno scorso hanno adottato quelle che il Giappone definische le “più dure sanzioni” contro la Corea del Nord di sempre, che includono anche il divieto di importazione del carbone dal paese.
L’efficacia della sanzione, tuttavia, dipende dalla Cina che è il maggior partner economico di Pyongyang. Il mese scorso la Cina ha dichiarato che avrebbe interrotto le importazioni di carbone dal Nord fino alla fine dell’anno.
“Bisognerà vedere come reagiranno il Giappone e il resto della comunità internazionale, ma la mia sensazione, prendendo in considerazione i recenti sviluppi…è che il Giappone e gli altri dovranno trovare un modo per adottare misure difensive e imporre dei costi alla Corea del Nord,” ha detto Daniel Pinkston, esperto di Asia dell’Est all’Università Troy di Seul.
“Dal mio punto di vista, fallire in questo porterebbe solo a maggior belligeranza dal Nord…bisogna aspettarsi il dispiegamento del THAAD e ulteriore cooperazione per la difesa missilistica dal Giappone,” ha aggiunto.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/03/06/national/tokyo-says-north-korea-fired-three-four-missiles-came-japans-eez/#.WMQddvnhDIU
7 marzo, La Corea del Sud conferma la sua posizione anti-nucleare tra le discussioni sulla re-nuclearizzazione del Sud
Il ministero degli esteri martedì ha dichiarato che la Corea del Sud continuerà a sostenere la sua politica di mantenere la Penisola Coreana libera da qualsiasi arma nucleare; le sue parole seguono le crescenti discussioni sulla possibile reintroduzione da parte degli Stati Uniti delle sue armi tattiche nucleari sul territorio sud coreano per contrastare la minaccia nucleare nord coreana.
“Sono consapevole che varie opinioni sono state espresse per colpa della crescente minaccia nucleare nord coreana,” ha detto il portavoce ministeriale Cho Jung-hyuck durante un incontro con la stampa, facendo riferimento a una recente notizia americana secondo cui l’amministrazione Trump starebbe riflettendo sul dispiegare nuovamente il nucleare nella Penisola Coreana.
In passato le Forze Americane in Corea avevano posizionato armi tattiche nucleari in Corea del Sud come un deterrente contro possibili attacchi da parte della Corea del Nord, ma furono rispedite a casa nel 1991 quando le due Coree decisero di rendere la penisola libera dalle bombe nucleari.
Tuttavia, gli sviluppi del nord nel suo programma sulle armi nucleari ha sollevato molte richieste per riportare le armi tattiche nucleari statunitensi in Corea del Sud.
“Il nostro governo continua a mantenere la politica della denuclearizzazione,” ha dichiarato il portavoce.
In ogni caso, il portavoce ha fatto notare che la questione non è qualcosa che il governo sud coreano deve commentare pubblicamente visto che gli Stati Uniti stanno attualmente rivisitando la politica verso la Corea del Nord.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/03/120_225211.html
8 marzo, Giappone – Le analisi mostrano come il lancio missilistico nord coreano dovesse simulare di colpire la base di Iwakuni
Una nuova analisi open-source dell’intelligence sui media gestiti dallo stato nord coreano ed eseguita da esperti missilistici ha mostrato quello che sembra essere l’ipotetico obiettivo degli ultimi lanci missilistici: la Stazione Aerea dei Marine americani a Iwakuni, nella Prefettura di Yamaguchi.
Lunedì il Nord ha lanciato quelli che gli esperti ritengono essere stati quattro missili Scud a raggio esteso (ER); l’Agenzia Centrale di Informazione Coreana ha dichiarato apertamente che l’esercitazione era una prova per colpire basi militari americane in Giappone.
Utilizzando immagini rilasciate dai media nord coreani – inclusa una che mostra una mappa con i dettagli del raggio dei missili – David Schmerler e Jeffrey Lewis del Centro per gli Studi sulla Non proliferazione presso l’Istituto di Studi Internazionali di Meddlebury in California, hanno determinato che l’esercitazione doveva simulare un attacco nucleare alla base di Iwakuni.
“Questa è la prima volta che i nord coreani sono stati specifici nel dichiarare di voler attaccare le forze americane in Giappone,” ha dichiarato Lewis al Japan Times. “Tuttavia, l’anno scorso un’unità missilistica nord coreana ha lanciato un Nodong per simulare un attacco nucleare su Busan (Corea del Sud).”
Lo scorso luglio, il Nord dichiarò di aver tenuto un’esercitazione simile che “fu condotta limitando il raggio di azione secondo le condizioni simulate per degli attacchi preventivi a porti e campi d’aviazione nel teatro operativo della Corea del Sud,” affermò la KCNA durante un servizio dell’epoca.
Una foto di accompagnamento, simile a quella mostrata martedì, mostrò le possibili rotte dei missili da Hwangju, in Corea del Nord, alle aree vicino alle città portuali di Busan e Ulsan, a sud della Corea del Sud.
Siccome la rotta di lancio dei quattro missili lanciati lunedì era di circa 1000 km sopra il Mar del Giappone davanti la costa delle prefetture di Aomori e Akita, Schmerler inizialmente aveva ritenuto che l’obiettivo della simulazione fosse la base aerea di Misawa, ad Aomori.
“Ma utilizzando i missili ER Scud sarebbe un azzardo un raggio del genere,” ha dichiarato.
Invece, Lewis ha suggerito che le basi americane di Sasebo, nella prefettura di Nagasaki, e Iwakumi potrebbero essere all’interno del raggio d’azione dei missili ER Scud dispiegati vicino alla Stazione di Lancio Satellitare di Sohae Nord a Dongchang-ri, da dove sono partiti i missili di lunedì.
Dopo aver scoperto la foto della mappa del lancio di lunedì, e dopo averla confrontata con quella dell’esercitazione di Busan di luglio, Schmerler ha concluso che Iwakuni era “l’ipotetico obiettivo della (recente) esercitazione.”
Oltre al personale americano, la base americana di Iwakuni ospita anche la Fleet Air Wing 31 delle Forze di Autodifesa Marittime, e altre unità delle FAM. Al momento attuale, la base è composta da un personale di 15,000 persone, inclusi dipendenti di nazionalità giapponese. La base è anche la casa di uno squadrone di velivoli stealth F-35B, dispiegati alla base in gennaio da parte degli Stati Uniti come primo dispiegamento operativo di aerei ad alta tecnologia.
Lewis afferma che l’esercitazione di lunedì “dimostra come il piano di guerra della Corea del Nord preveda l’utilizzo su larga scala di armi nucleari contro le forze americane nella regione per ‘respingere’ un’invasione.”
La scorsa settimana, i sud coreani e gli americani hanno iniziato le loro annuali esercitazioni su larga scala per testare la loro prontezza difensiva contro una minaccia dalla Corea del Nord, che abitualmente caratterizza le esercitazioni in preparazione a una potenziale invasioni.
Alcuni media hanno riportato che i F-35B parteciperanno nelle esercitazioni, note come Foal Eagle.
“L’inclusione dei F-35B è un segnale forte al Nord. Potrebbero essere utilizzati contro lo stato canaglia in caso scoppiasse un conflitto nella penisola coreana,” ha rivelato la scorsa settimana l’agenzia di informazione Yonhap citando un ufficiale militare non identificato.
Questo, concordano Lewis e Schmerler, è stato probabilmente il fondamento logico con cui il Nord ha deciso di prendere di mira Iwakuni.
“La Corea del Nord vede le Foal Eagle come una prova generale ad un’invasione,” ha dichiarato Lewis. “Per cui, il lancio missilistico è la loro prova generale per l’utilizzo di armi nucleari per fermare questa invasione.”
Interrogato su queste analisi durante una conferenza stampa mercoledì, il Capo di Gabinetto giapponese Yoshida Suga ha dichiarato di non essere stato al corrente che Iwakuni potesse essere l’obiettivo della simulazione; tuttavia ha notato che un raggio di 1,000 km porrebbe quella base e altre aree del Giappone all’interno del mirino del Nord.
“I missili hanno volato per 1,000 km, quindi se si prende in considerazione questo dato, il Giappone occidentale, incluso Shikoku, potrebbe essere sicuramente un obiettivo,” ha dichiarato Suga, confermato la posizione del Primo Ministro Shinzo Abe per cui questo nuovo lancio pone, secondo il governo, la minaccia nord coreana “su tutto un altro livello.”
Anche un portavoce delle forze americane in Giappone ha deciso di non commentare la possibiità di Iwakuni come obiettivo, ma ha confermato l’impegno degli Stati Uniti a difendere il Giappone e la Corea del Sud.
“Rimaniamo preparati e continueremo ad andare avanti per migliorare la nostra prontezza per difendere i noi stessi e i nostri alleati da un attacco, e siamo preparati ad utilizzare il massimo delle nostre capacità contro la crescente minaccia,” ha scritto in una mail il Maggiore dell’Aeronautica Militare americana John Severns.
Gli esperti di sicurezza in Asia concordano nel dire che da parte del Nord prendere di mira Iwakuni alzerebbe decisamente la posta in gioco.
“Sembra essere un tentativo per dimostrare le loro potenzialità e per testare le acque in Cina e in America ora che entrambi stanno affrontando momenti delicati,” ha dichiarato Nick Bisley, professore di relazioni internazionali all’Università australiana di La Trobe, facendo notare che la Cina è impegnata con la riunione del governo fantoccio e l’amministrazione Trump “si sta chiaramente ancora ambientando.”
Secondo Euan Graham, direttore del Programma sulla Sicurezza Internazionale dell’Istituto australiano di Lowy, prendere di mira Iwakuni potrebbe essere “un modo per farci sapere che hanno le capacità per colpire le basi americane in Giappone che potrebbero essere potenzialmente utilizzate durante un conflitto coreano.”
Graham ha anche fatto notare le implicazioni della minaccia per i giapponesi che vivono nelle vicinanze.
“Mi domando come i residenti di Hiroshima si sentirebbero sapendo di poter essere nuovamente colpiti da armi nucleari durante una guerra, data la loro vicinanza alla base di Iwakuni.”
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/03/08/national/north-korean-missile-drill-simulated-targeting-iwakuni-base-analysis-shows/#.WMQ2tvnhDIU
9 marzo, L’ambasciatore cinese sollecita la Corea del Sud a sospendere il dispiegamento del THAAD
L’Ambasciatore cinese a Seul Qiu Guohong mercoledì ha sollecitato la Corea del Sud a sospendere il dispiegamento dell’avanzato sistema di difesa missilistico americano sul suolo coreano.
“Il dispiegamento del THAAD deve essere fermato immediatamente. Se ciò non fosse possibile, si dovrebbe almeno sospendere per dare tempo a Seoul e Beijing di iniziare dei negoziati,” ha dichiarato l’on. Yoon Sang-hyun del partito Liberty Korea citando l’ambasciatore.
Yoon ha rivelato di essersi incontrato privatamente con l’ambasciatore per discutere delle recenti tensioni tra Seul e Beijing.
Gli Stati Uniti hanno iniziato il sistema THAAD in Corea del Sud e lunedì sono arrivati i primi elementi del sistema anti missile.
La Cina sta da giorni protestando contro l’utilizzo del THAAD e ha messo in atto ritorsioni economiche come il divieto per le agenzie di viaggio di vendere visite in Corea del Sud.
“La Corea del Sud sta accelerando il processo (di dispiegamento) del THAAD troppo velocemente. La situazione è molto grave. La Cina si sta preparando al peggiore dei casi,” avrebbe dichiarato l’ambasciatore.
Il diplomatico ha aggiunto che le ritorsioni economiche sono in atto solo a livello privato e che il governo non ne è responsabile.
Ha inoltre sottolineato che l’intenzione di Seul di portare il caso delle ritorsioni davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) non aiuterebbe a risolvere la situazione.
Il governo sud coreano nei giorni scorsi ha dichiarato che potrebbe portare il caso davanti all’organo per la risoluzione delle controversie dell’OMC poiché le azioni della Cina potrebbero violare il trattato dell’OMC e l’accordo sul libero scambio tra Seul e Beijing.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/03/120_225394.html
10 marzo, Corea del Sud – La Park è stata rimossa
In una sentenza storica, gli otto giudici della Corte Costituzionale hanno deciso all’unanimità di convalidare l’impeachment della Presidente Park Geun-hye mettendo così fine al duraturo tumulto politico e ai disordini sociali che erano stati innescati dal diffuso scandalo di corruzione che vedeva coinvolta la Park e la sua amica di lunga data Choi Soon-sil.
Le azioni della Park “hanno seriamente danneggiato lo spirito della democrazia e le norme di diritto,” ha dichiarato Lee Jung-mi, Giudice Supremo della Corte Costituzionale. “La Presidente Park Geun-hye è stata destituita.”
Park è la prima presidente coreana democraticamente eletta ad essere stata rimossa tramite impeachment. La decisione ha inoltre spogliato la Park delle difese legali che avevano impedito la sua prosecuzione e altre azioni legali nei suoi confronti.
Il Giudice Supremo ha dichiarato che la Park è stata ritenuta colpevole di aver infranto la legge quando ha permesso a Choi di intromettersi negli affari di stato, e di aver violato le norme sulle attività dei dipendenti pubblici.
“La violazione da parte della Park della Costituzione e della legge ha tradito la fiducia del popolo”, ha detto Lee, descrivendo le azioni della Park come “una seria e inaccettabile violazione delle leggi.”
La Presidente “ha completamente nascosto l’intromissione della Choi negli affari di stato e ha negato i fatti ogni qualvolta venivano sollevati dei sospetti arrivando addirittura a criticare coloro che sollevavano questi sospetti.”
Uno dei legali della Park ha espresso “profondo rammarico” per questo verdetto. Tuttavia Kwon Seong-dong, legislatore e membro della Commissione parlamentare per il Rinvio a Giudizio, ha dichiarato che il verdetto conferma che “la norma di diritto per cui tutte le persone, incluso il presidente, sono uguali davanti alla legge.”
La polizia ha dichiarato lo stato di emergenza “Gabho” per Seul prima dell’annuncio di venerdì, il più alto livello possibile. I poliziotti si aspettano delle proteste, e hanno mobilitato 270 unità – circa 21,000 ufficiali in tutto.
I consiglieri della Park venerdì hanno annunciato che stanno discutendo le future azioni della Park per superare le conseguenze della sua dipartita dall’ufficio.
“Al momento stiamo discutendo come procedere,” ha dichiarato un consigliere all’agenzia di informazione Yonhap , rifiutando di essere citato. “Vi faremo sapere una volta che la situazione sarà più chiara.”
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/03/251_225429.html
11 marzo, Giappone – Il Giappone porta a termine la missione per il mantenimento della pace nel Sudan del Sud dopo 5 anni
Venerdì il Primo Ministro Shinzo Abe ha dichiarato che il Giappone concluderà la missione di mantenimento della pace nel Sudan del Sud dopo cinque anni.
Abe ha annunciato che il Giappone non rinnoverà la missione al termine dell’ultima rotazione di maggio. La squadra di 350 persone si è concentrata sulla costruzione di strade.
La squadra, arrivata in Sudan a novembre, è stata la prima per il Giappone ad operare con un mandato esteso all’utilizzo della forza nel caso si dovessero difendere dei civili o degli operatori delle Nazioni Unite. L’utilizzo della forza per i militari giapponesi è limitata dalla Costituzione ratificata dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Abe ha dichiarato che il Giappone continuerà a sostenere il Sudan del Sud in altri modi, ad esempio fornendo cibo e altro supporto umanitario, e lascerà parte del personale all’ufficio di comando delle nazioni unite.
Ai giornalisti Abe ha dichiarato che “dato che il Sudan del Sud si sta avviando verso una nuova fase di costruzione della nazione, abbiamo deciso che potevamo porre fine ai nostri sforzi per costruire delle infrastrutture.”
L’annuncio arriva proprio quando stavano crescendo le preoccupazioni per la sicurezza delle truppe giapponesi sul territorio sudanese. Il Capo del Gabinetto Yoshihide Suga, tuttavia, ha negato che sia stata questa la causa della decisione.
“La nostra decisione è il risultato di esaurienti considerazioni e non del deterioramento della sicurezza,” ha dichiarato.
Ateny Wek Ateny, portavoce del presidente sud sudanese Salva Kiir, ha dichiarato che non era a conoscenza della decisione dei giapponesi. I funzionari giapponesi hanno invece affermato che Tokyo ha notificato della sua decisione sia il governo del Sudan del Sud sia le Nazioni Unite.
Il portavoce aggiunto dell’ONU Farhan Haq ha confermato che il Giappone ha informato le Nazioni Unite della sua decisione di ritirare i 350 membri della squadra ingegneristica al termine della sua rotazione di maggio.
“Hanno vissuto in quel posto per molti anni e hanno esercitato una funzione di grande valore e sono stati una parte fondamentale degli sforzi della missione locale delle Nazioni Unite per proteggere i civili,” ha dichiarato. “Apprezziamo molto il lavoro che hanno svolto, e sicuramente continueremo a collaborare con il governo giapponese per assicurarci che il Giappone possa in futuro contribuire utilmente ad altre missioni per il mantenimento della pace.”
È stato chiesto ad Haq che messaggio possa mandare il ritiro del Giappone alla luce dei campanelli d’allarme lanciati dai funzionai delle nazioni unite sul rischio di un genocidio nel Sudan del Sud.
“Non penso che abbia bisogno di mandare un messaggio generale,” ha dichiarato. “È un fatto appurato che gli stati contribuiscano con delle truppe e si alternino in tempi differenti. Cercheremo di rimediare alla perdita di quegli ingegneri al più presto possibile.”
Recentemente i funzionari della difesa giapponesi sono stati criticati per la loro riluttanza a spiegare il deterioramento delle condizioni di sicurezza proprio nella zona in cui operano le truppe giapponesi. Il registro giornaliero dei peacekeeper dello scorso luglio, che il governo aveva inizialmente detto essere andato distrutto, descriveva conflitti vicini ed esprimeva preoccupazione per la possibilità di rimanere invischiati nel conflitto. Il ministro della Difesa Tomomi Inada ha ripetutamente rifiutato di riconoscere alcuna azione di combattimento locale.
L’opposizione e gli attivisti per la pace hanno accusato il governo di star cercando di insabbiare il peggioramento delle condizioni di sicurezza. Sostengono che il governo abbia violato la costituzione pacifica del post guerra decidendo di continuare con la missione nonostante i vicini conflitti.
Le precedenti missioni del Giappone nel Sudan del Sud e in altre aree, incluse le Alture del Golan e la Cambogia, erano limitate all’assistenza post cessato-il fuoco e a ruoli non combattivi.
Il ritiro dei peacekeepr giapponesi è una battuta d’arresto per il supporto internazionale al governo del Sudan del Sud. In un discorso del mese scorso, Kiir pose l’attenzione su Abe e sul Giappone per “il continuo supporto la governo e alla popolazione del Sudan del Sud.”
Le speranze per un Sud Sudan pacifico e stabile dopo l’indipendenza dal vicino Sudan nel 2011 erano alte. Tuttavia a dicembre 2013 scoppiarono dei conflitti etnici tra la fazione sostenitrice di Kiir e coloro che erano fedeli al suo ex vice presidente.
La firma di un trattato di pace ad agosto 2015 fallì, gli scontri dello scorso luglio fra le due fazioni scatenarono ancora più violenza, e uccisero decine di migliaia di persone mentre 3.1 milioni di persone furono costrette ad abbandonare le loro case. Si stima che circa 100,000 persone stiano soffrendo la carestia e un altro milione sia sull’orlo della fame.
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ad agosto decise di inviare altri 4000 peacekeeper dopo che i conflitti del mese precedente avevano causato la morte di centinaia di persone nella capitale Juba. Questa settimana il report del Segretario Generale delle Nazioni Unite mostrava segni di qualche progresso.
Fonte: Japan Today, https://www.japantoday.com/category/national/view/japan-to-end-5-year-peacekeeping-mission-in-south-sudan
12 marzo, Giappone – Re Salman dell’Arabia Saudita inizia la sua visita in Giappone con al seguito un’enorme delegazione
Il Re Salman bin Abdul-Aziz al-Saud dell’Arabia Saudita e la sua enorme delegazione hanno iniziato la loro visita di quattro giorni in Giappone; è il primo viaggio nel paese del Sol levante per un re saudita in almeno 46 anni.
Secondo il Ministero degli Esteri di Tokyo, durante la sua permanenza in Giappone Salman si incontrerà con il Primo Ministro Shinzo Abe e pranzerà insieme all’Imperatore Akihito.
Atterrato domenica sera all’aeroporto di Haneda (Tokyo), il re saudita è stato accolto dal Principe Ereditario Naruhito. Per trasportare l’enorme delegazione in Giappone, secondo stime del governo locale, sono serviti all’incirca 10 aerei.
Per prepararsi ad accogliere la delegazione del re, che include membri della famiglia reale e ministri, una fonte del governo saudita ha fatto sapere che sono state riservate più di 1000 stanze negli hotel più lussuosi di Tokyo e sono state prenotate oltre 500 limousine.
Nel suo incontro con Abe, ci si aspetta che Salman ricerchi la cooperazione del Giappone per incrementare gli investimenti nel settore privato nel paese medio orientale.
Il figlio del re, il Secondo Principe Ereditario Mohammed bin Salman, lo scorso agosto ha concordato con Abe di lavorare insieme su una serie di riforme chiamate “Vision 2030”, che potrebbero portare benefici economici al Giappone. Il principe è anche il ministro della difesa.
L’Arabia del Sud, il principale esportatore di grezzo in Giappone, a causa dell’abbassamento del prezzo del greggio, sta cercando di mettere in atto delle riforme strutturali per ridurre la sua pesante dipendenza economica dal petrolio. Le iniziative includono anche la parziale privatizzazione del gigante petrolifero statale Saudi Aramco.
Il governo giapponese sta cercando di convincere l’Arabia del Sud a includere la Tokyo Stock Exchange tra le borse in cui le azioni della Saudi Aramco verrano suddivise.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/03/12/national/saudi-arabias-king-salman-begins-japan-visit-together-mammoth-delegation/
Featured Image Source: Korea Times (dall’articolo del 10/3)