Rassegna settimanale 12 -19 febbraio: Giappone e Corea del Sud
13 febbraio, Corea del Sud – Emergono ulteriori motivi per preoccuparsi della sicurezza nucleare
I vecchi impianti nucleari della Corea stanno sollevando tante preoccupazioni, ma ora i coreani hanno ulteriori ragioni per preoccuparsi.
Lo scorso giovedì, la Commissione sulla Sicurezza Nucleare ha multato la Korea Hydro & Nuclear Power (KHNP), il gestore di oltre 23 impianti nucleari sul territorio nazionale, per 740 milioni di won (642.534 dollari) per aver eseguito in maniera inappropriata le dovute ispezioni di servizio. Secondo l’organo di controllo governativo sugli impianti nucleari, le incorrete ispezioni – sulla barra di regolazione di saldatura dell’attuatore – sono state condotte per oltre 30 anni in 16 reattori. La commissione ha dichiarato che le ispezioni sono state portate avanti incorrettamente a causa di un errore nel manuale sulle ispezioni scritto nel 1982 dal costruttore. Gli ispettori hanno fatto affidamento al manuale senza compiere ulteriori controlli.
In aggiunta, la commissione ha scoperto che l’Istituto Coreano per la Ricerca sull’Energia Atomica (KAERI), di stanza a Daejeon, si liberava dei rifiuti tossici all’interno della proprietà, cosa illegale. Lo smaltimento dei rifiuti tossici è severamente regolato, al punto che anche rifiuti di basso grado come i guanti e i vestiti devono essere separati dai rifiuti normali.
Secondo la commissione, il KAERI si è sbarazzato di cemento radioattivo e altri rifiuti seppellendoli nella proprietà di Gongneung-dong a Daejeon – una parte di esso è stata persino trasportata e sotterrata a Geumsan, nella Provincia di Chunghcheon Sud, a 28 chilometri a sud di Daejeon. Circa 2.8 milioni di persone risiedono nel raggio di 30 chilometri dall’istituto.
Si è anche sbarazzato di guanti e vinile nei rifiuti generici – alcuni dei quali sono poi stati bruciati – e ha rilasciato le acque di scarico nel sistema fognario.
La squadra di inquirenti a gennaio aveva recuperato il materiale radioattivo di Geumsan ed attualmente è immagazzinato sul terreno di proprietà del KAERI. Secondo la commissione, si stima che i rifiuti di cemento pesino circa 2.15 tonnellate. Per gli altri scarti non sono ancora disponibili delle stime.
L’organo di monitoraggio ha iniziato la sua indagine lo scorso novembre dopo che una talpa aveva mosso le prime accuse. Gli atti illeciti sono stati commessi dal 2011.
I rifiuti radioattivi nucleari sono una seria minaccia alla salute e all’ambiente. Una corte di Busan nel 2014 aveva emesso una sentenza in cui la Kori Nuclear Power Plant fu trovata responsabile del cancro alla tiroide che non è insolito riscontrare in un gruppo di residenti che vivono intorno all’impianto.
Il Green Party Korea ha rilasciato una dichiarazione in cui critica l’operato della KAERI.
“Questa è un’azione che mette in serio pericolo la sicurezza e la salute delle persone che vivono nelle vicinanze,” ha dichiarato il partito durante una conferenza stampa. Il partito contro l’energia nucleare è anche a capo di una commissione che si oppone all’energia nucleare ha anche fatto pressioni affinché i procuratori aprano un caso. “Multarli non è abbastanza,” hanno dichiarato.
Il partito ha criticato anche l’organo di monitoraggio per aver fallito nel prevenire la cattiva condotta. “Alcuni membri della commissione sono ex dipendenti della KAERI. È difficile credere che possano giudicarla imparzialmente. Dovrebbero invitare i residenti a prendere parte al monitoraggio.”
La Corea del Sud ha la maggior densità di impianti nucleari del mondo, e le rivelazioni di settimana scorsa sembrano dare fondamento alle preoccupazioni dell’opinione pubblica.
Una delle preoccupazioni maggiori è il continuo utilizzo degli impianti anche dopo la fine del loro ciclo di vita. All’inizio della scorsa settimana, la Corte Amministrativa di Seoul ha ordinato la sospensione delle attività del reattore Wolseong-1 a Gyeongju, nella Provincia di Gyeongsang Nord, che avrebbe dovuto essere chiuso nel 2012 ma che è stato riattivato nel 2015 dopo una certificazione di estensione delle operazioni.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/02/371_223877.html
14 febbraio, Corea del Sud – Il fratellastro del leader nord coreano è stato assassinato in Malesia con degli “aghi avvelenati”
Martedì, una fonte governativa ha riportato ai media che il fratellastro maggiore del leader nord coreano Kim Jong-Un, Kim Jong Nam, è stato assassinato in Malesia.
Kim è morto mentre si recava in ospedale dall’Aeroporto Internazionale di Kuala Lumpur, questo lunedì, dopo che due donne non identificate e presumibilmente di nazionalità nord coreana lo avevano avvelenato con degli aghi.
Secondo quanto riportato dalla locale tv via cavo coreana, Chosun, le due sospettate sono fuggite in taxi subito dopo l’attacco.
La polizia malaysiana ritiene che dietro l’attacco ci sia la Corea del Nord stessa.
Questo è l’assassinio di più alto profilo sin da quando Kim Jong-un è salito al potere nel 2011. Il suo stesso zio, Jang Song-thaek, è stato giustiziato su suo ordine nel dicembre del 2013.
Il Ministero degli esteri sud coreano non ha potuto verificare nulla su quanto riportato sull’incidente.
Tuttavia, gli osservatori speculano che Kim Jong-un possa aver ordinato l’omicidio di suo fratello per rendere ancora più sicura la sua posizione di potere.
“Kim Jong-un è al potere da oltre cinque anni. Può essersi sentito costretto ad assassinarlo per rafforzare il regime” ha spiegato An Chan-il, capo del World Institute for North Korean Studies.
Cheong Seong-chang, ricercatore anziano dell’Istituto Saejong, è convinto che “l’assassinio di Kim Jong-nam non poteva avvenire senza il consenso di Kim Jong-un.”
Ha anche aggiunto che si sospetta il coinvolgimento dei servizi segreti nord coreani nell’assassinio.
“L’agenzia ha tenuto sotto controllo Kim Jong-nam, ed è l’agenzia che ha il compito di uccidere tutti le figure chiave nord coreane,” ha fatto notare Cheong.
Kim Jong-nam è il figlio maggiore del defunto leader Kim Jong-il, ed è stato costretto ad un esilio di fatto per decenni.
Le speculazioni vogliono che sia stato minacciato a lungo dal fratello più piccolo che lo vedeva come un rivale nella lotta al potere. Si era sempre pensato che la Cina proteggesse Kim Jong-nam, e nei tardi anni ’90 era stato fatto il suo nome come possibile successore di Kim Jong-il.
Tuttavia, la posizione di Jong-nam all’interno del regime venne compromessa quando sua zia Sung Hye-rang emigrò negli Stati Uniti nel 1996, e quando fu espulso dalla Cina per aver cercato di raggiungere il Giappone con un passaporto falso.
Jong-nam ha vissuto prevalentemente nel territorio cinese di Macau dove si pensa abbia gestito uno dei fondi neri di suo padre e il traffico illegale di armi della Corea del Nord sotto ordine di Kim Jong-il.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/02/103_223967.html
15 febbraio, Giappone – È improbabile che Abe indica le elezioni prima della visita di Trump
È molto improbabile che il Primo ministro Shinzo Abe indica che elezioni almeno fino a dopo la visita del Presidente americano Donald Trump alla fine di quest’anno.
Durante il loro primo incontro a Washington tenutosi venerdì, Abe ha esteso un invito a Trump per una visita ufficiale in Giappone e il presidente ha accettato.
A causa della diplomazia e degli impegni della Dieta, la Casa dei Rappresentanti non terrà delle elezioni prima dell’autunno, almeno secondo delle persone vicine alla coalizione di Abe.
Tokyo e Washington prima si concentreranno per organizzare la visita del Vice presidente Mike Pence che guiderà, insieme al Vice primo ministro Taro Aso, i negoziati bilaterali sull’economia che Trump e Abe hanno deciso di intraprendere.
Il vice presidente potrebbe visitare il Giappone questo aprile o dopo che la Dieta avrà approvato il budget del governo per l’anno fiscale 2017 che inizia il 1° aprile.
Abe e Trump porteranno avanti il dialogo a lato dell’incontro del G7 in Italia a fine maggio e durante quello del G20 in Germania a luglio.
A fine settembre, Abe forse si recherà a New York per tenere un discorso durante la sessione dell’Assemblea Generale americana.
Alcuni funzionari del governo ritengono che Trump potrebbe visitare il Giappone all’inizio di novembre in modo da far coincidere la sua visita con la sua partecipazione in Vietnam al summit sulla Cooperazione Economica in Asia e nel Pacifico.
“Probabilmente non ci saranno elezioni per la Camera Bassa fino a che il presidente americano non visita il Giappone,” ha dichiarato domenica Hakubun Shimomura, segretario generale esecutivo del Partito Liberal democratico di Abe facendo riferimento a una possibile visita di Trump in autunno.
Shimomura ha suggerito che Abe non è incline a prendere rischi politici prima della visita di Trump – un’importante evento diplomatico che mostrerebbe al mondo la forte alleanza tra Giappone e Stati Uniti.
Fonti rivelano che Komeito, partner della coalizione del LDP, non sarebbe propenso a tenere delle elezioni nei tre mesi antecedenti e successivi alla campagna elettorale per l’Assemblea Metropolitana di Tokyo.
Il mandato dell’attuale Camera Bassa termina a dicembre 2018. Il mandato di Abe come presidente del LDP scadrà tre mesi prima, alla fine di settembre dello stesso anno.
“Se Abe indice delle elezioni a inizio dell’anno prossimo e le vince, gli si apriranno le porte per il terzo mandato come presidente del LDP,” ha dichiarato un funzionario anziano del partito.
Tuttavia, il Segretario generale del partito liberal democratico Toshihiro NIkai lunedì ha dichiarato ai giornalisti che “la visita di Trump in Giappone non ha niente a che vedere con le elezioni della Camera Bassa,” affermando che un evento diplomatico non influenzerà la decisione di Abe.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/02/15/national/politics-diplomacy/abe-unlikely-call-election-trump-visit/#.WKsNafnhDIU
16 febbraio, Corea del Sud – Il piano per rilasciare i libri di storia autorizzati dal governo sta fallendo
Il piano del governo di introdurre nelle scuole un libro di storia autorizzato dallo stato è virtualmente fallito, visto che mercoledì solo tre scuole si sono iscritte per il programma pilota. Il Ministero dell’istruzione ha deciso che invierà i libri di testo anche ad altre scuole se lo vorranno.
Secondo gli uffici regionali dell’istruzione, nell’ultimo giorno si sono iscritte solo tre scuole collocate nella provincia conservatrice di Gyeongsang Nord – il liceo Munmyeong a Gyeongsang, il liceo Osang di Gumi e la Scuola Superiore di Aviazione Gyeongbu di Yeongju. Sono solo lo 0.06% di tutte le scuole superiori e medie della nazione.
Anche se si contano solo le scuole che hanno in programma l’uso del libro nei corsi del primo anno, le tre scuole ammontano a solo lo 0.19%.
Nessuna scuola media si è iscritta al programma pilota. Solo 21 scuole hanno inserito il libro nei corsi del semestre primaverile degli studenti del primo anno, e tutte le scuole hanno optato per adottare libri di testo di editori privati.
Il Ministero dell’istruzione si aspettava anche almeno il 20% delle scuole avrebbero preso parte al programma pilota.
Tuttavia, il Ministero ha anche fatto sapere che continuerà a portare avanti il programma “anche se una sola scuola dovesse iscriversi.”
In proposito, un gruppo contro i libri di testo autorizzati dallo stato ha fortemente criticato il governo per non essersi arreso.
“Il Ministero dell’istruzione dovrebbe prendere atto delle richieste dei docenti, genitori e studenti e terminare il programma,” ha dichiarato il gruppo questo giovedì.
Il gruppo è composto da tre partiti dell’opposizione, 485 gruppi civici e 13 sovrintendenti scolastici liberal regionali.
Il maggior sindacato nazionale degli insegnanti si è lamentato del fatto che l’Ufficio per l’Istruzione di Gyeongsangbuk-do, in un tentativo di aumentare le domande, ha ignorato le linee guida che invece sottolineano come le scuole possano iscriversi solo se almeno l’80% degli insegnanti siano d’accordo. Il sindacato ritiene che questa infrazione renda invalide le iscrizioni.
Anche le scuole che hanno fatto domanda hanno preso questa decisione affrontando delle opposizioni.
Giovedì, i genitori e i residenti di Gyeongsan si sono riuniti di fronte al liceo Munmyeong per protestare contro la decisione.
L’ufficio per l’istruzione provinciale rivedrà le domande presentate dalle scuole ed entro oggi deciderà se potranno far parte del programma pilota del ministero.
Inizialmente, nel 2015 il governo aveva deciso di introdurre un libro unico di storia – autorizzato dallo stato- per gli studenti delle medie e delle scuole superiori a partire da quest’anno. Tuttavia, il piano incontrò numerose proteste da parte degli storici liberali, i gruppi civici e gli uffici regionali per l’istruzione, che ritenevano che il libro glorificasse le conquiste dell’ex Presidente Park Chung-hee, padre dell’attuale Presidente Park Geun-hye.
Le continue proteste hanno recentemente portato il ministero ad alterare il suo piano originale, permettendo alle scuole di adottare sia il libro autorizzato dallo stato che quelli pubblicati da privati nel 2018, dopo che il libro autorizzato fosse stato volontariamente adottato nelle scuole facenti parte del programma pilota di quest’anno.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/02/181_224077.html
17 febbraio, Giappone – Manifestanti giapponesi chiedono alle grandi banche di smettere di finanziare il progetto dell’oleodotto in Dakota
Gruppi di cittadini hanno presentato una petizione con oltre 11,300 firme a tre grandi banche giapponesi per richiedere che interrompano i finanziamenti al progetto Dakota Access Pipeline che è stato recentemente riavviato dal Presidente americano Donald Trump.
Un gruppo di cittadini preoccupati lo scorso dicembre ha dato inizio alla petizione sul sito Change.org. Chiedono alla Banca Mizuho, alla Banca di Tokyo-Mitsubishi UFJ, e al Gruppo Finanziario Sumitomo Mitsui di ritirare il loro finanziamento all’oleodotto in Dakota, affermando che il progetto da 3.7 miliardi di dollari mette in pericolo il Lago Oahe che è l’unica fonte di acqua potabile nel Nord Dakota per gli indiani Sioux della Riserva di Standing Rock.
Le tre banche non hanno rivelato l’ammontare dei loro finanziamenti, ma secondo Food&Water Watch, un’organizzazione non governativa di Washington, hanno investito più di 1.4 miliardi di dollari nel progetto.
“Le banche finanziano progetti con i nostri depositi senza che sappiamo dove i nostri soldi vengano diretti”, ha detto Shimizu, un organizzatore facente parte di 350.org Giappone, un’altra organizzazione non governativa. “Più persone dovrebbero esserne a conoscenza.”
La petizione afferma che le tre banche stanno violando i loro stessi valori dei diritti umani.
Tutte e tre le banche, infatti, hanno adottato gli Equator Principles che determinano, valutano e gestiscono i rischi ambientali e sociali dei progetti finanziari.
Mentre i cittadini ritengono che il progetto dell’oleodotto violi questi principi, tutte e tre le banche hanno dichiarato che in via generale si rifanno agli Equator Principles e finanziano progetti che siano sensibili ai problemi ambientali e dei diritti umani.
In seguito a imponenti proteste e campagne, l’anno scorso due delle istituzioni finanziarie più grandi della Norvegia hanno ritirato il loro supporto al progetto adducendo a preoccupazioni ambientali e per i diritti umani.
La consegna della petizione a Tokyo arriva proprio quando Trump sta cercando in tutti i modi di disfare l’eredità del suo predecessore, il Presidente Barack Obama.
L’amministrazione Obama lo scorso dicembre negò alla Energy Transfer Partners, la compagnia di sviluppo dell’oleodotto, il permesso necessario per completare la costruzione della struttura. Tuttavia, Trump ha ordinato al segretario militare di riprendere la costruzione al più presto possibile.
L’oleodotto è visto come il simbolo della politica di Trump, “Prima l’America”. La Energy Transfer Partners ha dichiarato che l’oleodotto permetterà il trasporto di 470mila barili di gregge al giorno dal Nord Dakota all’Illinois e permetterà la creazione di migliaia di lavori e darà energia all’economia.
Tuttavia, membri della tribù Sioux della Riserva di Standing Rock e gruppi ambientalisti ritengono che il progetto sia una minaccia all’ambiente e alla cultura dei nativi.
Il percorso dell’oleodotto passa attraverso la terra dei loro antenati, e ci sono rischi ambientali in caso dovesse rompersi vicino al fiume Missouri.
“è una violazione dei diritti dei popoli indigeni,” ha dichiarato Akemi Shimada, una donna Ainu, capo del Greater Tokyo Ainu Community House Project, una delle persone che ha aiutato a consegnare la petizione. “Trump dovrebbe riconoscere il diritto delle popolazioni indigene a vivere in armonia con la natura.”
Ci sono state numerose proteste contro la costruzione nei pressi del sito, e lo scorso ottobre le Nazioni Unite hanno avviato un’inchiesta per la possibile violazione dei diritti umani dei nativi americani che protestavano da parte degli agenti del Nord Dakota.
Tuttavia, lunedì un giudice americano ha negato l’ordine restrittivo che avrebbe sospeso il progetto, e il governatore del Nord Dakota Bergum mercoledì ha ordinato ai manifestanti di sgomberare il loro campo.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/02/17/national/japanese-protesters-demand-mega-banks-end-funding-dakota-pipeline-project/#.WKhtd_nhDIU
18 febbraio, Giappone – Secondo la Cina le azioni “negative” del Giappone impediscono il miglioramento dei rapporti
La Cina ha fatto sapere al Giappone che le sue azioni negative su alcune questioni di importanza maggiore impediscono il miglioramento dei rapporti bilaterali ma che, nonostante questo, adesso ci sono delle opportunità per migliorare la relazione tra la Cina e il Giappone.
Durante un incontro in Germania, il Ministro degli esteri cinese Wang Yi ha riferito alla sua controparte giapponese Fumiko Kishida che entrambe le nazioni dovrebbero compiere uno sforzo per riportare i rapporti laterali sulla giusta rotta.
“Adesso ci sono opportunità e sfide per migliorare i rapporti tra la Cina e il Giappone”, ha dichiarato Wang venerdì.
Senza offrire maggiori spiegazioni, Wang ha anche aggiunto che “Alcune recenti azioni del Giappone nei confronti di questioni della massima importanza hanno causato delle interferenze nel miglioramento dei rapporti bilaterali.”
“Ci potranno essere dei miglioramenti nelle relazioni solo quando il Giappone onorerà i suoi doveri e adotterà un comportamento responsabile, come prevenire l’avvenire di incidenti che possano danneggiare il fondamento politico delle relazioni sino giapponesi.”
I due si sono incontrati a lato dell’incontro tra i ministri degli esteri delle maggiori economie del G20 che si è tenuto a Bonn, in Germania.
Le relazioni tra le due più grandi economie dell’Asia sono da tempo disturbati dalle dispute sulla loro dolorosa storia bellica e sui territori nel Mar Orientale Cinese che comprendono un gruppo di isole disabitate, e altre questioni.
Questa settimana la Cina ha dato voce alle sue preoccupazioni per il continuo supporto degli Stati Uniti al Giappone nella disputa con Beijing sulle isole; supporto confermato durante un incontro tra il Presidente americano Donald Trump e il Primo ministro Shinzo Abe.
Fonte: Japan Today, https://www.japantoday.com/category/politics/view/china-tells-japan-negative-moves-prevent-improvement-in-ties
19 febbraio, Corea del Sud, La polizia malese ricerca altri 4 uomini nord coreani legati all’omicidio di Kim Jong-nam. I sospetti sul coinvolgimento di Pyongyang aumentano.
La polizia malese ha scoperto che quattro ulteriori uomini nord coreani sono collegati all’omicidio di Kim Jong-nam, il fratellastro separato del leader nord coreano Kim Jong-un.
Il Vice Ispettore Generale della Polizia Noor Rashid Ibrahim, dopo l’arresto venerdì di un sospettato identificato come Ri Jong-chol, anni 47, domenica durante una conferenza stampa ha esposto i risultati preliminari dell’indagine in corso.
Ibrahim ha dichiarato che la polizia sta cercando di localizzare gli altri quattro sospettati che hanno lasciato la Malesia il 13 febbraio, subito dopo la morte di Kim Jong-nam. Sono Ri Jae-nam, 57, Ri Ji-hyo, 33, O Jong-gil, 55, e Hong So-hac, 34.
Ha anche aggiuto che altri tre nord coreani sono ricercati per aiutare la polizia nelle sue indagini.
L’annuncio fa chiaramente capire come la Corea del Nord abbia orchestrato la morte di Kim. Tuttavia, Ibrahim ha dichiarato che non si può ancora dire con certezza che Kim sia stato ucciso da agenti nord coreani.
Kim Jong-nam è morto lunedì all’Aeroporto Internazionale di Kuala Lumpur dopo che è stato colpito al visto con quello che sembra essere stato veleno da parte di due donne.
Settimana scorsa, altri tre sospettati tra cui le due donne – una identificata dai documenti come vietnamita e l’altra Indonesiana, sono stati arrestati dalle autorità malesi.
“Oggi posso confermare che loro (i quattro sospettati nord coreani) hanno lasciato la Malesia lo stesso giorno dell’omicidio”, ha dichiarato il vice ispettore generale. Ha anche aggiunto che “i quattro sospettati hanno normali passaporti, non di tipo diplomatico.”
“La prossima mossa è quella di catturarli. Abbiamo la cooperazione internazionale specialmente dell’Interpol e, ovviamente, del paese interessato. Percorreremo tutte le strade possibili per catturare i colpevoli.”
La polizia ha anche confermato che Kim Jong-nam è morto per avvelenamento; tuttavia, nonostante sia stata completata l’autopsia, i risultati finali non sono ancora disponibili.
Dopo l’omicidio, la Malesia e la Corea del Nord si sono scontrati per quanto riguarda il corpo di Kim Jong-nam.
Ibrahim ha fatto sapere che è diritto dei diretti familiari di Kim Jong-nam ricevere il corpo, e non della Corea del Nord che invece ha richiesto che la Malesia lo consegnasse immediatamente a dei rappresentati dello stato. L’Ambasciatore nord coreano in Malesia Kang Chol ha accusato la Malesia di ingannare il Nord e di cospirare con “forze ostili” contro Pyongyang.
La polizia ha fatto sapere che stanno cercando di contattare i parenti prossimi di Kim Jong-nam.
“Il corpo deve essere identificato. I più adatti a farlo sono i suoi parenti più stretti,” ha detto il vice ispettore. “Verificheremo di nuovo la sua identità attraverso i metodi scientifici, per questo è molto importante che i membri della famiglia più vicini a lui si facciano avanti e ci assistano nel processo di identificazione secondo quanto stabilito dalla legge malese.”
Il Dipartimento per l’immigrazione malese sta verificando l’autenticità di un tesserino “i-Kad” detenuto da Ri Jong-chol. Il documento è un tesserino identificativo rilasciato dal governo malese per registrare i lavoratori immigrati.
Apparentemente, domenica due ufficiali dell’ambasciata nord coreana a Kuala Lumpur hanno fatto visita alla stazione di polizia in cui è detenuto Ri e hanno fatto richiesta per poterlo incontrare. Non è stato ancora rivelato se gli sia stato accordato il permesso o no.
Il Ministro per l’Unificazione della Corea del Sud ritiene che dietro all’omicidio ci sia la Corea del Nord, visto che cinque dei sospettati sono stati identificati come nord coreani. Il ministero ha anche aggiunto che Seoul e la comunità internazionale stanno tenendo d’occhio questo caso “incauto e violento”, e che è determinato a proteggere la sicurezza della nazione e le vite delle persone nonostante le continue minacce di attacchi nucleari da parte del Nord.
Kim Jong-nam, il figlio maggiore del defunto leader della Corea del Nord Kim Jong-il, una volta era considerato l’erede della dinastia Kim. Per lungo tempo è stato protetto da Beijing, mentre suo zio e ex n.2, Jang Song-taek – in seguito giustiziato da Kim Jong-un – giocava un ruolo chiave nella cooperazione diplomatica ed economica del Nord con la Cina, almeno secondo quanto rivelato da funzionari dell’intelligence sud coreana.
Non è ancora stato confermato se sia stato proprio il regime militare a ordinare l’omicidio. Tuttavia, il Servizio di Intelligence Nazionale di Seoul la settimana scorsa ha confermato che dopo essere salito al potere nel 2011, il leader nord coreano aveva emesso un “ordine permanente” per uccidere suo fratello.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/02/103_224258.html
Featured Image: Korea Times (dall’articolo del 14/2)