Rassegna settimanale 30 gennaio-5 febbraio: Giappone e Corea del Sud
30 gennaio, Giappone – A Fukushima no.1 sono state trovate possibili tracce del combustibile nucleare che ha penetrato il recipiente a pressione del reattore
Lunedì Tepco ha trovato quelli che sembrano i detriti fusi del combustibile nucleare che aveva penetrato il recipiente a pressione del reattore 2 dell’impianto No.1 di Fukushima. La Compagnia Elettrica di Tokyo ha fatto sapere che serviranno ulteriori test e indagini per confermare se la massa nera rilevata nel recipiente di contenimento del reattore sia davvero residuo di combustibile.
Il recipiente a pressione in acciaio ospita le barre di combustibile nucleare ed è montato all’interno del recipiente di contenimento circostante.
“A questo punto, è difficile identificare con precisione la loro natura”, ha dichiarato Yuichi Okamura, direttore generale del dipartimento sulla potenza nucleare e sulla localizzazione degli impianti della Tepco, durante una conferenza stampa tenutasi alla sede di Tokyo dell’azienda.
Dei video girati durante le ispezioni di lunedì mostrano delle masse nere che sembrano essere qualcosa che si è prima sciolto e poi congelato, attaccandosi ad alcune parti di una griglia in acciaio alla base del recipiente di contenimento.
Okamura ha precisato che la massa potrebbe essere pittura sciolta, coperture di cavi o rivestimento delle tubature.
Tuttavia, questa è la prima volta che la Tepco, sin dall’inizio della crisi nel marzo 2011, individua qualcosa in uno dei tre reattori danneggiati dell’impianto che possa essere ricondotto a barre di combustibile sciolte. Okamura ha definito la scoperta come “informazioni di valore.”
La posizione dei residui e il suo stato fisico sono informazioni essenziale per eventualmente ritrovare il combustibile.
La Tepco ha pianificato, per il mese prossimo, l’invio di un robot a controllo remoto equipaggiato di termometro e dosimetro. Okamura ha spiegato che misurare la temperatura e i livelli di radiazione dei residui aiuterà a capire se sono effettivamente residui di combustibile.
Il combustibile si fuse in seguito al black out energetico dell’impianto di raffreddamento dell’impianto No.1 di Fukushima causato dal terremoto e successivo tsunami dell’11 marzo 2011.
Si ritiene che le barre di combustibile del reattore 2 si siano sciolte e abbiano penetrato il fondo spesso 20 cm del recipiente a pressione e sia così andato a contaminare il recipiente di contenimento.
Sin dalla scorsa settimana la Tepco sta portando avanti delle indagini per esaminare l’interno del recipiente di contenimento.
In un tentativo precedente, gli esperti inserirono una barra con una telecamera a un’estremità in modo da avere informazioni in più prima del tentativo con il robot a controllo remoto.
Il primo tentativo non diede informazioni degne di nota, ma lunedì è stata poi calata una barra più lunga – 10.5 m – capace di catturare immagini nell’area sottostante il recipiente a pressione.
Il video mostra anche la presenza di gocce d’acqua che cadono dall’alto e la Tepco ipotizza che sia acqua di raffreddamento che è stata iniettata nel recipiente danneggiato.
Il reattore 2 è uno dei tre reattori, compreso l’1 e il 3, che hanno subito una fusione del combustibile.
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/01/30/national/fuel-debris-possibly-found-no-2-reactor-fukushima-nuclear-plant-nhk/#.WJXdcPnhDIU
31 gennaio, Corea del Sud – La Corea del Sud e gli Stati Uniti decidono di schierare il THAAD come da programma
Il Ministro della difesa Han Min-koo e il Segretario della Difesa degli Stati Uniti James Mattis martedì hanno deciso di schierare la “Difesa d’area terminale ad alta quota” (THAAD) così come da programma.
Secondo il Ministro della Difesa Nazionale, durante una telefonata di mezz’ora i due alti funzionari hanno deciso che il dispiegamento del sistema anti-missile procederà nonostante le proteste e le azioni di ritorsione della Cina.
Nonostante la Corea del Sud e gli Stati Uniti abbiano più volte affermato che il sistema servirà solo a difendersi dai missili balistici della Corea del Nord, la Cina si è fermamente opposta all’utilizzo del THAAD poiché crede che i radar a banda-X possa essere sfruttato per spiare il suo sistema missilistico.
I due alleati hanno tuttavia deciso che l’avanzato sistema di difesa anti-missile americano sarà posizionato entro luglio.
La telefonata ha preceduto la visita ufficiale in Corea del Sud di due giorni e che avrà inizio martedì, del Segretario alla difesa americano. Questo sarà il suo primo viaggio all’estero dopo la nomina a capo del Pentagono.
Si incontrerà con il Presidente ad-interim e Primo Ministro Hwang Kyo-ahn, il Capo dell’Ufficio per la Sicurezza Nazionale Kim Kwan-jin e il Ministro Han per discutere la minaccia missilistica del Nord e altre sfide bilaterali.
Mattis ha dichiarato che ha scelto la Corea del Sud come sua prima destinazione poiché l’alleanza tra Washington e Seul è molto importante in vista della crescente minaccia nord coreana.
Durante la loro telefonata, Mattis e Han hanno anche deciso di continuare a mantenere lo stato di massima allerta così che gli alleati possano reagire con prontezza e intensità ad un’eventuale provocazione da Pyongyang.
Il Ministro ha fatto sapere che Mattis ha offerto di estendere la deterrenza, che fa riferimento all’impegno preso da Washington di difendere i suoi alleati mobilitando tutte le sue forze militari – convenzionali e nucleari – per affrontare l’aggressione del Nord.
Una fonte anonima del ministero ha dichiarato che “i due capi della difesa concordano sul fatto che c’è la possibilità reale che il Nord porti avanti provocazioni strategiche e tattiche questo periodo di transizione politica sia in America sia in Corea del Sud.”
Il commento va a infilarsi nel quadro che ha visto il leader nord coreano Kim Jong-un affermare, durante il suo discorso per il Capodanno Lunare, che il Nord ha iniziato l’ultima fase di preparazione per compiere un lancio di prova con un missile balistico internazionale (ICBM) che ha una gittata di circa 10,000 km, capace di colpire il suolo americano.
Nell’esprimere le loro preoccupazioni sulla minaccia missilistica nord coreana, Han e Mattis hanno condiviso la necessità di migliorare l’alleanza tra Seul e Washington e di rafforzare la loro cooperazione nel lottare contro lo stato repressivo.
L’accordo è sulla stessa linea di quello fatto domenica al telefono dal Presidente Donald Trump e dal Primo Ministro Hwang in cui hanno nuovamente affermato l’importanza dell’alleanza e hanno concordato a rafforzare le loro forze militari.
Il ministero ha fatto sapere che i due capi della difesa non hanno parlato della questione della suddivisione dei costi per la permanenza delle U.S Forces Korea, minimizzando le speculazioni per cui la nuova amministrazione americana potrebbe chiedere a Seul di pagare di più per la sua protezione.
Durante la campagna presidenziale, Trump disse che non aveva senso che gli Stati Uniti pagassero per difendere stati ricchi come il Giappone e la Corea del Sud, e aveva prospettato di abbandonare entrambi i paesi se questi non avessero pagato di più.
Il ministero ha inoltre dichiarato che Mattis venerdì avrà un incontro bilaterale sulla difesa con Han dopo che mercoledì avrà chiamato Hwang e Kim.
I due capi della difesa sembra che presto invieranno un importante messaggio d’avvertimento al Nord.
Dopo aver concluso le due giornate in Corea del Sud, Mattis partirà per il Giappone.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/02/205_222956.html
1 Febbraio, Giappone – Sapporo scrive una bozza per regolamentare le unioni tra coppie LGBT
Il governo municipale di Sapporo in Hokkaido martedì ha presentato una bozza di regolamento per riconoscere ufficialmente le unioni di coppie dello stesso sesso tra omosessuali, lesbiche, bisessuali e transgender.
Non solo Sapporo sarà la prima grande città del Paese ad avere questo tipo di regolamento, ma sarà anche il primo governo municipale a riconoscere le unioni anche tra coppie eterosessuali con disordini dell’identità di genere.
Secondo il regolamento, coloro a cui potrà essere applicata la legge saranno i cittadini di almeno 20 anni. Dopo aver ricevuto quello che sarà chiamato un “voto di unione”, il governo locale consegnerà alla coppia una ricevuta e una copia del voto.
Nonostante la certificazione non conferisca alla coppia diritti legali speciali o doveri, potranno richiedere denaro per assicurazioni sulla vita e potranno sfruttare diversi sconti per famiglie, come quelli per i contratti telefonici.
Il governo municipale ha introdotto la bozza all’assemblea cittadina questo martedì. Il programma inizierà con l’inizio del nuovo anno fiscale in aprile.
Alcuni governi locali a Tokyo e in altre zone del paese hanno già iniziato a riconoscere le unioni tra coppie dello stesso sesso.
La bozza di Sapporo definisce le possibili coppie come in una relazione in cui “entrambi o una delle parti è una minoranza sessuale e si riconoscono come partner e si promettono di cooperare economicamente, fisicamente e mentalmente l’uno con l’altro nella vita di tutti i giorni.”
Ken Suzuki, professore dell’Università Meiji di Tokyo e leader di un gruppo civico che ha fatto pressioni sul governo cittadino per questo regolamento, ha applaudito la proposta di Sapporo affermando che “è un programma avanzato.”
Ha anche aggiunto che spera che il governo cittadino mostri che tipi di servizi amministrativi può fornire alle coppie certificate.
Al momento in Giappone si stanno facendo enormi sforzi per eliminare le discriminazioni contro le minoranze sessuale e affinché i diritti LGBT vengano sempre più riconosciuti dalla società.
Nell’aprile del 2015, il Quartiere Shibuya di Tokyo fu il primo luogo del paese a riconoscere le unioni dello stesso sesso come matrimonio, passando un’ordinanza che assicurasse alle coppie un certificato. Diversi municipi, come Iga, nella Prefettura di Mie, Takarazuka, nella Prefettura Hyogo, e Naha, nella Prefettura di Okinawa, ne hanno seguito l’esempio.
Fonte: Japan Today , https://www.japantoday.com/category/national/view/sapporo-drafts-partnership-rules-for-lgbt-couples
2 Febbraio, Corea del Sud – Ban Ki Moon annuncia il suo allontanamento dalla politica
L’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon mercoledì, dopo che martedì aveva improvvisamente rinunciato alla sua offerta per la Casa Blu, ha annunciato che non prenderà parte alla corsa presidenziale in “nessun modo” e si allontanerà dalla politica.
Ban ha fatto sapere ai giornalisti che non prenderà parte a nessuna attività politica e che non supporterà nessun candidato presidenziale durante la campagna.
“Ho intenzione di non partecipare alla vita politica durante la mia permanenza nel paese,” negando la possibilità che si unisca a qualche forza politica esistente. “Invece, lavorerò per raggiungere l’unificazione nazionale e la riconciliazione tenendo discorsi pubblici e partecipando a seminari accademici.”
Ban ha dichiarato che il neo Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres lo ha chiamato per consolarlo subito dopo il suo annuncio e gli ha dato consigli simili.
“Ha dichiarato che dovevo aver capito la differenza tra politica internazionale e nazionale, e che sarebbe più desiderabile che io contribuisca alla nazione in modo diverso,” ha detto Ban.
Questa improvvisa decisione di Ban ha sollevato numerose speculazioni.
Nonostante lui abbia spesso accusato i politici di oggi di essere difficili e dichiarato che sia altrettanto impegnativo lavorare con loro, alcuni hanno sollevato dubbi su una possibile interferenza delle Nazioni Unite che gli avrebbero consigliato di ritirarsi.
Tuttavia Ban ha dichiarato che la ragione principale del suo ritiro è stata il fatto che le sue aspirazioni per una riforma e unità politica che attraversi lo spettro ideologico è stata fortemente tratteggiata dai politici in continua ricerca di interessi personali.
Sin dal suo ritorno in Corea il 12 gennaio, Ban si è messo in contatto con partiti politici e pesi massimi per guadagnare sostegno per la sua candidatura presidenziale ma è sempre rimasto fuori dai circoli politici.
Il neo arrivato nell’arena politica nazionale aveva presentato un piano di riforma costituzionale, una mossa che è stata interpretata come il tentativo di unificare le forze politiche sotto la sua ala. Tuttavia, è stata ricevuta con freddezza e il suo tasso di gradimento tentennava.
“Mi sono incontrato con i politici per tre settimane e mi sono reso conto che sarebbe stato difficile raggiungere una grande unità, tirandoli insieme,” ha dichiarato.
“Non c’erano piani pratici o idee concrete che io potessi condividere con loro, anche dopo aver speso con ognuno di loro almeno due ore. Il loro modo di pensare è molto complicato.”
Nonostante il suo supporto stesse scendendo – inseguendo Moon Jae-in, ex leader dell’opposizione e il candidato presidenziale in vantaggio – l’inaspettata rinuncia di Ban è stata uno shock, anche per i suoi assistenti.
Hanno dichiarato che non ne hanno saputo niente fino al momento dell’annuncio di Ban durante un’improvvisata conferenza stampa all’Assemblea Nazionale.
Scusandosi con loro, Ban ha dichiarato che se si fosse consultato con i suoi consiglieri sulla decisione, “sapevo che mi avrebbero persuaso dal farlo.”
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/02/281_223192.html
3 Febbraio, Il Giappone, come altri alleati, teme che il prossimo tweet di Trump possa alterare l’ordine del dopo guerra
Per la prima volta in decenni, gli alleati dell’America si chiedono dove ricada l’alleanza di Washington.
Questa settimana, il Presidente Donald Trump e i suoi delegati hanno attaccato alcuni dei più vicini amici dell’America, facendo saltare uno “stupido” accordo con l’Australia sulla ridistribuzione dei rifugiati e accusando il Giappone e la Germania di manipolare le loro valute. I legami con il Messico si sono deteriorati al punto che il governo ha dovuto negare i rapporti secondo cui Trump avrebbe detto al Presidente Enrique Pena Nieto che potrebbe mandare dei soldati americani lungo il confine sud.
Il dilemma su cui si stanno interrogando i funzionari di tutto il mondo è se questo stile così brusco di Trump sia solo una strategia per tenerli tutti in sospeso o se sia l’inizio di una mossa per ribaltare le regole che hanno finora guidato le relazioni degli Stati Uniti sin dalla Seconda Guerra Mondiale. Nel frattempo, gli alleati hanno ben poche possibilità se non prepararsi al peggio.
Gli ultimi attacchi sono stati contro l’Australia e il Giappone, nonostante il capo del Pentagono sia in viaggio proprio nella regione per confermare l’impegno degli Stati Uniti nella sicurezza.
“Per quelli come noi, l’Australia, il Giappone e la Corea, che sono stati dipendenti dalla continuità, dobbiamo iniziare a pensare a una situazione in cui gli Stati Uniti sono molto più egocentrici, e molto più capricciosi su cosa potrebbero fare,” ha dichiarato Nick Bisley un professore di relazioni internazionali presso l’Università La Trobe di Melbourne. “I paesi di questa regione si sono dovuti sedere e hanno dovuto riconoscere che i vecchi accordi non potevano durare in eterno.”
La volontà di Trump di attaccare pubblicamente gli amici in Asia dell’America è in netto contrasto con l’amministrazione Obama, che invece aveva cercato di fare fronte unito per contrastare l’espansionismo militare e economico della Cina. Trump invece ha suggerito che le nazioni dell’Asia devono pagare di più per la sicurezza americana e si è tirato fuori dal TPP.
All’inizio della settimana, il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe ha ribattuto alle accuse di Trump secondo cui il Giappone stava falsando il mercato dei cambi e ostacolando la vendita di auto americane. Tuttavia, Abe il 10 febbraio, quando incontrerà Trump, avrà una preoccupazione più grande: il Giappone dipende dall’”ombrello nucleare” americano per proteggersi dalla Cina e dalla Corea del Nord.
Mercoledì, il Primo Ministro australiano Malcolm Turnbull si è ritrovato sotto attacco. In un tweet a tarda serata, Trump ha fatto saltare un accordo che coinvolge la redistribuzione di rifugiati americani che sono tenuti in campi in mare aperto, e che provengono principalmente dal Medio Oriente e dall’Asia.
“Potete crederci? L’amministrazione Obama accettò di riprendersi migliaia di immigrati illegali dall’Australia. Perché? Lavorerò su questo accordo idiota!” ha twittato Trump.
Come se il tweet non fosse abbastanza, all’inizio della giornata Turnbull ha risposto a delle domande su un articolo del Washington Post che riportava che il 28 gennaio Trump lo aveva insultato durante una chiamata. Secondo quanto riportato da fonti americane anonime dall’articolo, il presidente disse a Turnbull che quel giorno aveva parlato con altri quattro leader mondiali, incluso il Presidente russo Vladimir Putin, e che “questa telefonata è stata la peggiore finora”.
In un’intervista radiofonica di mercoledì, dopo il tweet di Trump, Turnbull ha dichiarato che si aspetta che l’accordo vada avanti. Ha detto che era “molto deluso” dalla fuga di notizie e che la conversazione con Trump si è conclusa “civilmente”.
“Molti australiani troveranno questo articolo molto preoccupante”, ha dichiarato John Blaxland, ricercatore anziano del Centro per gli Studi sulla Difesa dell’Università Nazionale Australiana di Cranberra. “L’Australia ha investito molto su questa relazione ed è stata un partner leale, specialmente dal momento in cui è stata proclamata la guerra al terrorismo. Trump ha bisogno dell’Australia per supportare i suoi interessi nell’Asia del Pacifico.”
Una voce tranquillizzante potrebbe essere quella del Segretario della Difesa James Mattis, che sta visitando la Corea del Sud e il Giappone. Mercoledì mentre si trovava a Seoul ha riaffermato l’impegno degli Stati Uniti a difendere la Corea del Sud dalla Corea del Nord.
Nonostante questo, data l’imprevedibilità di Trump, anche le parole di Mattis potrebbero non aiutare. Mercoledì, Trump era di nuovo occupato a avvisare, sempre su Twitter, l’Iran affermando che era sotto osservazione per aver testato missili balistici. “L’Iran era sul lastrico e pronto a collassare fino a che non sono intervenuti gli Stati Uniti donandogli una nuova vita nella forma dell’Accordo sull’Iran: 150 miliardi”, ha dichiarato Trump.
Secondo Fumiaki Kubo, un professore dell’Università di Tokyo, il test chiave per Trump in Asia sarà se deciderà di affermare nuovamente che il trattato di mutua difesa con il Giappone si applicherà ancora alle isole reclamate dalla Cina, e se continuerà e operazione di navigazione libera nelle acque dell’Asia.
“Anche se il Signor Trump dice parole molto positive, non potremmo essere pienamente rassicurate a meno che queste parole positive non siano seguite da azioni concrete,” ha aggiunto Kubo. “Non ci sono state consultazioni precedenti con gli alleati della regione, per questo bisogna prendere in considerazione molte cose.”
Un paese che potrebbe beneficiare dal ritiro degli americani è la Cina. Il Presidente Xin Jinping nei mesi passati si è presentato come un campione della globalizzazione, e ha cercato di far avanzare il passaggio di un accordo regionale sugli scambi voluto dalle nazioni del Sud-Est asiatico.
Tuttavia, Pechino ha molto da perdere se qualcosa va storto. Una guerra sugli scambi con Trump potrebbe peggiorare il rallentamento economico in quest’anno così politicamente sensibile, visto che il Partito Comunista dovrà cambiare molti dei suoi top leader.
Inoltre, la Cina è invischiata in molte dispute con altrettante nazioni del Sud-Est asiatico sul Mar Cinese Meridionale , un’area in cui ha reclamato barriere coralline e costruito avamposti militari. Il nuovo Segretario di Stato Rex Tillerson ha già fatto sapere che sfideranno la Cina per le vie d’acqua.
“La Cina al momento non sa come gestire Trump e quindi ha optato per un approccio molto cauto,” ha dichiarato Nicholas Thomas, professore associato di Studi dell’Asia presso l’Università Cittadina di Hong Kong. “Quello che si chiedono tutti – soprattutto la rete sulla sicurezza dell’Asia – è cosa accadrà tra gli Stati Uniti e la Cina con la questione del Mar Meridionale Cinese.”
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/02/03/national/politics-diplomacy/japan-like-allies-fear-next-trump-tweet-scuttle-post-wwii-order/
4 Febbraio, Mattis riconferma l’alleanza degli Stati Uniti con il Giappone “per gli anni a venire”
Il Segretario della Difesa americano Jim Mattis ha terminato la sua visita ufficiale in Giappone riaffermando l’impegno degli Stati Uniti nel trattato sulla difesa stipulato con il Giappone nonostante le preoccupazioni sulla politica regionale e le alleanze del Presidente Donald Trump.
Mattis ha sottolineato che le provocazioni della Corea del Nord, che sta continuando con il suo programma nucleare e di missili balistici, e la crescente presenza cinese nel Mar Meridionale e Orientale Cinese non lasciavano spazio a dubbio alcuno sulla posizione degli Stati Uniti.
Il messaggio è simile a quello che Mattis – durante il suo primo viaggio ufficiale da quando è in carica – ha esposto all’inizio della settimana in Corea del Sud, l’altro alleato chiave di Washington in Asia.
È apparso impaziente di rassicurare il Giappone sulla posizione degli Stati Uniti, visto che nella corsa alla presidenza del 2016 Trump aveva fatto intendere che la Corea del Sud e il Giappone stessero beneficiando della sicurezza offerta dagli Stati Uniti senza condividerne abbastanza i costi.
“L’alleanza tra Stati Uniti e Giappone è importante per assicurare che la regione rimanga sicura – non solo oggi, ma anche negli anni che verranno,” ha dichiarato Mattis a una conferenza stampa congiunta con il Ministro della difesa giapponese Tomomi Inada.
Tuttavia, in quello che potrebbe sembrare un invito al Giappone a fare di più, ha aggiunto: “Ma non cadete in errore: nei miei incontri con i leader giapponesi, riconosciamo entrambi che non possiamo sentirci compiaciuti davanti alle sfide che affrontiamo.”
“Così come la nostra alleanza cresce, sarà importante che entrambe le nostre nazioni continuino a investire sul personale e sul materiale per la nostra difesa.”
Mattis ha dichiarato che il supporto finanziario del Giappone alle truppe americane sul suolo nazionale è stato “un modello di condivisione dei costi” mentre Inada, durante la stessa conferenza stampa, ha dichiarato che non si sono discussi eventuali aumenti dei finanziamenti.
Mattis ha anche fatto notare come il Primo ministro Shinzo Abe abbia aumentato la spesa per la difesa sin dall’inizio del suo mandato a dicembre 2012, una mossa che il Segretario considera “sulla giusta strada.”
La spesa per la difesa in Giappone ammonta a circa l’1% del prodotto nazionale lordo, confrontato con il 2% della Cina e l’oltre 3% degli Stati Uniti.
Mattis ha anche ripetuto che l’amministrazione Trump si conformerà all’impegno di Washingotn a difendere le isole del Mar Cinese Orientale controllate dal Giappone ma reclamate dalla Cina, una rassicurazione che Tokyo era impaziente di sentire.
Inada ha fatto sapere che ha riferito a Mattis che il Giappone avrà un ruolo preventivo per la sicurezza, in linea con i cambiamenti legislativi che Abe ha voluto intraprendere e che smussano i bordi della costituzione pacifica del Giappone in materia di operazioni militari oltreoceano.
All’inizio del suo incontro con Mattis, Inada gli ha riferito che spera che la sua visita a Seul e Tokyo possa rafforzare l’alleanza trilaterale sulla sicurezza. Le relazioni del Giappone con la Corea del Sud ultimamente si sono raffreddate leggermente per colpa di questioni relative alla guerra, ma le tensioni causate dalla Corea del Nord fanno sì che la cooperazione sia di vitale importanza.
“La Corea del Sud è un vicino molto importante,” ha dichiarato Inada.
“Vorrei unire la visita del Segretario Mattis in Giappone e Corea del Sud al rafforzamento della cooperazione sulla sicurezza tra le tre nazioni.”
Il mese scorso, il Giappone richiamò il suo ambasciatore in Corea del Sud dopo che era stata collocata una statua che commemorava le “comfort women” coreane davanti il consolato giapponese di Busan.
Il termine “comfort women” è un eufemismo per definire le donne che sono state costrette a lavorare nei bordelli militari giapponesi.
Tokyo afferma che la statua, collocata l’anno scorso, e un’altra vicino all’ambasciata giapponese a Seoul, violano un accordo firmato nel dicembre 2015 in cui afferma che la questione – che a lungo ha minato i rapporti tra i due paesi – verrebbe “risolta per sempre” se tutte le condizioni venissero soddisfatte.
Fonte: Japan Today, https://www.japantoday.com/category/politics/view/mattis-reaffirms-u-s-alliance-with-japan-for-years-to-come
5 Febbraio, Corea del Sud – Rafforzare i rapporti con l’ASEAN
La Corea del Sud e gli altri paesi dell’ASEAN si sono riuniti a Singapore dal 16 al 20 gennaio per discutere nuovi modi per promuovere il turismo nel mercato coreano e per festeggiare il 50° anniversario dei legami culturali.
Durante il “36° Forum sul Turismo negli ASEAN 2017” il Centro ASEAN – Corea ha condiviso delle opportunità di cooperazione tra le due regioni e introdotto eventi specifici per il “ASEAN-ROK Cultural Exchange Year” basato sul tema “Modellare il nostro viaggio turistico insieme”. I ministri del turismo degli ASEAN e i maggiori partner come la Corea, la Cina, il Giappone, l’India e la Russia hanno partecipato all’incontro.
“Gli scambi individuali tra gli ASEAN e la Corea quest’anno hanno raggiunto gli 8 milioni, il che ci mostra come l’industria del turismo sia importante nel rafforzare i legami tra gli ASEAN e la Corea,” ha detto il Segretario Generale del Centro Kim Young-sun.
“Il Centro ha implementato i suoi programmi culturali e turistici in linea con la visione del turismo degli ASEAN – come un turismo sostenibile e l’ecoturismo – mentre nel frattempo rafforzava il suo ruolo come canale principale per la cooperazione turistica e gli scambi tra persone tra le due regioni.”
Secondo l’organizzazione, i piani per segnare quest’importante occasione includono l’elezione di maggio a “mese degli ASEAN” e una serie di eventi commemorativi come la “Conferenza Internazionale sulla partnership ASEAN-Corea”. In giugno si terrà il “Festival della Cucina ASEAN” mentre durante la “Korea World Travel Fair” saranno presenti degli stand che promuoveranno il turismo negli ASEAN.
Il centro ha anche fatto sapere che durante l’anno aumenterà la consapevolezza della campagna.
Il mese scorso, l’organizzazione ha portato a termine un progetto collaborativo con il Centro per la Promozione degli Investimenti (BKPM) per lo sviluppo di città-intelligenti. Il “Seminario per la Promozione degli Investimenti sulle Città-Intelligenti” a Jakarta ha ospitato alcuni esperti coreani per esplorare le opportunità per degli investimenti nei progetti relativi alle città-intelligenti e per condividere le proprie conoscenze.
“Le città indonesiane che si sviluppano più velocemente stanno affrontando il problema della rapida crescita della popolazione, che ha portato a congestioni del traffico, inquinamento e altri problemi urbani,” ha dichiarato il Kim Young-sun. “In particolare, c’è un crescente bisogno nelle città a “peso leggero” di uno sviluppo urbano più sostenibile ed effettivo.”
I funzionari dell’Agenzia Coreana per l’Avanzamento Tecnologico nelle Infrastrutture e i governi provinciali di Giava Orientale, Surabaya e Malang hanno discusso insieme dei progetti sulle città-intelligenti e poi hanno tenuto degli incontri individuali con alcuni funzionari governativi e partner privati dai settori delle infrastrutture e dell’ICT.
“Il governo cittadino ha messo molta importanza nello sviluppo della città-intelligente, e una delegazione governativa della città nel 2015 ha visitato Sejong City in Corea prendendola come esempio di una U-CITY, o Città Onnipresente.
L’organizzazione, inoltre, l’anno scorso ha introdotto presso il COEX di Soeul la cultura culinaria e del cibo della regione durante la “ASEAN Fair: Touch & Taste ASEAN”. Ha coinvolto 100 compagnie, 70 delegazioni e artisti da 10 membri dell’ASEAN. È stata promossa una gran varietà di prodotti, seguiti da incontri di lavoro tra espositori e compratori coreani.
Il Centro ASEAN – Corea è un’organizzazione intergovernativa fondata nel 2009 per promuovere gli scambi tra la Corea e i 10 stati membri dell’ASEAN.
Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2017/02/176_223289.html
Featured Image Source: Japan Times (dall’articolo del 4/2)