Rassegna settimanale 16-22 gennaio: Giappone e Corea del Sud
16 gennaio, Corea del Sud – Choi difende Park durante il processo per impeachment
Lunedì durante il processo per l’impeachment della Park, Choi Soon-sil difende con veemenza la presidentessa Park Geun-hye e nega di essersi intromessa negli affari di stato.
“La presidentessa Park non ricaverebbe mai dei benefici personali e non farebbe mai dei favori personali a membri della sua famiglia o amici stretti,” ha dichiarato davanti la Corte Costituzionale durante la sua prima apparizione dall’inizio dello storico processo due settimane fa.
“Park non ha nessun altro, così volevo solo aiutarla. È increscioso che io sia stata completamente incastrata e abbia causato problemi,” ha detto ai nove giudici piangendo. “Tutti quelli che diffondo false voci sul mio conto dovrebbero essere severamente puniti. Non merito per niente tutto questo.”
Durante la quinta udienza del processo, Choi ha ammesso di essersi incontrata con la presidentessa Park nell’ufficio presidenziale per aiutarla con alcune “questioni private”, senza però specificare quanto spesso sia andata a trovare Park o di quali questioni si trattasse.
Choi ha negato tutte le accuse di aver interferito negli affari di stato e negli appuntamenti del personale chiave come anche quelle che la vogliono a capo di dubbie associazioni – le fondazioni Mir e K-sport – da sfruttare per canalizzare denaro pubblico nei propri fondi personali.
“Sono una civile. La presidentessa ha servito nel pubblico ufficio per lungo tempo. Ha una severa filosofia nel gestire gli affari di stato. È una completa alterazione (che io mi sia intromessa).”
La presunta manipolazione del potere della Choi grazie ai suoi legami con la presidentessa è una delle ragioni principali alla base dell’impeachment chiesto il 9 dicembre 2016. La stessa Choi affronta un processo per abuso di potere, frode e coercizione.
Durante l’udienza ha attivamente difeso sé stessa, chiesto una pausa di cinque minuti durante il pomeriggio e addirittura mostrato irritazione ad alcune domande. A volte, ha alzato la voce, descritto le affermazioni degli avvocati del parlamento come dei “salti logici” e rifiutato quelle che ha definito “un carico di domande.”
“Loro (Ko Young-tae, Ryu Sang-yeong, Roh Seung-il e Park Heon-yeong) hanno orchestrato il progetto per estorcere donazioni e ora stanno addossando tutte le colpe su di me, incastrandomi,” ha dichiarato, affermando che né lei né la presidentessa erano coinvolte nel ricavare dei benefici dalle fondazioni.
Queste persone, Ko, Ryu, Roh e Park delle fondazioni Mir e K-sport, hanno invece sempre sostenuto di aver seguito gli ordini della Choi per fondare e poi gestire le due fondazioni.
Choi ha liquidato tutte le testimonianze a suo sfavore, portate avanti dai suoi ex soci incluso Ko e altre figure chiave, come “fabbricati”.
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La Choi ha anche negato tutte le sue precedenti testimonianze al procuratore, accusandolo di essere stato coercitivo nell’interrogarla.
“Stavo per morire a causa delle indagini su di me portate avanti dalla procura e dal team investigativo. Volevo solo suicidarmi (mentre mi interrogavano)”.
Ha anche contestato la credibilità di alcune prove chiave, incluso il tablet che avrebbe dovuto essere di sua proprietà e che è stato acquisito in corso d’indagine da una emittente televisiva, e delle registrazioni di conversazioni tra lei e funzionari delle due fondazioni sportive.
“Non so nemmeno come quelle prove sono state aquisite. Il procuratore non mi ha mai mostrato alcuna prova fisica.”
Martedì, la corte dovrà decidere dell’ammissibilità delle prove.
La Park ha anche testimoniato che non ha mai avuto nessun legame finanziario con Park. Tuttavia, la commissione speciale lunedì ha fatto sapere che ha ottenuto prove sufficienti a dimostrare l’esistenza di un legame finanziario tra Choi e Park, che potrebbero anche provare la complicità delle due per l’accusa di truffa.
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Per quanto riguarda invece la sua conoscenza degli spostamenti della presidentessa Choi nel giorno del naufragio del Sewol, ha risposto “Non mi ricordo nemmeno cosa ho fatto ieri…è passato troppo tempo.”
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L’apparizione della Choi come testimone è importante in quanto molti dei testimoni chiave del processo sullo scandalo, inclusi gli ex assistenti presidenziali Jeong Ho-seong, An Bong-geun e Lee Jae-man, continuano a non essere rintracciabili. Choi, apparendo lunedì, ha evitato di essere chiamata a testimoniare forzatamente come la corte aveva invece minacciato di fare in caso i testimoni si fossero ancora rifiutati di apparire.
Martedì, la corte sentirà anche altri testimoni chiave come l’ex ministro per la cultura Yoo Jin-ryeong, che sembra aver dato le dimissioni per via delle pressioni arrivate dall’ufficio presidenziale, e l’ex assistente della Choi, Ko.
L’Alta Corte ha fino a giugno per decidere se mantenere o annullare l’impeachment della Park.
Fonte: Korea Herald, http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20170116000802
17 gennaio, Corea del Sud – Jang ammette di aver estorto donazioni alla Samsung
Durante l’ennesimo caso relativo allo scandalo di corruzione della presidentessa Park Geun-hye, durante un’udienza della corte di martedì la nipote di Choi Soon-sil, Jang Si-ho, ha ammesso di aver estorto donazioni al Gruppo Samsung.
Tuttavia, Choi, l’amica di lunga data della presidentessa e figura centrale dello scandalo che ha portato all’impeachment della Park, nega ogni rivelazione.
L’ex vice ministro della Cultura e dello Sport Kim Chong, che è accusato di aver collaborato con Park e Choi nella supposta raccolta di fondi illegali per il Korea Winter Sport Elite Center, nega tutte le accuse a suo carico, scaricando la colpa sulla presidentessa Park. Ha dichiarato che Park ha personalmente interagito con il management della Samsung per raccogliere le donazioni per le fondazioni controllate da Choi e Jang.
I tre, che sono tutti agli arresti, sono accusati di aver forzato la Samsung Electronics a contribuire con oltre 1.6 miliardi di won (1.35 milioni di dollari) in donazioni al centro per sport invernali attraverso la sua affiliata Cheil World Wide.
La sospetta estorsione dei tre – portata avanti sfruttando dei legami della Park o sotto suo diretto ordine – è una delle accuse che sta affrontando la Park nel suo processo per impeachment.
Durante l’udienza alla Corte del Distretto Centrale di Seul, i tre accusati sono comparsi nelle uniformi della prigione e si sono seduti uno di fianco all’altro. Si sono guardati a malapena, e hanno parlato solo con i propri avvocati mentre si concentravano sui procedimenti della corte.
L’apparizione davanti alla corte della Jang, 37, e della Choi, 60, rafforza le teorie sul deterioramento dei legami all’interno della famiglia, visto anche che la Jang ha consegnato alla commissione investigativa indipendente la prova chiave contro sua zia – un tablet che sembra essere appartenuto a Choi.
Le due sembrano spostare le responsabilità l’una sull’altra.
Mentre la Jang ha ammesso di aver forzato il Gruppo Samsung a sponsorizzare il centro – del quale era il segretario generale – e di aver trattenuto parte delle donazioni per sé, la Choi nega fermamente di aver commesso illeciti.
Ha affermato che voleva solo aiutare la nipote a creare e portare avanti un’organizzazione per una buona causa, ma che era la nipote la proprietaria di fatto.
“Collaborando con la Jang non ha abusato della propria autorità. Ha solo chiesto al vice ministro per la cultura e lo sport di aiutare nella gestione del centro,” ha detto l’avvocato della Choi.
L’accusa ritiene Choi la sospettata principale che ha preso tutte le decisioni “importanti” e ha dato istruzioni specifiche alla Jang per la raccolta fondi.
L’ammissione della Jang è arrivata il giorno dopo che la commissione indipendente ha emanato un mandato di arresto per il leader di fatto del Gruppo Samsung, Lee Jae-yong, accusandolo di aver offerto delle mazzette alla Choi in cambio dell’appoggio dell’amministrazione Park nella fusione di due affiliati della Samsung.
La donazione al centro per sport invernali sembra far parte della tangente totale dal valore di circa 43.3 miliardi di won che la Samsung ha dato a enti – tra cui le fondazioni Mir e K-Sports – che sono strettamente legate alla Choi e alla presidentessa.
Nel frattempo, le affermazioni del vice ministro per la cultura e lo sport Kimg Jong sono in linea con le testimonianze che l’ex Segretario presidenziale An Chong-bum ha riferito durante l’udienza di lunedì davanti la Corte Costituzionale. An ha affermato che la Park diede precise disposizioni durante il piano con cui hanno estorto donazioni dalle aziende locali.
“Secondo i quaderni di An, le donazioni sono state fatte attraverso conversazoni dirette tra il management della Samsung e l’ufficio presidenziale,” ha detto l’avvocato di Kim.
Choi sta anche affrontando un processo per le accuse di intromissione negli affari di stato e complicità con l’ex assistente presidenziale An nel forzare le grandi compagnie a compiere donazioni per le fondazioni Mir e K-Sports da lei controllate.
Fino ad ora, Choi ha negato tutte le accuse.
La prossima udienza è programmata per il 25 gennaio, e durante essa i funzionari della Cheil World Wide testimonieranno
Fonte: Korea Herald http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20170117000759
18 gennaio, Giappone – Fonti governative: si discute della possibile abdicazione dell’Imperatore e della successione il giorno del suo compleanno nel 2018
Martedì una fonte governativa ha fatto sapere che il governo ha iniziato a discutere come pianificare l’abdicazione dell’Imperatore Akihito il 23 dicembre 2018, giorno del suo 85esimo compleanno, e la successione da parte del Principe ereditario Naruhito lo stesso giorno o il giorno dopo al massimo.
L’idea è emersa poche ore dopo che un funzionario anziano dell’Agenzia della Casa Imperiale ha fatto notare che sarebbe “difficile” per il Principe ereditario iniziare il suo regno come nuovo imperatore il 1 gennaio 2019, come invece era stato riportato recentemente dai media giapponesi, per via dei tanti eventi importanti che si tengono ogni anno il primo dell’anno.
I giornali giapponesi hanno riportato che, secondo fonti anonime, il governo sta considerando l’idea di pianificare l’ascesa al trono del Principe ereditario, 56 anni, il primo dell’anno, in seguito all’abdicazione dell’attuale Imperatore il giorno precedente.
Per quanto riguarda il giorno in cui si inizierà ad usare il nome della nuova era, il quale indica l’inizio del regno di un nuovo imperatore, il governo spera di poterlo implementare a partire dall’inizio del 2019, anche se solitamente l’utilizzo del nome tradizionalmente coincide con il giorno in cui sale al trono il nuovo imperatore.
Il Giappone adotta un nome per l’era di ogni regno di un imperatore, l’era attuale è chiamata Heisei.
Un’altra fonte ha dichiarato che l’idea di utilizzare il nuovo nome dell’era a partire dall’inizio dell’anno è stata proposta anche per ridurre l’impatto del cambiamento sulla vita della popolazione, visto che il nome dell’era è largamente utilizzato in Giappone per calendari e documenti ufficiali.
Il Vice Gran Intendente Yasuhiko Nishimura, tuttavia, durante una conferenza stampa ha dichiarato che il 1° gennaio “è un importante giorno per la famiglia imperiale” e che “sarebbe difficile organizzare eventi in relazione a un’abdicazione o un’incoronazione.”
Come eventi più importanti, ha citato le celebrazioni per il nuovo anno al Palazzo Imperiale, che sono definite come “affari di stato”, e altri rituali Shinto, che sono eventi privati per la famiglia.
Ha anche aggiunto: “Credo che sia necessario chiarire il punto di vista dell’Agenzia della Casa Imperiale,” visto che storie sull’incoronazione del 1° gennaio hanno iniziato ad essere riportate molto velocemente.
In merito all’idea di iniziare ad usare il nuovo nome dell’era a partire dal primo gennaio anche se l’incoronazione avverrà in un altro giorno, Nishimura ha dichiarato che “preferirebbe non rispondere a (questa domanda) in quanto non hanno ancora nemmeno discusso che tipo di cerimonia (per l’incoronazione) verrà organizzata.”
La settimana scorsa, durante una conferenza stampa, Nishimura aveva detto di essere stato sorpreso dalle notizie, aggiungendo che erano “arrivate dal nulla.”
Il governo del primo ministro Shinzo Abe vede nel 2018 il limite di tempo in base a quanto detto dall’Imperatore in un video messaggio lo scorso agosto: “è appena passato un anno importante che segna il 70esimo anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, e in due anni festeggeremo l’arrivo del 30esimo anniversario dell’Era Heisei.” Il trentesimo anno dell’Era Heisei cade nel 2018.
Il governo sembra star cercando di passare una legge speciale attraverso la sessione di venerdì della Dieta che possa permettere all’Imperatore, ora 83enne, di abdicare come egli stesso ha dichiarato di voler fare.
19 gennaio, Corea del Sud – Il presidente ad interim chiede un’accurata prontezza contro potenziali provocazioni nord coreane
Il presidente ad interim e primo ministro sud coreano Hwang Kyo-ahn martedì ha chiesto di aver pronto un accurato piano di sicurezza, avvertendo su una possibile provocazione dalla Corea del Nord, che può includere attacchi cibernetici, prima delle elezioni presidenziali di quest’anno.
Durante l’annuale incontro sulla sicurezza tra il governo, i militari, la polizia e i civili, Hwang ha anche istruito gli alti ufficiali in modo che si preparino contro possibili attacchi da parte di “spie nord coreane, radicali interni e estremisti violenti.”
Le preoccupazioni di Hwang coincidono con quelle sempre crescenti su un possibile attacco da parte dello stato comunista con l’obiettivo di influenzare le elezioni presidenziali del sud o di attirare l’attenzione sull’imminente cambio di amministrazione americana che avverrà venerdì.
Recentemente Pyongyang ha dichiarato che è in grado di lanciare un missile balistico “in qualsiasi momento e da qualsiasi posto”, e che è vicina a terminare la tecnologia per un missile capace di colpire direttamente il suolo americano.
“Le possibilità che la Corea del Nord metta in atto varie provocazioni militari per interrompere le pesanti sanzioni internazionali contro di essa e per sondare le nostre misure di sicurezza sono alte,” ha dichiarato Hwang.
“Gli attacchi cibernetici della Corea del Nord si stanno facendo più intelligenti e migliorano. Ci aspettiamo che ne avviino molti in concomitanza con eventi politici nazionali (nel sud), come le elezioni presidenziali,” ha aggiunto.
Hwang ha anche chiesto ai civili, il governo, i militari e la polizia di collaborare a stretto contatto per affrontare queste minacce.
“L’esercito deve monitorare attentamente per prevenire qualsiasi possibile attacco nord coreano ed essere pronta a contrattaccare se provocata”
Il presidente ad interim ha anche sottolineato la necessità di sviluppare un piano efficace grazie al quale il governo centrale e quelli provinciali possano gestire le emergenze nazionali, inclusi i disastri naturali. Lui, in particolare, ha citato il National Response Framework americano come esempio di risposta coordinata di uno stato a dei disastri.
Fonte: Korea Herald , http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20170119000626
20 gennaio, Abe dà inizio alla sessione della Dieta e giura di rafforzare l’alleanza militare americana
Questo venerdì durante il suo annuale discorso sulle politiche che inaugura la sessione ordinaria di sei mesi del 2017 della Dieta, il primo ministro Shinzo Abe ha giurato di “rafforzare ulteriormente” l’alleanza militare con gli Stati Uniti.
Negli ultimi discorsi sulle politiche, Abe ha innanzitutto affrontato le questioni economiche lasciando quelle relative alla politica estera per dopo. Tuttavia, quest’anno ha iniziato con le politiche diplomatiche, nel tentativo apparente di calmare le preoccupazioni sui legami con il nuovo presidente americano Donald Trump, che ha spesso criticato il Giappone su una varietà di questioni, dagli scambi alla sicurezza.
“Come in passato, oggi e anche nel futuro, l’alleanza tra il Giappone e gli Stati Uniti è la pietra miliare della politica estera e sulla sicurezza del nostro paese,” ha riferito Abe ai parlamentari riuniti nella Camera dei Rappresentanti durante la sessione plenaria.
“Questo è un principio immutabile. Vorrei visitare gli Stati Uniti al più presto ed io, insieme al nuovo presidente Trump, rafforzeremo i legami dell’alleanza.”
La Jiji Press ha riportato che i due si incontreranno molto probabilmente alla Casa Bianca all’inizio del mese prossimo, dopo che Trump si insedierà sabato mattina, orario del Giappone, secondo le fonti governative giapponesi.
Nonostante il clima di incertezza che circonda la politica estera di Trump per quanto riguarda l’Asia, Abe può fare ben poco e non può tirarsi indietro dal rafforzare l’alleanza militare con gli americani.
Sin dal suo primo giorno di ufficio a dicembre del 2012, Abe ha incentrato la maggior parte delle sue mosse diplomatiche sui legami militari con gli Stati Uniti, soprattutto quelli necessari a gestire la crescente forza militare di Cina e Corea del Nord.
Abe si è anche fatto forte di aver migliorato l’alleanza del Giappone con gli Stati Uniti, mettendosi a confronto con il governo del 2009 – 2012 guidato dal Partito Democratico del Giappone. Il governo del PDG si era tirato indietro dalla promessa di Tokyo di promuovere la controversa riallocazione della Stazione Aerea del Corpo dei Marines americani di Futenma, in Ginowan, in un’altra zona sempre all’interno della prefettura.
Nel suo discorso, Abe ha promesso di spostare la base militare a Nago, nel nord di Okinawa, come pianificato in origine. Secondo Abe, la base di Futenma, che è ora localizzata in una zona densamente popolata, è una grave minaccia per la popolazione.
“Il Gabinetto di Abe raggiungerà un risultato alla volta per alleviare lo sforzo di Okinawa nell’ospitare le basi militari, senza per questo perdere il potere deterrente” dell’esercito americano nella prefettura, ha dichiarato Abe.
Durante il discorso, Abe ha anche chiesto ai parlamentari di esporre delle proposte di legge alla Dieta per poter revisionare la Costituzione del dopo-guerra. Tuttavia, non ha specificato quali articoli vorrebbe modificare.
“Quest’anno si festeggeranno i 70 anni della Costituzione…cerchiamo di intensificare le discussioni per proporre un piano” per revisionare la Costituzione e mostrare una nuova visione del Giappone per il futuro, ha dichiarato Abe.
Abe ha anche citato la Corea del Sud come “il vicino più importante che condivide interessi strategici” con il Giappone, nonostante le recenti discussioni sulla statua eretta di fronte al Consolato Generale del Giappone a Busan, in Corea del Sud, per ricordare le “comfort women.”
Le scuse e un’adeguata compensazione per le comfort women, intese come quelle donne obbligate a prostituirsi nei bordelli militari giapponesi durante la guerra, sono da sempre una questione spinosa tra i due paesi.
Abe ha anche dichiarato di apprezzare “lo sviluppo pacifico della Cina” affermando che “faremo degli sforzi per migliorare le relazioni” con Beijing da “un punto di vista più ampio.”
Fonte: Japan Times, http://www.japantimes.co.jp/news/2017/01/20/national/politics-diplomacy/abe-kicks-off-diet-session-vow-strengthen-u-s-military-alliance/
21 gennaio, Gli Stati Uniti chiedono alla Corea di arrestare il fratello di Ban Ki-moon
Il governo americano ha chiesto al ministro della giustizia coreano di arrestare il fratello dell’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon con l’accusa di corruzione.
Il ministro è già in contatto con il governo americano per quanto riguarda il caso del fratello minore di Ban, Ban Ki-sang e suo figlio Bahn Joo-hyung che sono stati incriminati lo scorso ottobre a New York.
I sospettati sono acccusati di aver cercato di passare circa 500.000$ a un funzionario non identificato del Medio Oriente mentre cercavano di vendere un edificio di proprietà della ditta di costruzioni coreana Keongnam Enterprises in Vietnam. Tuttavia, si è scoperto che il denaro è stato speso da un mediatore, tale Malcom Harris, prima che raggiungesse il funzionario.
Un ufficiale ha fatto sapere che, nonostante non siano ancora in atto discussioni ufficiali, i due paesi si stanno “scambiando opinioni sulla questione” e stanno “consultando le norme di competenza.”
“Nonostante non sappiamo ancora niente riguardo il caso, se le autorità giudiziarie coreane e americane porteranno avanti la consultazione come riportato, speriamo che le procedure verranno rispettate con rigorosità e trasparenza in modo da verificare le accuse e non lasciare spazio a dubbi”, avrebbe detto un ufficiale secondo l’agenzia Yonhap.
L’assistente di Ban ha rilasciato una dichiarazione dopo il verbale, scusandosi per aver causato preoccupazione con questa faccenda dei suoi parenti.
Fonte: Korea Herald, http://www.koreatimes.co.kr/www/news/nation/2017/01/120_222514.html
22 gennaio, Il Giappone minaccia l’India di sanzioni OMC per le esportazioni sull’acciaio
Il Giappone minaccia di portare l’India davanti l’OMC per le restrizioni che hanno quasi dimezzato le sue esportazioni di acciaio nel Sud-Est Asiatico nell’ultimo anno; una mossa che potrebbe innescare altri discussioni sugli scambi proprio ora che si intensificano le tensioni globali sull’acciaio e altri beni.
Sarebbe una mossa molto rara per il Giappone. Il secondo maggior produttore di acciaio al mondo, di solito, cerca sempre di risolvere queste dispute attraverso dialoghi bilaterali; tuttavia con l’inasprirsi degli scambi mondiali, il Giappone rafforza il sistema di difesa di un settore che vende quasi la metà dei propri prodotti all’estero.
Protezionismo indiano a parte, il Giappone è anche preoccupato per il clima teso e incerto degli gli scambi internazionali dovuto all’insediamento del presidente americano Donald Trump e ritiene di dover assumere una posizione decisa sui mercati internazionali aperti e giusti.
“Dobbiamo fermare l’espandersi di pratiche di scambio ingiuste,” ha dichiarato un funzionario del ministro per l’industria giapponese, spiegando che la richiesta del 20 dicembre di avviare una risoluzione delle controversie in sede OMC con l’India sulla salvaguardia delle tariffe sull’acciaio e il prezzo minimo per i beni in ferro e acciaio.
A settembre 2015 l’India ha imposto dei dazi fino al 20% su prodotti in acciaio laminato a caldo e a febbraio 2016 ha stabilito un prezzo minimo per i prodotti in acciaio importati per impedire a paesi come la Cina, il Giappone e la Corea del Sud di invalidare i produttori locali.
“Se le consultazioni falliscono nel risolvere la disputa, potremmo chiedere ad un panel OMC di deliberare,” ha detto lo stesso funzionario ministeriale. Una simile azione potrebbe essere intrapresa già a febbraio, visto che la consultazione è stata avviata a dicembre.
Per Tokyo le azioni dell’India sono in contravvenzione con le norme dell’OMC e hanno contribuito a rallentare le sue esportazioni di acciaio, che a novembre sono scese all’11esimo posto nell’elenco degli importatori dal Giappone nel 2016, rispetto al sesto posto dell’anno prima.
“Stiamo seguendo le linee guida dell’OMC,” ha dichiarato un alto funzionario indiano del ministero dell’acciaio, anche se ha aggiunto che Nuova Delhi è pronta a intraprendere dei negoziati.
Fino a venerdì, una data per una consultazione guidata dall’OMC non è ancora stata fissata.
Negli ultimi anni ci sono state molte controversie sugli scambi a causa delle massive esportazioni di prodotti in acciaio a basso costo dalla Cina, il maggior produttore a livello mondiale, con il Vietnam, la Malesia e il Sud Africa pronti a mettere in atto misure per bloccare le spedizioni in arrivo.
Le esportazioni di acciaio della Cina, nel 2016, sono scese del 3.5% arrivando a 108 tonnellate, circa la stessa quantità prodotta dal Giappone in un anno.
Il Giappone sta anche controllando se il suo piccolo volume di importazioni sia soggetto a dumping, temendo che i prodotti in acciaio che non hanno una destinazione per colpa delle restrizioni sulle importazioni vengano dirottati su mercati terzi.
“Tutti gli scambi devono essere giusti. Se esistono degli scambi che violano le norme, prenderemo i provvedimenti necessari mentre ci consultiamo con il nostro governo,” ha dichiarato durante una conferenza stampa Kosei Shindo, presidente della Federazione del Giappone sull’Acciaio e il Ferro.
Tuttavia, con l’arrivo di un nuovo presidente americano pronto a stracciare trattati sugli scambi e and imporre tariffe sulle importazioni nella più grande economia del pianeta, Tokyo rischia di dare vita a una guerra degli scambi che sta invece cercando di evitare.
“Potremmo assistere a una battaglia di controversie sugli scambi, specialmente ora che Trump è a capo degli Stati Uniti,” ha dichiarato Kazuhito Yamashita, direttore della ricerca all’Istituto Canon per la Ricerca Mondiale.
Fonte: Japan Today, https://www.japantoday.com/category/business/view/japan-threatens-india-with-wto-on-steel
Featured Image Source: Japan Times (dall’articolo del 18/1)