Rassegna settimanale 28 novembre – 4 dicembre: Africa Subsahariana
28 novembre – Uganda: Violenze e sospetti sulle forze di sicurezza
Le autorità ugandesi dovrebbero investigare sulla condotta delle forze di sicurezza in seguito agli scontri avvenuti nell’Uganda occidentale, afferma Human Rights Watch. Le forze di sicurezza hanno ucciso decine di persone ed arrestate almeno 139 durante le violenze avvenute tra il 26 ed il 27 novembre, nella città di Kasese. I dettagli dell’accaduto rimangono poco chiari. La polizia ha dichiarato che almeno 14 poliziotti sono rimasti uccisi, così come 46 Royal Guards.
La regione Rwenzori è già stata sede di numerose violenze in passato. Come successo a seguito delle elezioni del 2016, quando ci furono scontri tra i gruppi entici di Bakonzo e Bamba. 30 furono le vittime.
Fonte: Human Rights Watch
Link: https://www.hrw.org/news/2016/11/28/uganda-investigate-killings-rwenzori-region
Nigeria: Il dramma delle donne affette da fistole ostetriche
Lo United Nation Children Fund (UNICEF) ha rivelato che in Nigeria sono troppe le donne che soffono di fistula ostetrica. Il numero si attesta tra 0.4 fino a 0.8 milioni di donne e ne fa il Paese con il più alto tasso nel mondo. Venera Zakirova ,UNICEF gender and development specialist, ha dichiarato ” purtroppo la OF è nella maggior parte dei casi il risultato di matrimoni precoci poichè le ragazze neanche adolescenti non hanno sviluppato completamente il meccanismo di rilascio del parto.
Tra le donne che sopravvivono a questa traversia, molte restano inferme. La fistola ostetrica è una delle conseguenze più gravi del travaglio difficile e si verifica quando i tessuti molli del bacino pelvico sono compressi dalla testa del bambino. La mancanza di afflusso di sangue causa la morte del tessuto, creando un buco tra la vagina e la vescica, la vagina e il retto, o entrambi. Tutto questo comporta un’incontinenza urinaria e/o fecale. Le donne affette da fistola ostetrica vivono nella vergogna e spesso vengono emarginate dai loro stessi familiari e dalla comunità.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201611280827.html
1 dicembre – Est Africa: Iniziati i lavori per l’oleodotto tra Uganda e Tanzania
Il progetto conosciuto come East African Crude Oil Pipeline (EACOP), trasporterà petrolio greggio dall’Uganda al porto di Tangahe in Tanzania e verrà costruito dal gigante del petrolio francese Total SA, dalla UK-based Tullow Oil and e dalla cinese oil company Cnooc Ltd.
La Total E&P Uganda – compagnia di gas e petrolio sussidiaria della Total SA – ha dichiarato di voler portare avanti anche un progetto di sviluppo sociale e di reinsediamento per la Tanzania.
Fonte: All Africa
Link: http://allafrica.com/stories/201612010446.html
2 dicembre – Gambia: Vince l’opposizione, sconfitto Jammeh
Risultato storico per le elezioni presidenziali in Gambia. Primo risultato democratico dal 1965. Il presidente in carica Yahya Jammeh, al governo dopo un colpo di stato del 1994, ha perso ed ha accettato la sconfitta. Il nuovo presidente è quindi Adama Barrow, un imprenditore di 51 anni sostenuto dai principali partiti di opposizione. Barrow ha ottenuto 263mila voti, il 45,5 di quelli totali. In queste ore in molti stanno sottolineando l’importanza pratica e simbolica della vittoria di Barrow, dato che Jammeh era considerato uno dei leader autoritari africani più saldamente al potere.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2016/dec/02/the-gambia-president-jammeh-concede-defeat-in-election
3 dicembre – Delta del Niger contro Shell
Il colosso petrolifero anglo-olandese Shell è al centro di una battaglia legale presso l’Alta Corte di Londra, nel Regno Unito: circa 40.000 cittadini nigeriani delle comunità Ogoni e Bille sono riusciti a portare la compagnia petrolifera. La Shell è presente nel Delta del Niger dal 1950 ed ha causato danni ambientali enormi: in particolare la class action si concentra sulle fuoriuscite di petrolio dalle condotte, che ha sporcato e inquinato le acque di fiumi, falde acquifere e del mare, devastando la vita delle persone, degli animali e distruggendo le attività economiche locali legate a pesca e agricoltura. Migliaia di vite distrutte.
Emere Godwin Bebe Okpabi, re del popolo Ogoni intervistato dall’Agence France-Presse, ha spiegato di avere deciso di portare la causa a Londra perché “i tribunali nigeriani sono troppo corrotti” e perché solo così “i rappresentanti del Regno Unito potranno rendersi conto” di come la compagnia petrolifera ha distrutto il loro ambiente. Gli avvocati che portano avanti la class action, dello studio legale londinese Leigh Day, hanno già portato Shell a firmare uno storico accordo con la comunità di Bodo, accordo che prevede il pagamento di 83.5 milioni di dollari da parte della compagnia a titolo di risarcimento per le fuoriuscite di petrolio nel periodo tra il 2008 e il 2009.
Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2016/dec/03/ogoni-king-shell-oil-is-killing-my-people